Antonio Gramsci
Elementi di politica
Psicologia e politica |
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[Q 6, p.
767 (MAC, p, 189)]
Specialmente
nei periodi di crisi finanziaria si sente molto parlare di “psicologia”
come di causa efficiente di determinati fenomeni marginali. Psicologia
(sfiducia), panico, ecc. Ma cosa significa in questo caso “psicologia”?
È una pudica foglia di fico per indicare la “politica”,
cioè una determinata situazione politica.
Poiché
di solito per “politica” s’intende l’azione
delle frazioni parlamentari, dei partiti, dei giornali e, in generale,
ogni azione che si esplica secondo una direttiva palese e predeterminata,
si dà il nome di “psicologia” ai fenomeni elementari
di massa, non predeterminati, non organizzati, non diretti palesemente,
i quali manifestano una frattura dell’unità sociale
tra governati e governanti. Attraverso queste “pressioni
psicologiche” i governati esprimono la loro sfiducia nei
dirigenti e domandano che siano mutate le persone e gli indirizzi
dell’attività finanziaria e quindi economica. I risparmiatori
non investono risparmi e disinvestono da determinate attività
che appaiono particolarmente rischiose, ecc.: si accontentano
di interessi minimi e anche di interessi zero; qualche volta preferiscono
perdere addirittura una parte del capitale per mettere al sicuro
il resto.
Può
bastare l’“educazione” per evitare queste crisi
di sfiducia generica? Esse sono sintomatiche appunto perché
“generiche”, e contro la “genericità”
è difficile educare una nuova fiducia. Il succedersi frequente
di tali crisi psicologiche indica che un organismo è malato,
cioè che l’insieme sociale non è più
in grado di esprimere dirigenti capaci. Si tratta dunque di crisi
politiche e anzi politico-sociali del raggruppamento dirigente.
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