Martin Scorsese

I 15 gangster che hanno cambiato il cinema

Ecco i 15 film sulla malavita che hanno avuto un effetto profondo su di me e sul modo in cui percepivo il mondo dei gangster e lo mettevo in scena nei film. Questi film mi hanno entusiasmato, provocato e, in un modo o nell’altro, avevano tutti un fondo di verità.

Mi sono fermato prima degli anni 70 perché dopo di allora ho cominciato a guardare i film in modo diverso e a realizzare film io stesso. Molti sono i film sulla malavita che ho ammirato negli ultimi 40 anni: Sadismo (1970), la saga de Il Padrino, C’era una volta in America di Sergio Leone (1984), L’ultimo colpo della bestia (2000), Quel lungo venerdì santo (1980) e i film girati a Hong Kong da John Woo. I film che seguono li ho visti quando ero giovane, aperto e impressionabile...

Nemico Pubblico (William A. Wellman, The Public Enemy, USA, 1931)

La brutalità allo stato puro; l’energia di James Cagney nel suo primo film da protagonista; l’utilizzo stupefacente della musica leggera (la canzone I’m forever blowing bubbles). È un film che ha aperto la strada a noi tutti.
Scarface (Howard Hawks & Richard Rosson, Scarface, USA, 1932)

Il film di Howard Hawks è tremendamente veloce, fluido, divertente e impressionista. L’audacia del film è sorprendente. Fu portato a termine nel 1930, ma era talmente violento che la censura ne impedì l’uscita per due anni.

Blood Money (Rowland Brown, USA, 1933)

Rowland Brown, un cineasta in larga misura dimenticato, realizzò tre film duri e sarcastici nei primi anni ’30. Erano film che affrontavano con competenza i problemi della politica a livello locale, della corruzione, della connivenza tra polizia e criminali. Questo è il mio preferito. Il finale è indimenticabile.

I ruggenti anni Venti (Raoul Walsh, The Roaring Twenties, USA, 1939)

Nel 1939 il classico di Raoul Walsh e Mark Hellinger fu considerato l’addio del genere poliziesco malavitoso che sembrava aver fatto il suo tempo. Ma il film non è solo questo. È molto di più. È in qualche modo il diario della vita di un gangster tipo di quel periodo e abbraccia molti temi, dai campi di battaglia della Francia alle birrerie, ai nightclub, alle imbarcazioni che trasportavano gli alcolici all’indomani del probizionismo. Il film affronta il momento dell’ascesa e dal tramonto del gangsterismo anni 20 e tocca vette assolutamente epiche. Possiamo dire che è stato l’antesignano di Quei bravi ragazzi (1990) e Casino (1995). Inoltre ha uno dei migliori finali che abbia mai visto.
Le forze del male (Abraham Polonsky, Force of Evil, USA, 1948)

John Garfield è l’avvocato della mala. Thomas Gonzalez è suo fratello che gestisce una ricevitoria di scommesse ed è leale con i clienti e i dipendenti. Il conflitto è elementare denaro contro famiglia e le interazioni tra i fratelli sono straordinarie. Il solo film di gangster mai girato in versi sciolti grazie alla sceneggiatura di Abraham Polonsky che è anche il regista. Sono sincero: ha avuto su di me lo stesso impatto di Quarto potere (1941) di Orson Welles o di Fronte del porto (1954).
La furia umana (Raoul Walsh, White Heat, USA, 1949)

James Cagney e Raoul Walsh rivaleggiano in bravura in questo film su un gangster psicopatico con l’ossessione per sua madre. Il film narra le vicende di Cody Jarrett (interpretato da James Cagney), un capo mala psicopatico con un enorme complesso di Edipo. Il livello di ferocia e di energia è tale da togliere il fiato e la scena madre è quella in cui Cagney va su tutte le furie in sala da pranzo… una scena che non smette mai di sorprendermi.
I trafficanti della notte (Jules Dassin, The Night and the City, GB, 1950)

Disperazione senza fine. Tutti abbiamo ammirato ed amato Richard Widmark fin da quando fece il suo esordio ne Il bacio della morte, ma l’interpretazione di Harry Fabian ci ha segnato per sempre così come ci ha segnato profondamente il film ambientato nella Londra del dopoguerra e realizzato da Jules Dassin che era stato incluso nelle liste di proscrizione volute da McCarthy.

