inizio rosso e giallo


Leonardo Sciascia


Se Gadda ha fatto solo una rapida, ma memorabile incursione nel poliziesco, Sciascia (1921-1989) è stato più assiduo, e infatti non ha mai nascosto la propria passione, di lettore, per i gialli.
Anche qui, così come per tanti altri autori, cercare di definire dei confini tra letteratura tout court e genere poliziesco non ha molto senso. Uno scrittore come Sciascia usa la parola, una storia, per esprimere emozioni, riflessioni, dubbi, e non si cura di quanto e come quel racconto possa virare sul giallo.

É solo nel 1961, dopo numerose esperienze poetiche e narrative, che Sciascia si avvicina al giallo (Il giorno della civetta), che frequenterà ancora, con convinzione, alternando questo genere con il romanzo più classico, anche a sfondo storico, e la saggistica civile.
Nei suoi stessi polizieschi è sempre molto forte la sicilianità (o "sicilitudine"), intesa non solo come legame profondo con la terra, la cultura, la lingua, ma come consapevolezza ininterrotta delle contraddizioni.
La mafia, certo, di cui Sciascia ha scritto anche una breve storia.


Ed ecco ancora A ciascuno il suo (1966), Il contesto (1971) e Todo modo (1974), che vanno a formare la quadrilogia strettamente poliziesca di Sciascia. Vicende che si sviluppano eccentricamente rispetto al meccanismo classico, anche perché a Sciascia intereressa ben poco il meccanismo delitto - inchiesta - scoperta del colpevole. Il colpevole è già noto a tutti, da sempre, è l'omertà, anima della mafia.
Poi il carabiniere, il magistrato, potranno avere un ruolo in una specifica inchiesta, catturare o meno un certo criminale, ma ciò che conta è il contesto, appunto, la cornice generale degli avvenimenti.
Tanto che rispetto al clima quasi realistico de Il giorno della civetta, nei successivi, e in particolare in Todo modo, l'atmosfera si fa più rarefatta, i dialoghi obliqui, e il meccanismo poliziesco collassa su stesso.
Una storia semplice è un romanzo breve ispirato al furto di un importante dipinto di carattere religioso.
Il suo penultimo lavoro, Il cavaliere e la morte (Adelphi, 1989), rimanda nel titolo al celebre quadro di Albrecht Dürer (1514) e racconta di un commissario di polizia che indaga su un omicidio il cui responsabile è un potente che non si lascerà toccare.
Con Porte aperte Sciascia affronta in chiave quasi grottesca il problema della pena di morte.

Dai libri di Sciascia sono stati tratti vari film, che in genere, per ragioni di spettacolarizzazione, pur rispettando lo stile e la poetica di Sciascia accentuano gli elementi polizieschi:


Il giorno della civetta


di Damiano Damiani (1968)
con Franco Nero, Lee J. Cobb, Claudia Cardinale, Serge Reggiani, Tano Cimarosa
Il giorno della civetta, Einaudi, 1961, 1990; Adelphi, 1993, 2014
A ciascuno il suo


di Elio Petri (1967)
con Gian Maria Volonté, Salvo Randone, Irene Papas, Gabriele Ferzetti
A ciascuno il suo, Einaudi, 1966, 1989; Adelphi, 1988, 2011
Cadaveri eccellenti
da Il contesto


di Francesco Rosi (1975)
con Lino Ventura, Max Von Sydow, Renato Salvadori, Alain Cuny, Fernando Rey, Anna Proclemer, Tino Carraro, Maria Carta
Il contesto, Einaudi, 1971, 1990; Adelphi, 1994, 2014; Feltrinelli, 2005
Todo modo


di Elio Petri (1976)
con Gian Maria Volonté, Marcello Mastroianni, Mariangela Melato, Michel Piccoli, Franco Citti, Ciccio Ingrassia, Tino Scotti
Todo modo, Einaudi, 1974 1990; Adelphi,1995, 2011
Porte aperte

di Gianni Amelio (1990)
con Gian Maria Volonté, Ennio Fantastichini, Renato Carpentieri, Renzo Giovampietro

Porte aperte, Adelphi, 1987, 2012
Una storia semplice

di Emidio Greco (1991)
con Gian Maria Volonté, Massimo Dapporto, Ennio Fantastichini, Ricky Tognazzi, Massimo Ghini

Una storia semplice, Adelphi, 1989, 2012