inizio rosso e giallo


Donald E. Westlake


Donald Edwin Edmund Westlake (1933 - 2008) è uno dei più importanti scrittori polizieschi americani degli anni '60-'80: nato a Brooklyn, dopo gli studi superiori si arruola nell'Air Force. Di ritorno a casa lavora presso una agenzia letteraria dalla quale si allontana per intraprendere una breve e poco fortunata carriera di attore teatrale.
Il primo romanzo, Veleno nel sangue, è del 1962.
Nel '63 con lo pseudonimo di Richard Stark dà inizio a una lunga serie nella tradizione del romanzo duro e violento che si rifa a Hammett e Chandler, con due personaggi fissi: Parker e Grofield. Una scelta particolarmente interessante, con cui Westlake dimostra la propria versatilità, alternando la cifra umoristica che segna tutto il ciclo di Dortmunder (a firma D. E. W.) e quella noir di Parker.
No, diciamola meglio: chapeau ad uno scrittore che sa creare trame ingegnose che filano via, malgrado, o proprio per, una continua serie di cortocircuiti, che sa essere duro come l'Hammett più disincantato, e spiritoso come il miglior Wodehouse. Cosa volete di più?
"Se avete intenzione di commettere un omicidio, e personalmente ve lo sconsiglio, una delle cose da evitare tassativamente dopo averlo commesso è di andare a letto con la moglie del poliziotto che indaga sul delitto. Complica inutilmente le cose.
Anzi, parlando in termini generali, ho la sensazione che tutte le mogli dei poliziotti vadano ignorate. Tanto per cominciare, i loro mariti girano
armati. E poi, ci sono tante di quelle cose che un poliziotto può farvi se si irrita con voi! Il suo distintivo è potente quanto la sua pistola. Per concludere, le mogli dei poliziotti, come le monache, vanno lasciate ai banditi messicani."

In Il signor Omicidi (da cui la citazione) c'è uno dei più esilaranti giochi di prestigio della letteratura poliziesca.

Alla fine degli anni sessanta crea una terza serie, a firma Tucker Coe, con il personaggio di Mitch Tobin, un ex poliziotto che giorno dopo giorno alza un muro intorno alla sua casa per isolarsi dal mondo dove si è reso colpevole involontario della morte di un suo collega.
Con Un bidone di guai Westlake ha vinto nel 1967 il premio Edgar Allan Poe assegnato dai Mystery Writers of America. Uno dei suoi più convinti estimatori è Stephen King.




    come Donald E. Westlake:

  • I mercenari (The Mercenaries, 1960), Corriere della Sera, 1961; Mondadori, 1981
  • Tempo di uccidere (Killing Time, 1961), Atena, 1962
  • Veleno nel sangue (361, 1962), Mondadori, 1962
  • Prendetelo morto (Pity Him Afterwards, 1964), Mondadori, 1965
  • Tiro al piccione (The Fugitive Pigeon, 1965), Mondadori, 1966
  • 25: morto che scappa (The Busy Body, 1966), Mondadori, 1966
  • ... e così spia (The Spy in the Ointment, 1966), Mondadori, 1966, 1979
  • Ma chi ha rapito Sassi Manoon? (Who stole Sassi Manoon?, 1968), Mondadori, 1971, 1991
  • Qualcuno mi deve del grano (Somebody owes me money, 1969), Mondadori, 1970, 1992, 2015
  • Addio, Sheherazade (Adios, Scheherazade, 1970), Feltrinelli, 1973; Interno giallo, 1991; Tropea, 1996
  • Gli ineffabili cinque (The Hot Rock, 1970), Mondadori, 1971, 1986; Pendragon, 2004; o La pietra che scotta, Mondadori, 1978
  • Un bidone di guai (God save the mark, 1971), Mondadori, 1972, 2013
  • Guardie e ladri (Cops and Robbers, 1972), Mondadori, 1973; Interno giallo, 1991; Tropea, 1996
  • Come sbancare il lunario (Bank shot, 1972), Mondadori, 1973, 1981; Pendragon, 2004
  • 20.000 lingotti sopra i mari (Gangway, 1973), Mondadori, 1976
  • Ditelo con i fiori (Help I am being held prisoner, 1973), Mondadori, 1975, 1992
  • Come ti rapisco il pupo (Jimmy the kid, 1974), Mondadori, 1975; Pendragon, 2004
  • Two much (Two much, 1975), Tropea, 1996
  • Dio ce l'ha dato, guai a chi lo tocca (Brother's Keepers, 1975), Corno, 1977
  • La danza degli Aztechi (Dancing Aztecs, 1976), Mondadori, 1977, 2007
  • Il signor Omicidi (The Travesty, 1977) Mondadori, 1978, 2008
  • Nessuno è perfetto (Nobody's perfect, 1977), Mondadori, 1978; Pendragon, 2000
  • Castello in aria (Castle in the air, 1980), Mondadori, 1980, 2007
  • Dortmunder scherza col fuoco (Why me?, 1983), Mondadori, 1984
  • La danza dei Maya (High Adventure, 1985), Mondadori, 1985
  • E bravo Dortmunder (Good behavior, 1985), Mondadori, 1985
  • Fidati di me (Trust Me on This, 1988), Mondadori, 1988
  • Mostro sacro (Sacred Monster, 1989), Interno Giallo, 1989
  • Un buco nell'acqua (Drowned Hopes, 1990), Interno Giallo, 1990
  • Umani (Humans, 1992), Interno Giallo, 1992
  • Meglio non chiedere (Don't Ask, 1993), Tropea, 1993
  • Peggio di così... (What's the Worse that Could Happen?, 1996), Tropea, 1996
  • Oltre la vita, Garden, 1996 (racconto)
  • The Ax - Cacciatore di teste (The Ax, 1997), Alacrán, 2008
  • La fabbrica dei soldi (Walking Around Money, 2005), Sonzogno, 2006
  • L’esca (The Hook, 2001), Alacrán, 2008
  • Get Real Colpo grosso al reality show (Get Real, 2009), Alacrán, 2010





