Giorgio Faletti
Pochi immaginavano che quel comico stralunato e originale (ma in Notte prima degli esami è perfido e struggente) avrebbe fatto davvero sul serio nel suo nuovo mestiere di scrittore, e invece Faletti si è imposto subito come uno dei pochi grandi giallisti italiani: non solo avendo venduto milioni di copie in tutto il mondo, ma perché ha fatto uscire il poliziesco nostrano dalla consueta ambientazione, fosse la metropoli uggiosa e alienante o la provincia infida e sotterranea.
C'è stata, in tutta evidenza, una
scelta precisa da parte di Faletti: adattare la propria cifra narrativa al pubblico internazionale dei grandi thriller, abituato ad ambientazioni spettacolari, e comunque più ben disposto verso scenari non angusti.
Ma per un italiano non era certo facile competere con chi, ambientando le proprie storie on the road o in qualche downtown, poteva farlo con una certa disinvoltura perchè giocava in casa. Faletti ha probabilmente scelto la strada giusta, quella più difficile e onesta: andare sui posti, imparare a conoscerli, senza la scorciatoia del cinefilo che ha visto tutte le Brooklyn possibili e pensa di poterle riprodurre impunemente.
Caso mai Faletti, soprattutto nel primo best seller, Io uccido, ha esagerato nella preoccupazione di non voler apparire provinciale: una certa puntigliosità nelle descrizioni, a dimostrazione del fatto che non sono mica solo gli autori anglosassoni a documentarsi e a fare ricerche sul campo; l'ingenuo affannarsi a rispettare il cliché americano di dare assoluta verosimiglianza a prodotti e attrezzature che compaiono nella storia, specificandone stucchevolmente marca, modello, misure, ecc.; il ricorrere artificiosamente a certi tocchi esotici e mondani; il buttar là, a ogni intervista, che lui ed il suo grande amico Jeffery Deaver...
Ma, appunto, in
Fuori da un evidente destino (che titolo del menga, però, così studiato e letterario) queste grossolanità si sono rarefatte, e resta l'impianto robusto e avvincente di uno che sa scrivere eccome. Con punte di crudeltà sconcertanti, e qua e là ciniche battute che il vecchio comico non ha saputo proprio trattenere.
L'Arizona di questo libro ci ricorda inevitabilmente quella di Tony Hillerman e del suo poliziotto navajo Joe Leaphorne.
Nato ad Asti nel 1950, Giorgio Faletti è morto nel 2014.
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- Porco il mondo che ciò sotto i piedi, Zelig, 1994
- Io uccido, Baldini Castoldi Dalai, 2002
- Niente di vero tranne gli occhi, Baldini Castoldi Dalai, 2004
- Crimini, racconto Ospite d'onore, Einaudi, 2005
- La ragazza che guardava l'acqua, Corriere della sera, 2007
- Pochi inutili nascondigli, Baldini Castoldi Dalai, 2008
- Io sono Dio, Baldini Castoldi Dalai, 2009
- Appunti di un venditore di donne, Baldini Castoldi Dalai, 2010
- Tre atti e due tempi, Einaudi, 2011
http://giorgiofaletti.net/
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