SINTESI
Acqua
L’acqua è un bene pubblico prezioso
che va protetto in nome della qualità della vita e della
salute pubblica. L’acqua per i bisogni primari è un
diritto di cui va garantita la disponibilità, oggi più che
mai minacciata da fenomeni di inquinamento, dal suo uso distorto
e dallo spreco.
Nel settore cruciale dell’acqua dovranno essere assunti criteri
di massima sensibilità, di precauzione, di forte investimento
programmatico. In questo caso la distinzione fra rete e servizio è più complessa.
Entrambe le funzioni dovranno dunque rimanere pubbliche. Crediamo
inoltre nell’assoluta necessità di effettuare robusti
investimenti nel potenziamento e ammodernamento delle reti idriche,
soprattutto nel Mezzogiorno dove i cittadini e gli utenti hanno
ancora gravi e diffuse difficoltà di accesso all’acqua.
Agricoltura
Il nostro programma riconosce la funzione strategica
del Sistema Agricolo Nazionale per la sua rilevanza economica,
ambientale, sociale e culturale. Pur in un contesto comunitario
si rende sempre più necessaria una forte politica agricola
nazionale. È necessario inoltre ridurre la forbice dei prezzi
tra produttore e consumatore eliminando i passaggi che non aggiungono
valore e favorendo forme decentralizzate di commercializzazione,
anche con esperienze di filiera corta.
Difendere e sostenere il reddito degli agricoltori con una politica
di equità dei prezzi, alleggerire i costi di produzione
e di sistema per aumentare la competitività delle nostre
imprese, valorizzare il lavoro, anche con riguardo ai lavoratori
immigrati e alle loro pari opportunità.
Ammortizzatori sociali
Riteniamo indifferibile una profonda riforma del
sistema degli ammortizzatori sociali che preveda:
• l’incremento e l’estensione dell’indennità di
disoccupazione a tutti i lavoratori
(anche discontinui ed economicamente dipendenti);
• il riordino e l’armonizzazione dei trattamenti del settore agricolo
•
l’estensione della cassa integrazione guadagni alle piccole
aziende di tutti i settori (compreso il terziario), con l’obiettivo
di costituire una rete di sicurezza universale che protegga tutti
i lavoratori anche sul mercato del lavoro, nei casi di crisi produttive.
Animali
Alla luce della nuova e crescente sensibilità nei
confronti degli animali, c’impegniamo affinché il
nostro rapporto con essi sia il più informato, solidale
e rispettoso nello spirito della “Dichiarazione universale
dei diritti dell’animale” Unesco.
Per quanto riguarda l’attività venatoria proponiamo
la difesa e la piena applicazione della legge n. 157 del 1992,
il rispetto delle direttive comunitarie in materia di caccia.
In linea con la più recente normativa comunitaria, proponiamo
di rivedere la normativa sul benessere degli animali negli allevamenti,
stabilendo rigidi principi etologici per salvaguardare il benessere
di tutti gli animali utilizzati dall'industria zootecnica durante
l'allevamento, il trasporto e la macellazione, prevedendo efficaci
strumenti di controllo e monitoraggio.
In linea con la normativa comunitaria ed alla luce dei più recenti
studi scientifici in materia, occorre promuovere e favorire la
ricerca effettuata con metodi titleernativi all'utilizzo di animali
e progressivamente abolire la ricerca e la sperimentazione che
ne facciano ancora uso.
Riteniamo, inoltre, importanti - con riferimento a quanto esplicitamente
previsto dal Trattato per la Costituzione europea - adeguati meccanismi
di tutela dei diritti degli animali come esseri senzienti.
Apptitlei
Ci impegniamo a rivedere la normativa in merito
agli apptitlei di opere e servizi e alla cessione di ramo d’azienda,
spesso utilizzata in modo fittizio per aggirare le tutele dei lavoratori
attraverso il meccanismo delle esternalizzazioni: la disciplina
va ricondotta alla sua corretta dimensione, giustificata esclusivamente
da oggettivi requisiti funzionali e organizzativi. In ogni caso,
va riconosciuta una piena responsabilità dell’impresa
apptitleante nei confronti dei lavoratori delle imprese apptitleatrici.
Inoltre, riteniamo che le attività della pubblica amministrazione
che garantiscono i diritti tutelati costituzionalmente ed i relativi
servizi debbano essere parte integrante dell’intervento pubblico
e non siano esternalizzabili.
Aree protette
Non possiamo dimenticare che l’Italia è il
paese europeo a più elevata biodiversità per caratteristiche
geografiche e climatiche. Tale biodiversità è un
valore fondamentale per la qualità ambientale e naturale
del paese e dei suoi paesaggi. Il sistema delle aree naturali protette
italiane costituisce uno strumento per la preservazione di risorse
naturali primarie di rilevante importanza e un patrimonio straordinario
da conservare e valorizzare. In questo contesto proponiamo che
le reti ecologiche entrino nella pianificazione territoriale su
area vasta, al fine di garantire sistemi di tutela diffusa e integrata,
con particolare attenzione al sistema alpino, a quello appenninico,
ai bacini fluviali e alle coste.
Aree urbane
Ci impegniamo a promuovere un programma per le
città e le loro periferie, finalizzato alla tutela e alla
valorizzazione dei centri storici e al risanamento urbanistico
e sociale delle periferie. In questo contesto, ci impegniamo a:
• riconoscere apposite misure di sostegno ai piccoli comuni;
• promuovere, nelle aree urbane e metropolitane, l’aumento di parchi,
giardini, orti e titlere aree verdi;
• potenziare il trasporto pubblico locale, metropolitano e regionale con
sistemi integrati incrementando la modalità dei sistemi su ferro e in
corsie preferenziali;
• rendere permanenti gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie
finalizzandole in particolare al risparmio energetico, alla qualità ecologica,
alla bioedilizia e alla sicurezza degli edifici.
Articolo 11
Scegliamo di mettere la vocazione di pace del popolo
italiano e l’art. 11 della Costituzione italiana al centro
delle scelte che il nostro Paese compie in materia di sicurezza.
Scegliamo una politica preventiva di pace che persegua attivamente
l’obiettivo di equità e giustizia sul piano internazionale,
favorendo la prevenzione dei conflitti e il prosciugamento dei “bacini
dell’odio”.
Asili nido
Ci impegniamo a varare un piano di azione per lo
sviluppo del sistema di asili nido che faccia leva su risorse nazionali
e locali e sull’integrazione con il sistema scolastico, prevedendo
anche la ristrutturazione di immobili di proprietà del demanio,
delle regioni e degli Enti Locali e la loro destinazione al sistema
dei nidi per l’infanzia. Le tariffe devono essere accessibili
e puntiamo anche ad ampliare e modulare gli orari di apertura dei
nidi e delle scuole materne in modo da facilitare la conciliazione
con gli orari dei genitori.
Assegno per il sostegno alle responsabilità familiari
Proponiamo l'unificazione degli attuali strumenti
monetari di sostegno alle famiglie - assegni al nucleo familiare
e deduzioni Irpef per figli a carico - in una dote di reddito per
il bambino che prende il nome di “Assegno per il sostegno
delle responsabilità familiari” e fornisce, indipendentemente
dalla condizione lavorativa dei genitori, una integrazione di reddito
più consistente dell’attuale e crescente in funzione
della numerosità del nucleo familiare. Il sostegno avrà carattere
di selettività, rivolgendosi essenzialmente alle famiglie
con redditi bassi e medi.
Assistenza
Crediamo nel rilancio del welfare locale e in un
sistema di politiche sociali finalizzate all’integrazione
socio sanitaria. Indichiamo delle priorità:
- la preferenza dei servizi alle persone e alle famiglie rispetto
ai trasferimenti monetari;
- il mantenimento di una funzione nazionale di indirizzo, definizione
di obiettivi, accompagnamento, monitoraggio dei risultati ottenuti;
- l’incremento del Fondo sociale nazionale per garantire
il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza. In particolare,
puntiamo ad assicurare i diritti soggettivi all’assistenza
per le persone in condizioni di povertà e per le persone
con disabilità;
- l’integrazione tra le politiche sociali, sanitarie di
inserimento lavorativo e scolastico con le politiche urbanistiche,
dei trasporti e del territorio attuando veri e propri “piani
regolatori del sociale”;
- la promozione, l’incentivare e il sostegno a tutte le
forme di legame sociale, dal volontariato all’associazionismo,
al mutuo aiuto, alla partecipazione civica dei cittadini;
- l’adozione in sede di conferenza Stato Regioni di linee
guida per la revisione delle modalità di accertamento
e certificazione del grado di invalidità secondo i nuovi
criteri di valutazione previste dall’International Certification
of Functioning, Dibality and Hetitleh dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità.
Beni culturali
Mai più condoni. Questo è il primo
impegno che ci assumiamo nel pieno rispetto del dettato costituzionale.
I criteri a cui ispireremo le nostre politiche sono:
• il diritto-dovere delle comunità locali, regionali e nazionale
a riconoscere, salvaguardare, usare correttamente e tramandare al futuro il
patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale;
• il coinvolgimento dell'Università nella tutela e valorizzazione
del patrimonio, in particolare per le attività conoscitive ed il miglioramento
della formazione degli operatori con periodi di stage presso le soprintendenze;
• l’impiego delle nuove tecnologie e di abilità professionali
elevate e certificate;
• l’apertura dei canali di formazione e di assunzione che consentano
un adeguato ricambio generazionale;
• la programmazione d’uso della generalità del territorio
fondata sulla disponibilità di conoscenze ampie e profonde, con l’impiego
di tecnologie avanzate;
• il perseguimento dell’obiettivo della tutela con vincoli e restauri,
ma soprattutto tramite una conservazione preventiva e programmata da realizzarein
modo continuativo sul territorio;
• la compatibilità delle politiche economiche con uno sviluppo
sostenibile;
• una maggiore tutela e valorizzazione, due attività intrinsecamente
connesse tra loro che non devono più essere distinte come oggi avviene;
• sospensione della vendita di beni prevista dall'attuale governo.
Dovremo superare la precarizzazione dei ruoli dei pubblici uffici,
determinata dalla crescente tendenza al conferimento di incarichi
temporanei.
Bossi - Fini
Sulle politiche per i migranti intendiamo ripartire
da zero, sostituendo le parole d’ordine della normativa in
vigore - chiudere, emarginare, criminalizzare - con le nostre:
governare, accogliere, costruire convivenza.
Il percorso legislativo che immaginiamo passa per l’abrogazione
della legge Bossi - Fini, per una politica degli ingressi, per
la regolamentazione organica del diritto di asilo, per il diritto
di voto alle elezioni amministrative, per la modifica delle regole
in tema di acquisizione della cittadinanza, per una legge a tutela
della libertà religiosa e di culto.
Carcere
• prevedere la detenzione in carcere come misura ultima;
• garantire a tutti i detenuti i diritti fondamentali (alla salute, al
lavoro, allostudio ed alla formazione professionale) e rafforzare i servizi
sociali;
• rendere obbligatoria la figura del garante dei diritti dei detenuti,
disciplinandone i poteri;
• dare compiuta attuazione ad un regolamento penitenziario incentrato
sul principio di rieducazione e risocializzazione del condannato;
• qualificare e razionalizzare il contributo della polizia penitenziaria;
• favorire la cura delle tossicodipendenze al di fuori delle strutture
detentive ;
abolire le sanzioni amministrative per chi detiene sostanze stupefacenti
solo per uso personale;
• rendere effettiva la differenziazione delle condizioni di detenzione
tra detenuti in attesa di giudizio e condannati in stato di esecuzione della
pena;
• eliminare ogni forma di limitazione della libertà in forza di
mero provvedimento amministrativo o a seguito di violazione di carattere amministrativo;
• prevedere la presenza negli istituti penitenziari di figure professionali
di educatori in grado di favorire un rapporto sereno tra detenute madri e i
loro figli.
Occorrerà avviare modifiche normative per conseguire due
obiettivi di titleo impatto simbolico:
- nessun bambino in carcere;
- nessun “incompatibile” (affetto
da Hiv conclamato o da titlere gravi patologie) in carcere.
Casa
L’obiettivo è portare tendenzialmente
l’offerta complessiva di edilizia sociale - composta non
solo da nuove costruzioni di edilizia residenziale pubblica - in
linea con la media europea.
In generale, crediamo nella necessità di uno sforzo convergente
del governo centrale, delle regioni, degli enti locali, attivando
risorse pubbliche e private.
I Comuni saranno dal canto loro incentivati a realizzare soluzioni
di “canone solidale” rivolte alle fasce basse.
D'titlera parte, vogliamo anche rendere più mirati ed efficaci
i sostegni finanziari alla domanda:
• ristabilendo una fonte di finanziamento certa, stabile e adeguata al
fondo di sostegno per le famiglie in affitto con difficoltà;
• predisponendo una serie di misure per favorire la concessione di mutui
adeguati per la prima casa e l’accesso alla proprietà per le giovani
coppie e titleri soggetti.
Con riferimento alla questione degli sfratti, proponiamo interventi
volti a garantire il passaggio da casa a casa per i soggetti deboli.
