La fama di Anaïs Nin è certamente dovuta al successo ottenuto come scrittrice di letteratura erotica, ma in realtà fu soprattutto una grande esploratrice dell'animo umano, anche con alcune particolari competenze tecniche che la portarono ad esercitare per qualche tempo la professione di psicoanalista. Nata
a Neully, vicino a Parigi, nel 1903, passò l'infanzia in
varie parti d’Europa, fino a che suo padre, nel 1914, abbandonò
la famiglia per seguire una donna più giovane: la madre,
insieme ad Anaïs e agli altri due figli, decise allora di
trasferirsi a New York. D.
H. Lawrence (1931)
dalla Prefazione a Il delta di Venere Aprile, 1940 Un collezionista di libri ha offerto a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere racconti erotici. Sembra una punizione dantesca condannare Henry a fare pornografia per un dollaro la pagina. Si è ribellato perché in quel momento non' era proprio in una vena rabelaisiana. Perché scrivere su ordinazione era un'occupazione castrante, perché scrivere con un voyeur che spiava dal buco della serratura toglieva ogni spontaneità e ogni piacere alle sue avventure amorose. Dicembre, 1940 Henry
mi ha parlato del collezionista. A volte pranzavano insieme. Una
volta gli aveva comprato un suo manoscritto e poi gli aveva proposto
di scrivere qualcosa per uno dei suoi vecchi e ricchi clienti.
Non poteva dire molto del suo cliente eccetto che era interessato
a racconti erotici. Henry incominciò allegramente, scherzosamente.
Inventò storie piccanti sulle quali ridevamo insieme. Si
accinse a questo compito come a un esperimento, e sulle prime
gli sembrò facile. Ma dopo un po' ne ebbe abbastanza. Non
voleva usare in nessun modo il materiale destinato al suo lavoro
vero, per cui era condannato a forzare le sue invenzioni e i suoi
umori. Non ricevette neanche una parola di incoraggiamento dal
suo strano patrono. Era naturale che non volesse rivelare la sua
identità, ma Henry incominciò a tormentare il collezionista.
Esisteva davvero quel patrono? Oppure quelle pagine erano destinate
al collezionista stesso, per rallegrare la sua vita melanconica?
Che i due fossero la stessa persona? Henry e io discutemmo a lungo
sull'argomento, perplessi e divertiti. A questo punto il collezionista
annunciò che il suo cliente sarebbe venuto a New York e
che Henry l'avrebbe conosciuto. Ma, in un modo o nell'altro, l'incontro
non ebbe mai luogo. Il collezionista si prodigava in descrizioni
particolareggiate sulla spedizione via aerea del manoscritto,
sul costo dell'operazione, tutta una serie di dettagli intesi
a rendere realístiche le informazioni fornite sul famoso
cliente. Un giorno volle una copia di Primavera nera con una dedica.
" Ma
mi pareva mi avesse detto che il suo cliente aveva già
tutti i miei libri, in edizioni firmate!» disse Henry.
"Sì, ma ha perso la sua copia di Primavera
nera." "A chi devo dedicarla?" chiese
Henry ingenuamente. "Be', semplicemente a `un caro amico',
con la sua firma." Qualche settimana dopo, Henry aveva
bisogno di una copia di Primavera nera e non riusciva
a trovarne neanche una. Decise allora di chiedere in prestito
quella del collezionista. Andò nel suo ufficio. La segretaria
lo invitò ad aspettare, e Henry incominciò a esaminare
i libri negli scaffali. Vide una copia di Primavera nera.
La estrasse. Era quella che aveva dedicato al 'Caro amico'. Quando
entrò il collezionista, Henry glielo disse, ridendo. Con
lo stesso buon umore il collezionista gli spiegò: "Ah,
sì. Il vecchio era così impaziente che ho dovuto
spedirgli la mia copia personale mentre aspettavo questa firmata
da lei, con l'intenzione poi di scambiarle quando il mio cliente
verrà a New York." Quando ci incontrammo, Henry
mi disse: "Sono più confuso che mai. "Quando
Henry gli chiese qual era la reazione del cliente al suo lavoro,
il collezionista rispose: "Oh, gli piace tutto. È
tutto meraviglioso. Ma preferisce le parti narrative, il racconto,
senza analisi o filosofia." Quando Henry si trovò
ad avere bisogno di soldi per le sue spese di viaggio, mi propose
di scrivere qualcosa durante la sua assenza. Io non volevo dare
niente di genuino, per cui decisi di creare un misto di storie
che avevo sentito e di invenzioni, fingendo che fossero tratte
dal diario di una donna. Non incontrai mai il collezionista. Avrebbe
letto le mie pagine e mi avrebbe fatto sapere cosa ne pensava.
