Lee Child
Lee Child, pseudonimo di James R. Grant (Coventry, 1954), ha lavorato a lungo come autore televisivo, ma nel 1996 perde il lavoro e decide di dedicarsi alla letteratura.
Nel 1998 si trasferisce negli Stati Uniti e vive tuttora a New York City.
Tutti i suoi romanzi hanno come protagonista il personaggio di Jack Reacher, un ex ufficiale della polizia militare statunitense che, dopo aver lasciato l'esercito, decide di iniziare una vita di vagabondaggi attraverso gli Stati Uniti, libero dai vincoli e dai condizionamenti del "sistema". Duro come pochi e dotato di un innato senso di giustizia, Reacher si presenta come un cavaliere solitario di altri tempi, che pur non cercando guai è sempre pronto ad aiutare i più deboli e a correre in soccorso degli amici, per poi riprendere il suo cammino senza meta al termine di ogni avventura.
Ciò ne fa un personaggio atipico nel panorama poliziesco, in positivo e in negativo: interessante l'idea di un eroe svincolato dalle regole ma che le conosce perfettamente, essendo quindi in grado di aggirarle o ribaltarle, così come quella, molto western, del nomadismo (scelto, non forzato come ne Il fuggiasco) che prevale sulla tormentata stabilità metropolitana. Però il tutto è piuttosto irrealistico, e allora Child compensa con una curiosa miscela di puntigliosità britannica e pragmatismo americano: situazioni estreme ma definite, combattimenti e scontri a fuoco di cruda violenza ma scanditi con gelida precisione, cura quasi eccessiva dei particolari.
Trame ben congegnate, scrittura semplice e colta (numerosissimi i riferimenti alla musica), ma l'impressione fastidiosa che Reacher sia un po' troppo bravo in tutto (dalle armi alla chimica, dalla cinesica alle arti marziali), ancorché privo di telefonino e poco avvezzo ai computer.
- Zona pericolosa (Killing Floor, 1997), Longanesi, 2000
- Destinazione inferno (Die Trying, 1988), Longanesi, 2001
- Trappola mortale (Tripwire, 1999), Longanesi, 2002
- Via di fuga (Running Blind o The Visitor, 2000), Longanesi, 2003
- Colpo secco (Echo Burning, 2001), Longanesi, 2004; TEA 2018
- A prova di killer (Without Fail, 2001) Longanesi, 2006; TEA 2018
- La vittima designata (Persuader, 2003), Longanesi, 2007; TEA 2018
- Il nemico (The Enemy, 2004), Longanesi, 20054
- La prova decisiva (One Shot, 2005), Longanesi, 2008; TEA 2018
- Un passo di troppo (The Hard Way, 2006), Longanesi, 2014
- Vendetta a freddo (Bad Luck and Trouble, 2007), Longanesi, 2009; TEA 2018
- Niente da perdere (Nothing To Lose, 2008) Longanesi, 2010
- I dodici segni (Gone Tomorrow, 2009), Longanesi, 2011
- L'ora decisiva (61 Hours, 2010), Longanesi, 2012
- Una ragione per morire (Worth Dying For, 2010), Longanesi, 2012
- La verità non basta (The Affair, 2011), Longanesi, 2014; TEA 2018
- Il ricercato (A Wanted Man, 2012), Longanesi, 2015
- Punto di non ritorno (Never Go Back, 2013), Longanesi, 2015
- Personal (Personal, 2014) Longanesi, 2016
- Prova a fermarmi (Make me, 2015) Longanesi, 2017
- Non sfidarmi (Night School, 2016) Longanesi, 2018
- Il mio nome è Jack Reacher (No Middle Name, 2017) Longanesi, 2019
- Inarrestabile (The Midnight Line, 2017) Longanesi, 2019
- Il passato non muore (Past Tense, 2018) Longanesi, 2020
- Sempre io, Jack Reacher (No Middle Name?, 2017) Longanesi, 2020
- Implacabile (Blue Moon, 2019) Longanesi, 2021
- L'ultima sentinella (The Sentinel, 2021) Longanesi, 2021
- Meglio morto (Better off Dead, 2021), Longanesi, 2021
- Nessun piano B (No Plan, 2022), Longanesi, 2023
- The Secret, 2023
Cinema e tv:
- Jack Reacher - La prova decisiva (Jack Reacher, 2012) di Christopher McQuarrie, con Tom Cruise, Rosamund Pike, Richard Jenkins, Werner Herzog, Robert Duvall
- Jack Reacher - Punto di non ritorno (Jack Reacher: Never Go Back, 2016) di Edward Zwick, con Tom Cruise, Cobie Smulders, Aldis Hodge, Danika Yarosh
- Reacher (Id., USA, TV 2022 - ) di Nick Santora, con Alan Ritchson, Maria Sten, Serinda Swan, Robert Patrick
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Viviana Giorgi
Alla scoperta di Jack Reacher |
… Romantico e unico è anche Jack, no middle name, Reacher. Altezza: 2 metri. Professione: vagabondo. Be’, un vagabondo decisamente speciale.