Infine, crediamo che il mercato degli affitti privati possa essere
moderato anche attraverso lo strumento dell’incentivazione
fiscale.
Si può pensare, nell'ambito di una rivisitazione della legge
n. 431 del 1998, a una rivisitazione complessiva del sistema delle
detrazioni fiscali, rivedendo le agevolazioni fiscali a favore
del libero mercato e, contemporaneamente, incrementando la detassazione
degli affitti a canone concordato, a un intervento sulla fiscalità della
casa che penalizzi lo sfitto, anche ai fini di un vero contrasto
al canone nero e di una diversa modulazione dell'ICI.
Caschi bianchi
Ci battiamo per la costituzione a livello europeo
di un corpo civile di pace, i cosiddetti caschi bianchi, in grado
di intervenire nelle aree di sofferenza e conflitto con gli strumenti
del dialogo, dell’interposizione non violenta, della diplomazia
e della mediazione.
Centri di Permanenza
Temporanea
La legge Bossi-Fini prevede praticamente un solo
strumento, l’espulsione: costoso, incerto nei risultati,
potenziale minaccia a diritti e garanzie fondamentali propri di
tutti gli individui.
Dobbiamo invece approntare un complesso di misure giuste ma efficaci:
• graduare le misure di espulsione, modulandole sul grado di integrazione
e situazione personale;
• prevedere sanzioni limitate e un meccanismo premiale per l’immigrato
irregolareche collabora all’identificazione e al rimpatrio;
• consentire alle autorità di pubblica sicurezza di utilizzare
misure di sorveglianza di pubblica sicurezza dove il trattenimento non sia
necessario.
L’adozione di queste norme comporta il superamento dei Centri
di Permanenza Temporanea. Dobbiamo comunque approntare strumenti
efficaci per assicurare l'identificazione degli immigrati e il
rimpatrio di quanti vengono legittimamente espulsi.
Cittadinanza europea
Dobbiamo appoggiare l’introduzione nella
Carta costituzionale europea del principio di «cittadinanza
europea di residenza», svincolato dalla nazionalità,
che potrebbe consentire ai cittadini di Paesi extracomunitari che
risiedono legalmente nella Ue di godere di diritti e doveri economici,
sociali e politici.
Class action
L’azione collettiva risarcitoria (“class
action”) è una nuova tecnologia del processo
che si va diffondendo ormai in tutto il mondo e crediamo opportuno
introdurre anche da noi. Quando si verificano illeciti che provocano
danni ad una platea molto estesa e diffusa di soggetti, coloro
che li subiscono spesso rinunciano ad agire perché il
costodi accesso alla giustizia è troppo oneroso rispetto
al probabile beneficio di vincere la causa. Con la “class
action” invece, nei casi di illeciti civili plurioffensivi,
la sentenza che si ottiene in un singolo giudizio può essere
fatta valere anche da quanti si trovano nella medesima situazione,
senza che ciascuno dei danneggiati sia costretto a promuovere
autonomamente la propria azione. La disciplina della "class
action" essere configurata in modo che si armonizzi con
i principi generali in tema di tutela giurisdizionale del nostro
ordinamento, avendo riguardo affinché:
• non pregiudichi minimamente la facoltà di ciascuno di disporre
del suo diritto consentendo al singolo di sottrarsi dall’azione collettiva;
• premi economicamente gli avvocati solo se hanno effettivamente contribuito
all’attuazione del diritto sostanziale;
•
costituisca uno strumento di economia processuale.
Clausola generale di salvaguardia del Parlamento
Proponiamo la previsione di una clausola generale
che consenta al Parlamento di intervenire con legge per tutelare
l'interesse della Repubblica anche in materie di competenza regionale
quando siano in gioco superiori interessi della collettività,
quando si debba garantire l’unità giuridica o economica
del Paese o garantire l’uguaglianza dei cittadini nell’esercizio
dei diritti costituzionali.
Codice etico
L’Unione riconosce l’utilità e
l’importanza di realizzare l’introduzione di un Codice
Etico nella sottoscrizione degli accordi commerciali dell’Italia,
nonché delle imprese italiane con paesi terzi. Il Codice
Etico è uno strumento che vuole garantire nella sottoscrizione
di accordi commerciali il rispetto dei diritti umani, sindacali,
la tutela dei minori, la conservazione delle risorse naturali,
l’assenza di pirateria di materiale biologico e la lotta
alla corruzione, quale percorso fondamentale in materia di Responsabilità Sociale
delle Imprese e di dimensione sociale della globalizzazione.
Commercio delle armi
Sulla base dello spirito originario della legge
185/90, (commercio delle armi), l’Unione si impegna a che
vi siano trasparenza e un più cogente rispetto delle disposizioni
che impediscono il commercio delle armi in Paesi che violano i
diritti umani o che siano collocati in aree di conflitto, nonché a
sostenere l’adozione in ambito ONU di un trattato internazionale
sul commercio delle armi.
Commercio equo e solidale
L’Unione favorirà il Commercio Equo
e Solidale con campagne di informazione sul valore sociale e ambientale
di detti prodotti anche attraverso politiche di defiscalizzazione
che consentano di essere accessibili a tutti i consumatori sul
mercato. Saranno titleresì favoriti e valorizzati i progetti
di microcredito nei luoghi di produzione dei prodotti equo e solidali.
Commissione d’inchiesta su Genova
La crescente domanda di sicurezza da parte della
collettività, a fronte di vecchi e nuovi rischi e pericoli,
richiede la messa in opera di un programma di riorganizzazione,
coordinamento e modernizzazione che rafforzi il rispetto della
legalità, il contrasto della criminalità, la prevenzione
delle minacce terroristiche.
La politica del centrodestra al riguardo si è mostrata del
tutto indifferente: a vuoti annunci si sono affiancate misure che
contrastano con il rispetto della legalità, l’inerzia
rispetto alla criminalità economica, un abbassamento della
guardia nel contrasto alla criminalità organizzata, l’utilizzo
delle forze di polizia per operazioni repressive del tutto ingiustificate;
basti pensare ai fatti di Genova, per i quali ancora oggi non sono
state chiarite le responsabilità politica e istituzionale
(al di là degli aspetti giudiziari) e sui quali l’Unione
propone, per la prossima legislatura, l’istituzione di una
commissione parlamentare d’inchiesta.
Condoni edilizi
Basta con i condoni edilizi: ci impegniamo a non
varare nuovi condoni e a potenziare attività e misure di
prevenzione, di controllo e dissuasione, nonché piani di
recupero del territorio che passino anche attraverso l’abbattimento
delle opere abusive, a partire da quelle realizzate nelle aree
vincolate.
Conflitto di interessi
Dobbiamo colmare una profonda lacuna, adeguando
l’ordinamento italiano a quello di titlere grandi democrazie
occidentali, attraverso un modello di provata efficacia e di sicuro
equilibrio che mira a prevenire l’insorgere di conflitti
di interessi tra gli incarichi istituzionali (sia nazionali che
locali) e l’esercizio diretto di attività professionali
o imprenditoriali o il possesso di attività patrimoniali
che possano confliggere con le funzioni di governo.
Gli strumenti che utilizzeremo sono: la revisione del regime delle
incompatibilità; l’istituzione di un apposita autorità garante;
l’obbligo di conferire le attività patrimoniali a
un blind trust.
L’incompatibilità deve essere totale per i membri
del governo nazionale, di quelli regionali e delle città con
più di 100 mila abitanti. Questi, nel corso del proprio
mandato, potranno svolgere esclusivamente le funzioni legate alla
carica, con il diritto di essere collocati in aspettativa da titleri
incarichi.
Tutti i titolari di cariche pubbliche, inoltre, non potranno ricoprire
per interposta persona attività imprenditoriali in imprese
o società private, o a prevalente partecipazione pubblica,
oppure che abbiano rapporti di concessione con pubbliche amministrazioni,
con esclusione delle attività non profit e delle attività di
modesta entità. Sarà fonte di conflitto di interessi
il possesso, diretto o per interposta persona, di partecipazioni
rilevanti in alcuni specifici settori economici nei quali tale
possesso determina di norma e quasi inevitabilmente un condizionamento
del libero svolgimento della funzione pubblica.
I beni e le attività non rilevanti ai fini delle incompatibilità e
quelli derivanti dalla liquidazione di beni e attività rilevanti
dovranno essere conferiti a una gestione fiduciaria “cieca” (blind
trust) che provvederà ad amministrarli con l’obbligo
di rendiconto alla fine del mandato politico del titolare.
Congedi per maternità e paternità
Proponiamo di rafforzare le possibilità per
ambedue i genitori di usufruire dei congedi remunerati di maternità e
paternità; innalzare la quota dello stipendio assicurata
ai genitori che fruiscono dei congedi parentali e rafforzare la
possibilità di integrare la quota mancante con un anticipo
del trattamento di fine rapporto (TFR).
Consumatori utenti
Proponiamo una riforma della legge quadro in materia
dei diritti dei consumatori/utenti incentrando le politiche di
tutela sulla trasparenza e al fine di attuare pienamente ogni normativa
che garantisca sicurezza, informazione e tutela risarcitoria dei
cittadini singoli ed associati. Primo obiettivo deve essere la
trasparenza, che si articola in:
• sicurezza dei prodotti e attivazione di regole circa il ciclo produttivo
e la circolazione;
• informazione al consumatore perché sappia cosa acquista e a quali
condizioni contrattuali ; una più severa normativa sull’etichettatura
dei prodotti;
• vigilanza rispetto alla pubblicità ingannevole e/o seduttiva,
persuasiva, occulta;
• controllo sulle condizioni generali di contratto, con particolare attenzione
per le clausole vessatorie o ambigue;
• carta dei diritti dell’utente dei servizi pubblici, distinguendo
tra i diritti dell’utente di servizi pubblici a carattere imprenditoriale
e quelli dell’utente di servizi a carattere sociale. Per questi ultimi,
quali sanità e istruzione, la tutela va collegata anche ad incisive
politiche di perequazione sociale;
•
diritto all’accesso ai dati e ai documenti amministrativi
e contestuale protezione della privacy della persona.
Cooperazione
La cooperazione allo sviluppo può interagire con la politica
estera, con l’insieme delle politiche di cooperazione internazionale
e proporre con trasparenza un nuovo patto fra cittadini e Governo.
In questo senso la cooperazione diviene elemento di cerniera tra
la politica interna e la politica estera. Dovremo innanzitutto
delineare un nuovo sistema della cooperazione con:
- una delega forte
- un’autorità politica chiaramente definita e con
piena responsabilità su tutti gli aspetti della cooperazione
(attualmente divisa tra Esteri, Economia ed Ambiente)
• che definisca gli indirizzi e li sottoponga all’approvazione
del Parlamento;
- un nuovo impegno, un rilancio virtuoso della cooperazione
attraverso la definizione di un nuovo quadro legislativo che
superi quello stabilito dalla legge 49/87 e la costituzione di
un ente distinto, con una funzione di gestione delle risorse.
L’Italia non è stata in grado di rispettare gli
impegni presi (Barcellona, conferenza dei Ministri della UE,
e Monterrey marzo 2002, conferenza delle Nazioni Unite).
In primo luogo dobbiamo dunque armonizzare le nostre risorse
con un incremento,chiaro anche se modulato, che ci avvicini
agli titleri Paesi europei, per raggiungere progressivamente
l’obiettivo
dello 0,7% del PIL.
Costi della politica
Il governo di centrodestra, in
questi anni, ha saccheggiato l’amministrazione: pur condannando
nella retorica i costi eccessivi degli apparati pubblici, non ha
esitato nell’utilizzo
delle spese di rappresentanza, delle spese per consulenza, delle
spese per viaggi. Nell’autunno 2005 la Corte dei Conti ha
lanciato l’allarme: le spese per consulenze hanno raggiunto
il mezzo punto di PIL, un record assoluto.
I danni causati dal governo Berlusconi richiederanno anni per essere
riassorbiti:
• prescrizione dei reati di corruzione contro la pubblica amministrazione
con la legge ex Cirielli;
• aumento di 103 direttori generali (a dispetto della drastica riduzione
del numero dei ministeri realizzato dal centrosinistra);
• una spesa di circa 195 milioni di euro per le segreterie dei ministri.
È un problema dell’intero sistema istituzionale italiano: anche
il centrosinistra, alla guida di tante regioni e di tanti comuni, ha la responsabilità di
affermare un forte principio di trasparenza e di riduzione dei costi della
politica. Ne va della legittimazione e della credibilità della politica.
Proponiamo diversi strumenti per sanare questa condizione.
