LA C(H)ARTA DI ORVIETO

 

SOSTENIBILITA' SOLIDARIETA'
ECONOMIA P A C E
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INQUINAMENTO O G M
TRASPORTI LIBRI

 

 

 

È la proposta di Jeremy Rifkin raccolta dai sindaci di 30 città italiane. Parola d'ordine: produrre energia, non soltanto consumarla

Il loro sogno è quello di passare alla storia come i pionieri dell'economia dell'idrogeno, quella che chiamano 'la terza rivoluzione industriale'. Una trentina di sindaci delle piccole città italiane raccolte nel movimento Cittaslow si sono riuniti sabato 6 settembre a Orvieto per sottoscrivere un progetto ambizioso: diffondere dal basso l'energia all'idrogeno per cambiare il mondo come è avvenuto nell'Ottocento con l'introduzione del vapore e poi del motore a scoppio.

Sotto l'impulso del sindaco di Orvieto e presidente di cittaslow Stefano Cimicchi, tutte le slowcities (da Positano a Zibello da Greve in Chianti a Bra) si sono trasformate in Hidrogencities. Sabato scorso hanno siglato un manifesto programmatico, la Charta di Orvieto con i sindacati, le Acli, le imprese del settore dell'energia rinnovabile e gli scienziati che studiano l'idrogeno per Enea e Cnr. Due sono gli impegni fondamentali della Charta: "Realizzare progetti pilota di sistemi alimentati a idrogeno basati sulle energie rinnovabili" e "sperimentare la creazione di una rete interattiva di piccoli fornitori-utenti che permetta l'accesso di consumatori e piccole e medie associazioni ai benefici dell'economia basata sull'idrogeno".

La Charta realizza la visione dell'economista americano Jeremy Rifkin, spiegata nel suo ultimo libro, (Economia all'idrogeno: la creazione del WorldwideWeb Energy, Mondadori). La base tecnica del rogetto di Rifkin è la cella a combustibile (fuel cell) in grado di produrre e immagazzinare energia grazie all'idrogeno. Già oggi (a costi elevati ma progressivamente in calo) tutti possono produrre elettricità grazie all'idrogeno nella propria abitazione. Per Rifkin, l'idrogeno sarà la leva in grado di ribaltare i rapporti di forza tra utenti e fornitori di energia. "La diffusione di milioni di minicentrali elettriche con celle a combustibile alimentate a idrogeno", dice Rifkin, "permetterà di rimpiazzare l'attuale sistema di distribuzione dell'energia dall'alto in basso con uno nuovo dal basso verso l'alto. Ne conseguirà una democratizzazione dell'energia in cui tutti possono essere sia produttori che consumatori".

Come nella prima rivoluzione industriale i sindacati unirono i lavoratori per aumentarne il potere di contrattazione nei confronti del padronato, così secondo Rifkin nei prossimi anni sarà determinante il ruolo degli enti locali e delle associazioni per rafforzare gli utenti-produttori di energia. L'incontro di Orvieto è stato, su scala mondiale, il primo passo in questa direzione. "Il vicepresidente della Ue Loyola De Palacio ci ha scritto una lettera per spingerci ad andare avanti", spiega il sindaco di Orvieto Stefano Cimicchi. Che aggiunge: "Il presidente Romano Prodi è con noi, e l'Ue ha stanziato 250 milioni di euro di fondi".

Quando Rifkin ha preso la parola a Orvieto ha detto: "È un momento storico per l'umanità". Altre volte è accaduto che Rifkin anticipasse i tempi. Negli anni Ottanta girava l'Italia per spiegare la rivoluzione degli Ogm. Secondo lui Orvieto diverrà un luogo simbolo come Porto Alegre. "Per la prima volta 30 città si sono unite per cambiare il modo di produrre energia dal basso. È un po' come se 30 imprenditori del vapore si fossero riuniti a Newcastle nell'Ottocento per decidere l'avvio della prima rivoluzione industriale".

Modello Valmontone

È un parco di divertimenti vicino a Roma. Alimentato dal Centro ricerche dell´Università La Sapienza

I vantaggi ambientali dell´impiego dell´idrogeno non sono automatici ma dipendono dal sistema usato per produrlo. L´idrogeno non si trova in natura, per produrlo è necessario consumare energia. Se si usano energie rinnovabili, il ciclo dell´idrogeno è pulito. Se invece - come accade oggi nella maggior parte dei casi - l´idrogeno è prodotto con energia derivante da petrolio, il vantaggio ambientale è nullo. La Charta di Orvieto mira a sviluppare il primo tipo di idrogeno (che potremmo chiamare idrogeno verde) e non quello frutto di energia ´sporca´ (idrogeno nero). Oggi un esempio positivo in Italia è il parco dei divertimenti di Valmontone, vicino a Roma. La sua alimentazione avviene mediante idrogeno prodotto con biomasse ed energia solare, grazie a un accordo con il Cirs, il Centro ricerche dell´Università

La Sapienza di Roma. Attualmente in Italia è possibile acquistare le celle di combustibile, ma è antieconomico. Un impianto di alimentazione per l´elettricità domestica costa circa 25 mila euro e i costi di gestione non sono inferiori a quelli della comune rete elettrica.