Tesi
di Lione
La
costruzione del Partito comunista come partito "bolscevico" |
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24.
La organizzazione della avanguardia operaia in Partito comunista
è la parte essenziale della nostra attività organizzativa.
Gli operai italiani hanno appreso dalla loro esperienza (1919-20)
che ove manchi la guida di un partito comunista costruito come
partito della classe operaia e come partito della rivoluzione,
non è possibile un esito vittorioso della lotta per l'abbattimento
del regime capitalistico. La costruzione di un Partito comunista
che sia di fatto il partito della classe operaia e il partito
della rivoluzione - che sia cioè, un partito "bolscevico"
- è in connessione diretta con i seguenti punti fondamentali:
1)
la ideologia del partito;
2)
la forma della organizzazione, e la sua compattezza;
3)
la capacità di funzionare a contatto con la massa;
4)
la capacità strategica e tattica.Ognuno
di questi punti è collegato strettamente con gli altri
e non potrebbe, a rigore di logica, esserne separato.
Ognuno di
essi infatti indica e comprende una serie di problemi le cui soluzioni
interferiscono e si sovrappongono. L'esame separato di essi sarà
utile soltanto quando si tenga presente che nessuno può
venire risolto senza che tutti siano impostati e condotti di pari
passo ad una soluzione.
L'ideologia
del partito
25.
Unità ideologica completa è necessaria al Partito
comunista per poter adempiere in ogni momento la sua funzione
di guida della classe operaia. L'unità ideologica è
elemento della forza del partito e della sua capacità politica,
essa è indispensabile per farlo diventare un partito bolscevico.
Base della unità ideologica è la dottrina del marxismo
e del leninismo, inteso quest'ultimo come la dottrina marxista
adeguata ai problemi del periodo dell'imperialismo e dell'inizio
della rivoluzione proletaria (Tesi sulla bolscevizzazione dell'Esecutivo
allargato dell'aprile 1925, nn. IV e VI).
Il
Partito comunista d'Italia ha formato la sua ideologia nella lotta
contro la socialdemocrazia (riformisti) e contro il centrismo
politico rappresentato dal Partito massimalista. Esso non trova
però nella storia del movimento operaio italiano una vigorosa
e continua corrente di pensiero marxista cui richiamarsi. Manca
inoltre nelle sue file una profonda e diffusa conoscenza delle
teorie del marxismo e del leninismo. Sono quindi possibili le
deviazioni.
L'innalzamento del livello ideologico del partito
deve essere ottenuto con una sistematica attività interna
la quale si proponga di portare tutti i membri ad avere una completa
consapevolezza dei fini immediati del movimento rivoluzionario,
una certa capacità di analisi marxista delle situazioni
e una correlativa capacità di orientamento politico (scuola
di partito).
È da respingere una concezione la quale affermi
che i fattori di coscienza e di maturità rivoluzionaria,
i quali costituiscono la ideologia, si possano realizzare nel
partito senza che siansi realizzati in un vasto numero di singoli
che lo compongono.
26.
Nonostante le origini da una lotta contro degenerazioni di destra
e centriste del movimento operaio, il pericolo di deviazioni di
destra è presente nel Partito comunista d'Italia. Nel campo
teorico esso è rappresentato dai tentativi di revisione
del marxismo fatti dal compagno Graziadei sotto la veste di una
precisazione "scientifica" di alcuni dei concetti fondamentali
della dottrina di Marx. I tentativi di Graziadei non possono certo
portare alla creazione di una corrente e quindi di una frazione
che metta in pericolo la unità ideologica e la compattezza
del partito.
È però implicito in essi un appoggio a correnti
e deviazioni politiche di destra. Ad ogni modo essi indicano la
necessità che il partito compia un profondo studio del
marxismo e acquisti una coscienza teorica più alta e più
sicura. Il
pericolo che si crei una tendenza di destra è collegato
con la situazione generale del paese. La compressione stessa che
il fascismo esercita tende ad alimentare la opinione che essendo
il proletariato nella impossibilità di rapidamente rovesciare
il regime, sia miglior tattica quella che porti, se non a un blocco
borghese-proletario per la eliminazione costituzionale del fascismo,
a una passività della avanguardia rivoluzionaria, a un
non-intervento attivo del partito comunista nella lotta politica
immediata, onde permettere alla borghesia di servirsi del proletariato
come massa di manovra elettorale contro il fascismo.
