August
Friedrich Bebel (1840-1913). Insieme a Wilhelm Liebknecht nel 1875 fu tra i fondatori
del Partito Socialdemocratico Tedesco, contrastò
le posizioni revisioniste
di Bernstein ma non si trovò in sintonia con Lenin, approdando al riformismo.
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Eduard
Bernstein (1850-1932). Dirigente di
spicco della II Internazionale, s'impegnò in un forte lavoro
di revisione del pensiero di Marx, che teorizzò in I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia
(1899). |
Amadeo
Bordiga (1889-1970). Capo della frazione
comunista che attuò la scissione di Livorno,
fu il primo Segretario del PCd'I. La sua direzione, settaria
ed estremista, fu messa sotto accusa al III congresso
del PCd'I (1926) ed egli fu estromesso dal gruppo
dirigente, in cui prevalse la linea elaborata da Gramsci
nelle Tesi
di Lione. |
Nikolaj
Ivanoviç Bucharin (1888-1938).
L'economista più brillante del partito bolscevico, fornì numerosi contributi all'analisi del capitalismo monopolistico.
Nel 1924 scrisse L'imperialismo e l'accumulazione del
capitale, e a proposito della teoria della crisi seguì
la linea indicata da Lenin nella polemica contro i populisti.
Fucilato da Stalin. |
Friedrich
Engels (1820-1895). Trasferitosi in
Inghilterra, si dedicò all'attività imprenditoriale e
studiò
in modo originale la realtà industriale (La
situazione della classe operaia in Inghilterra);
l'incontro con Marx - di cui fu grande amico, di fatto
mantenendolo - lo portò ad occuparsi sia dell'elaborazione
teorica (con Marx: La sacra famiglia, Il Manifesto
del partito comunista, L'ideologia
tedesca) sia dell'attività concreta di organizzazione
del movimento rivoluzionario. Morto Marx (1883) fu considerato
il depositario del nuovo pensiero socialista e fornì ulteriori,
importanti, contributi teorici: L'origine della famiglia,
della proprietà privata
e dello stato e Dialettica della natura. |
Kamenev (Lev
Rosenfeld, 1883-1936). Tra i maggiori dirigenti del POSDR, nel '17 contrastò
aspramente la linea insurrezionale di Lenin. Vicepresidente
dell'Unione tra il '22 e il '27, si alleò con Stalin
contro Trotsky e poi cercò inutilmente di contrastare
Stalin: fucilato. |
Karl
J. Kautsky (1854-1938). Teorico della socialdemocrazia tedesca, curò la pubblicazione delle Teorie del plusvalore di Marx. La sua opera principale, La questione agraria (1899), fu giudicata da Lenin una "eccellente analisi dello sviluppo
dell'agricoltura nella società capitalistica":
un parere che Lenin non modificò nemmeno nel momento
della più feroce polemica contro "il rinnegato
Kautsky". Dopo aver aver difeso le idee marxiste
in polemica con Bernstein, progressivamente Kautsky si spostò su posizioni sempre più moderate. |
Karl
Korsch (1886-1961). Aderì alla Lega di Spartaco e studiò poi le cause del fallimento della rivoluzione tedesca. Si dedicò prevalentemente
alla produzione teorica, occupandosi soprattutto dei
problemi filosofici (Il materialismo storico, 1929), su posizioni non ortodosse. |
Aleksandra
Michajlovna Kollontaj (1872-1952). Come
Zetkin fu tra le prime dirigenti a intuire la centralità
del ruolo della donna: I fondamenti sociali della questione
femminile, 1909. Nel '21 si schierò con l'Opposizione Operaia contro Stalin e dopo la morte di Lenin fu emarginata dalla vita politica. |
Antonio
Labriola (1843-1904). Principale diffusore
del marxismo in Italia (Del materialismo storico,
1897), contrastò le spinte revisioniste e difese
l'interpretazione originaria delle tesi di Marx: In
memoria del Manifesto dei comunisti,
1895. |
Karl
Liebknecht (1871-1919). Figlio di Wilhelm,
il fondatore della I Internazionale e, insieme a Bebel,
del Partito Socialdemocratico Tedesco. Molto attivo nell'ala
sinistra della socialdemocrazia, con Luxemburg fondò
la Lega di Spartaco (Spartakusbund) e il Partito
Comunista Tedesco. Fu assassinato dai sicari del ministro
Noske durante la repressione dei moti di Berlino. |
Rosa
Luxemburg (1871-1919). Esponente dell'ala
sinistra della socialdemocrazia, ostile al revisionismo di Bernstein, fornì un importante
contributo all'analisi dell'imperialismo: L'accumulazione
del capitale
(1912). Non condivise alcuni dei punti centrali elaborati
da Lenin sulla fisionomia del partito rivoluzionario
e nel 1918 fu tra i fondatori della Lega di Spartaco (Spartakusbund)
e del Partito Comunista Tedesco. Durante la repressione
dei moti di Berlino fu uccisa, insieme a Liebknecht,
dai sicari del ministro socialdemocratico Noske. |
Martov (Julij
O. Zederbaum, 1873-1923). Capo della frazione menscevica
del POSDR, fu contrario alla Rivoluzione d'ottobre e
avversario di Lenin e dei bolscevichi. Dopo il 1920 emigrò
a Berlino e pubblicò una Storia della socialdemocrazia russa (1923).
