inizio rosso e giallo



Roslund & Hellström



Anders Roslund & Börge Hellström, per la precisione.

Acclamati come i nuovi maghi del thriller scandinavo...
Mah, dopo Larsson (come se non ci fossero stati negli anni '60 i grandi Sjöwall & Wahlöö, e, vent'anni fa, Mankell) è scoppiata 'sta mania svedese e sembra che chiunque viva in posti dove per otto - nove mesi all'anno c'è solo freddo sappia scrivere polizieschi strepitosi.
Il fatto è che per Roslund & Hellström è davvero così: in Italia i primi quattro libri erano usciti per una casa editrice, Cairo, non propriamente nota per l'alta qualità dei suoi prodotti (poi vennero la 7 e il Corriere della Sera...), e quindi i titoli sono passati abbastanza inosservati; ma quando Einaudi ha pubblicato Tre secondi, allora occorreva un po' d'attenzione.
E il libro si è rivelato straordinario: un formidabile meccanismo di precisione, che in alcuni momenti lascia interdetti ma che, inchiodandoti alle pagine, ti porta ad apprezzare un'insolita capacità di trarre da vicende abbastanza normali una storia complessa e avvincente.

  • La bestia, Cairo, 2006
  • Punizione o Redenzione, Cairo, 2007
  • Box 21, Cairo, 2008
  • Tre secondi, Einaudi, 2010
  • Due soldati, Einaudi, 2012
  • Made in Sweden : un romanzo criminale a Stoccolma, Mondadori, 2015
  • Tre minuti, Einaudi, 2017

Due soldati è il vostro nuovo thriller. Il modo in cui descrivete il mondo criminale è molto crudo, e ne viene fuori un'immagine della Svezia molto diversa dallo stereotipo che conosciamo. Negli ultimi tempi le cose sono cambiate così tanto?

Le cose non sono cambiate negli ultimi tempi. Le bande criminali, il crimine organizzato e le attività mafiose sono una realtà che in Svezia esiste da decenni. Proprio come in Italia, e in tutti gli altri Paesi europei. Eppure, sembra che ci ostiniamo a lottare affinché quello stereotipo sopravviva, come se ci mettesse al sicuro. Ma la criminalità oggi non ha nulla a che vedere con le nazioni: non ha limiti. La realtà con cui si scontra uno dei nostri personaggi, il detective José Pereira, a pagina 82 del romanzo*, è quella, vera, in cui si è trovata la polizia svedese all'inizio degli anni Novanta, vale a dire vent'anni fa, senza comprenderne la portata, il potere. Quello che era destinato a crescere sta ancora crescendo. Ed è questo, oggi, il più grande mistero del crimine, quello che dobbiamo cercare di comprendere e risolvere, se non vogliamo che prenda il sopravvento sulle nostre città, sulle nostre vite.

Come vi sono venuti in mente i personaggi dei due giovani?


Entrambi si ispirano a persone reali, a diversi giovani criminali con cui abbiamo lavorato e vissuto per molto tempo. Giovani criminali che alla fine hanno deciso di fidarsi di noi. Questi giovanotti della vita reale, fusi insieme, hanno dato origine ai personaggi di Leon, Gabriel, il Grande Alì e gli altri.

Che piani avete per la serie di Ewert Grens?

Oh, amiamo il nostro detective disobbediente Ewert Grens, è nostro figlio, anche se è più vecchio di noi. È strano rendersi conto che non è reale, dopo che ha vissuto nella nostra mente per così tanto tempo… Speriamo solo che non cambi troppo, che non diventi arrogante e che non faccia il prezioso, ora che sarà coinvolto in una produzione Hollywoodiana**. Perché vogliamo poter lavorare con lui. Questo è il nostro sesto libro con Grens, e arriveremo almeno a otto.

Quali sono i vostri autori preferiti?

Roslund: Spero di non aver ancora letto il mio autore preferito. Non posso sopportare l'idea che non esista, perché significherebbe che ho già sperimentato il meglio. Ma se insisti, se mi minacci e mi tormenti… allora scelgo Dennis Lehane: nei suoi libri c'è l'intrigo, la lingua, l'impegno, la partecipazione, l'umiltà.
Hellström: Avevo nove anni quando ho scoperto Edgar Allan Poe, grazie a un libro svedese con una versione a fumetti, in bianco e nero, de Il corvo. Leggendo la poesia mi ha colpito l'atmosfera dark, soprannaturale e soprattutto lugubre della storia ... L'ho adorata.

Pensate che il crime scandinavo sia ancora vivo e vegeto?

Andiamo spesso all'estero, e la domanda più frequente che ci sentiamo rivolgere è: «secondo voi quando finirà l'ondata del crime scandinavo?» Ogni volta spieghiamo, con umiltà, che a quella domanda non si può rispondere, perché non ha senso. Il romanzo poliziesco scandinavo non può più essere riassunto come «un'ondata», perché il romanzo poliziesco scandinavo non si esaurisce e non scompare. Oggi, il romanzo poliziesco scandinavo è ormai una parte riconosciuta della letteratura internazionale.

Ma ha senso, secondo voi, parlare in generale di «crime scandinavo»?


Secondo noi non esiste «lo scrittore scandinavo». Se si confrontano gli scrittori norvegesi, svedesi e danesi, ci si accorge che c'è una bella differenza. Non troverai nessuno Stieg Larsson né Roslund & Hellströms in Norvegia o in Danimarca. E questo non significa che gli svedesi siano migliori, fanno tutti parte dello stesso genere, però sono diversi. Ma, di nuovo: non esiste neanche «lo scrittore svedese». Scriviamo libri molto diversi, con tecniche molto diverse, da quelli ancora molto vicini alla tradizione di Agatha Christie fino ai nostri e a quelli di Larsson, forse più moderni. Anche in questo caso non significa che un libro sia meglio dell'altro, significa semplicemente che sono diversi, e tutti sono necessari alla ricchezza del genere.
Comunque, certo, qui c'è una tradizione straordinaria. Gli editori svedesi hanno nutrito e trattato per molti anni il romanzo poliziesco come un genere forte e indipendente, una forma narrativa con una sua dignità, capace - come speriamo di aver fatto anche noi - di divertire e di raccontare storie belle e ben documentate.
Scrivere crime è una cosa che prendiamo molto sul serio e in cui mettiamo tutto il nostro cuore.
E, naturalmente, ci dà una mano tutta questa oscurità, le notti lunghissime e nere che sembrano davvero dare una forma nuova al tempo e alle sensazioni. Dunque, beh, viviamo in Scandinavia, amiamo la Scandinavia, siamo influenzati dalla Scandinavia, ma i nostri libri vanno ben oltre il nostro essere scandinavi... cerchiamo di considerarci come scrittori internazionali.


* Da troppo tempo si limitavano a grattare la superficie. Avevano individuato traffici di droga, svuotato automezzi di pistole, fucili a canne mozze e armi automatiche. Avevano sequestrato a ragazzini coltelli, asce, nunchaku e manganelli. C'erano piú organizzazioni criminali nella distesa d'asfalto e nei condomini a sud di Stoccolma rispetto a quante ne avesse mai viste il Paese in passato. Era diventato interesse di Stato. Erano nati la Commissione Fittja, il Reparto speciale per le organizzazioni criminali, la sezione anti bande criminali. L'area sotto sorveglianza si era ampliata - da Råby a Botkyrka a Södertörn.
da Due soldati, p. 82
** Tre secondi diventerà un film prodotto dalla New Regency (20th Century Fox).

da: http://www.einaudi.it/