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Bruna Zorzini Spetiç
Consigliera regionale PdCI
Sono intervenuta in discussione generale esprimendo disagio e perplessità sulla linea culturale che emerge dalle scelte che vogliono essere compiute nel DDL in materia di piano territoriale regionale che l’Assessore Sonego oggi propone alla discussione. In via preliminare, non capisco neanche la filosofia di fondo che vuole abbandonare principi pur validi stabiliti dalla legge 52/1991 stralciando la pianificazione regionale appunto.
Nel far ciò si compie scientemente un esautoramento delle Province dell’importante funzione pianificatoria affidando ai Comuni in maniera alquanto opinabile strumenti di gestione sovra comunale del territorio. Si istituisce la Stur (Società di trasformazione urbana regionale) una Spa - costituita da enti locali territoriali, società da questi controllate ed enti pubblici economici - con cui temo si arriverà ad una privatizzazione della gestione del territorio.
Da tutto ciò ricavo la fastidiosa impressione che la Regione si stia avviando - nell’ambito di una semplificazione - a disinteressarsi, anche se in maniera ancora contradditoria - dell’operato dei comuni in campo urbanistico. Tutto ciò mi preoccupa perché personalmente registro un calo della qualità delle azioni di governo del territorio e della città in questa regione negli ultimi tempi. Per quel che mi riguarda penso che le mutate regole elettorali, l’elezione diretta del sindaco, il conseguente diminuito peso dell’azione collegiale nelle scelte politiche locali e la drastica riduzione di incidenza dell’azione dei consigli comunali, hanno fortemente ridotto le politiche urbanistiche locali a scelte compiute lontane dalle sedi istituzionali a ciò deputate.
Studiando la normative del settore della regione Emilia-Romagna, Toscana e Sicilia ho trovato un’impostazione fondamentalmente diversa delle questioni. Le Province hanno dappertutto il ruolo che in quest’ambito le spetta, non esistono Stur che governano il territorio. La regione Toscana prevede invece la figura del Garante della comunicazione che assicura la conoscenza effettiva e tempestiva delle scelte e dei supporti conoscitivi relativi alle fasi procedurali di formazione ed adozione degli strumenti della pianificazione territoriale.
Infine non mi ritrovo neanche negli obiettivi della pianificazione sanciti dal DDl Sonego che concernono “le migliori condizioni per la crescita economica del FVG e lo sviluppo per la competitività del sistema regionale” ma non toccano la tutela delle risorse territoriali (naturali e storiche) e non parlano di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e storico e paesaggistico: in questo senso con gli altri colleghi della sinistra ho presentato degli emendamenti che però non so se saranno bastanti a correggere storture e sopprattuto dissipare i dubbi che su ho esposto consentendomi di votare questo provvedimento.
Trieste, 10 novembre 2005
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