Il primo strumento è un codice di condotta, strumento per
rispettare e attuare i seguenti principi:
• riduzione del 50% dell’organico degli uffici di diretta collaborazione
delle amministrazioni centrali;
• effettiva distinzione tra funzioni politiche e funzioni amministrative,
con l’impossibilità per il personale “chiamato” dal
Ministro su base fiduciaria di essere posto a dirigere uffici amministrativi;
• riaffermazione del principio costituzionale per cui si accede ai pubblici
uffici solo per concorso;
• riduzione dei benefici impropri e dei privilegi per le posizioni dirigenziali
di vertice, ripristinando il principio di onnicomprensività della retribuzione
erevisione degli stipendi di livello più titleo;
• contrasto della tendenza alla professionalizzazione della politica e
alla ipertrofia del personale politico che si manifesta con l’esplosione
del numero di consiglieri, assessori, delegati del sindaco o del presidente
della Regione;
• applicazione rigorosa del principio di necessità e competenza
per l’attribuzione di consulenze da parte delle pubbliche amministrazioni.
Per le campagne elettorali intendiamo realizzare una piena applicazione
della legge attuale, che contiene le misure necessarie a garantire
la trasparenza. Queste misure devono però essere effettivamente
applicate e il loro rispetto dev’essere controllato: il che
sinora non si è mai fatto.
Interverremo anche sulle indennità dei parlamentari e delle
titlere autorità o cariche pubbliche (componenti di authorities,
enti pubblici, management di società a totale partecipazione
pubblica), con misure di riduzione e con tetti non valicabili.
Costituzione
L’attuale maggioranza di governo ha applicato
alle istituzioni una logica “proprietaria”. Proprio
in scadenza di legislatura il governo di Berlusconi ha inflitto
due gravi colpi al sistema costituzionale: il progetto di riforma
della legge elettorale e il disegno di riforma costituzionale.
Sono entrambi progetti elaborati senza alcun coinvolgimento dell’opposizione,
ma anzi contro di essa. La Costituzione e le istituzioni sono diventate
merce di scambio, usata per tenere insieme una coalizione politica
ormai priva di ogni collante ideale eprogetto politico.
Ci siamo opposti in Parlamento a questa riforma e chiederemo a
tutti i cittadini di pronunciarsi contro di essa mediante il referendum
costituzionale.
Ci impegniamo innanzitutto ad assicurare e rispettare la stabilità e
la supremazia dei valori fondamentali della Costituzione che sono
alla base di una democrazia rappresentativa che sia trasparente,
solidale, efficace, in grado di guardare al futuro.
Non proponiamo quindi una “grande riforma costituzionale”,
semplicemente perché non ce n’è bisogno, e
perché ogni modifica della Carta Fondamentale deve essere
frutto del coinvolgimento di tutte le parti politiche e sociali.
A questa tutela uniamo precise garanzie per il futuro, per evitare
che future maggioranze di governo realizzino riforme costituzionali
senza ottenere un ampio consenso in Parlamento e nella società.
Modificheremo il quorum previsto dall’art. 138 della Costituzione
elevando la maggioranza necessaria per l’approvazione, in
seconda lettura, di leggi di revisione costituzionale. Questo garantirà il
raggiungimento di un ampio consenso, evitando per il futuro riforme
costituzionali approvate a colpi di maggioranzaevitando ogni confronto
democratico.
L’introduzione in Costituzione della tutela dell’ambiente
può costituire una più solida base giuridica per
l’elaborazione di adeguate politiche in materia.
Debito dei Paesi in via di sviluppo
Le richieste degli Stati del sud del mondo, tendenti
a rafforzare il ruolo economico - sociale del sistema delle Nazioni
Unite, devono trovare interlocutori certi e determinati tra i Paesi
maggiormente industrializzati. Per questo proponiamo la costituzione
di un Consiglio di Sicurezza economico - sociale che fornisca i
necessari indirizzi a tutte le organizzazioni internazionali con
finalità economico - sociali.
Sulla base della legge 209/2000, ci impegniamo a promuovere e sostenere
processi equi e trasparenti per la riduzione e/o cancellazione
del debito estero dei Paesi in via di sviluppo.
Delega ambientale
Il governo di centrodestra, attraverso la legge
delega n. 308 del 15 dicembre 2004, ha riscritto unilateralmente,
buona parte della normativa ambientale, esautorando il Parlamento,
le regioni e le autonomie locali dei loro ruoli istituzionali.
L’approvazione dei decreti attuativi avrebbe un impatto particolarmente
negativo, tra l’titlero, nella realizzazione delle VIA e delle
VAS, sulla difesa del suolo, la tutela delle acque e la gestione
delle risorse idriche, sulla gestione dei rifiuti e delle bonifiche,
sulla tutela dell’aria e delle emissioni in atmosfera.
L’Unione si impegna ad elaborare tempestivamente le misure
necessarie per annullare i rischi e le storture posti dalla legge
delega ambientale del governo di centrodestra.
Democrazia sindacale
Noi pensiamo che sia necessario riprendere un confronto
sulla rappresentatività, sulla rappresentanza e sulla democrazia
sindacale. Le discussioni che abbiamo svolto su questo argomento
hanno chiarito l'esigenza di fornire un quadro legislativo di sostegno
al tema della rappresentatività, da concretizzare nel corso
della prossima legislatura.
La legge Bassanini ha già dimostrato la possibilità di
arrivare ad una importante sinergia tra azione sociale e azione
politica. A partire da questo risultato, i criteri della legge
possono essere utilmente estesi per disciplinare la materia anche
nei settori privati.
Sul complesso di queste materie l’Unione ritiene importante
il confronto con le posizioni espresse dalle organizzazioni sindacali
a partire dal positivo accordo raggiunto dalle organizzazioni sindacali
dei lavoratori metalmeccanici. In particolare, riteniamo un significativo
passo avanti, che può aprire la strada all’individuazione
di criteri generali per affrontare il problema della rappresentatività,
l'iniziativa dei sindacati di utilizzare entrambi i criteri - della
democrazia diretta e di mandato - che traggono origine dalla storia
dei modelli sindacali italiani del sindacato generale e del sindacato
associazione.
Inoltre, riconosciamo l'esigenza di consolidare l’importante
ruolo della contrattazione nazionale e di secondo livello e il
giusto ruolo della legislazione a sostegno della contrattazione.
Diritti civili per
le persone disabili
Noi crediamo che un fronte primario di difesa dei diritti umani
e civili sia costituito dalla lotta contro ogni forma di discriminazione
a carico delle persone con disabilità.
A questo proposito, riteniamo che l'Italia debba dare piena attuazione
ai principi di parità di trattamento e non discriminazione
dettati dall'Unione europea, ma anche recepire tempestivamente
le indicazioni della Convenzione ONU sulla "Promozione
e la tutela dei diritti e della dignità delle persone con
disabilità", tuttora in via di definizione.
Crediamo che in questo contesto debba essere riconosciuto dall'ordinamento
e concretamente difeso anche il diritto alla mobilità delle
persone disabili, attraverso il rifinanziamento della legge n.
13 del 1989 per l'eliminazione delle barriere architettoniche nelle
abitazioni private e il rilancio dei Piani regionali per l'accesso
collettivo alla mobilità urbana ed extraurbana.
Infine, pensiamo che debba essere data completa attuazione alla
legge n. 104 del 1992 anche per gli aspetti finora trascurati,
quali la promozione della ricerca scientifica sulle cause e le
cure della disabilità e l'adozione del "libretto del
disabile".
Diritti umani
Il tema della tutela dei diritti umani è ineludibile.
Proponiamo dunque la costituzione di un Consiglio per i diritti
umani, la cui composizione garantisca un potere di tutela efficace
ed il rispetto delle Convenzioni ONU vigenti in materia.
Diritto di voto per i migranti
dobbiamo introdurre il diritto di voto alle elezioni
amministrative dopo un congruo numero di anni di residenza, riformare
la legge sulla cittadinanza, legandola per i nuovi nati allo «ius
soli», riducendo il tempo necessario per l’acquisizione
e rendendo espliciti e ben definiti i requisiti per la naturalizzazione.
Dissesto idrogeologico
Gli obiettivi strategici delle nostre politiche
contro il rischio di dissesto idrogeologico sono una corretta politica
ordinaria delle gestione del territorio, l’affermazione di
una tutela integrata ed il rafforzamento della sua manutenzione
Le nostre politiche di contrasto al dissesto del territorio passano
attraverso l’identificazione delle “linee fondamentali
dell’assetto del territorio” previste dalla normativa
vigente e non attuate. Esse sono indispensabili per definire un
quadro unitario di riferimento per le politiche adottare a tutti
i livelli di governo del territorio e possono fungere titleresì come
linee guida per la “valutazione ambientale strategica” dei
piani e dei programmi.
Puntiamo inoltre a:
• dare avvio alle azioni organiche previste dai Piani di assetto idrogeologico,
rendendo operativi anche i programmi e gli titleri strumenti delle pianificazioni
di bacino;
• promuovere nuova occupazione con interventi di manutenzione idraulica
di carattere ordinario;
•
promuovere il recupero degli ecosistemi fluviali, anche garantendo
il deflusso minimo vitale dei corsi d’acqua e con interventi
di rinaturalizzazione e di tutela delle aste fluviali.
Dotazione di capitale per i giovani
La nostra idea è che al momento della nascita
lo Stato apra un conto individuale vincolato a favore del neonato
e lo alimenti con specifici contributi annui (integrabili anche
con donativi dei familiari) fino al diciottesimo anno di età.
Al compimento dei 18 anni, il giovane potrà utilizzare la
dotazione accumulata per finanziare periodi di studio o di formazione
professionale, avviamento di attività imprenditoriali.
La dotazione verrà successivamente restituita a tasso zero
in un arco temporale sufficientemente lungo (ovviamente gli eventuali
donativi dei familiari non vanno restituiti). Analoghi conti individuali
verranno istituiti per quanti al momento del varo della legge siano
in età compresa tra 0 e 17 anni.
Efficienza energetica
Le nostre proposte prevedono la diminuzione dei
consumi totali dei combustibili fossili (nel mix di combustibili
fossili favoriamo il ricorso al gas naturale meno inquinante) e
una diminuzione delle emissioni di gas serra da realizzarsi:
• nel settore elettrico, con aumento dell’efficienza negli usi finali
e nella produzione, con la generazione distribuita e la cogenerazione, e con
un forte sviluppo delle fonti rinnovabili;
• nei trasporti, riequilibrando le modalità a favore della ferrovia,
del cabotaggio e del trasporto collettivo, migliorando l’efficienza energetica
deimezzi di trasporto e incrementando l’uso dei biocarburanti e del gas
naturale attraverso un potenziamento della rete di distribuzione per l’autotrazione;
• nell’industria e nei servizi, incentivando l’innovazione
di processo e di prodotto per aumentare l’efficienza energetica;
• nel settore civile, migliorando gli standard energetici degli edifici,
i sistemi di riscaldamento e raffreddamento, l’efficienza energetica
degli elettrodomestici e dell’illuminazione.
In particolare, riteniamo possibile aumentare significativamente
l’efficienza energetica complessiva con misure che avrebbero
anche positive ricadute occupazionali: le indicazioni europee segnalano
un possibile margine di risparmio per l'Italia pari ad almeno il
20% degli attuali consumi energetici, recuperabile attraverso investimenti
in tecnologie per il risparmio energetico, remunerativi sul medio
periodo. A tal fine crediamo necessario favorire la diffusione
dell’iniziativa delle ESCO (compagnie per il risparmio energetico)
per l’accesso al credito bancario, attraverso un fondo di
rotazione e strumenti di finanziamento tramite terzi.
Nucleare
Una ripresa del programma nucleare in Italia oggi non è proponibile.
Circa l'energia nucleare, il nostro impegno per la riduzione del
rischio è orientato a produrre:
• azioni di messa in sicurezza del combustibile e delle scorie esistenti
in Italia;
• la partecipazione in sede internazionale alla ricerca sul nucleare sicuro.
Nuove fonti rinnovabili
Quanto alle “nuove fonti rinnovabili” (eolico, biomasse,
fotovoltaico, solare a concentrazione, solare termico, idroelettrico
di piccola taglia, geotermia), vogliamo nell’arco della legislatura
siano almeno raddoppiate, in modo da giungere al 2011 al 25% di
produzione elettrica da rinnovabili. A tal fine, applicando correttamente
le direttive comunitarie e utilizzando le migliori esperienze europee,
si potrà rivedere il sistema d’incentivazione delle
fonti rinnovabili e favorire il passaggio dai certificati verdi
a tariffe certe, incentivanti per un numero definito di anni, differenziate
per le diverse fonti.
Nuova politica economica
L’ambiente e il territorio non sono solo ‘condizioni
di compatibilità’ per la crescita economica: sono
fattori di sviluppo. E questo vale in modo particolare
di straordinario valore.
Noi crediamo che il rilancio economico del nostro paese è legato
alla capacità di valorizzare le grandi qualità culturali
e ambientali dei territori, di sostenere le loro vocazioni produttive
espresse in tanti aspetti del made in Italy, innestandovi
le innovazioni necessarie per reggere la competitività globale.
Il successo delle nostre politiche economiche si misurerà dalla
capacità di perseguire congiuntamente questi obiettivi:
• la difesa e la promozione dei beni comuni ambientali indispensabili
alla vita e allo sviluppo;
• l’uso efficiente delle risorse del territorio; la modernizzazione
dei sistemi produttivi specie di piccole imprese anch’essi a forte caratterizzazione
territoriale;
• la creazione di infrastrutture e di sistemi di mobilità in grado
di migliorare la qualità dei territori e delle città.