Il personaggio di Jack Reacher esce dalla penna di Lee Child (altro pseudonimo), inglese di nascita, ma americano d’adozione: è del 1995 la sua prima avventura, raccontata da Lee in “Killing floor”. A fine aprile uscirà sul mercato Us e Uk il quattordicesimo libro della serie, intitolato “Gone tomorrow”. Inutile dire che l’ho già in preordine.
Jack Reacher è un ex MP dell esercito americano, congedatosi col grado di maggiore. È un poliziotto, insomma, che ha avuto a che fare nei suoi tredici anni di polizia militare con i più temibili bad guys, più temibili dei criminali comuni perché, in quanto soldati dello Zio Sam, molto, ma molto ben addestrati.
Figlio di un militare, diplomato a West Point, dopo tredici anni nell’esercito Jack decide di mollare tutto e incominciare a girare gli States. Nonostante sia un ufficiale della US Army, o meglio un eroe della US Army, Jack non ha visto l’America: da bambino e ragazzo ha girato per le basi militari Usa di tutto il mondo al seguito del padre, e da MP ha fatto lo stesso. In altre parole, conosce meglio le Filippine o il Medio Oriente del New Jersey. E così, con solo uno spazzolino richiudibile e un bancomat (ha un po’ di soldi in banca), senza patente e senza assicurazione sanitaria, Jack gira gli States, soprattutto in autobus e autostop. Non ha neppure una sacca, perché Jack non ha vestiti. Dopo averli indossati per qualche giorno, li butta via e ne compra di nuovi nei discount e nei negozi di articoli militari. Non vuole avere legami con niente e con nessuno. Neppure con una valigia.
Dorme in motel poco costosi, e mangia nei vari diners: ha una vera e propria mania per le uova e per il caffè, che deve essere forte e nero, naturalmente. E se volete renderlo veramente felice, serviteglielo in tazze di fine porcellana bianca… I contrasti della vita!
In un modo o nell’altro, Jack finisce sempre coinvolto in cospirazioni, disegni diabolici che coinvolgono il tranquillo trascorrere del mondo. E quando i cattivi hanno la sfortuna di trovarlo sulla loro strada, i loro piani saltano in aria.
Spesso, letteralmente.
Le sue armi sono soprattutto il suo cervello e i suoi pugni, ma se deve, sa usare lame e proiettili come pochi.
Jack è un solitario, e nelle sue strabilianti e avventurose guerre contro il male, è affiancato da pochi good guys che incontra sul posto. E good gals. In ogni romanzo, Jack incontra una donna con più palle di lui, se possibile, che non gli nega nulla. Ma le sue storie, benché romantiche, non hanno e non avranno mai un seguito perché lui, alla fine, se ne va sempre, su un autobus o in autostop. La sua figura, un’ombra contro la luce rossa del tramonto.
E qui, caro Barman, la sottoscritta si commuove sempre. Scema, vero? Scema perché Jack, in fondo, è un figlio di buona donna. Ma è anche l’essenza dell’eroe, del cavaliere errante…
Per invogliarti a leggere Lee CHild, posso solo aggiungere che la sua prosa è notevole. Semplice, ma raffinata (e piena di blues e di rock). Non hardboilleggia per nulla, Lee Child, ma va dritto al punto, senza fronzoli inutili, anche se non disdegna le descrizioni, quando necessarie. Personalmente preferisco quando il romanzo è raccontato da Jack in prima persona, come in Killing Floor, e come sarà nel prossimo in uscita, Gone Tomorrow.
Porca miseria, ho una voglia di leggerlo che non ce la faccio più.
Ulteriori informazioni su questi due eroi le puoi trovare nei siti dei rispettivi autori:
www.andymcnab.co.uk
www.leechild.com
grazie a http://www.thrillercafe.it/
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Pierpaolo Festa
La prova decisiva |
Buongiorno Lee. Vorrei cominciare citando Misery non deve morire di Stephen King incentrato sul rapporto potenzialmente mortale tra uno scrittore e la sua più grande fan. Quanto temi i tuoi fan duri a morire?
Non li temo perché sono il mio pubblico. Mi rendo conto però che con loro firmo il contratto più importante: dunque voglio e devo soddisfarli in pieno. Questo può mettermi sotto pressione.
In uno dei tuoi libri Reacher cita Codice d'onore, film di cui lui è fan. È una coincidenza? Vorrei sapere del momento in cui hai capito che Cruise sarebbe stato perfetto per il ruolo.
