Ci
proponiamo di mostrare il rilievo
e il significato della presenza dell'Unione Sovietica nella riflessione
di Gramsci in carcere. Nelle prime note,
punto di riferimento per Gramsci è il
confronto rivoluzione francese-rivoluzione russa. In altri termini, è evidente
la ripresa di una tematica che
Gramsci aveva fatto propria sin dal
1921, raccogliendo la suggestione
dell'analogia instaurata da Albert
Mathiez tra bolscevichi e giacobini. "...teoricamente può esistere un gruppo, relativamente piccolo, ma sempre notevole, per esempio di qualche migliaio di persone, omogeneo socialmente e ideologicamente, senza che la sua stessa esistenza dimostri una vasta condizione di cose e di stati d'animo corrispondenti che non possono esprimersi solo per cause estranee e perciò transitorie?" Dell'agosto 1932 è inoltre una nota
che ci appare rilevare un analogo fenomeno di idealizzazione
del sistema sovietico. Ancora una volta,
Gramsci polemizza con scrittori occidentali,. probabilmente italiani
e fascisti, che vedono nel parlamentarismo un ingiusto elemento
di egualitarismo. Gramsci sostiene che ciò
non è vero e che le elezioni parlamentari servono,
in realtà, per verificare e
selezionare l'adeguadezza storico -
politica delle idee e dei programmi di
ristretti e qualificati gruppi politici,
quelli che governeranno realmente. Un secondo argomento di giustificazione storica
della compagine
statuale sovietica emerge dalle prime
osservazioni di Gramsci sulla definizione della "politica
totalitaria". Essa
si verifica quando un partito "tende...
a rompere tuti i fili che legano (i
propri) membri ad organismi culturali estranei" e "a
distruggere tutte le
altre organizzazioni o incorporate in
un sistema di cui il partito sia il solo
regolatore. Ciò può accadere non
solo come conseguenza di una fase
progressiva". Ma già nel primo quaderno troviamo
l'aggettivo "totalitario" applicato alla
realtà sovietica,
intesa come l'espressione di un monismo sodale, politico e ideale: "Se
in
uno Stato le classi lavoratrici non subiscono più la pressione
violenta di
un'altra classe (:..) si forma una
situazione di grande ideologia sociale
totalitaria. Perché totalitaria? Non
esistendo il dualismo di classe, la "virtù" viene
affermata, ma non osservata né per convinzione, né per
coercizione... è una
crisi in "permanenza"
che solo la coercizione può troncare,
una coercizione di nuovo tipo, perché, essendoci
una nuova classe, sarà
autodisciplina (Alfieri che si fa legare
alla sedia!)". "E se non si crea l'autodisciplina, nascerà una qualche forma di bonapartismo, o ci sarà un'invasione straniera, cioè si creerà la condizione di una coazione esterna che faccia cessare d'autorità la crisi." Facciamo notare che questa frase conclude il passo, sopra citato, che illustra le aporie di una situazione "totalitaria" nel campo della politica del lavoro. In altre parole, Gramsci ritiene che l'eventualità dello sviluppo di un regime autoritario non sia soltanto il portato di tendenze soggettive, ma sia immanente in un sistema monistico sul piano politico. Ci sembra evidente in tutti i "Quaderni" che l'evoluzione dell'Urss si debba svolgere in forme graduali e non violente. Come si è visto, sin dall'inizio c'è nei "Quaderni" un punto fermo circa l'azione dei moderni giacobini e le alleanze di classe. Esso viene più compiutamente esposto in questa riflessione dell'ottobre 1930: "Il fatto dell'egemonia presuppone che si tenga conto degli interessi e delle tendenze dei raggruppamenti su cui l'egemonia verrà esercitata, che si formi un certo equilibrio, che cioè il raggruppamento egemone faccia dei sacrifici di ordine economico-corporativo."Gramsci avverte che questi sacrifici incontrano il loro limite nel fatto che essi "non possono riguardare l'essenziale, poiché l'egemonia è politica, ma anche e specialmente economica, ha la sua base materiale nella funzione decisiva che il raggruppamento egemone esercita sul nucleo decisivo dell'attività economica." Ma senza dubbio, l'accento di Gramsci cade sul momento della moderazione e del compromesso. A questo punto, è necessario riportare il passo nel quale, a nostro parere, il legame di Gramsci con la Nep finisce per esprimere una seria critica sulle forme della sua dissoluzione nella Rivoluzione dall'alto. Si è visto in esso una velata denuncia dell' "industrializzazione dall'alto". Crediamo che sia possibile dire di più. Gramsci vi delinea una critica aperta della collettivizzazione intesa come rottura del sistema delle "due classi". L'argomentazione di Gramsci parte da una critica del "finalismo di carattere simile a quello religioso", secondo cui l'avvento di "avvenimenti palingenetici" non deve essere preparato da "un'iniziativa liberatoria tendente a predisporre questa situazione secondo un piano" (conformemente, cioè, all'idea che Gramsci ha dell'egemonia). Stabilendo una consonanza terminologica e concettuale con la sua stessa critica del "Saggio popolare" di Bucharin, Gramsci osserva che si tratta di una mentalità "economicistica" che avversa in linea di principio i "compromessi." L'unica forma di intervento soggettivo che una siffatta mentalità contempla è di "affidarsi in seguito ciecamente e scriteriatamente alla virtù regolatrice delle armi". Gramsci osserva come le "due forze simili" (operai e contadini) che devono costruire "un nuovo, omogeneo, senza contraddizioni interne blocco storico economico-politico", possano essere indotte a farlo o "attraverso una serie di compromessi" (la Nep) o "con la forza delle armi" (la collettivizzazione), cioè "alleandole su un piano di alleanza e subordinandole l'una a all'altra con la coercizione." Il commento di Gramsci pare a noi assai significativo: "Se l'unione di due forze è necessaria per vincere una terza, il ricorso alle armi e alla coercizione (dato che se ne abbia la disponibilità) è una pura ipotesi metodica e l'unica possibilità concreta è il compromesso, perché la forza può essere impiegata contro i nemici, non contro una parte di essi che si vuole rapidamente assimilare e di cui occorre la "buona volontà" e l'entusiasmo." L'attacco di Gramsci alla
collettivizzazione ci appare senza riserve. |