Questo programma
si presenta con la formula che il Partito comunista deve essere
"l'ala sinistra" di una opposizione di tutte le forze
che cospirano all'abbattimento del regime fascista. Esso è
la espressione di un profondo pessimismo circa le capacità
rivoluzionarie della classe lavoratrice. Lo
stesso pessimismo e le stesse deviazioni conducono a interpretare
in modo errato la natura e la funzione storica dei partiti socialdemocratici
nel momento attuale, a dimenticare che la socialdemocrazia sebbene
abbia ancora la sua base sociale, per gran parte, nel proletariato
per quanto riguarda la sua ideologia e la sua funzione politica
cui adempie, deve essere considerata non come un'ala destra del
movimento operaio, ma come un'ala sinistra della borghesia e come
tale deve essere smascherata davanti alle masse. Il pericolo di
destra deve essere combattuto con la propaganda ideologica, col
contrapporre al programma di destra il programma rivoluzionario
della classe operaia e del suo partito, e con mezzi disciplinari
ordinari ogni qualvolta la necessità lo richieda.
27.
Legato con le origini del partito e con la situazione generale
del paese è parimenti il pericolo di deviazioni di sinistra
dalla ideologia marxista e leninista. Esso è rappresentato
dalla tendenza estremista che fa capo al compagno Bordiga.
Questa tendenza si formò nella particolare situazione di
disgregazione e incapacità programmatica, organizzativa,
strategica e tattica in cui si trovò il Partito socialista
italiano dalla fine della guerra al Congresso di Livorno: la sua
origine e la sua fortuna sono inoltre in relazione col fatto che,
essendo la classe operaia una minoranza nella popolazione lavoratrice
italiana, è continuo il pericolo che il suo partito sia
corrotto da infiltrazioni di altre classi, e in particolare della
piccola borghesia.
A
questa condizione della classe operaia e alla situazione del Partito
socialista italiano la tendenza di estrema sinistra reagì
con una particolare ideologia, cioè con una concezione
della natura del partito, della sua funzione e della sua tattica
che è in contrasto con quella del marxismo e del leninismo: a)
dall'estrema sinistra il partito viene definito, trascurando e
sottovalutando il suo contenuto sociale, come un "organo"
della classe operaia, che si costituisce per sintesi di elementi
eterogenei. Il partito deve invece essere definito mettendo in
rilievo anzitutto il fatto che esso è una "parte"
della classe operaia.
L'errore nella definizione del partito porta
a impostare in modo errato i problemi organizzativi e i problemi
di tattica; b)
per la estrema sinistra la funzione del partito non è quella
di guidare in ogni momento la classe sforzandosi di restare in
contatto con essa attraverso qualsiasi mutamento di situazione
oggettiva, ma di elaborare dei quadri preparati a guidare la massa
quando lo svolgimento delle situazioni l'avrà portata al
partito, facendole accettare le posizioni programmatiche e di
principio da esso fissate; c)
per quanto riguarda la tattica, l'estrema sinistra sostiene che
essa non deve venire determinata in relazione con le situazioni
oggettive e con la posizione delle masse in modo che essa aderisca
sempre alla realtà e fornisca un continuo contatto con
gli strati più vasti della popolazione lavoratrice, ma
deve essere determinata in base a preoccupazioni formalistiche.