    come Richard Stark:

  • Anonima carogne (The Hunter, 1962), Mondadori, 1964, 1973; Tropea, 1999
  • Salva la faccia, Parker! (The Man with the Getaway Face, 1963), Mondadori, 1964, 1981
  • Liquidate quel Parker! (The Outfit, 1963), Mondadori, 1965, 1981
  • Fatti sotto, Parker! (The Mourner, 1963), Mondadori, 1965
  • La notte brava di Parker! (The Score, 1964), Mondadori, 1965
  • Hai perso il morto, Parker! (The Jugger, 1965), Mondadori, 1966
  • Parker: a ferro e a fuoco (The Handle, 1966), Mondadori, 1967; Interno Giallo, 1991
  • Parker: il rischio è la mia droga (The Seventh, 1966), Mondadori, 1967
  • Parker: rapina a sangue freddo (The Rare Coin Score, 1967), Mondadori, 1968
  • Carrera messicana (The Damsel, 1967), Mondadori, 1968
  • Guardati le spalle, Parker! (The Green Eagle Score, 1967), Mondadori, 1968
  • Parker e i diamanti neri (The Black Ice Score, 1968), Mondadori, 1969
  • Bada alla pelle, Parker! (The Suor Lemon Score, 1969), Mondadori, 1970
  • Grofield, stavolta tocca a te (The Dame, 1969), Mondadori, 1970
  • Spia per ricatto (The Blackbird, 1969), Mondadori, 1970
  • Tocca ferro, Grofield! (Lemons Never Lie, 1971), Mondadori, 1971
  • Luna-Parker (Slayground, 1971), Mondadori, 1972
  • Lotta libera per Parker (Deadly Edge, 1971), Mondadori, 1972
  • Parker: via col piombo (Plunder Squad, 1972), Mondadori, 1973
  • Parker: luna nuova, buio pesto (Butcher's Moon, 1972), Mondadori, 1975
  • Comeback: colpo su colpo (Comeback, 1997), Sonzogno, 2003; Rizzoli, 2010
  • Backflash: ritorno di fiamma (Backflash, 1998), Sonzogno, 2003; Rizzoli, 2011
  • Flashfire: fuoco a volontà (Flashfire, 2000) , Sonzogno, 2004
  • Parker: terra bruciata (Firebreak, 2001), Alacràn, 2005
  • Dietro le sbarre (Breakout, 2002), Alacràn, 2006; Mondadori, 2011
  • Nessuno corre per sempre (Nobody Runs Forever, 2004), Alacràn, 2007
  • Parker Ultima corsa (Ask the Parrot, 2006), Alacràn, 2008
  • Soldi sporchi (Dirty Money, 2008), Alacràn, 2009





    come Tucker Coe:

  • Oltre il muro (Kinds of love, Kings of death, 1966), Mondadori, 1971; Interno Giallo, 1991
  • Oggi a voi, domani a lui (Murder among children, 1967), Mondadori, 1971, 2009
  • La menzogna di Mitch Tobin (Don't lie to me, 1972), Mondadori, 1973



    come Samuel Holt:

  • Uno di noi ha torto (One of Us Is Wrong, 1986), Mondadori, 1987
  • Chi tra di voi? (I Know a Trick Worth Two of That, 1986), Mondadori, 1988
  • What I tell You Three Times Is Fals, 1987
  • The Fourth Dimension Is Death, 1989




    il cinema ha attinto molto da Westlake, ma non sempre in modo accettabile:

