Leggendo
un brano qualsiasi di Marx o di Lenin salta subito agli occhi che
tutto è cambiato: le categorie di analisi, il linguaggio, il
quadro politico, l'economia, l'idea stessa di capitalismo e, a maggior
ragione, di rivoluzione.
Gramsci, a proposito dell’Ottobre, di quella rivoluzione
contro il Capitale avvenuta ribaltando l'analisi di Marx,
scrisse che “se i bolscevichi rinnegano alcune affermazioni
del Capitale, non ne rinnegano il pensiero vivificatore,
non hanno compilato sulle opere del Maestro una dottrina esteriore,
di affermazioni dogmatiche e indiscutibili. Vivono il pensiero
marxista, quello che non muore mai.”
Oggi non siamo di fronte alla contrapposizione di classe tipica di
società relativamente semplici come un secolo fa: le nuove
forme della comunicazione, la frammentazione
sociale, i problemi ambientali, la liberazione della donna, l'affermazione di nuovi diritti,
la globalizzazione, la mescolanza di culture ed etnie, ci costringono
a fare i conti con la complessità, e se comunismo significa
"abolire lo stato di cose presente", l'errore
più grave per un marxista è appunto rifugiarsi in qualche
formuletta, usare meccanicamente la teoria, ricorrere con pedanteria
a citazioni inadeguate a cogliere le novità.
Il marxismo è semplicemente un metodo. |
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