L'insegnamento della storia e la conoscenza della società
di oggi sono il terreno interessante sul quale le nuove tecnologie
possono essere messe aIIa prova come strumenti di apprendimento
e di comprensione. I fenomeni che caratterizzano le società
umane e i modi in cui cambiano nel tempo, possono essere studiati
e capiti leggendo libri e ascoltando le lezioni di un insegnante
ma possono essere anche studiati e capiti vedendo sullo schermo
di un computer visualizzazioni ma soprattutto simulazioni di questi
fenomeni, dove una simulazione e un modello interpretativo di
determinati fenomeni della realtà che ipotizza cause, condizioni,
meccanismi e processi che stanno dietro i fenomeni e li spiegano
e che, diversamente dai tradizionali modelli interpretativi della
scienza formulati con i simboli del linguaggio ordinario o con
i simboli della matematica, è formulato come programma
per computer. Una volta costruita, una simulazione e anche un
laboratorio sperimentale nel quale l'utente osserva i fenomeni
in condizioni che lui o lei controlla, modifica queste condizioni
(cioè fattori, variabili, ecc.) e osserva gli effetti delle
sue manipolazioni. Se questo è il quadro generale, è chiaro che non si può essere molto ottimisti sulla scuola. Tra l'altro una società di consumi di massa è una società in cui il "dovere di studiare" da cui si dovrebbe essere guidati quando si è ragazzi è molto meno sentito oggi da ragazzi che il mercato vuole che siano consumatori indipendenti come i consumatori adulti e in cui gli adulti sono di fatto meno capaci di inculcare tale "dovere" nei ragazzi perché sono troppo impegnati a essere consumatori loro. Questo non vuol dire che non si possa fare qualcosa. La conoscenza - comprensione dei meccanismi che operano nella complicata società in cui si vive sembra essere qualcosa che, nelle società moderne (anche se non in quelle più antiche), chiunque dovrebbe avere. La scuola non si preoccupa di fornire ai ragazzi questa conoscenza/comprensione o almeno gli strumenti per farsela. Perciò la scuola deve cambiare ponendosi questo obbiettivo che finora non si era mai posto. La storia come è stata insegnata finora e come viene insegnata ancora oggi non è da sola sufficiente per raggiungere questo obbiettivo perché, dato il ritmo di cambiamento raggiunto oggi, si occupa soltanto di società che sono molto diverse da quella in cui si vive. Ma la storia, cioè la conoscenza delle società del passato e di come sono cambiate nel tempo, è essenziale per raggiungere questo obbiettivo dato che le società umane sono entità storiche e, in quanto tali, possono essere capite soltanto conoscendo il loro passato e la dinamica del loro cambiamento nel passato. Per svolgere il suo nuovo compito di fornire ai ragazzi gli strumenti per capire la società in cui vivono, l'insegnamento della storia (ma anche la storia come disciplina scientifica) deve però cambiare in alcuni aspetti importanti. L'accento deve essere meno sul semplice racconto degli eventi del passato e più sui fattori, meccanismi e processi che determinano gli assetti sociali e il modo in cui cambiano nel tempo, il punto di vista dev'essere più comparativo e globale che locale (e l'accento sui fattori, meccanismi e processi è ciò che permette di evitare il semplice moltiplicarsi di racconti e di eventi, che sarebbe impossibile da gestire a scuola), l'insegnamento deve trovare nuove "chiavi" che lo organizzino in modo nuovo (e noi abbiamo proposto la "chiave" del cercare risposte alla domanda "Perché l'Occidente ha vinto?"), ed è necessario che siano adottati nuovi modi di apprendimento che sfruttino le grandi potenzialità di nuove forme di cognizione, di espressione e di comprensione che sono offerte dalle tecnologie digitali (e noi abbiamo proposto le simulazioni al computer dei fenomeni sociali e storici). Tuttavia non si può essere molto ottimisti neppure per un obiettivo limitato, anche se importante, come quello che abbiamo indicato. Le discipline chiamate in causa, cioè la storia e le scienze sociali, opporranno resistenza ai cambiamenti didattici perché comportano cambiamenti nei loro assetti disciplinari, sia teorici che metodologici, e in ogni caso non sono in grado di formare gli insegnanti capaci di insegnare in vista del nuovo obiettivo. A questo scopo potrebbero servire le scuole di specializzazione che preparano all'insegnamento ma queste scuole sono oggi in uno stato di grande confusione. La tendenza spontanea nel campo delle applicazioni didattiche delle nuove tecnologie e verso applicazioni che, come gli ipertesti multimediali (e il Web è un grande ipertesto multimediale), cambiano molto meno profondamente delle simulazioni. Il ministero della Pubblica Istruzione dedica tutti i suoi sforzi a creare l'infrastruttura tecnologica nelle scuole ma non sembra ancora avere progetti chiari volti a sperimentare come usare le nuove tecnologie perché producano apprendimenti. |