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Franz
Mehring (1846-1919). Esponente dell'ala
sinistra della socialdemocrazia, con Liebknecht e Luxemburg
fu tra i fondatori del Partito Comunista Tedesco. Autore,
oltre che di una Storia della socialdemocrazia tedesca,
dell'importante Vita di Marx. |
Anton
Pannekoek (1873-1960). Fortemente critico
verso le posizioni di Lenin, in particolare sulla questione
del partito, fu il teorico del "comunismo di sinistra",
la corrente più radicale del movimento operaio. Deciso avversario dello stalinismo, alternò l'attività politica alla sua professione di astronomo. |
Parvus
(Izrail'
Lazareviç Gel'fand, 1867-1924). Ebreo nato in Russia,
viveva in Germania; con Luxemburg e Mehring apparteneva
all'estrema sinistra della socialdemocrazia tedesca: anticipando alcune
tesi di Lenin, intuì il ruolo centrale dei
soviet nella rivoluzione e svolse un'acutissima analisi
dell'imperialismo. |
Georgij
Valentinoviç Plekhanov (1857-1918). Inizialmente
seguace dei populisti, a lungo esiliato, fu il massimo diffusore
del marxismo in Russia e scrisse il Saggio sulla storia
del materialismo (1896). Cercò di opporsi alle
elaborazioni di Lenin e fece parte del gruppo dirigente
menscevico, arrivando ad appoggiare Kerenskij.
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Stalin (Iosip
Visarionoviç Dugasvili, 1879-1953).
Aderì al POSDR nel 1898 e fu esiliato. Nel '17
ebbe un ruolo secondario, ma seppe assimilare gli elementi
essenziali per costruire un forte apparato di partito.
Commissario alle nazionalità e poi Segretario
Generale nel 1922, mantenne l'incarico malgrado la contrarietà di
Lenin, e dopo aver sconfitto la sinistra di Trotsky e la
destra di Bucharin assunse il controllo totale del partito:
che mantenne mediante l'eliminazione sistematica
degli avversari. |
Trotsky (Lev
Davidoviç Bronstein, 1879-1940). Non aderì sempre alle
posizioni bolsceviche, ma dopo il 1905 fu convinto
sostenitore di Lenin; coordinò la parte militare
della rivoluzione del '17, condusse le trattative di
pace a Brest Litovsk e fu il capo dell'Armata Rossa
durante la guerra civile; guidò l'opposizione
di sinistra a Stalin, espulso dal partito e dall'URSS,
fu assassinato in Messico da un agente sovietico.
Autore della Storia
della rivoluzione russa, nell'esilio svolse una profonda
analisi della degenerazione sovietica. |
Clara
Zetkin (1857-1933). Dirigente comunista
tedesca, fu tra le prime a teorizzare la liberazione femminile
nell'ambito della rivoluzione politica e sociale. Fu la promotrice della giornata internazionale della donna, l'8 marzo. Nel 1933 andò in esilio in URSS, dove morì. |
Zinovev (Grigorij
Evseeviç Radomylskij, 1883-1936).
Tra i maggiori dirigenti del POSDR, nel '17 contrastò
aspramente la linea insurrezionale di Lenin. Presidente
del Komintern fino al '26, dopo la
morte di Lenin si alleò con Stalin contro Trotsky
e poi cercò inutilmente di contrastare Stalin:
fucilato. |