È propria dell'estremismo la concezione che le deviazioni
dai principi della politica comunista non vengono evitate con
la costruzione di partiti "bolscevichi" i quali siano
capaci di compiere, senza deviare, ogni azione politica che è
richiesta per la mobilitazione delle masse e per la vittoria rivoluzionaria,
ma possono essere evitate soltanto col porre alla tattica limiti
rigidi e formali di carattere esteriore (nel campo organizzativo:
"adesione individuale", cioè rifiuto delle "fusioni",
le quali possono invece essere sempre, in condizioni determinate,
efficacissimo mezzo di estensione della influenza del partito;
nel campo politico: travisamento dei termini del problema della
conquista della maggioranza, fronte unico sindacale e non politico,
nessuna diversità nel modo di lottare contro la democrazia
a seconda del grado di adesione delle masse a formazioni democratiche
contro-rivoluzionarie e della imminenza e gravità di un
pericolo reazionario, rifiuto della parola d'ordine del governo
operaio e contadino). All'esame
delle situazioni dei movimenti di massa si ricorre quindi solo
per il controllo della linea dedotta in base a preoccupazioni
formalistiche e settarie: viene perciò sempre a mancare,
nella determinazione della politica del partito, l'elemento particolare;
la unità e completezza di visione che è propria
del nostro metodo di indagine politica (dialettica) è spezzata;
l'attività del partito e le sue parole d'ordine perdono
efficacia e valore rimanendo attività e parole di semplice
propaganda.
È inevitabile, come conseguenza di queste posizioni,
la passività politica del partito. Di essa l' "astensionismo"
fu nel passato un aspetto. Ciò permette di avvicinare l'estremismo
di sinistra al massimalismo e alle deviazioni di destra. Esso
è inoltre, come la tendenza di destra, espressione di uno
scetticismo sulla possibilità che la massa operaia organizzi
dal suo seno un partito di classe il quale sia capace di guidare
la grande massa sforzandosi di tenerla in ogni momento collegata
a sé.La
lotta ideologica contro l'estremismo di sinistra deve essere condotta
contrapponendogli la concezione marxista e leninista del partito
del proletariato come partito di massa e dimostrando la necessità
che esso adatti la sua tattica alle situazioni per poterle modificare,
per non perdere il contatto con le masse e per acquistare sempre
nuove zone di influenza. L'estremismo di sinistra fu la ideologia
ufficiale del partito italiano nel primo periodo della sua esistenza.
Esso è sostenuto da compagni che furono tra i fondatori
del partito e dettero un grandissimo contributo alla sua costruzione
dopo Livorno.
Vi
sono quindi motivi per spiegare come questa concezione sia stata
a lungo radicata nella maggioranza dei compagni anche senza che
fosse da essi valutata criticamente in modo completo, ma piuttosto
come conseguenza di uno stato d'animo diffuso. È evidente perciò
che il pericolo di estrema sinistra deve essere considerato come
una realtà immediata, come un ostacolo non solo alla unificazione
ed elevazione ideologica, ma allo sviluppo politico del partito
e alla efficacia della sua azione. Esso deve essere combattuto
come tale, non solo con la propaganda, ma con una azione politica
ed eventualmente con misure organizzative.
28.
Elemento della ideologia del partito è il grado di spirito
internazionalista che è penetrato nelle sue file. Esso
è assai forte tra di noi come spirito di solidarietà
internazionale, ma non altrettanto come coscienza di appartenere
ad un partito mondiale. Contribuisce a questa debolezza la tendenza
a presentare la concezione di estrema sinistra come una concezione
nazionale ("originalità" e valore "storico"
delle posizioni della "sinistra italiana") la quale
si oppone alla concezione marxista e leninista della Internazionale
comunista e cerca di sostituirsi ad essa.
Di qui l'origine di
una specie di "patriottismo di partito", che rifugge
dall'inquadrarsi in una organizzazione (rifiuti di cariche, lotta
di frazione internazionale ecc.). Questa debolezza di spirito
internazionalista offre il terreno ad una ripercussione nel partito
della campagna che la borghesia conduce contro la Internazionale
comunista qualificandola come organo dello Stato russo. Alcune
delle tesi di estrema sinistra a questo proposito si collegano
a tesi abituali dei partiti controrivoluzionari. Esse devono venir
combattute con estremo vigore, con una propaganda che dimostri
come storicamente spetti al partito russo una funzione predominante
e direttiva nella costruzione di una Internazionale comunista
e quale è la posizione dello Stato operaio russo - prima
ed unica reale conquista della classe operaia nella lotta al potere
- nei confronti del movimento operaio internazionale (Tesi sulla
situazione internazionale).
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