Oggi ho ricevuto una telefonata. Una voce ha detto: "Va
bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello
che non è sesso. Si concentri sul sesso." Così
incominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile,
bizzarra ed esagerata, che pensai che il vecchio si sarebbe accorto
che stavo facendo una caricatura della sessualità. Ma non
ci fu nessuna protesta. Passavo i giorni in biblioteca a studiare
il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli
amici. "Meno poesia," diceva la voce al telefono.
"Sia specifica. "Ma c'era davvero qualcuno capace
di trarre piacere dalla lettura di una descrizione clinica?"
Il vecchio non sapeva dunque che le parole fanno entrare nella
carne colori e suoni? Febbraio, 1941 La bolletta del telefono non era stata pagata. La rete di difficoltà economiche mi si stava chiudendo intorno. Tutti quelli intorno a me irresponsabili, incuranti del naufragio. Scrissi trenta pagine di racconti erotici. Mi risvegliai alla consapevolezza di essere senza un centesimo e telefonai al collezionista. Aveva saputo qualcosa dal suo ricco cliente sull'ultimo manoscritto che gli avevo spedito? No, non ancora, ma avrebbe ritirato quello che avevo appena finito e me lo avrebbe pagato. Henry doveva andare da un dottore. Gonzalo aveva bisogno di occhiali. Robert entrò con B. e mi chiese i soldi per andare al cinema. La fuliggine della vasistas cadde sui miei fogli di carta e sul mio lavoro. Arrivò Robert e si portò via il mio pacco di carta da macchina. Il vecchio non si stancava mai della pornografia? Non sarebbe dunque successo un miracolo? Incominciai a immaginare che dicesse: "Datemi tutto quello che scrive, lo voglio tutto, mi piace tutto. Le manderò un bel regalo, un bell'assegno per tutto quello che ha scritto." La mia macchina da scrivere era rotta. Con un centinaio di dollari in tasca ritrovai il mio ottimismo. Dissi a Henry: "Il collezionista dice che gli piacciono le donne semplici, senza pretese intellettuali, poi però mi invita a cena." Avevo l'impressione che il vaso di Pandora contenesse i misteri della sensualità femminile, così diversa da quella maschile e per la quale il linguaggio dell'uomo era inadeguato. Il linguaggio del sesso doveva ancora essere inventato. Il linguaggio dei sensi doveva ancora essere esplorato. D.H. Lawrence incominciò a dare un linguaggio all'istinto, cercò di sottrarsi al clinico, allo scientifico, che cattura solo quello che sente il corpo. Ottobre, 1941 Quando arrivò, Henry fece molte osservazioni contraddittorie. Che poteva vivere con niente, che si sentiva così bene che poteva persino cercarsi un lavoro, che la sua integrità gli impediva di scrivere sceneggiature a Hollywood. Alla fine gli dissi: "E cosa mi dici sullo scrivere pornografia per denaro?" Henry rise, ammise il paradosso, le contraddizioni, rise e liquidò l'argomento.La Francia ha una tradizione di letteratura erotica, scritta in uno stile raffinato, elegante. Quando incominciai a scrivere per il collezionista, pensavo che anche qui ci fosse una tradizione analoga, ma non ne ho trovato traccia. Non ho visto che sciatteria, messa insieme da pennivendoli di seconda classe. Pare che nessuno scrittore vero abbia mai scritto racconti pornografici. Raccontai a George Barker cosa e come stavano scrivendo Caresse Crosby, Robert, Virginia Admiral e altri. Lo divertì molto l'idea di me come "madama" di questa casa di malaffare letteraria, snob, dalla quale era esclusa la volgarità. Ridendo, gli dissi: "Fornisco fogli e carta carbone, consegno i manoscritti anonimamente, proteggo l'anonimità di tutti." George Barker intuì che una cosa simile era molto più spiritosa che elemosinare, chiedere in prestito, o scroccare cene agli amici. Raccolsi i poeti intorno a me e tutti insieme scrivemmo della bellissima pornografia. Condannati come eravamo a insistere solo sulla sensualità, ci furono esplosioni violente di poesia. Scrivere pornografia divenne una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza. Harvey Breit, Robert Duncan, George Barker, Caresse Crosby, tutti quanti insieme a concentrare la nostra abilità in un tour de force, rifornendo il vecchio di una tale abbondanza di gioie perverse, che ora ne implorava altre. Gli omosessuali scrivevano come fossero state donne. I timidi si lanciavano in descrizioni di orge. I frigidi in appagamenti parossisticí. I più poetici indulgevano nella bestialità, e i più puri nelle perversioni. Eravamo ossessionati dalle favole meravigliose che non potevamo raccontare. Ci sedevamo in cerchio, cercavamo di immaginare questo vecchio, ci confessavamo il nostro odio per lui, che detestavamo perché non ci permetteva di operare una fusione tra sessualità e sentimento, sensualità ed emozione. Dicembre, 1941 George Barker era terribilmente povero. Voleva scrivere vere