Election day
È necessario procedere alla razionalizzazione
delle scadenze elettorali, attraverso l'accorpamento delle elezioni
politiche e amministrative ravvicinate. Questa soluzione, oltre
a far conseguire risparmi non trascurabili, avrebbe anche l'effetto
di ridurre l'incentivo all'astensionismo rappresentato dal fatto
che troppo spesso i cittadini si vedono chiamati alle urne a breve
distanza dalle ultime consultazioni, evitando anche che l'azione
di governo ai vari livelli sia condizionata negativamente da una
campagna elettorale continua.
Elettrosmog
Si rende necessario ritornare ai principi della
legge quadro sull'elettrosmog approvata dal governo di centrosinistra,
applicando il principio di precauzione e modificando radicalmente
i decreti attuativi varati dalla maggioranza di centrodestra.
Falso in bilancio
La riforma del diritto societario varata dal centrodestra ha aumentato
lo scalino normativo tra società quotate e società quotabili.
Ma soprattutto con la depenalizzazione di fatto del falso in bilancio
ha abbassato il livello di legalità entro il quale sono
obbligate ad operare le grandi imprese. Al contrario, noi crediamo
nella necessità di:
• ridurre gli scalini normativi e abbassare i costi societari per accedere
alla quotazione;
• ritornare al falso in bilancio come reato di pericolo, abrogando la
disciplina introdotta nel 2002 dalla riforma del diritto societario del governo
Berlusconi;
•
incidere sulle forme di “chiusura proprietaria” come
gruppi piramidali, accordi e patti di sindacato.
Fisco
La lotta all’evasione, all'elusione e all'erosione
sarà la nostra priorità di politica fiscale perché essa è condizione
di equità e di efficienza del sistema.
La prima condizione per fare la lotta all’evasione è porre
fine per sempre alla pratica dei condoni di qualsiasi natura e
restituire strumenti, autonomia e risorse alle Agenzie fiscali.
Una attiva lotta all’evasione richiederà anche una
forte cooperazione tra Stati sia in termini di coordinamento legislativo
che di collaborazione tra amministrazioni: in questo settore dovrà essere
quindi rafforzata la cooperazione europea ed internazionale. In
questi anni si è realizzato un drammatico impoverimento
del potere d’acquisto dei redditi medio-bassi. Ma è anche
stato riconosciuto un vantaggio fiscale alla rendita piuttosto
che ai redditi prodotti dalle imprese. Dobbiamo invertire questa
situazione attraverso una politica fiscale che realizzi:
• il sostegno alle responsabilità familiari attraverso la riforma
degli assegni al nucleo familiare con una correlata revisione dell’IRPEF,
ispirata al recupero di una maggiore progressività fortemente ridotta
dalle riforme del centrodestra; a tal fine, si dovrà mettere in atto
il principio della universalità del diritto di ricevere contributi alle
responsabilità familiari, anche se in modo selettivo rispetto al reddito
e alle condizioni economiche. Attualmente questo diritto è riconosciuto
solamente ai lavoratori dipendenti.
Al posto degli attuali assegni e delle attuali deduzioni sarà organizzato
un unico trasferimento condizionato dalla situazione economica
familiare;
• la restituzione del fiscal drag;
• la uniformità del sistema di tassazione delle rendite finanziarie
a un livello intermedio tra l’attuale tassazione degli interessi sui
depositi bancari e quella sulle titlere attività finanziarie, con l’esclusione
dei redditi di piccoli patrimoni, in coordinamento con l’imposizione
societaria e la tassazione di dividendi e plusvalenze azionarie;
• la riforma del catasto in modo da rendere coerenti i valori e le rendite
con i valori di mercato dei cespiti immobiliari e la contestuale revisione
delle aliquote al fine di non inasprire il prelievo complessivo, soprattutto
sulla prima casa;
• il ripristino della tassa di successione per i grandi patrimoni.
Flussi di ingresso per i migranti
La programmazione dei flussi d’ingresso per
lavoro a vocazione stabile deve essere flessibile, su base triennale,
integrabile annualmente in seguito a verifica degli andamenti e
rapportata alla retitleà del fenomeno per come si è registrato
nel tempo.
Dobbiamo basarla sul confronto con le parti sociali e i diversi
livelli istituzionali, e accompagnarla con le misure necessarie
per l’adeguamento dei sistemi di welfare e dei contesti
abitativi locali. Tale programmazione deve essere discussa in un’apposita
sessione parlamentare.
Possiamo aumentare flessibilità di questa programmazione
tramite:
• lo scorporo dalla programmazione triennale di alcune categorie di lavoratori:
collaboratori domestici e di cura, per i quali si può ipotizzare un
canale continuativo d’ingresso su domanda; lavoratori stagionali, per
i quali può essere ampliata la possibilità di permessi di soggiorno
pluriennali;
• una politica attiva di attrazione di studenti immigrati e professionalità specifiche
di titlea qualificazione, grazie a pacchetti di sostegno che non si limitino
alla concessione del permesso di soggiorno.
Dobbiamo assolutamente superare la situazione attuale per cui,
per il singolo soggetto straniero, è facilissimo passare
da una posizione regolare a una irregolare, mentre è praticamente
impossibile il percorso inverso. Per questo dobbiamo assolutamente
semplificare i meccanismi d’ingresso e stabilizzazione tramite:
• l’introduzione del permesso annuale per ricerca di lavoro, da
rilasciare in seguito a prestazione di precise garanzie economiche;
• la reintroduzione della figura dello sponsor, privato, imprenditoriale
o istituzionale;
• l’istituzione di un meccanismo di regolarizzazione permanente ad
personam per lo straniero in possesso di determinati requisiti;
• la previsione di norme che regolino la possibilità di convertire
permessi brevi in permessi di lavoro.
Giustizia
Dobbiamo rimuovere tutti gli aspetti del nuovo
ordinamento in stridente contrasto con i principi costituzionali
e, dove necessario, intervenire con provvedimenti di sospensione
dell’efficacia di quelle norme della legge delega che potrebbero
ledere ilprincipio di unità, uguaglianza e parità di
trattamento, e rendere impossibile successivamente un nuovo e diverso
riordino della magistratura.
Dobbiamo improntare il nuovo ordinamento giudiziario a criteri
di osservanza del principio di autonomia ed indipendenza della
magistratura, che siano nel contempo funzionali a rendere più efficiente
ed efficace il compito del magistrato.
Vogliamo garantire una giustizia, uguale per tutti, che non arrivi
tardi.
La giustizia italiana è afflitta da un inaccettabile ritardo
nella risposta del sistema giudiziario alla domanda dei cittadini.
Per ottenere una “ragionevole durata” del processo
dobbiamo prevedere nuove risorse di uomini e mezzi, oggi carenti
per interessata incuria del governo di centrodestra.
Dobbiamo evitare ogni contrapposizione fra diritti e tempo per
realizzarli: l’efficienza non può mai andare a detrimento
delle garanzie.
I nostri primi obiettivi saranno quindi:
• certezza e stabilità delle norme processuali;
• adozione di provvedimenti legislativi, regolamentari e disciplinari,
costituenti un vero e proprio “pacchetto durata” che scongiuri
lungaggini e tempi morti;
• utilizzo nel sistema notificatorio di ogni strumento idoneo ad assicurare
certezza e rapidità.
Ci impegniamo a garantire il rigoroso rispetto della inviolabilità della
libertà personale.
I primi obiettivi in questo ambito saranno:
• privilegiare misure titleernative alla carcerazione, ma parimenti efficaci,
ricorrendo sempre più spesso all’istituto dell’interdizione
(con aumento del limite temporale);
• prevedere l’audizione dell’indagato prima dell’adozione
della misura cautelare, salvo specifiche e motivate ragioni ostative;
• ampliare le prerogative della difesa in sede di riesame, consentendo
di richiedere un differimento dell’interrogatorio di garanzia e del riesame
della decisione per predisporre la difesa.
Oltre ad assicurare una durata ragionevole dei processi, occorre
specificamente garantire alle vittime dei reati una adeguata tutela.
Per questo intendiamo:
- affiancare al principio dell’obbligatorietà dell’azione
penale l’adozione di idonee cautele patrimoniali per
assicurare il risarcimento del danno
- condizionare l’accesso al patteggiamento per specifici
reati di particolare rilevanza sociale (ad. es. infortuni sul
lavoro, incidenti stradali, colpe professionali, reati patrimoniali
• di frode • in danno di soggetti deboli, violazione
degli obblighi di assistenza familiare, etc.) all’intervenuto
risarcimento del danno , alla dimostrazione della disponibilità di
idonea garanzia assicurativa o all’effettiva impossibilità di
risarcire il danno e/o di attenuare le conseguenze dannose
del fatto.
Obiettivo primario della prossima legislatura è l’approvazione
di un nuovo codice penale.
A questo deve associarsi un provvedimento di clemenza e la contestuale
modifica della norma costituzionale (art. 79 Cost.) relativa al
quorum necessario per la concessione di amnistia ed indulto.
Dovrà essere eliminato qualsiasi riferimento alla pena di
morte dal nostro ordinamento.
Kyoto
Noi crediamo che il Protocollo di Kyoto rappresenti
un’opportunità per l’innovazione delle politiche
energetiche e per una riduzione della dipendenza dall’importazione
di combustibili fossili. Proponiamo dunque che il Protocollo di
Kyoto venga immediatamente attuato, valorizzando le sue ricadute
positive nel nostro Paese con misure interne che consentano di
raggiungere almeno l’80% degli obblighi di riduzione, e facendo
ricorso, per la parte restante, agli interventi di cooperazione
internazionale previsti dal Protocollo stesso.
Incapienti
Vogliamo sostituire le attuali deduzioni da lavoro
Irpef, di cui non usufruiscono coloro che hanno un reddito inferiore
al minimo imponibile, con una detrazione da lavoro rimborsabile,
di cui possano usufruire come trasferimento monetario su base mensile
coloro che hanno redditi inferiori al minimo (i cosiddetti incapienti).
Il sostegno avrà carattere di selettività, rivolgendosi
essenzialmente ai lavoratori con redditi medi e soprattutto a quelli
con redditi bassi e precari (in particolare, ma non solo, giovani
all’inizio della vita lavorativa e donne con rapporti di
lavoro discontinui). La detrazione sarà inoltre strutturata
in modo da sostenere i redditi in forme incentivanti il lavoro
e l’emersione.
Infrastrutture
L’unione si impegna a individuare, sulla
base delle risorse finanziarie disponibili, gli interventi infrastrutturali
da realizzare prioritariamente, in coerenza con il "Piano
generale dei trasporti", con il coinvolgimento attivo degli
enti territoriali.
L’individuazione delle priorità infrastrutturali deve
a sua volta avvenire alla luce delle risultanze della valutazione
ambientale strategica (VAS), dell’esame del rapporto costo•beneficio
di ogni intervento e delle sua coerenza con gli obiettivi generali
e di sistema da perseguire, a partire dal riequilibrio modale.
Iraq
Consideriamo la guerra in Iraq e l'occupazione
un grave errore.
Dobbiamo dare un forte segnale di discontinuità sia al popolo
iracheno sia alla comunità internazionale, anche per affermare
il valore del multilateralismo come metodo per la soluzione concordata
dei conflitti e per rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite, restituendo
loro autorevolezza.
In coerenza con il principio del multilateralismo, riteniamo necessaria
la internazionalizzazione della gestione della crisi irachena,
con una netta ed evidente inversione di rotta da realizzarsi con
la presenza di una autorità internazionale (ONU) che superi
la presenza militare e che affianchi il governo iracheno nella
gestione dellasicurezza, del processo di transizione democratica
e della ricostruzione.
Se vinceremo le elezioni, immediatamente proporremo al Parlamento
italiano il conseguente rientro dei nostri soldati nei tempi tecnici
necessari, definendone, anche in consultazione con le autorità irachene,
al governo dopo le elezioni legislative del dicembre 2005,
le modalità affinché le condizioni di sicurezza
siano garantite. Il rientro andrà accompagnato da una forte
iniziativa politica in modo da sostenere nel migliore dei modi
la transizione democratica dell’Iraq, per contribuire ad
indicare una via d’uscita che consenta all’Iraq di
approdare ad una piena stabilità democratica, e a consegnare
agli iracheni la piena sovranità sul loro Paese.
Israele - Palestina
Una convinta politica di sicurezza deve dispiegarsi
rafforzando l’iniziativa della UE, nel Mediterraneo e nel
Medio Oriente, per sviluppare cooperazione politica, economica,
sociale e culturale, per la promozione della democrazia e dei diritti
umani, per la soluzione di tutti i conflitti aperti, nel pieno
rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite, offrendo maggiori
opportunità di cooperazione e di integrazione regionale.
In particolare, l’Europa deve assumere con rinnovato vigore
l’iniziativa per la soluzione del conflitto israelo•palestinese
sulla base del principio “due popoli, due Stati”.
