(grazie a girazona)

di Ingmar Bergman
con Max von Sydow, Ingrid Thulin, Liv Ullmann, Georg Rydeberg, Gertrud Fridh, Erland Josephson
Produzione Svezia, 1967

L'ora del lupo nasce da un manoscritto a cui Bergman ha lavorato per diverso tempo, intitolato I mangiatori d'uomini, titolo riferito alle persone che il protagonista
Johan vede nella sua mente e che, metaforicamente, lo stanno divorando.
L'ora del lupo, come spiega lo stesso Johan, è quell'ora tra la notte e l'alba in cui tanta gente muore e nasce, in cui il sonno è più profondo e gli incubi più vividi.
Infatti le immagini del film sono particolarmente crude e violente, in un bianco e nero a volte bruciato per esaltare l'ambiguità.
Johan non riesce a vivere nel mondo reale, ma non può neanche rifugiarsi nel suo mondo immaginario perché questo è popolato
di inquietanti presenze, che lo feriscono e lo "divorano".
Girato ad Hovs Hallar, nella riserva naturale di Skåneleden, in Svezia, le ambientazioni del film ricordano molto l'isola di Fårö,
dove il regista vive e si "rifugia" dal mondo, lasciando quindi trapelare molti elementi autobiografici in quest'opera.
Durante il film, poi, Bergman cita Il flauto magico, di Wolfgang Amadeus Mozart, opera tanto amata dal regista che ne ha diretto una trasposizione cinematografica.
Il film, uscito il 19 febbraio 1968 in Svezia, in America vince il National Board of Review per la migliore attrice, ed il National Society of Film Critics Awards per il miglior regista.