altra pornografia. Ne scrisse cinquantacinque pagine. Il collezionista le giudicò troppo surreali. Io le amavo moltissimo. Le sue scene d'amore erano arruffate e fantastiche. Amore fra trapezi. Si bevve i primi guadagni e io non potei prestargli altro che fogli e carta carbone. George Barker, che scriveva pornografia per bere, proprio come Utrillo dipingeva quadri in cambio di una bottiglia di vino. Incominciai a pensare al vecchio che tutti odiavamo. Decisi di scrivergli, di rivolgermi a lui direttamente, per de scrivergli i nostri sentimenti. "Caro collezionista, noi la odiamo. II sesso perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di chiunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità."Lei non sa cosa si perde con il suo esame al microscopio dell'attività sessuale, con l'esclusione degli aspetti che sono il carburante che la infiamma. Componenti intellettuali, fantasiose, romantiche, emotive. Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni. Lo sta facendo appassire, morir di fame, ne sta prosciugando il sangue."Se lei nutrisse la sua vita sessuale con tutte le emozioni e le avventure che l'amore inietta nella sessualità, sarebbe l'uomo più potente del mondo. La fonte del potere sessuale è la curiosità, la passione. Lei sta lì a guardare questa fiammella morire d'asfissia. Il sesso non prospera nella monotonia. Senza sentimento, invenzioni, stati d'animo, non ci sono sorprese a letto. Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino."Quanto perde con questo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute! Non due peli uguali. Ma lei non ci permetterà di sprecar parole sui peli; neanche due odori, ma se ci dilunghiamo su questo argomento, lei si mette a gridare: Lasciate perdere la poesia. Neanche due pelli con lo stesso incarnato, e mai la stessa luce, la stessa temperatura, le stesse ombre, mai gli stessi gesti; perché un amante, quando è infiammato d'amore vero, può esprimere i toni più sottili di secoli di arte amatoria. Quante sfumature, quanti cambiamenti d'età, variazioni di maturità e innocenza, perversità e arte..."Siamo rimasti seduti per ore a chiederci che aspetto lei abbia. Se ha reso i sensi indifferenti alla seta, alla luce, al colore, all'odore, al carattere, al temperamento, a questo punto dev'essere completamente avvizzito. Ci sono tanti sensi minori, che si buttano come tanti affluenti nel fiume del sesso, arricchendolo. Solo il battito unito del sesso e del cuore può creare l'estasi." POSTSCRIPTUM Nel periodo in cui stavamo tutti scrivendo pornografia a un dollaro la pagina, mi accorsi che per secoli avevamo avuto solo un modello per questo genere letterario: quello maschile. Ero già consapevole della differenza nel modo di trattare l'esperienza sessuale da parte dell'uomo e da parte della donna. Sapevo che c'era una grande disparità tra la chiarezza di Henry Miller e le mie ambiguità, tra la sua visione umoristica, rabelaisiana del sesso e la mia descrizione poetica delle relazioni sessuali nelle porzioni inedite del Diario. Come scrissi nel terzo volume del Diario, avevo l'impressione che il vaso di Pandora contenesse i misteri della sensualità femminile, così diversa da quella maschile, e per la quale il linguaggio dell'uomo era inadeguato. Le donne, mi pareva, erano più portate a fondere il sesso con l'emozione, con l'amore, e a scegliere un uomo piuttosto che stare con molti. Questo per me divenne evidente mentre scrivevo i romanzi e il Diario, e lo vidi ancor più chiaramente quando incominciai a insegnare. Ma, nonostante l'atteggiamento delle donne nei confronti del sesso fosse piuttosto diverso da quello degli uomini, noi donne non avevamo ancora imparato a scrivere sull'argomento. In questa collezione di racconti erotici, scrivevo per divertire, sotto pressione da parte di un clientè che mi chiedeva di "lasciar perdere la poesia". E così mi pareva che il mio stile fosse un prodotto della lettura dei lavori maschili. Per questa ragione, per un lungo periodo ebbi la sensazione di esser venuta meno al mio io femminile. E misi da parte i racconti erotici. Rileggendoli ora, che son passati molti anni, vedo che la mia voce non era stata messa completamente a tacere. In molti passaggi avevo usato intuitivamente un linguaggio femminile, considerando l'esperienza sessuale dal punto di vista di una donna. Alla fine decisi di permettere la pubblicazione dei racconti perché mostrano i primi sforzi di una donna in un mondo che è stato di esclusivo dominio maschile. Se la versione non purgata del Diario verrà mai pubblicata, questo punto di vista femminile verrà stabilito con maggiore chiarezza. Farà vedere come le donne (e io, nel Diario) non abbiano mai separato il sesso dal sentimento, dall'amore per l'uomo come essere totale. Los Angeles, settembre 1976 Anais Nin |