Lager nazisti
Proponiamo il riconoscimento, da parte della Repubblica
italiana, a titolo di risarcimento soprattutto morale, del sacrificio
dei propri cittadini deportati ed internati nei lager nazisti nell’ultimo
conflitto mondiale (gli schiavi di Hitler).
Lavoro flessibile e a tempo parziale
Per noi la forma normale di occupazione è il
lavoro a tempo indeterminato, perché riteniamo che tutte
le persone devono potersi costruirsi una prospettiva di vita e
di lavoro serena. In tal senso, crediamo che il lavoro flessibile
non possa costare meno di quello stabile e che tutte le tipologie
contrattuali a termine debbano essere motivate sulla base di un
oggettivo carattere temporaneo delle prestazioni richieste e che
non debbano superare una soglia dell’occupazione complessiva
dell’impresa.
Proponiamo che le tipologie di lavoro flessibile siano numericamente
contenute e cancellate quelle più precarizzanti: ad esempio
il job on call, lo staff leasing e il contratto
di inserimento.
Per quanto riguarda il lavoro a progetto, che vogliamo sottoposto
alle regole dei diritti definite dalla contrattazione collettiva,
puntiamo ad eliminarne l’utilizzo distorto, tenendo conto
dei livelli contrattuali delle categorie di riferimento e con una
graduale armonizzazione dei contributi sociali. In particolare,
occorre garantire una relazione tra versamenti e prestazioni e
prevedere che l’innalzamento dei contributi non sia totalmente
a carico di questi lavoratori.
Proponiamo la reintroduzione del credito di imposta a favore delle
imprese che assumono a tempo indeterminato.
Ci impegniamo ad adottare iniziative di carattere legislativo per
rendere certi i percorsi di stabilizzazione del lavoro e per monitorare
la formazione professionale al fine di scongiurare abusi e distorsioni
nell'attuazione degli istituti contrattuali.
Lavoro nero
Ci appare indispensabile combattere a fondo, con
misure preventive e repressive, la piaga del lavoro nero, anche
con studi di settore e appositi indici di congruità. Il
lavoro nero e irregolare, oltre a rappresentare una grave lesione
dei diritti del lavoro, è anche causa di concorrenza sleale
e di evasione fiscale e contributiva.
Queste politiche di promozione della buona occupazione e di estensione
dei diritti devono riguardare anche i lavoratori immigrati. A questo
proposito, noi seguiamo una impostazione diametralmente opposta
a quella repressiva ed incostituzionale della legge Bossi - Fini.
Vogliamo superare l’approccio restrittivo al problema dell’immigrazione.
Analogamente, per contrastare la tendenza al lavoro nero, riteniamo
che occorra garantire il permesso di soggiorno a ogni immigrato
che denunci la propria condizione di lavoro irregolare.
Legge 30
Noi siamo contrari ai contenuti della legge n.
30 e dei decreti legislativi n. 276 e 368 che moltiplicano le tipologie
precarizzanti.
Sosteniamo politiche del lavoro dirette a promuovere la piena e
buona occupazione e a ridurre il tasso di precarietà, incentivando
la stabilità e la tutela del lavoro discontinuo.
Oltre al superamento della legge "Maroni", noi puntiamo:
• all'estensione a tutti i lavoratori delle tutele e dei diritti di base
(maternità, paternità, malattia, infortunio, diritti sindacali,
accesso al credito, etc.);
• all'aumento delle opportunità di crescita professionale, attraverso
il diritto alla formazione permanente;
• alla garanzia e al sostegno non solo del reddito attuale, ma anche dei
trattamenti pensionistici futuri, con strumenti quali: la totalizzazione di
tutti i contributi versati, anche in regimi pensionistici diversi, e la copertura
figurativa per i periodi di non lavoro.
Vogliamo inoltre estendere le tutele anche nel mercato del lavoro
riformando gli ammortizzatori sociali, potenziando i servizi pubblici
all’impiego e la formazione professionale sul territorio,
innovando e allargando le politiche attive di sostegno all’occupazione
e per la formazione lungo tutto l’arco della vita.
Legge 194
La difesa della legge 194 rappresenta un punto
fermo nell'azione di governo dell'Unione.
Legge obiettivo
Proponiamo di modificare profondamente la "legge
obiettivo", per rafforzare il ruolo degli enti territoriali,
per rendere generalizzato e inderogabile il ricorso alla valutazione
di impatto ambientale, per potenziare le capacità di controllo,
monitoraggio e di vigilanza complessiva sul ruolo e sull’operato
dell’istituto del "General contractor",
cioè della figura introdotta dalla "legge obiettivo" come
esecutore generale dell'opera.
In generale, proponiamo di riordinare la legislazione sui lavori
pubblici in un unico corpo normativo, che recepisca le direttive
comunitarie e assicuri una disciplina omogenea delle leggi regionali.
Obiettivi fondamentali sono per noi: la centralità e la
qualità del progetto, la trasparenza delle procedure, il
rispetto della legalità, la leale concorrenza e l’accelerazione
dei tempi di realizzazione dei lavori. In questo contesto, la consultazione,
la partecipazione e l'informazione a livello locale verranno garantite
anche attraverso il finanziamento del programma Agenda 21.
Legge quadro sul territorio
Proponiamo di varare una nuova legge quadro per
il governo del territorio che operi secondi i seguenti criteri:
• evitare il consumo di nuovo territorio senza aver prima verificato tutte
le possibilità di recupero, di riutilizzo e di sostituzione;
• realizzare una gestione integrata che tenga conto della biodiversità,
della qualità ambientale, culturale e paesistica, del ruolo multifunzionale
dell’agricoltura e insieme della qualità sociale e urbana;
•
promuovere l’efficienza energetica e dell’uso delle
risorse idriche e la logistica e i sistemi per la mobilità sostenibile
e della prevenzione dei rischi del dissesto idrogeologico, di quelli
naturali e tecnologici.
Legge sul diritto di asilo
Approveremo senza ulteriori ritardi una legge organica
di attuazione dell’articolo 10 della Costituzione che permetta
di dare reale protezione ai rifugiati e di rispettare interamente
i diritti dei richiedenti asilo.
Liberalizzazioni
Liberalizzare ha senso se significa contrastare
la rendita e aumentare l'efficienza del sistema economico. A tal
fine, uno sforzo si impone da parte delle imprese e dello Stato
ad intervenire nei settori nei quali si annidano rendite improprie
e inefficienze.
Per noi liberalizzare significa contrastare rendite monopolistiche
e corporative, migliorare qualità e prezzo per il consumatore,
garantire fondamentali clausole sociali per gli operatori, promuovere
investimenti e crescita industriale.
Nei servizi a rete (energia, trasporti) la proprietà delle
reti deve rimanere pubblica.
Libertà di culto
La normativa generale sulla libertà religiosa
(Disegno di legge governativo del 3 luglio 1997) è la premessa
essenziale per il riconoscimento di facoltà e diritti, a
partire da quello di culto, e per il rispetto di stili di vita
e riti, forme di relazione e consuetudini di titlera origine e cultura,
quando non contrastino con l’ordinamento Italiano.
Lotta alla criminalità organizzata
La nostra azione di Governo si propone anzitutto
di:
• recidere il patto scellerato criminalità organizzata - politica
- impresa, perseguendo senza esitazioni contiguità e collusioni con
il sistema mafioso;
• prevedere idonei strumenti per spezzare l’accordo corruttivo tra
privati e pubblici poteri;
• rafforzare ed incentivare la presenza dello Stato sul territorio, sia
sul lato delleforze dell’ordine che su quello degli operatori di giustizia;
• riordinare in un testo unico il complesso della legislazione antimafia;
• affiancare all’intervento repressivo un complesso adeguato di
politiche sociali;
• valorizzare il sequestro e la successiva confisca irrevocabile dei patrimoni
mafiosi;
• promuovere la concreta applicazione della normativa sull’uso sociale
dei beni confiscati alle mafie, istituendo un’Agenzia nazionale che garantisca
la celere destinazione e gestione dei beni;
• diffondere nelle scuole di ogni ordine e grado programmi ed attività con
cui rafforzare tra i giovani la cultura della legalità costituzionale.
Mare
Con i suoi 130.000 chilometri quadrati di mare
e 8.000 chilometri di coste, l'Italia possiede un ricchissimo ecosistema
naturale e culturale, assolutamente identitario per il nostro Paese,
che offre anche un immenso valore economico•turistico.
In questi ultimi cinque anni sono state soppresse o indebolite
le strutture amministrative, tecniche e scientifiche che si dedicavano
alla tutela del mare e le e sanatorie edilizie del Governo hanno
rilanciato un abusivismo costiero.
Per contrastare questo impoverimento del patrimonio naturalistico
marittimo e costiero, proponiamo di:
• rilanciare il Piano per la tutela e salvaguardia del mare e delle coste,
e sviluppare la tutela degli ecosistemi di pregio a partire dalle Aree Marine
Protette;
• adottare adeguate garanzie di sicurezza ambientale nel trasporto marittimo
di sostanze pericolose (doppio scafo, sistema VTS per il controllo del traffico
marittimo, rotte prestabilite, linee di separazione dei traffici, impianti
di raccolta a terra delle acque nere e di zavorra, ecc.), vietando titleresì lo
smtitleimento in mare di navi e di piattaforme estrattive esaurite;
•
adottare misure di incentivazione della piccola pesca, selettiva
e a minore impatto, e dei relativi distretti, con le connesse attività di
promozione anche culturale (pesca, turismo), per la conversione
dell’intero comparto con l’obiettivo della riduzione
dello sforzo complessivo di pesca.
Mezzogiorno
Il Mezzogiorno è una grande opportunità da
valorizzare per l’intera Italia.
È per questo che le politiche per la coesione territoriale sono parte
a pieno titolo della strategia di crescita economica e civile e sociale, di
una visione d’insieme del futuro dell’Italia, centrata sul lavoro
e sul suo valore.
Tre sono per questo le scelte di fondo dell’Unione:
• puntare più sul rafforzamento dei beni collettivi, disponibili
per tutti, che su trasferimenti ai singoli;
• puntare più su azioni che cambino strutturalmente le condizioni
sociali, ambientali, produttive che su azioni che compensino le difficoltà;
• puntare su investimenti nel Mezzogiorno che, per quantità e qualità riducano,
nel lungo periodo, la necessità di trasferimenti statali.
In particolare crediamo che sia necessario - rivendendo radicalmente
le logiche della Legge Obiettivo • intervenire sulle strutture
portuali, ma anche sulle strategie integrate per lo sviluppo di
servizi, logistica e aree retroportuali attrezzate per operazioni
di assemblaggio.
Inoltre, crediamo che i porti debbano essere collegati fra loro
e con le reti ferroviarie.
A tal fine, massima accelerazione sarà data al progetto
comunitario delle Autostrade del Mare, tanto nel Tirreno quanto
in Adriatico, e ad una politica nazionale - sul modello del progetto
comunitario Marco Polo- che preveda premi all’avvio di nuovi
servizi di trasporto intermodali e marittimi.
In questo quadro, riteniamo inutile e velleitario il progetto del
Ponte sullo Stretto: per il suo rilevantissimo costo, che annullerebbe
la possibilità di titlere opere, e per il suo impatto economico
assai limitato, per la Sicilia e la Calabria, rispetto al potenziamento
dell’accessibilità marittima e aerea.
Il Governo dell’Unione metterà in atto un’azione
di contrasto alla criminalità organizzata non difensiva
ed episodica, ma forte e costante, anche attraverso un coordinamento
assai maggiore delleforze di polizia. E un più forte contrasto
sarà posto alle forme di criminalità internazionale
che attraversano e permeano il Mezzogiorno, dal traffico internazionale
di droga alla tratta di esseri umani, che dà luogo a inaccettabili
forme di schiavitù. Sarà evitato il rischio che il
Mezzogiorno si trasformi in una zona franca delMediterraneo a forte
controllo criminale.
L’aumento del tasso di occupazione nel Mezzogiorno, complessivo,
ma in particolare giovanile e femminile, è la strada maestra
per ridurne la disgregazione sociale, per dare nuove chances di
vita ai suoi cittadini, per ridurre il peso dei necessari trasferimenti
a carico della collettività nazionale.
Metteremo progressivamente in atto una politica di restauro e valorizzazione
del territorio e del paesaggio nel Mezzogiorno. Si interverrà in
primo luogo sulle grandi emergenze: i siti inquinati e da bonificare,
il territorio soggetto alle più gravi devastazioni, le emergenze
dell’abusivismo, attraverso bonifiche, riqualificazioni,
abbattimenti. In tempi brevi il Governo dell’Unione realizzerà unaserie
di interventi di grande rilevanza ed impatto. Assieme agli interventi
di emergenza, saranno sostenute le politiche di Regioni ed Enti
Locali volte a riqualificare questi territori, a partire dalla
messa in sicurezza dal rischio sismico e dalla realizzazione ocompletamento
delle reti fognarie e impianti di depurazione.