Grisbi (Jacques Becker, Touchez pas au grisbi, F, 1954)

Jacques Becker, che aveva lavorato come aiuto di Jean Renoir, girò questo film con Jean Gabin che interpretava il ruolo di un anziano gangster costretto a ritirarsi per salvare il suo vecchio socio. Lo stile è elegante e sobrio, l’aria di declino e mortalità estremamente potente.

La città del vizio (Phil Karlson, The Phenix City Story, USA, 1955)

Un film assolutamente scevro di sentimentalismi di Phil Karlson che racconta una vicenda di corruzione, intimidazione, razzismo e agghiacciante brutalità nella città, un tempo malfamata, di Phenix, Alabama. Il film fu realizzato con riprese on location in soli dieci giorni! Fast and furious e duro.
Tempo di furore (Jack Webb, Pete Kelly's Blues, USA, 1955)

Un film stupendamente diretto e interpretato da Jack Webb che interpreta il ruolo di un jazzista degli anni ’20 la cui vita viene sconvolta da un gangster di Kansas City (Edmund O’Brien). È una situazione che si è verificata molte volte in quel periodo, tanto da ispirare anche il film Amami o lasciami girato più o meno negli stessi anni.
Assassinio per contratto Irving Lerner, (Murder by Contract, USA, 1958)

Un film quanto mai insolito, strano, elementare, a budget ridottissimo: di Irving Lerner una lezione di cinema. La vicenda è raccontata dal punto di vista del protagonista (Vince Edwards), un killer professionista. Le scene in cui, solo nel suo appartamento prepara un omicidio, mi sono tornate alla mente mentre giravo Taxi Driver (1976) e abbiamo studiato la colonna sonora con la chitarra e il ruolo che svolge nell’azione mentre lavoravamo con Howard Shore alla colonna sonora di The departed (2006). Per me questo film è sempre stato motivo di ispirazione.
Al Capone (Richard Wilson, USA, 1959)

Questo intelligente film a basso costo di Richard Wilson, uno dei più stretti collaboratori di Orson Welles, merita di essere più conosciuto. Rod Steiger è un fantastico Al Capone affascinante, villano, brutale, ambizioso. Non c’è alcuna traccia di sentimentalismo. Wilson è autore di un altro stupefacente film sulla malavita: Pagare o morire (1960) sulla Mano Nera nella Little Italy dei primi anni del Novecento.
Lo spione (Jean-Pierre Melville, Le doulos, F, 1962)

Il maestro francese Jean-Pierre Melville, studioso del cinema americano, ha realizzato una serie di eleganti, complicati, grandissimi film ambientati nel mondo della mala. Nei suoi film criminali e poliziotti seguono un codice di onore come i cavalieri al tempo della cavalleria. Questo è uno dei migliori e potrebbe essere il mio preferito.
Il Mafioso (Alberto Lattuada, I, 1962)

Un addetto al controllo di qualità di una fabbrica (Alberto Sordi) che vive nell’Italia settentrionale con moglie e famiglia torna nella natia Sicilia e, poco alla volta, viene risucchiato dalle vecchie lealtà, dagli antichi legami di sangue e dai dimenticati obblighi. Comincia con il tono della commedia, ma gradualmente diventa sempre più drammatico… e, alla fine, la risata si strozza in gola. Uno dei film più belli mai girati sulla Sicilia.
Senza un attimo di tregua (John Boorman, Point Blank, USA, 1967)

È uno dei primi film raccontato con lo stile del nuovo cinema francese il montaggio, i flash-forward, l’astrazione applicato al genere poliziesco. Lee Marvin è Walker, un uomo che intende vendicarsi del suo vecchio amico e della sua ex moglie. Come Burt Lancaster nel film del 1948 Le vie della città, un altro dei miei preferiti, uscendo di prigione non riceve la sua parte del bottino e decide di farsi giustizia. Il film di John Boorman rappresentò una novità nel genere noir e ci fece capire come il genere poteva vibrare di energia nuova in un mondo che stava cambiando.

Martin Scorsese è produttore e tra i registi di Boardwalk Empire: serie tv sul probizionismo ambientata ad Atlantic City che ha debuttato nel settembre 2010 sull’emittente HBO

da l'Unità, 21.09.2010: from The Daily Beast/Distributed by The New York Times Syndicat, traduzione di Carlo Antonio Biscotto