Isaac Asimov
Ma, oltre ad essere stato un brillantissimo divulgatore scientifico (di formazione era un biochimico), Asimov si è permesso un'allegra scorribanda nel poliziesco, che così ci spiega egli stesso nell'Introduzione a Il Club dei Vedovi neri (1971): Il mio stile amichevole e personale induce i lettori a scrivermi in modo amichevole e personale per farmi le domande più diverse, amichevoli e personali. Siccome sono veramente qual è il mio stile, ci tengo a rispondere alle loro lettere. E siccome non ho né segretarie né assistenti, la cosa mi prende gran parte del tempo che dovrei dedicare allo scrivere.È naturale quindi che abbia adottato il sistema di scrivere le introduzioni ai miei libri, sperando così di rispondere in anticipo alle suddette domande e di prevenire un po' d i quelle lettere. Per esempio, siccome scrivo di molti generi diversi, ricevo spesso domande come queste: "Come mai un modesto scrittore di fantascienza, come lei, crede di poter scrivere un'opera in due volumi su Shakespeare?" "Come mai lei, studioso di Shakespeare, si mette a scrivere libri di fantascienza?" "Come osa, lei che è biochimico, scrivere libri di storia?" "Che cosa le fa credere di saperne di scienze, visto che è un semplice scrittore di storia?" E così via. È molto probabile, quindi, che i lettori mi chiederanno, divertiti o esasperati, perché mi sono messo a scrivere gialli. Ecco qua, allora. Ho cominciato la carriera di scrittore con la fantascienza, e tuttora, quando posso, mi cimento in questo campo, che è rimasto il mio primo e più grande amore letterario. Mi interesso tuttavia a molte cose, tra cui il mistero. Alla lettura dei gialli ho dedicato quasi tanto tempo che alla lettura della fantascienza. A dieci anni, ricordo, rischiai la vita sottraendo copie proibite dell'Ombra a mio padre, che se le teneva, mentre faceva il sonnellino pomeridiano. (Gli chiesi perché la leggeva, visto che era proibita, e lui rispose che lo faceva per imparare l'inglese, mentre io avevo il vantaggio di andare a scuola. Mi parve un pessimo motivo.) Scrivendo di fantascienza, poi, introducevo spesso un elemento di mistero. Due miei romanzi, Le Caverne d'Acciaio (Doubleday, 1953) e Il Sole Nudo (Doubleday, 1957) sono veri e propri gialli, non meno che libri di fantascienza. Ho scritto tanti racconti di gialli fantascientifici che ho potuto pubblicarne una raccolta intitolata I Racconti del Mistero di Asimov (Doubleday, 1968). Ho scritto anche un giallo "puro", I Mercanti di Morte (Avon, 1958), (1) pubblicato di nuovo nel 1968 da Walker & Company con il titolo di Un Sentore di Morte, datogli da me. Però trattava esclusivamente di scienza e di scienziati e l'atmosfera era ancora quella del romanzo di fantascienza: altrettanto si dica di due racconti gialli pubblicati su riviste. Cresceva in me la voglia di scrivere libri o racconti gialli che non avessero nulla a che fare con la scienza. Mi tratteneva però, il fatto che nell'ultimo quarto di secolo il genere del giallo ha subito un'evoluzione, e i miei gusti no. Oggi il giallo è inzuppato di alcool, imbottito di droga, marinato nel sesso e rosolato nel sadismo, mentre per me l'ideale degli investigatori resta Hercule Poirot, con le sue cellulette grigie. Poi, nel 1971, ricevetti una lettera da quella splendida bionda, Eleanor Sullivan, che dirige l'Ellery Queen's Mistery Magazine (o, per brevità, EQMM): mi chiedeva se volevo scrivere un racconto per la rivista. Naturalmente accettai con giubilo: pensavo, visto che me l'avevano chiesto loro, che non avrebbero potuto essere così crudeli da rifiutarlo. Perciò avrei potuto scriverlo, tranquillamente a modo mio: molto cerebrale. Cominciai a rimuginare dentro di me diversi tipi di trame, ma ero preoccupato, perché volevo trovare qualcosa di nuovo e Agatha Christie da sola, aveva già utilizzato tutti gli spunti possibili. Mentre nei recessi della mente le rotelline giravano pian piano, andai a far visita all'attore David Ford (che aveva interpretato la Dichiarazione d'Indipendenza del 1776 sia in teatro che per il cinema). L'appartamento era pieno di ogni sorta di strani oggetti interessanti e David Ford mi disse che una volta si era convinto che qualcuno gli avesse portato via qualcosa dall'appartamento, ma non poteva, né avrebbe mai potuto, esserne certo perché non riusciva a scoprire se mancasse qualcosa. Scoppiai a ridere e nella mia testa tutte le rotelline con un sospiro