Chiamata dai suoi nemici "Lady Death", Lyudmila Pavlichenko è riconosciuta come il cecchino donna di maggior valore e successo della storia, con un totale di 309 uccisioni confermate.
Lyudmila (Lyuda) Pavlichenko è nata nel 1916 a Belaya Tserkov, una città ucraina a sud di Kiev. Da bambina Pavlichenko amava essere competitiva e dimostrare che le ragazze potevano essere altrettanto brave, se non migliori, dei maschi.
All'età di 14 anni Pavlichenko si trasferì con la sua famiglia a Kiev, dove si iscrisse a un corso di tiro, ottenendo il certificato di cecchino. Nel 1937 si iscrisse all'Università di Kiev con l'intenzione di diventare un'insegnante di Storia.
Nel giugno 1941, quando Hitler lanciò l'operazione Barbarossa e la Wehrmacht iniziò la sua invasione dell'Unione Sovietica, Pavlichenko andò all'ufficio di reclutamento di Odessa per arruolarsi: i funzionari la spingono a diventare un'infermiera, ma lei volle unirsi alla fanteria sovietica.
Pavlichenko fu arruolata nella 25a divisione fucilieri dell'Armata Rossa e diivenne una delle 2.000 donne cecchini sovietiche, di cui solo 500 sopravvissero alla guerra.
Per circa due mesi e mezzo Pavlichenko combatté in prima linea durante l'assedio di Odessa, registrando 187 uccisioni e ricevendo la promozione a sergente anziano.
Nell'ottobre 1941, quando l'esercito rumeno prese il controllo di Odessa, Pavlichenko e la sua unità si ritirarono a Sebastopoli per difendere la città: l'assedio provocò enormi perdite sovietiche. A Sebastopoli, il suo numero di uccisioni confermate salì a 257 e Pavlichenko fu promosssa tenente.
Più alto diventava il numero di uccisioni confermate, più pericolose diventavano le sue missioni. Ciò includeva il controcecchinaggio o l'impegno in duelli con cecchini nemici. Pavlichenko ha vinto ogni duello, incluso uno che è durato tre giorni: alla fine Pavlichenko dichiarò che il nemico aveva fatto "una mossa di troppo" e questo fu uno dei 36 cecchini nemici che ha abbattuto.
Nel giugno 1942, mentre combatteva a Sebastopoli, fu ferita in faccia dalle schegge di un colpo di mortaio, ma i suoi superiori vedevano Pavlichenko come una risorsa troppo preziosa, e prima che potesse guarire completamente l'alto comando sovietico la ritirò dal campo di battaglia.
Fino a quel momento Pavlichenko aveva stabilito un record di 309 uccisioni confermate e quando fu ritirata dal combattimento in prima linea la sua reputazione di cecchino tmplacabile le valse il soprannome di "Lady Death". L'esercito tedesco la conosceva bene: hanno tentato di corromperla, inviando messaggi tramite altoparlanti radio affermando: “Lyudmila Pavlichenko, vieni da noi. Ti daremo un sacco di cioccolato e ti renderemo un ufficiale tedesco.” Ma poi il tono cambiò: "Se ti prendiamo, ti strapperemo in 309 pezzi e li spargeremo al ventio" Sentendo queste minacce, Pavlichenko disse solo che era felice di sentire che il nemico conosceva il suo record.
Dopo essersi completamente ripresa dalle ferite, Pavlichenko non fu rimandata a combattere e il comando sovietico le diede un nuovo ruolo: la propaganda.
Alla fine del 1942, a venticinque anni, Pavlichenko, un tenente sovietico altamente decorato, ferita in battaglia quattro volte, venne inviata negli Stati Uniti nel tentativo di ottenere il sostegno americano per un secondo fronte in Europa. L'Armata Rossa stava subendo pesanti perdite e Stalin aveva bisogno di un secondo fronte per dividere le forze tedesche che stavano rapidamente conquistando l'Europa orientale e si stavano muovendo più in profondità nel territorio sovietico.
