Santi fascisti

La Chiesa spagnola ha nostalgia del fascismo, e il Vaticano le dà corda, decidendo di beatificare 498 fascisti spagnoli, religiosi e laici che secondo i vescovi sono stati perseguitati durante la Repubblica e che vengono ora beatificati per rispondere ai tentativi del governo Zapatero di fare i conti con il passato.
È una vera e propria battaglia a colpi di memoria, quella tra il Governo e la Chiesa spagnola. Da una lato l’esecutivo guidato da Zapatero nell'ottobre 2007 ha varato una legge in cui il franchismo viene finalmente condannato e in cui si dichiara l’illegittimità di ogni suo “strascico”, come ad esempio le sentenze emesse dai tribunali durante il regime. Dall’altra la Chiesa che il 28 ottobre 2007 (solo coincidenza che fosse pure l'anniversario della marcia su Roma?) ha beatificato 498 «martiri».

Papa Benedetto XVI ha celebrato una solenne funzione in piazza San Pietro di fronte a decine di migliaia di persone: mai prima d’ora si era verificata una beatificazione così massiccia. La Conferenza episcopale spagnola sostiene la fantasiosa tesi che il numero di religiosi e laici che sarebbero stati perseguitati e uccisi durante la guerra civile potrebbe oscillare tra i duemila e i diecimila.
Il Vaticano ovviamente nega qualsiasi significato politico, ma è più che evidente che questa beatificazione di massa sia una risposta alla legge sulla Memoria Storica voluta dal governo di sinistra. Il portavoce dei vescovi spagnoli, Martínez Camino, insiste sulla «persecuzione religiosa durante la Repubblica» subita dai futuri beati: «Non un caso isolato, ma quacosa che rientra nella grande persecuzione subita nel corso del XX secolo in Europa dai cristiani di tutte le confessioni».
L’iniziativa dei vescovi iberici è un nuovo capitolo della «memoria è rimasta in frigorifero» come l’ha definita su Le Monde Diplomatique lo scrittore Josè Manuel Fajardo: la democrazia spagnola rinata con la fine del franchismo «per evitare atti di violenza e di vendetta» avrebbe scartato «qualsiasi ipotesi di messa sotto accusa di coloro che avevano partecipato alla dittatura e ai suoi crimini». In questo senso, la legge sulla memoria servirà a «ridare dignità alle vittime tramite iniziative come la dichiarazione di nullità dei processi franchisti e l'esumazione dei cadaveri dei repubblicani sotterrati anonimamente in fosse comuni». Ma sta scatenando accese polemiche nella politica spagnola: per la sinistra è troppo timida, mentre la destra continua a boicottarla.

Ma ci si ricorda che

- l'appoggio della Chiesa spagnola al franchismo fu assoluto?

- i preti benedicevano i reparti nazifascisti?

- sicuramente i repubblicani hanno passato per le armi anche religiosi, ma per ragioni facilmente comprensibili visto l'atteggiamento filofascista della Chiesa?

- il massacro dei repubblicani (non solo durante la guerra, ma anche dopo: si calcolano intorno ai 200.000 i fucilati e garrotati dal regime franchista tra il 1939 e il 1945) fu salutato dalle gerarchie ecclesiastiche come una "santa crociata"?

- la Chiesa ha sempre taciuto dei tanti preti che invece rimasero a fianco del popolo e per questo furono uccisi dai franchisti?

- i caduti di parte fascista riposano nei cimiteri parrocchiali, mentre i "rossi" sono stati gettati come bestie nelle fosse comuni, spesso ubicate proprio davanti ai cimiteri cattolici, così che chi si reca in cimitero calpesti, più o meno consapevolmente, la terra in cui riposano i "miscredenti"? (a questo proposito si veda il bel film di Deaglio e Cremagnani L'ultima crociata)

- Francisco Franco e l'ideologo della Falange, José Antonio Primo de Rivera, sono sepolti in quell'ignobile monumento al fascismo e al terrore politico che è la basilica dell'Escoriàl?

