inizio rosso e giallo


Brett Halliday


Nel 1939, quando uscì il primo romanzo con Mike Shayne, l'investigatore dai capelli rossi di Miami, il New York Times scrisse che Brett Halliday era "un narratore inesperto", affermando nello stesso tempo che sarebbe certo diventato popolare "presso quei lettori che domandano storie disinvolte, rozze, violente".
Anche se tra i suoi fans Halliday può annoverare un critico del livello di Anthony Boucher (ha scritto: «Brett Halliday è il tipo d'uomo che Mike Shayne vorrebbe essere»), ai suoi romanzi non mancano certo le critiche e le accuse. Le obiezioni più comuni si riferiscono alla superficialità dei personaggi, all'eccessiva compiacenza della violenza, al cinismo di Mike Shayne e al suo qualunquismo. Ciò non toglie che la profezia del New York Times s'è avverata in quanto anche questo autore s'è conquistato un suo pubblico dedicando all'investigatore dai capelli rossi una cinquantina di romanzi.
Nato nel 1904 a Chicago, Davis Dresser (questo è il vero nome di Brett Halliday) si era arruolato come volontario nell'esercito a quattordici anni e mezzo, e prima di mettersi a scrivere aveva avuto una vita avventurosa impegnandosi in numerose attività. Nel 1926 partecipa a un concorso bandito da una casa editrice. Non vince ma "scopre" la letteratura. Da allora scrive decine e decine di storie usando vari pseudonimi e specializzandosi nei western, nelle storie d'amore e nei "racconti sexy", prima di passare definitivamente ai romanzi polizieschi.
I gialli di Halliday sono popolati da donne bellissime e fatali, da giocatori d'azzardo, banditi di mezza tacca, assassini, inseguimenti e scazzottature, sbronze e via di questo passo. Tutti gli elementi, insomma, dei gialli d'azione più deteriori.
Accanto all'eroe (che, anche se non si direbbe, ha un grande dolore da dimenticare: la morte della moglie), troviamo Lucy Hamilton, la bruna e devota segretaria, Timothy Rourke, l'amico giornalista depresso e un po' alcoolizzato, e i rappresentanti della legge: Peter Painter e Will Gentry, rispettivamente capitano e capo della polizia di Miami Beach.
I romanzi più interessanti sono indubbiamente quelli ambientati lontano dalla città della Florida e nei quali l'autore esprime più chiaramente le proprie idee politiche e sociali. In A faste for Violence (1949), ad esempio, in cui Shayne è alle prese con un'amministrazione corrotta e con una polizia altrettanto corrotta in una città mineraria del Kentucky, o in The Violent World of Michael Shayne (1965) che si svolge a Washington tra manovre di corridoio e intrallazzi politici.

Un'intervista con l'autore, curata da Gian Franco Orsi, è stata pubblicata sul Giallo Mondadori n. 1064 (Mike Shayne e la bionda perversa). Si veda anche: Salvatore di Rosa, Mike Shayne, il rosso, Giallo Mondadori n. 1140 (Vogliamoci tanto male, amore mio).


L'investigatore Michael Shayne è stato protagonista negli anni Quaranta di una nutrita carriera cinematografica, che ebbe inizio con Michael Shayne, Private Detective, diretto nel 1940 da Eugene Ford, e si concluse nel 1947 con Too Many Winners, diretto da William Beaudine. Nella dozzina di pellicole ispirate al popolare personaggio due soli attori ricoprirono il ruolo del protagonista, Lloyd Nolan e Hugh Beaumont. Curiosamente due film della serie, The Man Who Wouldn't Die e Time to Kill, non erano basati su opere di Halliday bensì su due romanzi di altrettanti autori. Nel primo caso si trattava di The Footprints on the Ceiling di Clayton Rawson, e nel secondo addirittura di The High Window, una delle avventure chandleriane del mitico Philip Marlowe. Su Shayne sono anche apparse alcune serie di riduzioni radiofoniche e televisive.

(R. Di Vanni - F. Fossati, Guida al 'giallo', Gammalibri, 1980)



Tra le decine di suoi titoli:



I romanzi di Brett Halliday (v. bibliografia su Wikipedia) sono stati pubblicati in Italia da Casini, Garzanti, Giumar, Mondadori, Ponzoni.