Neil Gordon
Neil Gordon è nato in Sudafrica nel 1958. Si è laureato in Letteratura francese alla Yale University, ha lavorato molti anni alla New York Review of Books e alla Boston Review. Attualmente è rettore dell'American University di Parigi.
Autore di altri due romanzi, Sacrifice of Isaac e The Gun Runner’s Daughter, è diventato (giustamente) celebre per The Company You Keep (di cui presto uscirà il seguito, A Big Girl Now).
Il lettore italiano forse farà fatica a farsi "prendere" da questo libro, opera di un autore sconosciuto nel nostro paese: cuore del romanzo, infatti, è la guerra del Vietnam, che divise gli USA in modo traumatico, epocale.
La trama (da cui Robert Redford ha tratto un bellissimo film) si sviluppa in modo originale e complesso: in qualche modo riprendendo l'espediente usato da Collins quasi centocinquant'anni fa in La pietra di luna (la narrazione non era condotta in prima o in terza persona, ma in modo quasi corale, lasciando di volta in volta la parola ai personaggi principali), Gordon racconta la vicenda attraverso e mail che i vari personaggi scrivono alla figlia del protagonista su avvenimenti decisivi di molti anni prima, ciascuno, ovviamente, dal proprio punto di vista e con sfumature e interpretazioni che sovente sono fra loro in contrasto. Tutto perché un fatto drammatico e inaspettato ha riaperto un caso che pareva ormai sepolto e che ora coinvolge brutalmente il protagonista e chi gli sta intorno: una corsa frenetica verso il passato, occhi attenti alle insidie letali del presente, ruvidi incastri temporali, solidarietà, ma anche capacità tecnica, contro il potere armato (in realtà con The Company generalmente si indica la CIA, ma qui si tratta di un aggressivo FBI).
Il nucleo della storia è la miltanza politica negli USA degli anni '60, su cui gli attori del dramma riflettono a posteriori, rivendicando una qualche continuità (o, viceversa, rifiutandola) rispetto alla propria esistenza di vari decenni dopo.
Ed il lettore europeo sarà spesso spiazzato dalla descrizione di un mondo, quello del radicalismo di sinistra nordamericano, completamente diverso
da quello di Parigi o di Milano nel '68 e dintorni: da noi la lotta armata fu un'opzione idiota e sciagurata da parte di una minoranza che prendeva le distanze irreversibilmente dalla tradizione e dalla mai sopita vitalità del movimento operaio, mentre negli Stati Uniti fu una scelta quasi inevitabile, o comunque non priva di logica, per chi non vedeva prospettiva alcuna di cambiamento reale in un panorama politico dominato dallo strapotere di due partiti solo vagamente collocati su fronti contrapposti e i cui orizzonti erano spesso ambigui o intercambiabili (ricordiamoci che furono i democratici di Johnson a entrare massicciamente in guerra, e i repubblicani a gestire la fine del conflitto). Senza che peraltro vi fosse un punto di riferimento - se non propriamente rivoluzionario almeno di tipo riformatore - in una classe operaia da quasi cinquant'anni ampiamente integrata (si veda il bellissimo, ed esaurito, Sinistra politica e movimento operaio negli Stati Uniti, Liguori, 1983, di Malcom Sylvers, per non parlare delle analisi di Marcuse, Chomsky, Sweezy).
Queste e altre fondamentali differenze rendono a volte bizzarra (per noi) la riflessione dei personaggi, che tuttavia avviene con consapevolezza e precisione grazie alla capacità di Gordon di ricostruire un'epoca e una cultura (non solo gli anni '60 ma anche decisivi spezzoni del decennio precedente), con continui e puntuali riferimenti ai reali processi politici e sociali americani.
In ogni caso questa aderenza alla realtà non toglie nulla, anzi, alla vivacità del libro dal punto di vista dell'impianto poliziesco (o thriller, chi se ne frega), e in buona misura proprio grazie all'invenzione stilistica del racconto costruito da lettere.
Ma il libro va anche oltre, interrogandosi in profondità su amore, sacrificio, lealtà, valori, etica: pensieri dolenti, o rabbiosi, o ironici, e sempre lucidissimi, talvolta geniali, che affiorano quasi con leggerezza di elfi (o con ferocia di briganti) ai margini del sentiero e che da soli varrebbero un libro.
- La regola del silenzio (The Company You Keep, 2003), Rizzoli, 2013
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