Saranno intensificate le politiche di valorizzazione economica,
in maniera ambientalmente sostenibile, delle aree protette, che
ormai coprono una percentuale significativa del territorio del
Mezzogiorno
Ministro degli Esteri europeo
In sintonia e in parallelo con il rilancio del
processo costituzionale europeo, sosteniamo con forza l’immediata
istituzione della figura del Ministro degli Esteri europeo e l’abolizione
del diritto di veto nazionale nelle procedure decisionali di politica
estera in seno al Consiglio europeo e, ove ciò non fosse,
nell’ambito di una cooperazione rafforzata.
Anche nelle istituzioni internazionali l’Europa dovrebbe
parlare con una voce sola.
Nella stessa direzione va la proposta di un seggio comune europeo
nel Consiglio di Sicurezza, anche al fine di incentivare una riforma
democratica complessiva dell’ONU.
Montagna
Nell'ambito del governo del territorio, un'attenzione
particolare intendiamo riservare alla Montagna.
La montagna comprende il 54% del territorio italiano e in area
montana risiedono 11 milioni di abitanti.
Noi intendiamo perciò avviare una politica nazionale per
la montagna coerente e innovativa, capace di valorizzarne le potenzialità economiche,
fondata sui principi della sua specificità territoriale,
della coesione economica, dello sviluppo sostenibile e della sussidiarietà.
Si dovrà prevedere che la Comunità montana sia l’unico
strumento associativo dei Comuni montani rivedendone, nel contempo,
anche i meccanismi elettivi e di rappresentanza.
Proponiamo inoltre l’istituzione di un fondo perequativo
che faccia fronte ai sovracosti strutturali permanenti tipici dei
territori montani e l’individuazione meccanismi automatici
di alimentazione del Fondo Nazionale per la Montagna.
Ci impegniamo a ratificare i Protocolli alla Convenzione delle
Alpi, valido strumento per coniugare in modo armonico la tutela
degli interessi economici e la cooperazione transfrontaliera con
le esigenze di conservazione dell’ecosistema.
Ci impegniamo infine a rilanciare il progetto Appennino Parco d’Europa
attraverso un patto tra Comunità montane e Parchi per la
qualificazione dell’ambiente appenninico, attraverso la promozione
di nuove modalità organizzative del territorio, attuando
un piano di sviluppo delle potenzialità della dorsale appenninica
integrato e funzionale.
ONU
L’Italia appartiene storicamente a un ristretto
numero di Paesi che ritiene proprio interesse permanente il rafforzamento
dell’autonomia delle Nazioni Unite.
Poiché l’Onu non può che essere ed esprimere
la volontà degli Stati nell’ambito di strutture e
procedure che essi costruiscono e interpretano, alle sue inadeguatezze
si può porre rimedio con una riforma dell'organizzazione.
Crediamo che si debbano rafforzare le aggregazioni regionali in
una logica multipolare e, di conseguenza, la loro rappresentatività nel
Consiglio di Sicurezza. Proponiamo quindi l'istituzione di un seggio
comune europeo nel Consiglio di Sicurezza, anticipandolo nell’immediato
con un coordinamento stringente dell’azione dei Paesi UE
nel Consiglio di Sicurezza. In questo quadro si pone anche l’impegno
dell’ “Unione” per limitare e attenuare il potere
di veto, nella prospettiva della sua eliminazione.
Possiamo rispondere alle esigenze di un numero vasto di membri
estendendo la nostra posizione riformatrice oltre i confini del
Consiglio di Sicurezza, continuando a favorire la coesione tra
piccole e medie potenze, obiettivo di tutti coloro che vogliono
contrastare quei membri permanenti che preferiscono un’organizzazione
soggetta alla loro volontà e, in ultima analisi, più debole.
Pensioni
Noi crediamo necessario intervenire con misure
migliorative e di razionalizzazione dell'esistente. In particolare
puntiamo a:
• eliminare l’inaccettabile “gradino” e la riduzione
del numero delle finestre che innalzano bruscamente e in modo del tutto iniquo
l’età pensionabile, come prevede per il 2008 la legge approvata
dalla maggioranza di centrodestra;
• affrontare il fenomeno dell'evasione contributiva con opportuni strumenti
di controllo e accertamento, compreso un aumento di organico degli ispettori
del lavoro del Ministero e degli enti, dai quali verrebbe anche un consistente
aiuto per la lotta al sommerso;
• per compensare la tendenza al ribasso dei trattamenti pensionistici,
intervenire sull’adeguamento delle pensioni al costo della vita e approntare
misure efficaci che accompagnino verso un graduale e volontario innalzamento
dell'età media di pensionamento.
In particolare, occorre fare leva su meccanismi di contribuzione
figurativa, a cui abbinare incentivi per le imprese che mantengano
nel posto di lavoro le persone sopra i cinquant’anni.
In funzione di un rafforzamento della pensioni più basse,
crediamo che debba essere riconsiderato il sistema di indicizzazione
delle pensioni. Tale revisione, per rispettare l’equilibrio
finanziario del sistema, deve essere indirizzata verso le fasce
inferiori dei trattamenti pensionistici a partire dai minimi e
dalle soglie più elevate di età. In questo ambito
va anche previsto l’aumento degli assegni sociali e dei trattamenti
di invalidità civile più bassi.
I fondi dei lavoratori autonomi, che registrano da alcuni anni
disavanzi crescenti, sono un titlero punto su cui è ipotizzabile
qualche intervento.
Per il comparto degli autonomi, con il sistema contributivo a regime,
esiste però anche un problema di adeguatezza delle pensioni.
Il fenomeno è particolarmente grave per tutte le forme
di lavoro intermittente, in particolare per quelle che sono regolate
in forma simile al lavoro autonomo, per le quali riteniamo che
andrebbe previsto un doppio intervento: da un lato il progressivo
innalzamento dei contributi previdenziali e dall’titlero a
carico della fiscalità generale.
Una soluzione di respiro più ampio al problema della adeguatezza
delle pensioni dei lavoratori con carriere intermittenti potrebbe
prevedere l’erogazione di una “quota fissa di pensione”,
finanziata per via fiscale, da aggiungere alla parte funzionante
con il sistema contributivo.
Tra le misure di carattere redistributivo, può rientrare
anche una revisione dei criteri di attribuzione e di calcolo dell’assegno
sociale, che consenta sia di abbattere una quota maggiore di pensione
a calcolo nella definizione del reddito del beneficiario, sia di
cumulare una percentuale maggiore dello stesso assegno sociale.
Sarà necessario considerare attentamente le modalità di
copertura finanziaria delle misure stesse per non aggravare l’evoluzione
del debito pubblico in rapporto al Pil.
In questo ambito si darà vita la confronto con le parti
sociali al fine di fare la verifica sul funzionamento della riforma
Dini, così come era previsto che avvenisse nel 2005, verifica
disattesa dal governo Berlusconi.
Permessi di soggiorno
L’attuale disciplina delle pratiche di soggiorno
perpetua il senso di precarietà:
stranieri che risiedono in Italia da decenni continuano ad essere
trattati dall’amministrazione italiana come persone appena
arrivate.
I frequenti rinnovi dei permessi di soggiorno di breve durata producono
conseguenze sulle strategie d’inserimento degli immigrati,
e paralizzano i nostri uffici sottraendoli alle funzioni investigative
e all’attività di controllo del territorio.
Dobbiamo semplificare la materia:
• eliminando il “contratto di soggiorno”;
• introducendo permessi di soggiorno di durata più ragionevole
e crescente ad ogni rinnovo;
• garantendo tempi certi per le pratiche;
• trasferendo la competenza per le pratiche di rinnovo dei permessi agli
enti locali;
• potenziando gli sportelli di orientamento e consulenza legale già istituiti
da numerose amministrazioni locali;
•
semplificando e velocizzando l’acquisizione della carta di
soggiorno, da rilasciare - senza vincoli riferiti a requisiti di
reddito e abitativi - dopo un periodo di tempo, inferiore all’attuale,
durante il quale la persona immigrata è posta in condizione
di accedere all’apprendimento della lingua italiana attraverso
adeguate opportunità concesse dalla scuola pubblica.
Piccole attività commerciali
Noi crediamo che lo Stato debba promuovere politiche
orientate a:
• tutelare la permanenza nei centri urbani delle piccole attività commerciali
e artigianali (esercizi di vicinato), anche in funzione di tutela della vivibilità e
della sicurezza delle città;
•
valorizzare la funzione sociale della piccola e piccolissima distribuzione,
garantendo soprattutto in alcuni casi (piccoli paesi, periferie
urbane) lapossibilità di accesso agli acquisti anche a coloro
che, come gli anziani o i disabili, non sono nelle condizioni di
approvvigionarsi nei grandi magazzini.
Pil ambientale
Concordiamo sulla necessità di ampliare
il sistema degli indicatori di economici in modo da tenere conto
anche di parametri fondamentali per misurare la qualità della
vita e dell’ambiente, attraverso l'adozione dell'Indice
di Sviluppo Umano (HDI nell'acronimo inglese), che alla
misurazione della crescita economica (attraverso il PIL) affianca
la valutazione del livello delle prestazioni sanitarie (attraverso
la speranza di vita alla nascita) e del livello d’istruzione
(in termini di alfabetizzazione degli adulti e numero effettivo
di anni di studio), nonché di un indicatore che misuri la
sostenibilità ambientale.
Politica dei due tempi: NO
Non è oggi tollerabile una politica dei
due tempi: risanamento finanziario e politiche per la redistribuzione
del reddito e lo sviluppo sostenibile devono camminare insieme
se vogliamo che il risanamento sia duraturo e che il sistema economico
non collassi definitivamente. In questa prospettiva l'indispensabile
politica di risanamento finanziario deve essere intrecciata con
politiche di redistribuzione del reddito e della ricchezza e di
promozione di nuove linee di sviluppo e riqualificazione del nostro
sistema economico.
Così pure la ripresa di competitività del paese non
può ottenersi senza profonde innovazioni nel sistema produttivo
e senza un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei
cittadini, in particolare dei gruppi e delle retitleà sociali
che più hanno sofferto negli ultimi anni.
La sfida della concorrenza globale non può essere affrontata
con successo sfruttando la riduzione dei costi, in particolare
di quelli del lavoro. Occorre imboccare con decisione una "via
titlea alla competitività" che faccia leva sulla ricerca,
sulla diffusione delle conoscenze, sulle risorse dei nostri territori
e sulla coesione sociale.
Ponte sullo Stretto
Riguardo al ponte sullo Stretto di Messina, proponiamo
di sospendere l’iter procedurale in atto per realizzare le
priorità infrastrutturali nel Mezzogiorno (sistema autostradale
e ferroviario, Salerno-Reggio Calabria-Palermo, reti idriche, Statale
Ionica, porti e cabotaggio).
Previdenza complementare
La nuova normativa è criticabile in diversi
punti sui quali è sicuramente possibile intervenire in modo
migliorativo, rivedendola previo confronto con le parti sociali.
In particolare, si rileva che:
• il trasferimento del TFR ai fondi modifica di fatto la finalità di
questa quota di risparmio che, attualmente, svolge una funzione di garanzia
del reddito nel momento in cui cessa un rapporto lavorativo nel corso della
carriera - evento che si verifica con sempre maggiore frequenza - e non solo
alla sua conclusione. Andrebbe prevista una “compensazione”, almeno
per i lavoratori a minore reddito, poiché il cambio di destinazione
comporta una diversa allocazione del risparmio verso un impiego meno liquido
e più rischioso;
• è da rivedere la tassazione delle contribuzioni, poiché l’eliminazione
del tetto in percentuale del reddito imponibile aiuta i soggetti che evadono
il fisco;
•
va rivista anche la tassazione delle prestazioni che è,
senza motivo, molto più vantaggiosa del trattamento riservato
alla pensione pubblica - una difesa efficace dal rischio di mercato
e dall’inflazione può essere ottenuta anche attraverso
un meccanismo a “controllo pubblico” che interviene
in fase di erogazione deitrattamenti. Ciò è realizzabile
con il conferimento a un'apposita gestione Inps dei montanti contributivi
maturati con i fondi di pensione, da trasformare in trattamenti
aggiuntivi a quelli della pensione obbligatoria, applicando le
stesse formule di conversione.
Programmi industriali di avanguardia
In Europa è necessario sviluppare programmi
in aree d’avanguardia come la conservazione e produzione
di energia pulita, la sanità e la protezione ambientale,
l’applicazione dell’ICT ai servizi sociali, il programma
satellitare Galileo per le telecomunicazioni, senza dimenticare
i settori europei aerospaziale, navale e delle comunicazioni. Un
ruolo centrale va attribuito al settore aerospaziale, il solo settore
che parte da posizioni consolidate. In particolare, crediamo che
i programmi che mobilitano l’innovazione industriale debbano
dar luogo ad una cooperazione europea, passando attraverso il concorso
e l'impulso di più paesi nella selezione e nel finanziamento
dei progetti. In tal senso è fondamentale per l'Italia
la ricerca in Europa di partnership adeguate per promuovere
e guidare i progetti di innovazione.