Pavlichenko fu il primo cittadino sovietico accolto alla Casa Bianca, e qui incontrò la First Lady Eleanor Roosevelt: le due donne divennero subito amiche e la First Lady chiese quindi a Pavlichenko di unirsi a lei in un tour degli Stati Uniti in modo che Pavlichenko potesse parlare agli americani della sua esperienza come donna combattiente.
Pavlichenko tenne discorsi in tutto il paese, spesso di fronte a migliaia di americani riuniti per vedere una donna indurita dalla battaglia. Ma la stampa americana spesso trovava più interesse per argomenti come il suo stile o la sua mancanza di trucco, e gli articoli dei giornali spesso sminuivano i suoi successi. Il New York Times l'ha soprannominò "Girl Sniper", mentre altri si soffermavano sulla sua uniforme, stupidamente notando che la sua gonna lunga avesse una "mancanza di stile". Un giornalista è persino arrivato a dire a Pavlichenko che, in America, le donne indossavano gonne corte, mentre, al contrario, la sua lunga gonna verde oliva la faceva sembrare grassa. Un altro giornalista le chiese se le donne fossero autorizzate a truccarsi in prima linea e Pavlichenko rispose che non c'erano regole in vigore contro di essa, e chiuse la faccenda così: "Chi aveva il tempo di pensare al proprio naso lucido quando c'era una battaglia in corso?"
In un discorso tenuto a Chicago, Pavlichenko dichiarò: “Signori, ho 25 anni e ho ucciso 309 occupanti tedeschi. Non pensate, signori, che vi siate nascosti alle mie spalle per troppo tempo?” La sua dichiarazione fu accolta con grandi applausi.
In un'altra occasione le fu chiesto se avesse davvero ucciso 309 uomini. "Non erano uomini, erano fascisti."
Durante il suo tour parlò spesso della mancanza di segregazione razziale all'interno dell'Armata Rossa e dell'uguaglianza di genere. Ha fatto impressione sugli americani e ha persino ispirato il cantante americano Woody Guthrie a scrivere una canzone su di lei nel 1942, intitolata "Miss Pavlichenko".
Il tour di Pavlichenko in Occidente la portò anche in Canada e Gran Bretagna, dove continuò a promuovere un secondo fronte alleato. Nonostante i suoi sforzi, lei e Stalin avrebbero dovuto aspettare due anni prima che gli Alleati aprissero il secondo fronte in Europa con l'Operazione Overlord, l'invasione alleata in Normandia.
Al suo ritorno in Unione Sovietica Pavlichenko fu promossa maggiore e le fu dato il titolo di Eroe dell'Unione Sovietica, la più alta onorificenza militare del paese. Ha anche ricevuto due volte l'Ordine di Lenin, la più alta onorificenza civile del paese.
Pavlichenko non tornò mai in battaglia, ma addestrò invece altri cecchini fino al termine della guerra. Poi completò gli studi all'Università di Kiev e divenne insegnò Storia.
Nel 1957, 15 anni dopo il tour di Pavlichenko negli Stati Uniti, Eleanor Roosevelt si ritrovò a visitare Mosca e fu irremovibile sul fatto che non se ne sarebbe andata senza una visita alla sua vecchia amica.
Sfortunatamente, come tanti soldati, Pavlichenko soffrì per molti anni di disturbo da stress post-traumatico e depressione.
Il 10 ottobre 1974 Lyudmila Pavlichenko morì in seguito a un ictus.
"Miss Pavlichenko sei ben nota per le tue imprese,
La Russia è il tuo paese, combattere è il tuo lavoro.
Il mondo intero ti amerà sempre per tutto il tempo a venire,
Trecento nazisti sono caduti sotto la tua arma"
Woody Guthrie, Miss Pavlichenko |