Negli ultimi anni tutto il mio mondo si era modificato: molte cose erano sparite del tutto e molte avevano cambiato posto o dimensione. Mio padre Giuliano Pajetta era morto nel 1988. Il muro di Berlino, smantellato nell’anno successivo, era diventato un monumento alla Germania unificata. Il Partito Comunista Italiano, dove avevo abitato da sempre, aveva cambiato nome e ora avrebbe dovuto cambiare forma. Mi rendevo conto, certo, che da vent’anni le crepe nei muri di “casa mia” erano diventate sempre più visibili. La mia famiglia,“I Pajetta”, ora non era più quella che, come in un disegno infantile mi ero tenuta dentro per tanto tempo: mia nonna Elvira e i suoi tre figli, Giancarlo, Giuliano e Gaspare, “comunisti”. Come si poteva raccontare, tenere vivo nel ricordo, quel mondo di persone generose e attive che avevano ispirato la loro vita a ideali forti e vi erano rimaste sempre coerenti? Ho visitato luoghi da dove i miei erano passati e sfiorato storie di altre famiglie. Poi, con fermate e ripensamenti, ho provato a mettere insieme le loro vicende così come le avevo potute conoscere. Questi fogli rappresentano i giorni di un calendario che per me era necessario comporre. Elvira Pajetta è nata a Bucarest nel 1948. Terminato il liceo a Roma si è iscritta alla facoltà di Lettere e Filosofia all’Università di Firenze nel 1967, laureandosi in Storia Moderna e Contemporanea nel 1974. Dopo aver insegnato nelle scuole medie, ha ricoperto vari incarichi, dal 1978 al 1991, presso la Federazione fiorentina del PCI. Dal 1991 al 2008 ha lavorato nel settore soci e consumatori di una cooperativa di distribuzione e consumo con sede a Firenze, città dove vive tuttora. |