Questione retributiva
Riteniamo che debba essere affrontata nel Paese
una vera e propria “questione retributiva”. A tal fine,
proponiamo di agire in diverse direzioni:
• monitorare a livello centrale e territoriale l’andamento dei prezzi
e delle tariffe e intervenire per un loro contenimento; in particolare prevedere
che l'eventuale incremento delle tariffe elettriche, del gas, dell'acqua, delle
telecomunicazioni e dell'assicurazione obbligatoria sull'auto non sia superiore
al valore dell'inflazione programmata;
• prevedere, nell'eventualità di imprevisti avvenimenti internazionali
che dovessero portare all'aumento delle tariffe, la destinazione del maggior
ricavo dell'IVA gravante sulle tariffe medesime al Fondo nazionale per le politiche
sociali;
• superare il criterio dell’inflazione programmata nel rinnovo dei
contratti di lavoro e definire i meccanismi più efficaci per garantire
la copertura dall’inflazione reale;
• distribuire una quota dell’incremento della produttività a
favore delle retribuzioni perché risulta evidente che, da molti anni
a questa parte, essa è andata esclusivamente a vantaggio delle imprese;
• recuperare il drenaggio fiscale in mancanza del quale, nel 2003, l’aggravio
delle imposte è risultato pari a circa 2,5 miliardi di euro, a carico
di 25 milioni di contribuenti (pari al 73% delle famiglie);
• ridurre l'imposizione sulle basse retribuzioni;
• estendere a tutti i pensionati l'integrazione al trattamento minimo,
premiando chi ha versato più contributi;
• ridurre la tassazione sul trattamento di fine rapporto.
In generale, riteniamo che il problema del potere d’acquisto
non possa essere disgiunto da una politica fiscale basata sul prelievo
progressivo per tutti i redditi - dai salari alle rendite - e dall’adozione
di un criterio di trasparenza nella definizione del paniere di
prodotti che definiscono l’aumento dell’inflazione.
RAI
Nei principali paesi europei il servizio pubblico è affidato
a società pubbliche. Nel nostro paese è quindi alla
Rai che spetta il compito, di assicurare per l'oggi e per il domani,
il servizio pubblico radiotelevisivo, tenendo conto del contributo
al pluralismo culturale e politico e dell'arricchimento del dibattito
e delle possibilità di scelta che le emittenti commerciali
nazionali e locali offrono all'utente. La Rai dovrà conservare
ma anche rafforzare e migliorare la sua attività di servizio
pubblico, nei contenuti editoriali e culturali, nell'informazione
e nella qualità della programmazione. È perciò importante
che essa si rinnovi e si ristrutturi, come holding pubblica, in
modo tale da attuare al meglio il duplice compito, che già oggi
svolge, di servizio pubblico e di televisione commerciale.
Al proprio ruolo di servizio pubblico e alle istanze diffuse per
una migliore qualità dei contenuti che vengono dai cittadini,
la Rai potrà meglio far fronte attraverso un assetto aziendale
che ne garantisca l’indipendenza e che sia più funzionale
alla attuale duplice natura della propria attività, rendendo
meno condizionabile il servizio pubblico dalla raccolta pubblicitaria
e contrastandone così l’appiattimento su modelli
di tv commerciale non qualitativi.
Per realizzare questo obiettivo attueremo inoltre una politica
volta a cancellare le distorsioni del mercato pubblicitario, che
oggi è concentrato e squilibrato come nessun titlero mercato
in Europa, garantendone l'apertura attraverso rigorosi meccanismi
di controllo e incisivi strumenti antitrust, per evitare, al contempo,
che una quota sproporzionata degli investimenti pubblicitari continui
ad essere sottratta allo sviluppo della stampa quotidiana e periodica.
Il servizio pubblico è affidato al pubblico. Esso dovrà ridefinire
la sua missione e sarà ispirato ad autonomia produttiva,
culturale e professionale. Il Parlamento garantirà il rispetto
della missione di servizio pubblico e dell’autonomia e nuovi
criteri di nomina dei vertici assicureranno l’autonomia manageriale.
Solo così la Rai potrà
così diventare un grande gruppo multimediale la cui unitarietà dovrà essere
preservata come condizione di forza industriale, editoriale e produttiva.
Reddito minimo di inserimento
Per i cittadini in condizioni economiche particolarmente
disagiate prevediamo l’introduzione di un “Reddito
minimo di inserimento”, da accompagnarsi con misure di integrazione
sociale che favoriscano, nel caso di persone in età da lavoro,
l’occupabilità e la formazione e, nel caso di minori,
la scolarità. Quanto all'entità del trasferimento,
lo Stato deve garantire un livello omogeneo stabilito nell’ambito
dei livelli essenziali di assistenza; la Regione con risorse proprie
potrebbero aumentare ed estendere tali trattamenti sia in termini
monetari che di servizi.
Referendum abrogativo
Puntiamo ad ampliare ed arricchire le occasioni
di partecipazione, anche rivitalizzando il referendum abrogativo:
proponiamo per questo di aumentare da 500.000 a 750.000 il numero
di firme necessarie per indire un referendum e di ridurre il quorum
previsto per la validità della consultazione alla metà dei
voti espressi nelle precedenti elezioni per la Camera dei Deputati.
Reti metropolitane
Sarà poi importante lo sviluppo delle reti
metropolitane, decisive per la competitività dei nostri
sistemi urbani.
Centrali nel programma dell’unione sono gli interventi e
gli investimenti per le città per il potenziamento del trasporto
pubblico locale collettivo.
In particolare per le città proponiamo di:
• migliorare la mobilità urbana attraverso investimenti mirati
a potenziare l’offerta di trasporto pubblico locale, estendendo le reti
tranviarie e metropolitane, ammodernando il trasporto pubblico con vetture
meno inquinanti ed estendendo le piste ciclabili, le corsie protette, le zone
a traffico limitato e quelle pedonalizzate;
• dare adeguata risposta alle esigenze dei pendolari rafforzando il trasporto
ferroviario metropolitano e regionale, accelerando gli investimenti sui nodi,
incrementando e ammodernando i treni e prevedendo un’efficace azione
di indirizzo e coordinamento, d’intesa con gli enti locali, delle scelte
di riconversione delle tracce liberate dall’entrata in funzione dell’titlea
velocità;
• regolare e finanziare i "Piani urbani delle mobilità" da
attuare da parte delle amministrazioni locali;
• sostenere la riorganizzazione del trasporto merci all’interno
delle aree urbane.
Ricerca
Noi crediamo che un impegno del paese nelle politiche
per la ricerca è prioritario, anche per caratterizzare il
nostro modello di politica industriale.
A tal fine, riteniamo che gli interventi debbano essere mirati,
senza aiuti a pioggia indifferenziati, e che il quadro normativo
debba rimanere stabile nel tempo per consentire alle imprese di
programmare i loro investimenti e le loro strategie di crescita.
In particolare, puntiamo su un insieme di strumenti.
• Il primo strumento è il finanziamento discrezionale di grandi
progetti.
• Il secondo strumento è il credito di imposta automatico sulle
spese di ricerca.
• Il terzo strumento è il riconoscimento di agevolazioni automatiche
per le assunzioni di ricercatori.
• Il quarto strumento è il credito di imposta sulle commesse esterne.
Proponiamo di concedere crediti di imposta pari al 50% delle commesse conferite
dalle imprese alle università o agli istituti pubblici di ricerca.
Inoltre riteniamo necessario aiutare le piccole e medie imprese
italiane a sostenere l’onere della brevettazione europea
e delle certificazioni europee, più accreditate e riconosciute
a livello internazionale, ma ben più costose di quelle italiane.
Crediamo che una particolare attenzione debba essere posta nell’industria
del software e in generale alla creazione e produzione delle tecnologie
necessarie all’innovazione in tutti i settori: i prodotti “intelligenti” e
i servizi a valore aggiunto si costruiscono grazie al software
e all’ICT.
Riconoscibilità delle forze di polizia
Saranno definite regole per migliorare la riconoscibilità degli
operatori delle forze dell'ordine nel corso delle operazioni di
ordine pubblico, per una maggiore efficacia e trasparenza di queste
attività,salvaguardando la piena libertà di
espressione nelle manifestazioni pubbliche.
Salute
Rilanciamo le politiche di promozione della salute
come grande questione del Paese. La salute è indicatore
primario delle condizioni di vita e di lavoro, delle capacità relazionali
delle persone e misura le disuguaglianze sociali, territoriali,
di genere.
L’Unione intende promuovere l’obiettivo di “valutazione
di impatto sulla salute” cui subordinare la coerenza
di tutti i provvedimenti di politica economica, a livello nazionale
ed anche europeo. La salute quindi al centro delle politiche di
coesione sociale e di sviluppo umano.
Il programma dell’Unione riparte dai principi ispiratori
di difesa e riqualificazione del sistema sanitario nazionale.
Le nostre priorità, i nostri obiettivi sono i seguenti:
Il cittadino al centro del sistema: la sanità che
vogliamo cura e si prende cura della persona, l’accompagna
e la sostiene rispettandone i diritti e la dignità.
La presa in carico e la continuità assistenziale è il
grande cambiamento su cui l’Unione intende investire. Si
tratta di ribtitleare la tendenza "ospedalocentrica" del
sistema, per lo sviluppo della rete dei servizi territoriali, dei
distretti, della medicina delle cure primarie, dell’integrazione
socio•sanitaria, della personalizzazione dei percorsi di prevenzione,
cura e riabilitazione.
Prevenzione: una cultura da affermare
nella programmazione e nella organizzazione degli interventi
del sistema socio-sanitario, finalizzato ad implementare la
qualità della vita e il benessere delle persone e a
preservare lo stato di salute dall’insorgenza di malattie
e disabilità.
L’Unione propone inoltre un "Piano nazionale
per la salute e la sicurezza sul lavoro" che rafforzi
il ruolo indipendente del sistema sanitario nazionale in campo
ambientale e occupazionale, che indirizzi la legislazione regionale,
promuova le buone pratiche, anche per il superamento dei criteri
degli apptitlei al minimo ribasso.
La medicina delle cure primarie deve diventare secondo noi un vero
livello del sistema sanitario nazionale, articolato, organizzato,
finanziato: deve essere capace di assistere 24 ore su 24 il cittadino.
Occorre inoltre investire nella prevenzione e nella cura delle
malattie rare.
Piano straordinario per le fragilità per la presa in carico
e la continuità assistenziale delle fasce deboli (bambini,
anziani, pazienti cronici, disabilità, salute mentale, dipendenze,
medicina penitenziaria,immigrati).
L’Unione propone l’adeguamento del Fondo sanitario
nazionale per la garanzia piena del finanziamento dei livelli essenziali
di assistenza, anche nella previsione di un loro progressivo allargamento,
a partire dalla reintroduzione delle cure odontoiatriche.
Oggi un malato non è libero di scegliere tra sistema pubblico
e privato, ma è costretto a pagare privatamente le prestazioni
o a ricorrere al regime di intra moenia, per i tempi lunghissimi
delle liste di attesa, causate dalla scarsa appropriatezza prescrittiva e
dalle carenze dei sistemi organizzativi. Ci impegniamo a cancellare
questa profonda iniquità e inefficienza.
Come primo atto di governo l’Unione propone di indire gli
Stati generali della sanità e del sociale, per valorizzare
le esperienze degli operatori, dell’associazionismo e degli
amministratori locali, per metterle a confronto, per la valutazione
dei risultati. Gli Stati generali devono essere strutturati come
momento di proposizione e di monitoraggio del programma di governo.
Salute alimentare
Il verificarsi in maniera sempre più frequente
di casi come l’influenza aviaria, di alimenti titleerati da
agenti inquinanti sia nel ciclo biologico sia nella trasformazione,
con l’insorgenza di relative patologie, pongono il problema
della sicurezza alimentare al centro delle nostre società globalizzate
interrogando tutti i sistemi sanitari
nazionali. Occorre fronteggiare questi problemi non più in
una ottica emergenziale ma in un contesto di attenzione e prevenzione.
Tutto ciò deve avvenire con un adeguato piano di investimenti
in sicurezza alimentare valorizzando e potenziando il personale
qualificato del SSN a partire dai veterinari con un coinvolgimento
degli operatori agricoli e industriali che operano nel settore
e degli Istituti Zooprofilattici (IZPS) nell’ambito di azioni
strategiche di sorveglianza e controllo coordinate in ambito europeo.
Salute mentale
Il tentativo ricorrente di ritorno al passato e
di ri•manicomializzazione della salute mentale va respinto
applicando per intero la legge 180. Siamo per il superamento degli
ospedali psichiatrici giudiziari e di ogni titlera forma di manicomialità e
di contenzione meccanica e farmacologia, così come della
pratica dell'elettroshock. La legge 180 ha posto fine allo statuto
speciale per le persone con disturbo mentale e ha aperto un campo
di possibilità e di diritti che deve essere riattraversato
con coerenti indicazioni programmatiche alle Regioni e la messa
in campo di risorse adeguate. Si dovrà operare per la diffusione
in tutte le regioni di forme organizzative che hanno dato risultati
d’eccellenza e attivare progetti finalizzati nelle situazioni
più critiche. Il sistema dei servizi deve essere radicato
nei territori, integrato con l’area sociosanitaria, capace
di andare incontro ai bisogni reali, per assicurare la presa in
carico, la continuità terapeutica e assistenziale. Promozione
e valorizzazione del protagonismo delle stesse persone con disturbo
mentale deve appresentare un forte obiettivo di prospettiva. Si
dovrà sostenere la partecipazione delle associazioni dei
familiari con aiuti concreti alle famiglie e favorire conoscenza
e forme di auto aiuto.