Castalda Musacchio

«Un atto grave di revisionismo e oscurantismo»


La beatificazione dei 498 non è la prima iniziativa in questo senso, dato che nel 2001 erano già stati beatificati ben 233 «martiri dell'odio contro la fede» durante la Guerra Civile spagnola: in tale occasione Giovanni Pesce, garibaldino in Spagna, comandante partigiano, Medaglia d'oro al V.M., ha rilasciato questa intervista a Liberazione (13.03.01)

La beatificazione collettiva celebrata domenica da Giovanni Paolo II porta all'onore degli altari 233 fra sacerdoti suore e laici, «uccisi in odio alla fede» durante la Guerra Civile spagnola. Gli altri, i martiri dimenticati, sono i numerosi sacerdoti che hanno invece combattuto durante la guerra civile a fianco delle Brigate Internazionali. Giovanni Pesce, partigiano, ha combattuto durante la guerra civile spagnola e racconta quegli anni riabilitando quanti in nome della libertà parteciparono a quegli eventi.

Il Papa ha beatificato 233 "martiri della fede" uccisi, secondo Wojtyla, da anarchici e comunisti durante la guerra civile spagnola. Come spiega questa presa di posizione del Vaticano su quegli anni?

È uno scandalo! Una vergogna! Resto di sasso di fronte a queste notizie. Non capisco. Non riesco a capire come si possano commettere anche questi che paiono degli errori storici.

Lei ha partecipato in prima persona a quelle vicende. Perché parla di errori storici?

Noi partimmo da Parigi nel 1936. Eravamo socialisti, comunisti, alcuni indipendenti, altri del Partito d'Azione.

Partimmo per combattere a fianco di coloro che sostenevano la Repubblica. Arrivammo in Spagna e l'ordine preciso della Brigata Garibaldi era: massimo rispetto per i sacerdoti. Nessuno di noi toccò un capello ai preti. Nessuno. Non nego che con molta probabilità ci furono dei gruppi anarchici, probabilmente indipendenti, che commisero qualche errore, ma agirono da soli. D'altronde si tratta di una vera e propria grossolana riabilitazione del periodo franchista, perché la gran parte dei sacerdoti - e parlo del clero non dei vertici della Chiesa - in quel periodo combatterono a fianco dei repubblicani, li appoggiarono, nelle campagne, nelle città. Insomma i sacerdoti combatterono al nostro fianco.

L'azione del Papa mira dunque a riabilitare il periodo franchista, negando anche la morte di quei sacerdoti uccisi in nome della Repubblica?

Non so quale sia l'intenzione del Papa. A me sembra palese che si tratti di un vero e proprio attacco - e senza alcuna spiegazione - ai comunisti. Il Papa conosce la storia e sa bene che proprio Franco dopo l'occupazione della Asturia ordinò una repressione feroce contro quanti combatterono a fianco dei repubblicani: vennero uccisi centinaia e centinaia di sacerdoti per suo ordine. Mi chiedo: cosa sta accadendo? Il Papa, il garante della fede, ragiona con due pesi e due misure. Quei sacerdoti morti per la causa repubblicana come debbono essere considerati dalla Chiesa? Preti rinnegati?

Non possiamo pensare che il Papa non conosca la storia...

Il Papa la storia la conosce bene. Debbo fare una precisazione. Dopo che Franco fece il colpo di Stato molti sacerdoti si schierarono in seguito dalla sua parte e in buona parte morirono in combattimento contro le milizie repubblicane, ma certo non vennero trucidati da "gruppi anarchico - comunisti" organizzati. Non so spiegarmi questo gesto se non attraverso un'interpretazione politica dell'attuale assetto vaticano. Il Papa ha voluto dare a questa beatificazione insolita un significato simbolico. L'accusa è grave e denigratoria allo stesso tempo: ha lanciato un accorato appello per la fine del terrorismo in Spagna e ha beatificato 233 sacerdoti uccisi non si sa da chi. Quale è il suo messaggio? Per caso parificare i comunisti ai terroristi? A me sembra che sia evidente la sua strategia politica. Comunisti e terroristi pari sono, in questa interpretazione: e a nulla valgono anche le altre morti, le vittime di quella guerra, le centinaia di sacerdoti uccisi proprio da Franco dopo il suo colpo di Stato. Abbiamo combattuto in nome di alcuni ideali, tra i quali c'erano la pace, la libertà, il rispetto della democrazia. E allora dicevamo che se perdevamo la Spagna ci saremmo presto avviati alla seconda guerra mondiale. Così fu. Oggi questo gesto del Papa sa di oscurantismo e di revisionismo. Un revisionismo storico che subito si tramuta in un attacco ingiustificato a quanti hanno combattuto e sono morti in nome della libertà.