  • 1967 Senza un attimo di tregua, di John Boorman, con Lee Marvin, Keenan Wynn, John Vernon, Angie Dickinson, Carroll O'Connor (da Anonime carogne - The Hunter)
  • 1972 La pietra che scotta, di Peter Yates, con Robert Redford, George Segal, Zero Mostel, Ron Leibman, Paul Sand, Moses Gunn
  • 1974 Organizzazione crimine, di John Flynn, con Robert Duvall, Karen Black, Joe Don Baker, Timothy Carey, Robert Ryan, Elisha Cook Jr. (da Liquidate quel Parker - The Outfit)
  • 1976 Cinque furbastri, un furbacchione (anche Come ti rapisco il pupo), di Lucio De Caro, con W. Chiari, F. Valeri, U. Smaila, S. Casini, M. Boldi, T. Teocoli, F. Andreasi
  • 1990 Rischiose abitudini (The Grifters, nomination all'Oscar), di Stephen Frears, sceneggiatura di Westlake, con Anjelica Huston, John Cusack, Annette Bening, Pat Hingle
  • 1996 Two Much, di Fernando Trueba, con Melanie Griffith, Daryl Hannah, Antonio Banderas
  • 1999 Payback - La rivincita di Parker, di Brian Helgeland, con Mel Gibson, Gregg Henry, Maria Bello, James Coburn, Kris Kristofferson (da Anonime carogne)
  • 2001 Lo scroccone e il ladro, di Sam Weisman, con Martin Lawrence, Danny DeVito, John Leguziamo, Glenne Headly, Carmen Ejogo, Nora Dunn (da Peggio di così...)
  • 2005 Cacciatore di teste (Le Couperet), di Constantin Costa-Gavras, con José Garcia, Karin Viard, Geordy Monfils
  • 2014 Parker (Id.), di Taylor Hackford. Con Jason Statham, Jennifer Lopez, Michael Chiklis, Clifton Collins Jr., Micah A. Hauptman

il suo sito

Loredana Lipperini

Westlake tra pulp e ironia


Il necrologio più bello per Donald Edwin Westlake, il maestro americano del noir stroncato da un infarto durante il cenone di San Silvestro, si trova nell’ultima raccolta di racconti di Stephen King, Al crepuscolo. Per essere precisi, nella storia numero quattro, Rest Stop: laddove un tranquillo e sbiadito insegnante che scrive noir sotto pseudonimo si ferma in un’area di sosta, va in bagno, e assiste terrorizzato e non visto al pestaggio di una donna che avviene nel locale attiguo. Terribile: ma il professore è troppo timido per intervenire. Finché non si ricorda che il suo alter ego non lo è affatto: allora, prende il cric.
L’apoteosi della metà oscura letteraria sarebbe il modo giusto per ricordare Westlake: non soltanto perché una storia densa di tenebre costituisce un omaggio perfetto per chi tanto ha dato alla letteratura noir. Ma soprattutto perché il settantacinquenne Westlake conosceva bene i misteri della personalità multipla, e fin dagli esordi ha attraversato il mondo come un Fregoli della scrittura. Così, insieme a Donald Edwin, nato a Brooklyn e morto in un locale di San Tacho nella notte di capodanno, si sono congedati dalla vita e dai libri anche Richard Stark e Tucker Coe, due degli pseudonimi più noti usati da Westlake. Nonché Morgan J Cunningham, Curt Clark (utilizzato per i romanzi di fantascienza), Timothy J. Culver, Alan Marshall, Edwin West e Judson Jack Carmichael.
Una messe di nomi per una valanga di libri (oltre cento) e per diversi stili di scrittura. Un frazionamento di personalità che avvicina Westlake non soltanto allo stesso Stephen King (che affida la sua parte noir a Richard Bachman, e che ad uno degli alter ego di Westlake dedicò la famosa frase “se volete conoscere il noir cominciate con Richard Stark”). Ma anche ad un altro maestro del genere scomparso recentemente: Ed McBain, alias Evan Hunter, alias Curt Cannon, Ezra Hannon, Richard Marsten, Hunt Collins.
Ma se per Evan Hunter lo pseudonimo di McBain era l’esperimento di uno scrittore già famoso, per Westlake gli alter ego letterari sono stati soprattutto ricerca di un territorio da percorrere. “Si va dove si è apprezzati”, raccontava. Vagò a lungo prima di trovare il terreno giusto.
Prima di iniziare a scrivere, il giovane Westlake studiò infatti per diventare architetto, secondo la volontà paterna (“l’unica cosa che ho imparato – ricordava in un’intervista del 2006 - era che bagno e cucina non dovevano essere vicini”). Poi, dopo essere stato trovarobe, assicuratore, impiegato al collocamento, approdò in un’agenzia letteraria. Capì che voleva scrivere, ma non sapeva ancora cosa.
Cominciò con i western. Tentò con la fantascienza, prima di decidere che le persone erano più interessanti dei pianeti. Provò con racconti mainstream. Gli vennero respinti. “Per i primi dieci anni di carriera, mi dissi Sono uno scrittore scambiato per uno scrittore di mystery. Alla fine mi sono detto: bene, forse, dopotutto, sono uno scrittore di mystery“. In un’intervista del 1996 definiva la prima parte della sua carriera come una sparatoria dove si fa fuoco in direzioni diverse: “solo gradualmente imparai a sistemizzare i miei tentativi di far centro e a fermarmi su un obiettivo il tempo necessario - diciamo una settimana - per essere riconosciuto come la stessa persona. Man mano che gli pseudonimi che ho usato e i generi che ho inventato si sono consolidati, certo, mi sono scavato una nicchia specifica - o una tomba - nel complesso campo della mystery fiction”.
Se tomba fu, fu sicuramente dorata. Tre volte vincitore dell’Edgar Allan Poe Award, insignito nel 1993 del titolo di Grand Master dall’associazione Mystery Writers of America. Ancora. Una nomination all’Oscar per la sceneggiatura di Rischiose abitudini.

