Roland Barthes (1915-1980) è forse il più affascinante fra gli intellettuali della straordinaria stagione culturale francese degli anni `50-'70. Scrittore, semiologo, filosofo, critico e anche pittore, Barthes si è occupato di tutto: non solo di letteratura, cinema, teatro, musica, fotografia, arti figurative, ma anche di ogni altro tipo di fenomeni culturali di massa, con una curiosità intellettuale ed un impegno politico sempre originali e controcorrente.
Appassionato soprattutto di musica e di letteratura, intraprende inizialmente gli studi di linguistica e di lessicologia e la sua prima raccolta di saggi - Il grado zero della scrittura, 1953 - apre una strada nuovissima nella critica letteraria, ponendo al centro dell'analisi la struttura materiale del linguaggio.
La raccolta di saggi Mythologies (1957) ha alla base le opere di Marx e Sartre ed è una profonda riflessione semiologica sui miti, le icone e i feticci consumistici della società di massa e dello spettacolo: un lavoro - che ha avuto un'influenza decisiva su tutti gli studiosi e che ha messo a fuoco il senso del travolgente successo della cultura pop - in cui abbozza una teoria semiologica dell'”ideologia” (rappresentazione mentale) e della "parola" (il mythos, racconto) piccolo-borghesi, così come traspaiono in particolare dalla stampa a grande diffusione.
Il sistema della moda (1967) è un'originalissima analisi della moda attraverso la decodificazione delle riviste femminili.
Del 1970 è S/Z (saggio sul racconto di Balzac Sarrasine) e del 1971 Sade, Fourier, Loyola, analisi di testi che si richiamano sia ai lavori di Lacan sulla funzione simbolica e la teoria del soggetto, sia a quelli del gruppo di Tel Quel sui codici della lingua.
L'impero dei segni (1970) è un raffinato reportage che analizza la società e la cultura del Giappone a partire da aspetti e elementi apparentemente marginali.
La camera chiara, l'ultimo saggio pubblicato nel 1980, dedicato alla questione dell'estetica della fotografia, rimane tuttora il contributo più approfondito e geniale sul'argomento.
Da questi anni in avanti, scrittore e critico sempre più consacrato dalla stampa, anche non specialistica, e dai media, Barthes si configura sempre più come un raffinato lettore (nel senso più ampio del termine) alla ricerca di un'arte del vivere. Barthes interroga i suoi gusti: Il piacere del testo (1973), Roland Barthes visto da Roland Barthes (1975), Frammenti di un discorso amoroso (1977), La camera chiara. Nota sulla fotografia (1980).
Direttore di corsi all'École pratique des hautes études fin dal 1962, fu anche professore al Collège de France riuscendo in un personalissimo equilibrio tra critica “militante” e accademica (merito suo, certamente, ma anche delle duttili - dipinte sempre, però, come ieratiche e rigide - istituzioni culturali francesi), dal 1976 alla morte. Morte avvenuta a Parigi in un incidente stradale, mentre veniva atteso a Milano ad un convegno su Stendhal.
Opere
• Mythologie des textes [1957]
• Su Racine [1963]
• Saggi critici [1964], Einaudi, 2002
• Elementi di semiologia [1965], Einaudi, 1965
• Sistema della moda [1967]
• L'impero dei segni [1970], Einaudi, 1984
• Sade, Fourier, Loyola [1971], Einaudi, 2001
• Il piacere del testo [1973], Einaudi, 1999
• Roland Barthes visto da Roland Barthes [1975]
• Frammenti di un discorso amoroso [1977], Einaudi, 1981
• La camera chiara. Note sulla fotografia [1980], Einaudi, 2003
• S/Z, Einaudi, Torino, 1981
• Sul cinema, Il Nuovo Melangolo, 1995
• Miti d'oggi, Einaudi, 1999
• La retorica antica, Bompiani, 2000
• Critica e verità, Einaudi, 2002
• Sul teatro, Einaudi, 2002
• L'ovvio e l'ottuso, Einaudi, 2002
BIBLIOGRAFIA ITALIANA
Louis-Jean Calvet, Roland Barthes. Uno sguardo politico sul segno, Dedalo, 1978
Mariella Di Maio, Roland Barthes: teoria e scrittura, Edizioni scientifiche italiane, 1992
Gianfranco Marrone, Il sistema di Barthes, Bompiani, 2003
Gianfranco Marrone, L'osservanza degli stereotipi. Studio su Roland Barthes, Ediprint, 1987
Gianfranco Rubino, L'intellettuale e i segni: saggi su Sartre e Barthes, Edizioni di storia e letteratura, 1984 |