Marx,
il più grande filosofo della storia |
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L'emittente
radiofonica britannica BBC4 ha promosso sul suo sito internet
un sondaggio cui hanno partecipato circa 30 mila persone: si chiedeva
di indicare qual era il filosofo ritenuto maggiormente importante.
Il giudizio
a favore di Marx è stato netto: 27,9%
delle preferenze; secondo lo scozzese David Hume,
teorico dell'empirismo, arrivato solo al 12,6%. Ancora più
distaccati gli altri: 6,8% all'austriaco Ludwig Wittgenstein,
6,49% a Friederich Nietzsche, 5,6% a Platone.
Completano l'elenco dei primi dieci Kant, Tommaso
d'Aquino, Socrate, Aristotele
e Popper.
Il sondaggio via internet era stato lanciato nei mesi scorsi dal
programma radiofonico della BBC4 "In our time".
Il 6 giugno l'emittente aveva chiuso la prima fase del sondaggio
indicando la classifica dei primi venti; la rosa ristretta fra
i quali gli ascoltatori e i navigatori avevano tempo fino al 7
luglio per scegliere il vincitore. Le posizioni della classifica
al termine della prima fase dovevano rimanere segrete ma il direttore
del programma decideva di renderle note: Marx era in testa.
Imbarazzo e contrarietà in molti ambienti, tanto che l'Economist,
dopo aver sparato il titolo "Uno spettro si aggira per
la Bbc", ha dato il via a una martellante campagna a
favore dell'allora terzo classificato David Hume, facendogli raggiungere
il secondo posto.
The Guardian si schierava per Kant, l'Indipendent
per Wittgenstein. La reazione alla paventata vittoria di Marx
superava anche i confini inglesi tanto che il Secolo d'Italia
(30.06.05) s'inseriva nella contesa e dava indicazione di voto
per Nietzsche.
L'Unità (14.07.05) pubblica un commento dello
storico inglese Eric Hobsbawn, il quale definisce Marx e Freud
"le due grandi menti che hanno influenzato il ventesimo
secolo", e sostiene che la vittoria di Marx è
dovuta "paradossalmente alla fine del comunismo":
la figura di Marx sarebbe cresciuta di credibilità come
filosofo, dopo il crollo dell'URSS, cioè una volta "sganciata"
dall'immagine burocratica e autoritaria del cosiddetto socialismo
reale.
Già nel 1999 un analogo sondaggio in Gran Bretagna aveva
indicato Marx come il maggior pensatore del millennio e nel 2004
, in Germania, al concorso promosso dalla televisione pubblica
Zdf su "chi sono i più grandi tedeschi",
Marx era risultato al primo posto nella categoria attualità
e al terzo in assoluto. Aveva primeggiato nella categoria economia
anche nel sondaggio promosso in Italia dall'Istituto e Museo della
storia della scienza di Firenze.
La
"vecchia talpa" continua dunque a scavare e a lasciare
segni. Soddisfacente, direbbe Nero Wolfe.
Anche il sito di Libertà
e Giustizia ha promosso un'iniziativa analoga, anche
se con qualche differenza: a cominciare dal campo di osservazione,
ridotto- all’ultimo millennio. Così con l’aiuto di Gennaro Sasso,
socio di LeG, professore di Filosofia teoretica alla Sapienza,
ha compilato una lista.
L’elenco è severo: esclude per esempio tutti quei pensatori che
non sono strettamente filosofi, come, appunto, Karl Marx, e così
viene motivata la scelta: “La lista può essere rifatta a piacimento
di ciascuno. Il gioco consiste in questo; e io l’ho compilata
per gioco, come mi era stato richiesto, e secondo i miei gusti,
arbitrari e parziali. Marx mi piace moltissimo, forse perché ho
una netta inclinazione per i “tipacci”: molto più di Locke, comunque,
e non so se io abbia scelto la via della reazione antilluministica.
Non ho incluso Marx per la stessa ragione per la quale, pensate
un po’, ho escluso Machiavelli: la lista doveva comprendere puri filosofi. Quanto a Wittgenstein, che dire: per mia pochezza non
sono mai riuscito a capirlo bene; e poi quello della grande “influenza”
non mi sembra criterio decisivo quando, sopra tutto, si debba
compilare una lista “estiva” di filosofi.
Ho escluso Nietzsche e incluso Gentile per le stesse ragioni,
credo, per le quali altri avrebbero incluso Nietzsche ed escluso
Gentile."
