due Hall..
Geoffrey Holiday Hall
Oh, se fosse dato all’uomo di conoscere
la fine di questo giorno che incombe!
Ma basta solo che il giorno trascorra
e la sua fine è nota.
William Shakespeare, Giulio Cesare
«Più di trent'anni fa - racconta Leonardo Sciascia nella presentazione di La fine è nota di Geoffrey Holiday Hall - precisamente nell'autunno del 1952, alla stazione ferroviaria di Caltanissetta acquistai l'ultimo dei "gialli" settimanali Mondadori: La morte alla finestra di G. Holiday Hall.
E non che nei "gialli" Mondadori ne fossero mancati fino a quel momento di buoni, ma fin dalle prime pagine La morte alla finestra mi parve di qualità diversa, di livello più alto. Ero allora fortemente affezionato agli scrittori americani, da Steinbeck a Caldwell a Faulkner a Cain: e mi parve che in quella pleiade si accendesse il lumicino del giovane Holiday Hall, intruppato tra i "giallisti" ma di miglior vocazione e di diverso avvenire.
Più precisamente avevo l'impressione che quel giovane scrittore (giovane e nuovo lo diceva la presentazione editoriale) avesse fatto i suoi latinucci sugli altri maggiori, e su Faulkner specialmente. Mi avvenne di leggere il libro qualche anno dopo, l'impressione di allora mi si confermò al punto che volli saperne di più. Scorsi l'elenco di tutti i "giall " settimanali che erano nel frattempo usciti: ma non ne trovai altri di G. Holiday Hall.
Andai a trovare Alberto Tedeschi, che della collana era direttore, per chiedergli di quell'autore, di quel libro. Tedeschi molto gentilmente cercò di soddisfare la mia curiosità, ma senza alcun risultato. G. Holiday Hall era scomparso dal mondo della detective story, né si era ripresentato al mondo letterario americano. Non ne seppi più nulla. Riletto dopo trentasette anni ancora mi pare valga la pena cercare di saperne di più sul suo autore. Un piccolo mistero che sarebbe divertente risolvere.»
Alla piccola inchiesta di Sciascia, sull'autore di questo strano giallo à rebours, a ritroso (al quale è parso giusto nella presente edizione restituire un titolo vicino all'originale tratto dal Giulio Cesare shakespeariano: La fine è nota), si è in grado di aggiungere queste poche notizie: Geoffrey Holiday Hall scrisse nel 1954 un nuovo romanzo The Watcher at the Door, poi più nulla; il suo editore americano non conserva più traccia di lui negli archivi; comparso in Francia col titolo L'homme de mille part e con una conclusione diversa dall'originale, questo romanzo vinse nel 1954 il Grand Prix de la Litérature Policière; nemmeno l'editore francese ne sa di più su Geoffrey Holiday Hall e, dice, nemmeno l'editore italiano che l'ha finalmente stampato nel 1992.
Mistero su mistero, insomma.
Yum yum.
- La morte alla finestra (The end is known, 1949), Mondadori, 1952, 1964; o La fine è nota, Sellerio, 1990, 2009
- Qualcuno alla porta (The Watcher at the Door, 1954), Sellerio, 1992, 2001; Ed. Riuniti, 1997
Interessante il film di Cristina Comencini La fine è nota (1993).
James W. Hall
È nato in Kentucky nel 1947 e insegna letteratura all'Università della Florida. Vive a Key Largo, in Florida, ed è un grande amante del mare: infatti il protagonista di molti dei suoi romanzi, l'investigatore Thorn, vive anch'egli nelle isole Keys.
Serie Thorn:
- Alla luce del sole (Under Cover of Daylight, 1987), Mondadori, 1991; o Acqua profonda, Piemme, 1999, 2007
- Freddi tropici (Tropical Freeze, 1989), Interno giallo, 1994; Mondadori, 1996
- Il testamento blu (Mean High Tide, 1994), Mondadori, 1996, 2000
- Gone Wild, 1995
- Buzz Cut, 1996
- Red Sky At Night, 1997
- Onda nera (Blackwater Sound, 2002), Rizzoli, 2002
- Fuori rotta (Off the Chart, 2003), Piemme, 2007
- Magic City, 2007
- Hell's Bay, 2008
Altri romanzi:
- La baia dei coralli (Bones of Coral, 1991), Mondadori, 1998
- Hard Aground, 1993
- L'alfabeto dei corpi (Body Language, 1999), Rizzoli, 2000
- Scritto col sangue (Rough Draft, 2000), Rizzoli, 2003
- Forests of the Night, 2005
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