Esistono svariati adattamenti cinematografici e televisivi dei casi di Nero Wolfe, ma quello più convincente (malgrado la palese modestia dei mezzi utilizzati) è stato realizzato dalla RAI, tra il 1969 ed il 1971 (repliche nell'estate 2011 su RAI 5): Tino Buazzelli è perfetto, e gli fa da spalla un brillante Paolo Ferrari (conduttore, una decina di anni prima, di una deliziosa trasmissione, Giallo Club, e bravo doppiatore di Bogart - Il mistero del falco, Casablanca...).
Con Tino Buazzelli (Nero Wolfe), Paolo Ferrari (Archie Goodwin), Pupo De Luca (Fritz Brenner), Renzo Palmer (Isp. Cramer)
Regia di Giuliana Berlinguer
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Veleno in sartoria 1969
da: La scatola rossa (The Red Box, 1937)
con Carla Gravina, Aroldo Tieri, Massimo Serato
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Circuito chiuso 1969
da: Nero Wolfe sotto il torchio (If Death ever Slept, 1957)
con Mario Pisu, Tino Schirinzi, Romina Power |
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Per la fama di Cesare 1969
da: La guardia al toro (Some Buried Caesar, 1938)
con Aldo Giuffrè, Ezio Marano |
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Il pesce più grosso 1969
da: Nero Wolfe contro l'FBI (The Doorbell Rang, 1965)
con Paola Borboni, Ugo Pagliai |
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Un incidente di caccia 1969
da: Tre sorelle nei guai (Where there's a Will, 1940)
con Edmonda Aldini, Enzo Garinei, Claudio Gora |
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Il patto dei sei 1969
da: Sei per uno (The Rubber Band, 1936)
con Vittorio Sanipoli, Gianni Bonagura |
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La casa degli attori 1970
da: Dollari matti (Counterfeit for Murder, 1962)
con Giusi Raspani Dandolo, Paolo Graziosi
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La bella bugiarda 1971
da: Vicolo cieco (Murder is Corny, 1964)
con Eros Pagni, Mario Carotenuto |
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Sfida al cioccolato 1971
da: Scacco al re per Nero Wolfe (Gambit, 1962)
con Giampiero Albertini, Paolo Carlini, Mario Maranzana |
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Salsicce Mezzanotte 1971
da: Alta cucina (Too Many Cooks, 1938)
con Vittorio Congia, Maria Monti, Enrico Ostermann |
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Altre interpretazioni di Nero Wolfe:
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2012: la RAI ha messo in cantiere una nuova serie: il bravo Francesco Pannofino è Nero Wolfe e Pietro Sermonti, belloccio e nulla più, Archie Goodwin.
Sconcerto e delusione: non per l'inevitabile, e inutile, confronto con Buazzelli & c., ma perché la serie prodotta da Luca Barbareschi si è rivelata costruita in modo approssimativo, con sceneggiature solo pallidamente legate alle trame create da Stout, attori improbabili, ambientazioni ridicole, furbizie evitabili (la giornalista bella e ficcanaso clonata da Profondo rosso), maldestro arrangiarsi fra i toni della commedia e quelli del giallo. |
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