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Averroè (1126- 1198) Fu per l'Occidente
latino il commentatore di Aristotele. Averroè ritiene che
l'ordine cosmico derivi dal comprendersi reciproco e dal
convergere finalistico delle intelligenze. Il risultato
è quello di una concezione del mondo come accordo di attività
finalizzato al Dio supremo come scopo ultimo. |
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Tommaso d’Aquino (1225-1274) Servendosi del pensiero di Aristotele, adeguatamente cristianizzato
dall'interno, Tommaso poté fornire un ordine di risposte
chiare e definitorie alla filosofia. Uno dei suoi intenti
primari era l'accordo tra teologia e filosofia, rivelazione
e ragione. |
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Henri Bergson (1859 - 1941) Per
Bergson essenza della vita, dell’universo e della realtà
è lo slancio vitale (cioè l’eros di Platone), un’energia
che dà la vita; Leibniz avrebbe parlato di monadi. Il mondo
però resta un mistero. |
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René Descartes - Cartesio (1596-1650) Dichiarò Cogito ergo sum (Penso dunque sono), unica
proposizione indubitabile. Dualista, separò mente e materia
come sostanze incompatibili. Fu matematico geniale: a lui
si deve la creazione di una branca cruciale della matematica
moderna, la geometria analitica. |
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Benedetto Croce (1866 - 1952) Teorico dello storicismo e dell'idealismo, è conosciuto
per la sua teoria delle quattro sfere dello spirito: la
morale, la politica, l'estetica e l'etica; ognuna di queste
ha, secondo Croce, una propria autonomia, ma tutte godono
della circolarità dello spirito. |
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Giovanni Gentile (1875 – 1944) L'attualismo è l'idealismo di Gentile. Esso riduce tutta
la realtà all'atto del pensiero pensante. L'atto del pensare
ha una funzione essenziale poiché è questo che garantisce
l'unità tra pensiero e realtà e ha quindi una posizione
primaria. |
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Georg W.F. Hegel (1770-1831) Tesi, antitesi e sintesi: l’inevitabile dialettica della
storia. La sua tesi fu che anche nella storia dell’uomo,
anche nell’apparente guazzabuglio delle vicende umane, si
manifesta una razionalità analoga a quella presente nella
natura. |
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Martin Heidegger (1889-1976) È il massimo rappresentante dell’esistenzialismo europeo
di quella corrente di pensiero che pone l’esistenza dell’uomo
al centro di tutte le cose. Per Heidegger solo la tecnica
è nemica dell’uomo: lo uccide perché sposta lo sguardo dal
problema esistenziale alla scienza. |
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Edmund Husserl (1859-1938) Fu il principale assertore della fenomenologia. Ha anticipato
l’idea centrale della vicinanza tra discipline come per
esempio la linguistica, la sociologia e la psicologia cognitiva. |
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Immanuel Kant (1724-1804) "Agisci
in modo che la massima della tua volontà possa valere sempre,
al tempo stesso, come principio di una legislazione universale": è l'imperativo morale che non risiede
in una manualistica dei precetti ma soltanto nella legge
morale universale. |
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Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646-1716) Sosteneva: viviamo nel migliore dei mondi possibili. E credeva
che l’universo possedesse un’armonia stabilizzatrice e divina. Inventore del calcolo infinitesimale, sosteneva che la realtà è costituita da insiemi di sostanze semplici, le monadi. |
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Friedrich Wilhelm Joseph Schelling (1775-1854) Il principio fondamentale attorno a cui ruota la sua filosofia
è l’Assoluto, inteso come unità indifferenziata di natura
e spirito. Il momento finale in cui si raggiunge l’assoluto
è l’arte. |
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Giovanni Duns, detto Scoto perchè
scozzese, (1265-1308), per i
suoi contemporanei fu “doctor subtilis”, il dottor
sottile, per la sua abilità nel formulare tutte le distinzioni
e alternative possibili. È il filosofo dell'haecceitas,
ossia della "questità", l'essere un "questo" hic
et nunc, qui ed ora, in un dato spazio-tempo. L'haecceitas è il limite che la ragione non può esplorare: la filosofia
arriva all'individualità, ma non all'individuo. |
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Baruch Spinoza (1632-1677) Panteista,
credeva che l’universo fosse una singola sostanza fatta
da infiniti attributi; Dio e la natura sono perciò la stessa
cosa. "Dopo che l’esperienza mi ha insegnato
che tutto ciò che per lo più accade nella vita comune è
vano e futile… mi sono alla fine deciso a ricercare se
non potesse esserci qualcosa che fosse un vero bene e fosse
anche comunicabile, e bastasse ad appagare l’animo". |
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