Lenin
Che fare? Problemi scottanti
del nostro movimento |
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Questo
scritto del 1903, che è uno dei più importanti di
Lenin, senza dubbio è anche uno dei più datati:
la maggior parte degli interrogativi che si è posto
l'autore, ed ai quali ha dato risposte lucide e rigorose,
oggi sono in buona misura superati, e la sinistra ha
da tempo scelto nuove strade. La questione della democrazia,
in particolare,
è stata al centro dell'elaborazione e del dibattito
da parte dei marxisti più attenti e non dogmatici
(a partire da Gramsci e Lukàcs), che nel tempo hanno
anche saputo confrontarsi con le analisi e con le prospettive
provenienti da altre scuole di pensiero (da Max Weber a
Nietzsche, da Adorno a Lacan, da Rowls a Derrida, da Rifkin
a Hillman).
Tuttavia senza Lenin non solo non si sarebbe realizzato il
grande, e tragico, tentativo di rivoluzione comunista, ma
non si sarebbe pienamente disvelata la natura del capitalismo
moderno e, dunque, sarebbero mancati strumenti essenziali
di analisi e di lotta.
Il '900 è Lenin, si potrebbe dire, e solo gli sciocchi
e i "poveri di spirito", in particolare certi ex
comunisti, possono pensare di liquidare questo formidabile
teorico e combattente che seppe - contro Marx, disse Gramsci
- dare anima e realtà alle aspirazioni di milioni di
donne e di uomini.
"Tornare a Lenin" (come argomenta brillantemente
Slavoj iek nel suo Tredici volte Lenin)
può voler dire recuperare la capacità di guardare
il mondo con metodo e acutezza critica.
Si veda anche qui una riflessione di D. Losurdo.
Di seguito riproduciamo solo la Prefazione, i primi
due capitoli e la Conclusione.