Strategia della tensione e anni di piombo. Bibliografia

 

Il 12 dicembre 1969, la strage di piazza Fontana, è indicato come l'inizio della strategia della tensione. In realtà è solo il momento più drammatico, perché non solo è preceduto, nello stesso anno, da altri attentati, senza vittime, ma s'inserisce in un quadro che fin dall'immediato dopoguerra si presenta oscuro e minaccioso: Gladio, i servizi, i progetti di colpo di stato, il neofascismo, la P2, i rapporti con la mafia, il terrorismo.

Un insieme di fatti variamente legati tra loro e sui quali non è certo facile avere un quadro chiaro: troppe "verità", troppi omissis, troppi interessi in conflitto. E tutto, naturalmente, intossicato dall'incessante lavoro di occultamento e depistaggio svolto dai vari servizi segreti, italiani e stranieri.

Di conseguenza su queste vicende si è detto e scritto moltissimo (senza contare le migliaia di pagine degli atti processuali), e non sempre con serietà. Anzi, nel panorama editoriale figurano molti autori direttamente interessati, in quanto protagonisti a vario titolo o legati politicamente ai colpevoli. E comunque resta sempre il peso fortissimo dell'informazione pilotata o condizionata dai centri di potere.

Questa bibliografia, dunque, pur consistente e impegnativa, è necessariamente parziale (e di parte, avendo escluso le "verità" narrate dai peggiori protagonisti), come pure non è di facile impostazione, proprio perché molte realtà sono intimamente intrecciate.

Quindi si è rinunciato ad una suddivisione tematica e i libri (alcuni dei quali purtroppo introvabili) sono presentati in banale ordine alfabetico.
Il libro che meglio può aiutare ad avere una visione d'insieme è La strategia della tensione, di Aldo Giannuli, Ponte alle Grazie, 2018, 2022: sono solo 600 pagine...