Antonio Gramsci

Elementi di politica

La concezione del centralismo organico e la casta sacerdotale

[Q 3, p. 337 (MAC, p. 413)] [1]

Se l’elemento costitutivo di un organismo è posto in un sistema dottrinario rigidamente e rigorosamente formulato, si ha un tipo di direzione castale e sacerdotale. Ma esiste ancora “la garanzia” dell’immutabilità? Non esiste. Le formule verranno recitate a memoria senza mutar sillaba e virgola, ma l’attività reale sarà un’altra. Non bisogna concepire l’“ideologia”, la dottrina, come qualcosa di artificiale e sovrapposto meccanicamente (come un vestito sulla pelle, e non come la pelle che è organicamente prodotta dall’ intiero organismo biologico animale), ma storicamente, come una lotta incessante. Il centralismo organico immagina di poter fabbricare un organismo una volta per sempre, già perfetto obiettivamente. Illusione che può essere disastrosa, perché fa affogare un movimento in un pantano di dispute personali accademiche. (Tre elementi: dottrina, composizione “fisica” della società, di un determinato personale storicamente determinato, movimento reale storico. Il primo e il secondo elemento cadono sotto il controllo della volontà associata e deliberante. Il terzo elemento reagisce continuamente sugli altri due e determina la lotta incessante, teorica e pratica, per elevare l’organismo a coscienze collettive sempre più elevate e raffinate).


[1] G. sostiene l’impossibilità di un sistema dottrinario fissato una volta per tutte e la cui difesa sia affidata a una casta di tipo sacerdotale.