Hai citato Codice d'onore che è uno degli esempi migliori. Tom Cruise è un grande atleta cinematografico. Dategli un ottimo copione e allora lui funzionerà al meglio. Nel momento in cui Christopher McQuarrie si è offerto di adattare La prova decisiva ho avuto la conferma che Reacher era in buone mani.
Dimmi di più...
Prendete ad esempio la scena in cui uno sconosciuto presta il berretto a Reacher per non farsi notare. Poi salgono sull'autobus e insieme accennano un sorriso. Quella scena non è nel libro, ma incarna perfettamente l'essenza di Reacher. Se avessi diretto io il film avrei senza dubbio creato una sequenza simile.
Si tratta di un solido thriller alla vecchia maniera. Un film che sprigiona tensione ma che si prende anche tutto il tempo per raccontare i personaggi. Raccontami dunque la prima reazione che hai avuto dopo la visione.
Sinceramente? Volevo rivederlo di nuovo. Immediatamente. Ma mi hanno portato a cena, però non riuscivo a pensare ad altro: volevo tornare in sala.
Ti sei anche riservato un cameo in una scena con Cruise. Una sequenza significativa però...
Esatto, sono il sergente di polizia che gli restituisce lo spazzolino da denti. Nei libri Reacher è famoso per come se ne va in giro senza bagaglio, ma con il solo spazzolino in tasca. Quindi eccomi sul grande schermo: quello è il momento in cui dò la mia benedizione a Tom Cruise.
Jack Reacher ha quasi cinquanta anni. Ha paura di invecchiare?
Non proprio. Se calcoliamo esattamente si sta avvicinando ai cinquanta. Fortunatamente è molto intelligente quindi il pensiero di invecchiare non lo abbatte.
Cosa penserebbe di un film ispirato alle sue storie?
Rimarrebbe perplesso! Poi però si renderebbe conto che si tratta del genere di film che lo diverte.
È un uomo felice?
A modo suo. Non è uno che sorride sempre. Questa è un'altra cosa che mi ha colpito di Cruise, che ha rinunciato ai suoi sorrisi per incarnare Reacher. Un uomo calmo in grado di farsi scivolare ogni tipo di pressione di dosso. Uno che pensa in avanti e che ama la solitudine, perché crede che la gente lo rallenti.
Una gran parte dei tuoi lettori è composto dal pubblico femminile. Come lo spieghi?
Soprattutto perché Reacher è uno che rispetta le donne. E poi come le donne anche lui reagisce in fretta davanti alle ingiustizie. Non le tollera.
Stai davvero pensando di eliminare Reacher alla fine della saga? Pare che il tuo ultimo romanzo si chiamerà Die Alone (lett: Muori solo)...
Penso che prima o poi la serie debba finire. Per questo merita un finale spettacolare. Reacher non può ritirarsi, deve concludere il suo cammino con una conclusione enorme: ecco perché sto pensando a una morte gloriosa.
Reacher è americano, però potrebbe benissimo essere internazionale. Ogni nazione avrebbe bisogno di una figura simile...
Proprio così. Lui è già internazionale, le sue origini sono collegate ad antichi miti e leggende, a personaggi di cui abbiamo sempre bisogno. Eroi che continuiamo a reinventare. È americano solo in superficie, chiunque può identificarsi con lui.
La prova decisiva ha un bellissima sequenza iniziale che nel film viene vista attraverso il mirino di un cecchino. È così che cominci i libri, progettando la prima sequenza?
Sì, di solito ho in mente la scena d'apertura e poi vedo cosa succede dopo. Questo mi porta a sviluppare un'idea più grande. Trovi un'introduzione e poi improvvisi.
Hai mai avuto il blocco dello scrittore?
Non ci credo. Scrivere è un lavoro: lo fai ogni giorno. Ci sono giorni buoni e giorni in cui sei più frustrato.
Ti sento digitare sulla tastiera, stai scrivendo il nuovo romanzo di Reacher mentre parliamo?
Be' adesso no, anche se sono nel bel mezzo della stesura del nuovo libro che uscirà alla fine del 2013. S'intitolerà Never Go Back.
Pare che Hollywood sia interessata a portare in scena L'ora decisiva (in originale 61 Hours).
Di certo si parla di sequel, però credo che quel libro rappresenti una sfida tecnica da non sottovalutare. Bisognerebbe creare una tormenta di neve. Credo che non arriverà mai sugli schermi.
La domanda di battaglia di Film.it: qual era il poster che avevi in camera da ragazzino?
Buona domanda. Avevo i Led Zeppelin. Ho visto il loro primo tour.
Che poster avrebbe Reacher invece?
Se parliamo di musica, lui è più un fan del blues. Probabilmente avrebbe il poster di John Lee Hooker.
grazie a http://www.film.it/
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