Robert Bloch
Dopo Poe ci fu Lovecraft, e nessun altro. Che effetto farebbe, dunque, essere protagonisti di un racconto di Lovecraft?... È esattamente ciò che è accaduto a Robert Bloch (1917 - 1994): giovanissimo autore di racconti del mistero, ebbe la fortuna di un intenso rapporto epistolare con il suo maestro, e un giorno ebbe l'idea di chiedergli se poteva inserirlo in un suo lavoro; H. P. L. ne fu divertito e si concesse. Se non che Bloch gli fece fare davvero una brutta fine, ma il Maestro non se ne ebbe, e gentilmente ricambiò (in quello che fu uno dei suoi ultimi scritti): Bloch diventa Blake ed è L'abitatore del buio (1935). Brrr... E Bloch da allora non si è più ripreso, legando tutta la sua produzione letteraria ai temi dell'orrore e del mistero (e qui le illustrazioni ricordano solo la sua produzione non fantahorror). Con grande fortuna, peraltro, anzi, pure troppa, perché uno dei suoi libri fu portato sullo schermo da Hitchcock (Psycho, 1960) e questo capolavoro del cinema divenne a tutti gli effetti Hitchcock, e pazienza per chi aveva inventato la storia. In realtà Bloch divenne un ottimo e apprezzato scrittore, per l'editoria, per la tv e per il cinema, e un omaggio a lui e a Hitchcock fu l'accurato remake di Psycho realizzato nel 1998 da Gus Van Sant (ma il pur bravo Vince Vaughn nei panni di Norman Bates non regge il confronto con Anthony Perkins). Naturalmente non mancarono Psycho 2 e Psycho 3, e pure Psycho 4, ma... Il n. 2 (Richard Franklin, 1983) è un'accozzaglia di splatter anche un po' presuntuoso; Psycho III è stato diretto nel 1986 dallo stesso Perkins, ma anche qui trovare un aggancio plausibile con il primo Norman è una missione non possibile. Dopo di che: ci voleva proprio pure il n. 4? (Per non parlare della ridicola serie tv Bates Motel). Per la tv Bloch curò numerose sceneggiature, in particolare per il celebre Alfred Hitchcock presenta... e per una serie imperniata su Boris Karloff. Anche il cinema lo vide impegnatissimo, con alterni risultati, ma la sua attività prevalente continuò a riguardare i libri, con una netta prevalenza dei temi lovecraftiani che aveva frequentato fin da giovane.
Antologie horror curate da Bloch:
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