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Marie Jégo
Dalla Ceka al KGB |
Pur apprezzando la ricostruzione
(a dire il vero un po' grossolana) della "storia poliziesca" dell'URSS, non condividiamo
l'impostazione che assegna una coerente continuità agli
organismi di sicurezza sovietici: la Tceka di Derjinskij
nacque come strumento di autodifesa rispetto al terrore
bianco e alla controrivoluzione; successivamente - sotto
la spinta di Stalin - anche questo organismo subirà il
terribile processo di mutazione di tutte le strutture sovietiche.
Dopo la Rivoluzione il peso di una polizia
politica con poteri eccezionali diventa molto presto preponderante.
Piovra tentacolare sotto Stalin, essa utilizza i suoi apparati
per tenere la società sotto stretto controllo. Spiano,
manipolano, disinformano, istruiscono i processi, condannano,
deportano ed assassinano.
Dalla Vetceka (o Ceka) al KGB, gli "organi"
- secondo la terminologia ufficiale dell'URSS - hanno
sempre costituito l'ossatura del sistema sovietico. Temibile
strumento di repressione, questa polizia politica,
polizia dei costumi e del pensiero, ha la missione
di infondere paura, per forgiare I'"uomo nuovo" che
il progetto bolscevico vuole far emergere.
Da Lenin a Gorbaciov, la sua influenza è totale,
il suo potere smisurato. Essa si colloca "al di
sopra di tutto ciò che vive" riassumerà Alexandr
Solenitsin.
Istruisce, condanna, deporta o giustizia; ha occhi e orecchie
dovunque, manipola e disinforma, "capovolge" e
assassina. Nella sua ombra, con la paura nel ventre, milioni
di homo sovieticus attraverseranno il XX secolo,
traumatizzati dal bagno di orrore che essa distilla: dal
massacro dei contadini fino al trattamento psichiatrico
dei dissidenti, passando dalle purghe e dalle deportazioni.
"Il nostro apparato è uno dei più efficaci;
ha ramificazioni ovunque. Il popolo lo rispetta. Il popolo
lo teme". Spiegherà
Derjinskij, colui che ne fu il primo capo. ll terrore
viene usato dai bolscevichi come uno strumento di assestamento
del potere, ma anche come strumento educativo. "Il
genocidio dei contadini era indispensabile per la realizzazione
dell'utopia socialista: esso diede la prova che l'uomo
era diventato astrazione, un numero, una statistica",
scrive il dissidente Michel Heller (La machine et les
rouages, Gallimard, 1985) ricordando il "ruolo
essenzialmente pedagogico" delle esecuzioni di
massa.
"Fino
a che non applicheremo il terrore nei confronti degli
speculatori - un colpo di pistola in testa - non otterremo
nessun risultato!"
urla Lenin nel dicembre del 1917, alcuni giorni dopo la
creazione della Vetceka. Essa nasce dalle ceneri della
Commissione per l'approvvigionamento, settore sensibile
in una Russia in preda ad una totale disorganizzazione
dopo la Rivoluzione, e soprattutto sconvolta da una guerra
civile. La priorità è dare cibo al fronte
e ai centri industriali; è per questo che vengono
creati dei distaccamenti incaricati delle requisizioni,
che saccheggeranno e taglieggeranno le campagne.
Dalla fine del 1917 in poi, la Commissione decide ogni
giorno della sorte di "centinaia di individui" arrestati
per "accaparramento", "speculazione",
"stato di ebbrezza", "appartenenza
ad una classe ostile", dice lo storico Nicolas
Werth. Incaricata della repressione senza alcuna forma
di giudizio, la Vetceka è
al di sopra delle leggi. "La vita le indica la
strada", spiegherà Derjinskij.
Durante tutto il 1918, mentre il potere dei bolscevichi
viene messo in discussione dalle proteste dei contadini
e degli operai, aumentano a dismisura gli effettivi del "braccio
armato della dittatura del proletariato" - come
la chiama Derjinskij. Da 600 nel marzo del 1918,
i membri della Tceka diventano 2mila nel luglio, poi 40mila
a fine anno. Nel 1920, un decreto autorizza la Tceka ad
internare in campo di lavoro
"per un periodo non superiore ai cinque anni",
anche individui che appaiano "innocenti alla
fine della fase istruttoria".
Innocente o colpevole, la necessità primaria è quella
di braccare il "nemico".
Con Stalin il numero dei nemici aumenterà, e con
esso la paura. "Il metodo staliniano parte dal
principio che non vi sono innocenti". Potenzialmente,
questo nemico è dovunque: il vicino, il collega
o i membri della cerchia familiare. Mentre prende piede
il culto della delazione, I'homo sovieticus vive
in stato di assedio, pronto a vedere in ogni persona un "nemico" o
un collaboratore degli "organi".
A quell'epoca, l'apparato di sicurezza, che conta ormai
centinaia di migliaia di funzionari e milioni di spioni,
regna senza limiti anche sull'impero dei campi di lavoro, "liquida"
intere classi, deporta intere popolazioni, ed estende la
sua "spada vendicatrice" (l'emblema
della Tceka con lo scudo) anche fuori dalle frontiere dell'Unione
Sovietica.
Negli anni '30 nasce un settore destinato ad occuparsi
degli "affari compromettenti": gli assassinii
su ordinazione.
Gli oppositori politici rifugiati all'estero vengono eliminati
(il nazionalista ucraino Petliura viene assassinato a Parigi
nel 1926; il generale Kutiepov, rapito in pieno centro
di Parigi nel 1936, ucciso poco dopo; Trotskij assassinato
in Messico nel 1940 - mentre suo figlio Leon Sedov lo fu
prima di lui a Parigi nel 1938, etc..
Dopo la guerra, il Ministero dell'interno e della sicurezza
(MGB) viene incaricato del mantenimento dell'ordine nella
zona "sotto protezione" sovietica. Esso
organizza i "processi truccati" nelle
democrazie popolari tra il 1949 e il 1952, e doma nel sangue
le insurrezioni popolari nella Germania dell'Est nel 1953
e in Ungheria nel 1956.
Berlino - 1953 La denuncia dei crimini di Stalin da parte
di Krusëv non mette in discussione né il ruolo
del partito né quello degli "organi".
"D'accordo, Stalin è stato giudicato, e
dopo? Chi ha giudicato Krusëv? Sapete quello che ha
fatto in Ucraina quando era l'emissario di Stalin?" chiede
oggi l'ex dissidente Serguei Kovalëv. Bisognerà aspettare
le ore calde del golpe mancato dell'agosto del 1991 per
vedere la folla in collera sbullonare dal piedistallo la
statua di Derjinskij. Malgrado questo, il KGB, parzialmente
smantellato, è senza dubbio l'istituzione meglio
protetta dopo la caduta dell'Unione Sovietica.
Il suo successore, l'FSB ha il vento in poppa nella nuova
Russia e il Presidente Valdimir Putin, fiero erede del
proprio passato di tenente colonnello del KGB, non manca
mai alla celebrazione, ogni 20 dicembre, dell'anniversario
della creazione della Vetceka.
l'Unità,
5.3.2003
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