Palestina

 

          

La regola nazista rispetto alle azioni partigiane: "dieci italiani per ogni tedesco ucciso".
La regola sionista: "cento palestinesi per ogni israeliano ucciso". Ma la realtà va oltre: la rappresaglia è infinita, il genocidio deve compiersi fino alla soluzione finale.

 

 

Abba Eban, laburista, autorevole membro del governo israeliano, alla metà degli anni '60 del XX secolo ebbe un'idea geniale: le sedi diplomatiche, i media (soprattutto quelli esteri), le produzioni cinematografiche, e qualsiasi ente o istituzione in qualche modo influenzati dalla politica sionista, alle critiche di tale politica dovevano sempre rispondere allo stesso modo: "Antisemitismo!".
Il gioco è semplice, e funziona.

Un'altra interessante operazione, seppur con minore diffusione mediatica, è ricordare che il Mufti di Gerusalemme nel 1941 concordò un piano di mutua assistenza con Hitler e creò vari reparti, anche delle SS, composti da arabi. Vi era sicuramente una motivazione antiebraica, ma lo scopo principale era combattere contro gli angloamericani, e liberarsi del Regno Unito come titolare del Protettorato sulla Palestina. Chi riesuma questa vicenda, però, evita di dire che in realtà la maggior parte delle organizzazioni arabe, e dunque anche palestinesi, non erano d'accordo con questa alleanza.