Albert Simonin
Grisbi. Strana parolina, frivola, quasi leziosa, che però evoca caffé equivoci, coltelli veloci, lungosenna nascosti fra le nebbie, pupe disperate, la mala quella che non c'è più.
E cosa c'è di più evocativo di un vecchio gangster ormai deciso
a cambiare vita, di un colpo da cinquanta milioni di
franchi, di una banda rivale, di un infame che ha parlato?
Albert Simonin (1905 - 1980), insieme a Le Breton e a Josè Giovanni, è la figura chiave del noir, che è francese per antonomasia, e forse anche per questo da noi non ha avuto il successo che meritava. Probabilmente lo scenario parigino di cabarets e putains, di poliziotti più miserabili dei furfanti, di solitudini e inaspettate solidarietà, non si discostava granché dalla Milano torbida e brumosa degli anni '50, ma vuoi mettere il fascino di una Gitane rispetto al tanfo di una Nazionale? Non si potrà mica paragonare un bicchierino di grappa qualsiasi a un pastis, un bulletto del Giambellino a un apache (che però era roba di cinquant'anni prima, ma non importa) di Montparnasse.
E il dialetto milanese strascicato e invadente ci fa subito pensare ai pettegolezzi di una portinaia o alle invettive di un tranviere: altro che l'argot, e i suoi silenzi.
Ma quando Simonin faceva parlare i suoi personaggi, sapeva quel che faceva, essendo egli l'autore di un erudito dizionario dell'argot.
I luoghi comuni della Paris qui n'est plus, certo, ma quelle fisarmoniche, quelle giovani donne il 14 luglio...
In realtà il 14 luglio di Simonin ha qualche tratto oscuro, perché durante l'occupazione tedesca non si fece scrupolo di lavorare per un giornale collaborazionista (facendosi poi nel dopoguerra qualche sacrosanto anno di galera), ma francamente non ne sappiamo molto di cosa ha portato uno come lui a impasticciarsi coi boches.
Di certo Simonin e Le Breton ci hanno regalato una Parigi umida e sporca, senza riscatto possibile, di una volgarità seducente, banale come le sue donne perdute eppure irresistibile.
- Grisbi (Touchez pas au grisbi!, 1953), Cino Del Duca, 1954; Sonzogno, 2003; o Giù le mani dal malloppo!, TimeCrime, 2021
- Ciao Grisbi (Le cave se rebiffe, 1954), Cino Del Duca, 1957; o Il re dei falsari, TimeCrime, 2023
- Grisbi or not grisbi, 1955
- Une balle dans le canon, 1958
- Du mouron pour les petits oiseaux, 1960
- Le Hotu, chronique de la vie d'un demi-sel, première époque, 1968
- Le Hotu s'affranchit, chronique de la vie d'un demi-sel, deuxième époque, 1969
- Hotu soit qui mal y pense, chronique de la vie d'un demi-sel, troisième et dernière époque, 1971
- L'Élégant, 1973
molti i film dai suoi libri, ma solo alcuni di buon livello:
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Grisbi (Touchez pas au Grisbi!, 1954), di Jacques Becker. Con Jean Gabin, Jeanne Moreau, Lino Ventura
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Il re dei falsari (Le cave se rebiffe,
1961), di Gilles Grangier. Con Jean Gabin, Bernard Blier
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In famiglia si spara (Les tontons flingueurs, 1963; da Grisbi or not grisbi), di Georges Lautner. Con Bernard Blier, Lino Ventura, Francis Blanche
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Sotto il tallone (La métamorphose des cloportes, 1965), di Pierre Granier-Deferre. Con Charles Aznavour, Lino Ventura (sceneggiatura Simonin)
- La fredda alba del commissario Joss (Le pacha, 1967), di Georges Lautner. Con Jean Gabin, Dany Carrel, Jean Gaven (sceneggiatura Simonin)
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