di sollievo, smisero di girare. Avevo trovato lo spunto. Mi occorreva uno sfondo su cui collocare lo spunto ed ecco che cosa avevo. Agli inizi degli anni '40, a quanto pare, un tizio aveva sposato una signora alla quale gli amici del marito risultavano intollerabili, e viceversa. Per evitare la rottura di un'unione onorata, gli amici formarono un club, senza cariche ufficiali né regolamenti, al solo scopo di riunirsi a cena una volta al mese. Erano riunioni per soli uomini, e il marito in questione avrebbe potuto essere invitato a parteciparvi e alla moglie avrebbe potuto essere richiesto, in modo onorato di non frequentarle. (Al giorno d'oggi, data la potenza del Movimento Femminista, la cosa forse non funzionerebbe.) All'associazione fu dato il nome di Trap-Door Spiders (2) (o, per brevità, TDS) forse perché i membri avevano la sensazione di nascondersi. Sono passati trent'anni e il TDS esiste ancora. È sempre per soli uomini, anche se il membro il cui matrimonio aveva ispirato la formazione del club ha divorziato da molto tempo. (Il 3 febbraio 1973, come concessione al non-sciovinismo maschile, fu offerto un cocktail al quale poterono intervenire le mogli dei TDS, che così si conobbero, e questa potrebbe trasformarsi in una consuetudine annuale.) I TDS si riuniscono una volta al mese, sempre al venerdì sera, quasi sempre nel quartiere di Manhattan, a volte in un ristorante, altre nell'appartamento di un membro. Ogni riunione è offerta da due membri volontari che in quell'occasione sostengono le spese e che possono invitare un ospite ciascuno. In media i presenti sono dodici. Dalle 18.30 alle 19.30 prendono l'aperitivo e conversano, dalle 19.30 alle 20.30 cenano e conversano, poi conversano solamente. Dopo cena i due ospiti vengono sottoposti a una mitraglia di domande sui loro interessi, professione, hobby, opinioni. I risultati sono quasi sempre interessanti, spesso affascinanti. Tra le molte eccentricità del TDS le principali sono: 1) che a ogni membro ci si deve rivolgere chiamandolo "Dottore" perché il titolo viene acquisito con l'iscrizione al club, e 2) che ogni membro si impegna che nel suo necrologio venga citato il TDS. Io stesso sono stato ospite per due volte e, quando nel 1970 mi sono trasferito a New York, sono stato ammesso a far parte del club. Bene, pensai, perché non usare come sfondo del mio giallo una serata di un club tipo TDS? Potrei chiamare il club i Vedovi Neri e ridurre il numero dei partecipanti a sei membri e un ospite, per renderlo più maneggevole. Naturalmente vi sono delle differenze. I membri del TDS, nella realtà non hanno mai cercato di risolvere misteri e nessuno di loro ha delle idiosincrasie come i membri dei Vedovi Neri. Infatti tutti i membri del TDS sono persone amabili ed esiste tra loro un affetto commovente. Vi assicuro quindi che le vicende e i personaggi del presente libro sono inventati da me e non hanno alcun riferimento con nulla o nessuno del TDS, tranne in quanto possono denotare intelligenza o amabilità. In particolare, il cameriere Henry è una mia creazione e non ha l'analogo, neppure alla lontana, nel TDS. Dato che avevo la trama e lo sfondo, scrissi un racconto che intitolai La Risatina. Fu accettato da EQMM, che mutò il titolo in La Risatina Ghiotta. (3) Dopo la prima uscita nulla poteva più fermarmi, naturalmente. Scrissi un racconto dopo l'altro e in poco più di un anno avevo scritto otto racconti dei Vedovi Neri, tutti venduti a EQMM. Il guaio era che, anche se cercavo di trattenermi e non ne scrivevo tanti quanti avrei voluto, EQMM non riusciva a pubblicarli tutti. Infine non resistetti allo sforzo di non scrivere e scrissi altri tre racconti, al mio naturale ritmo di produzione, ma decisi di non infliggerli alla rivista. Poi ne scrissi un quarto e lo vendetti a loro. In totale avevo scritto ormai dodici racconti, con un numero di parole sufficiente per un libro. Il mio fedele editore, Doubleday & Company, aveva atteso con pazienza dietro le quinte fin dal primo racconto: ora li riunisco tutti con il titolo Racconti dei Vedovi Neri... ed eccoci qua. Qualche domanda? (4) NOTA PARTICOLARE
Purtroppo Asimov qui non ci spiega che a volte si è cimentato in una vera contaminazione dei generi, costruendo vicende poliziesche in ambito fantascientifico: tentativo più che riuscito. E i tre lavori sono infatti stati pubblicati su Cosmo e Urania.
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