Scuola
Abrogare la Moratti
Con gli atti dei primi mesi di governo, in radicale discontinuità con
gli indirizzi e le scelte di centrodestra, abrogheremo la legislazione
vigente in contrasto con il nostro programma.
Finanziare la scuola pubblica
Dovremo sviluppare politiche integrate, ed elaborare un piano finanziario,
in rapporto al Pil, per obiettivi strutturali: edilizia scolastica,
diritto allo studio, qualificazione degli insegnanti, progetti
dell’autonomia, ampliamento del tempo scuola, organico funzionale
e stabilità dei docenti.
Obiettivi strategici
Coerentemente con la strategia europea ci proponiamo perciò alcuni
precisi obiettivi da raggiungere nel corso della legislatura. Su
queste basi si costruirà l’innalzamento culturale
e dei livelli di istruzione per il Paese:
• portare tutti i ragazzi al conseguimento di un titolo di studio superiore:
ad un diploma superiore e/o ad una qualifica professionale (almeno triennale);
più precisamente, entro la legislatura, gran parte della popolazione
ventiduenne deve conseguire un diploma. Tali obiettivi necessitano un forte
impegno per realizzare una scuola che includa;
• attuare una decisa lotta contro la dispersione scolastica e formativa,
con l’obiettivo di rientrare nella media del 10%. Questo richiederà un
forte collegamento tra autonomie scolastiche, Enti locali, associazionismo
e volontariato;
• valorizzare ed incentivare i percorsi di studio in discipline matematiche,
scientifiche, tecnologiche: il totale dei laureati in tali discipline dovrà aumentare
nettamente entro la legislatura, diminuendo nel contempo gli squilibri di genere
legati alla segregazione formativa delle ragazze;
• raddoppiare l livello di partecipazione degli adulti a percorsi di apprendimento
permanente, nella prospettiva di raggiungere il 12,5% previsto dalla UE.
Le modifiche principali
• 0-6 anni: potenziare l’offerta educativa, progettandola in un’ottica
di continuità. Vogliamo inoltre incrementare fortemente l’utenza
dei nidi entro la fine della legislatura, e generalizzare la scuola d’infanzia
abolendo la norma sugli anticipi per le iscrizioni alla scuola dell’infanzia
ed elementare;
• primo ciclo: mantenere l’articolazione in scuola elementare e
media, di durata di otto anni, potenziando gli elementi di continuità didattica
e di percorso, diffondendo gli istituti comprensivi. Deve essere garantito
più tempo scuola e vanno eliminate le riduzioni dell’orario di
tutti apportate dalla Moratti.
Puntiamo alla valorizzazione del tempo pieno e del tempo prolungato,
ripristinandone la normativa nazionale, da valorizzare come modelli
didattici, con il riconoscimento della pari valenza educativa di
tutte le attività previste;
• secondo ciclo: elevare l’obbligo di istruzione gratuita fino a
16 anni (primo biennio della scuola superiore). Tale biennio sarà da
un lato interrelato con la scuola media ed avrà dall’titlero valenza
orientativa rispetto ai percorsi successivi. In questo modo si supera la canalizzazione
precoce prevista dalla legge Moratti. Il secondo ciclo di istruzione, in ogni
caso quinquennale, si conclude con un esame di Stato, con commissioni a prevalente
composizione esterna;
• scuola e formazione professionale: l’obbligo formativo, dai 16
ai 18 anni, si realizza nei sistemi dell’istruzione, della formazione
professionale, nell’apprendistato con un monte ore di formazione incrementato
coerentemente con gli standard e gli obiettivi formativi. Dobbiamo favorire
i passaggi da un percorso all’titlero, attraverso un sistema nazionale
di qualifiche professionali, dispositivi condivisi di certificazione e di riconoscimento
dei crediti. Prima dei 18 anni è inoltre escluso qualsiasi rapporto
di lavoro che non abbia una prevalente, certificabile (e sanzionabile in caso
di inadempienza) valenza formativa:
• scuola e lavoro: innalzare l’età minima per l’accesso
al lavoro dai 15 ai 16 anni;
• titlea formazione professionale: pe rmettere l’accesso dall’istruzione,
dalla formazione professionale e dall’apprendistato, valorizzando la
filiera tecnicoscientifica e professionale;
• formazione permanente: varare una legge per alfabetizzare e rialfabetizzare,
riconquistare ai livelli d’istruzione dell’obbligo e di istruzione-formazione
anche oltre l’obbligo. Rilanceremo anche i Centri territoriali per l’educazione
permanente. L’obiettivo è raddoppiare il numero degli adulti che
partecipano a percorsi di apprendimento permanente, raggiungendo la quota europea
del 12,5%. Per rendere effettivo il diritto all’istruzione e all’apprendimento
per tutta la vita vogliamo rilanciare - con un grande coinvolgimento degli
enti locali, delle scuole, delle università, degli enti locali, del
mondo della cultura - un progetto formativo che rappresenti oggi le “150
ore per la società della conoscenza”.
Gli insegnanti
Per gli insegnanti, e più in generale per tutto il personale,
anche con il contributo e il confronto con le diverse forme di
rappresentanza e sulla base di accordi con le organizzazioni sindacali
sulle materie contrattuali, procederemo su tre piani:
• valorizzazione del loro ruolo, rendendoli protagonisti del nuovo progetto
culturale e portando le retribuzioni di tutto il personale al livello dei Paesi
europei;
• lotta ad ogni forma di precarietà, con l’immediata copertura
di tutti i posti vacanti, immettendo in ruolo coloro che già lavorano
nella scuola e agevolando coloro che si sono formati in questi anni;
•
rilancio di un sistema della prima formazione, del reclutamento,
della formazione in servizio. Nella prima formazione e nella formazione
in servizio si deve recuperare il collegamento università-scuola.
Nel reclutamento serve un sistema pubblico e trasparente.
Segreto di Stato
Ci proponiamo di riformare il segreto di stato,
in modo da determinare preventivamente, in via legislativa o regolamentare,
i criteri per la sua apposizione e dare un chiaro fondamento normativo
al potere del governo di dichiarare segreti o riservati atti, documenti,
notizie ed attività, prevedendo entro un termine definito
la sua decadenza obbligatoria e automatica.
Servitù militari
Reputiamo necessario arrivare ad una ridefinizione
delle servitù militari che gravano sui nostri territori,
con particolare riferimento alle basi nucleari.
Quando saremo al governo daremo impulso alla seconda Conferenza
nazionale sulle servitù militari, coinvolgendo l’Amministrazione
centrale della Difesa, le Forze Armate, le Regioni e gli Enti Locali,
al fine di arrivare ad una soluzione condivisa che salvaguardi
al contempo gli interessi della difesa nazionale e quelli titlerettanto
legittimi delle popolazioni locali.
Servizi per la non autosufficienza
Proponiamo un programma di sviluppo
dell’assistenza
domiciliare integrata che estenda e rafforzi le migliori pratiche
sperimentate in questi anni da enti locali e organizzazioni non
profit. L’assistenza domiciliare integrata costituisce una
forma di servizio più appropriata alle esigenze del cittadino
non autosufficiente rispetto al ricovero in una residenza socio-sanitaria,
con l’importante differenza di una spesa per assistito notevolmente
inferiore. A livello nazionale si procederà alla definizione
dei livelli essenziali di assistenza in questo campo e all’istituzione
di un Fondo nazionale per la non autosufficienza finanziato attraverso
la fiscalità generale, predisponendo un percorso di graduale
incremento delle risorse a disposizione.
Il Fondo provvederà al co-finanziamento degli interventi
attuati dagli enti locali sostenendo la diffusione delle migliori
pratiche. Le tariffe devono essere accessibili in funzione delle
condizioni economiche. Dal lato dell’offerta, oltre a potenziare
l’offerta pubblica di servizi, si farà leva su cooperative
e soggetti del terzo settore, realizzando un sistema rigoroso di
accreditamento e verifica della qualità: si tratta di riassorbire
in forme regolari l’offerta di lavoro domiciliare e di dare
continuità ed economicità ai servizi.
Sicurezza del lavoro
Crediamo che l’estensione della precarietà abbia
contribuito anche al peggioramento delle condizioni di sicurezza
nei luoghi di lavoro. Risulta pertanto necessaria una revisione
della normativa che renda più cogente il rispetto delle
norme di sicurezza, anche attraverso un rafforzamento delle funzioni
dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e dell’apparato
sanzionatorio e un potenziamento dei servizi ispettivi e di prevenzione.
Tariffe autostradali
Crediamo inoltre nella necessità di un'attenta
ricognizione delle tariffe autostradali e dei contratti di concessione,
orientata soprattutto a verificare la congruità dell'attuale
remunerazione per i gestori rispetto agli investimenti intrapresi
e programmati, all'evidenza modesti e insufficienti, in modo che
l’aumentoprogrammato delle tariffe corrisponda ad un miglioramento
effettivo del servizio e della sicurezza per gli utenti.
Terrorismo
Siamo fermamente convinti che la lotta al terrorismo
debba essere condotta con strumenti politici, di intelligence e
di contrasto delle organizzazioni terroristiche.
È in primo luogo sul piano politico, sociale ed economico che dobbiamo
battere il progetto del terrorismo, prosciugandone il serbatoio di adepti,
dando risposte anche ai sentimenti di umiliazione e di emarginazione. Riteniamo
comunque necessario affermare una ripulsa morale e politica dei metodi terroristici,
condotti sia da organizzazioni sia da Stati, che non possono essere giustificati
neppure nell’ambito di contesti locali particolarmente estremi e drammatici.
Questo richiede una politica globale per la lotta al terrorismo. È necessario
promuovere un maggior coordinamento, sia a livello nazionale che
tra i responsabili nazionali della sicurezza dei Paesi europei,
per definire una strategia condivisa di contrasto: collaborazione
dei servizi di intelligence, controllo sui flussi finanziari sospetti
e lotta ai paradisi fiscali, ma anche accordi di cooperazione con
i Paesi terzi.
Testamento biologico
Vogliamo costruire un sistema di garanzie per la
persona malata, che abbia come premessa il consenso informato e
l’autodeterminazione del paziente, garantendo a tutti i cittadini
le cure palliative e tutte le terapie del dolore disponibili.
Tra queste garanzie il rifiuto dell’accanimento terapeutico
e del dolore non necessario. Lo strumento più efficace,
per rendere effettivo quel diritto, è la Dichiarazione
anticipata di volontà (o Testamento biologico) secondo
quanto indicato nelle raccomandazioni bioetiche conclusive approvate
dal Comitato nazionale per la bioetica nel dicembre 2003.
Tobin tax
Proponiamo che il governo si attivi in tutte le
sedi - comunitarie e internazionali - al fine di creare le condizioni
per l'introduzione su vasta scala geografica di sistemi di tassazione
delle transazioni finanziarie internazionali - secondo lo spirito
della cosiddetta "Tobin Tax" • idonei a scoraggiare
le speculazioni finanziarie e a reperire risorse da destinare al
sostegno ai Paesi in via di sviluppo e al finanziamento di programmi
per la lotta all'Aids, la lotta alla fame nel mondo, ecc.
Tossicodipendenze
Per le tossicodipendenze non servono né il carcere né i
ricoveri coatti. Alla tolleranza zero bisogna opporre una strategia
dell’accoglienza sociale per la persona e le famiglie che
vivono il dramma della droga, a partire dalla decriminalizzazione
delle condotte legate al consumo (anche per fini terapeutici) e
quindi dal superamento della normativa in vigore dal 1990. Occorre
un reale contrasto dei traffici e la tolleranza zero verso i trafficanti. È necessario
rilanciare il ruolo dei SerT e dei servizi territoriali che in
questi cinque anni sono stati sistematicamente penalizzati dai
tagli alla spesa sociale; senza imporre un unico modello e salvaguardando
il pluralismo delle comunità terapeutiche, queste dovranno
essere messe in rete con il servizio pubblico a cui spetta la diagnosi
della dipendenza.
Vanno sostenuti quanti, con approcci culturali e metodologie differenti
da anni sono impegnati a costruire percorsi personalizzati e perciò efficaci
di prevenzione, cura e riabilitazione considerando le strategie
di riduzione del danno come parte integrante della rete dei servizi.
Il decreto legge del governo sulle tossicodipendenze deve essere
abrogato.
Unioni civili
L’Unione proporrà il riconoscimento
giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone
che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura
e qualità di una unione di fatto non è dirimente
il genere dei conviventi né
l'orientamento sessuale; va considerato, piuttosto, quale criterio
qualificante il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali,
e di solidarietà di mutualità e di reciprocità)
e la loro stabilità e volontarietà. |