Una quindicina di film tratti dai suoi romanzi (La pietra che scotta con Robert Redford e Payback con Mel Gibson, solo per ricordarne due). Infine. Traduzioni in venti paesi. In Italia viene pubblicato da Mondadori, Feltrinelli, Marco Tropea e Alacràn. Fra i titoli più noti a firma Westlake, I mercenari, Tempo di uccidere, Gli ineffabili cinque, Un bidone di guai, Come ti rapisco il pupo ( divenuto anche film italiano di Lucio De Caro, con Umberto Smaila, Stefania Casini, Massimo Boldi, Walter Chiari, Franca Valeri e Teo Teocoli).

Più, naturalmente, la lunga serie che ha per protagonista l’enigmatico Parker, a firma Richard Stark.
Perché, come spesso avviene, cambiare nome significa cambiare stile, e spesso anche anima. Le storie di Westlake sono ironiche, leggere, decisamente umoristiche, specie nelle avventure del ladro Dortmunder. L’idea di innestare il divertimento nel noir è del 1965, con il sesto romanzo, Tiro al piccione. “Il primo che sento veramente mio – raccontava Westlake – Quando l’ho cominciato, all’improvviso, mi sono accorto che mai più avrei potuto affrontare il genere con la serietà che avevo avuto fino ad allora. Mi sono detto: questo deve essere divertente. Ho cominciato a metterci dentro dell’umorismo e mi sono reso conto che, descrivendo personaggi non di per sé pericolosi, ma perennemente in pericolo, se le loro azioni e i loro comportamenti avessero fatto ridere, la minaccia sarebbe diventata più reale e, finalmente, avrei potuto giocare con le emozioni,invece di cancellarle dalle mie storie” .
La differenza, secondo lo scrittore, è tutta qui. Il buffo Dortmunder è realistico, il cinico Parker di Richard Stark è decisamente romantico. Westlake amava fare un esempio chiarificatore: quando un criminale”romantico” va a rapinare una banca, trova immancabilmente parcheggio proprio di fronte all’ingresso. Quando è il suo Dortmunder a compiere la rapina, riesce a infilare l’auto solo a parecchi isolati di distanza. E deve andare in banca a piedi.
A Parker, e al suo creatore Richard Stark, non avverrebbe mai. Parker, rapinatore professionista e implacabile, deve molto ai numi tutelari del noir, Dash Hammett e Raymond Chandler: come si conviene, insinua dubbi sui confini fra bene e male, confonde le fattezze gelide del villain e quelle amabili del protagonista positivo. Un antisociale, lo definiva il suo creatore. Un cinico. Un personaggio insopportabile. Ma con una forte individualità e soprattutto con un proprio codice, se non etico, professionale. “Parker rappresenta il mio desiderio di essere competente”, dichiarò una volta l’autore. Desiderio realizzato: è stato protagonista di quasi trenta libri, anche se, nella mente di Westlake- Stark, doveva vivere per un solo volume. A salvarlo fu, come è facile immaginare, l’insistenza di editori e lettori.
Questo, raccontava Westlake, è il motivo per cui di Parker si sa poco: nemmeno il nome di battesimo. “Se avessi saputo che doveva andare avanti tanto a lungo, un nome glielo avrei dato. Probabilmente sarebbe stato Frank. Sicuramente, però, non lo avrei mai chiamato Parker. Avete idea di cosa significa scervellarsi per ventisette libri per trovare un altro modo di dire Parker parked the car?

Repubblica, 3 gennaio 2009