Anaïs Nin

La fama di Anaïs Nin è certamente dovuta al successo ottenuto come scrittrice di letteratura erotica, ma in realtà fu soprattutto una grande esploratrice dell'animo umano, anche con alcune particolari competenze tecniche che la portarono ad esercitare per qualche tempo la professione di psicoanalista.

Nata a Neully, vicino a Parigi, nel 1903, passò l'infanzia in varie parti d’Europa, fino a che suo padre, nel 1914, abbandonò la famiglia per seguire una donna più giovane: la madre, insieme ad Anaïs e agli altri due figli, decise allora di trasferirsi a New York.
Pare che proprio durante il lungo viaggio Anaïs scoprisse la passione per la scrittura, come testimonia il suo diario: "Voglio descriverti, papà caro, ciò che sto vedendo durante questo stupendo viaggio. Potrò così avere l'illusione che tu sia qui con me e che tu stia guardando le cose coi miei occhi".
Già, il padre: perso definitivamente, un vuoto che la ossessionerà tutta la vita e che naturalmente avrà un peso determinante, e lei stessa ammetterà che la ricerca continua di uomini aveva origine proprio da questa lancinante assenza paterna: "Se mio padre se n'è andato... se non mi amava, dev'essere perché non ero amabile… come cortigiana avevo già assaggiato il fallimento, dovevo trovare altri modi per interessare gli uomini."

Nel 1931 Nin pubblicò il suo primo libro, D. H. Lawrence, che le diede una certa notorietà e in quel periodo cominciò anche a scrivere la sua opera più importante, il Diario (sei volumi): scriveva in treno, al caffè, in una sala d'aspetto: portava sempre il diario con sé, come per avere la sua vita sotto braccio. "Questo diario è il mio kief, il mio hashish, la mia pipa d'oppio. È la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna e indulgo in rifrazioni e diffrazioni."

A Parigi Anaïs conobbe Henry Miller, quando non era ancora uno scrittore affermato, e così ne parla nel Diario: "Ho conosciuto Henry Miller. È venuto a colazione con Richard Osborn, un avvocato che avevo dovuto consultare a proposito del contratto per il mio libro su D. H. Lawrence. Mi è piaciuto subito, non appena l'ho visto scendere dalla macchina e mi è venuto incontro sulla porta dove lo stavo aspettando. La sua scrittura è ardita, virile, animale, magnifica. È un uomo la cui vita inebria, pensai. È come me. Era caldo, allegro, disteso, naturale. Sarebbe passato inosservato in una folla. Era snello, magro, non molto alto. Ha occhi azzurri, freddi e attenti, ma la sua bocca rivela emotiva vulnerabilità."
Con Miller Nin intrecciò un'intensa relazione che divenne triangolare quando arrivò a Parigi la moglie di Miller. "Era la donna più bella che avessi mai visto" e di questa vicenda parla a lungo nel primo diario (1931 - 1934), anche se in un primo momento non sono stati pubblicati i risvolti più scabrosi.
Il secondo diario riguarda il periodo che va dal 1934 al 1939: Nin è a New York come assistente di Otto Rank, uno fra i primi discepoli di Freud, che l'aveva chiamata per aiutarlo nel suo lavoro di psicoanalista e presso il quale, a Parigi, era andata in analisi. Nin praticò per pochissimo tempo l'attività di psicoanalista, perché non riusciva ad avere il necessario distacco nei confronti dei problemi dei pazienti.
Negli anni '40 era ormai una scrittrice decisamente affermata negli Stati Uniti, quando le accadde un fatto piuttosto strano: un editore-collezionista aveva offerto ad Henry Miller cento dollari al mese per scrivere racconti erotici; Miller aveva accettato per bisogno di denaro e, allegramente, inventava storie piccanti sulle quali rideva insieme ad Anaïs. Dopo un certo tempo Miller decise che non voleva proseguire e propose all’amica di scrivere lei. "Così incominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata, che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità. Ma non ci fu nessuna protesta. Passavo i giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici. 'Meno poesia' diceva la voce al telefono. 'Sia specifica'”. Nin scrisse che la pornografia era diventata una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza, anche se le direttive editoriali, così crude e commerciali, le impedivano di operare una fusione tra sessualità e sentimento, sensualità ed emozione.
Un giorno Anaïs scrisse al collezionista: "Caro collezionista, noi [si riferisce agli amici che le raccontavano le proprie esperienze] la odiamo. II sesso perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di chiunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità. Lei non sa cosa si perde con il suo esame al microscopio dell'attività sessuale, con l'esclusione degli aspetti che sono il carburante che la infiamma. Componenti intellettuali, fantasiose, romantiche, emotive. Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni. Lo sta facendo appassire, morir di fame, ne sta prosciugando il sangue.
Se lei nutrisse la sua vita sessuale con tutte le emozioni e le avventure che l'amore inietta nella sessualità, sarebbe l'uomo più potente del mondo. La fonte del potere sessuale è la curiosità, la passione. Lei sta lì a guardare questa fiammella morire d'asfissia. Il sesso non prospera nella monotonia. Senza sentimento, invenzioni, stati d'animo, non ci sono sorprese a letto. Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino. Quanto perde con questo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute! Non due peli uguali. Ma lei non ci permetterà di sprecar parole sui peli; neanche sugli odori, ma se ci dilunghiamo su questo argomento, lei si mette a gridare:
Lasciate perdere la poesia. Neanche due pelli con lo stesso incarnato, e mai la stessa luce, la stessa temperatura, le stesse ombre, mai gli stessi gesti; perché un amante, quando è infiammato d'amore vero, può esprimere i toni più sottili di secoli di arte amatoria. Quante sfumature, quanti cambiamenti d'età, variazioni di maturità e innocenza, perversità e arte... Siamo rimasti seduti per ore a chiederci che aspetto lei abbia. Se ha reso i sensi indifferenti alla seta, alla luce, al colore, all'odore, al carattere, al temperamento, a questo punto dev'essere completamente avvizzito. Ci sono tanti sensi minori, che si buttano come tanti affluenti nel fiume del sesso, arricchendolo. Solo il battito unito del sesso e del cuore può creare l'estasi."

Tra il 1947 ed il 1955 Nin visse tra New York ed il Messico e sperimentò anche l'LSD, che però non la entusiasmò; questo è il periodo descritto nel quinto diario. L’ultimo diario, il sesto, dura fino al 1966, quando avvenne la prima pubblicazione di questa dettagliatissima storia di vita e fu un grande successo.
Per rispettare la privacy delle tante persone citate, però, ciò che fu pubblicato era solo una minima parte dell’opera completa dei diari, che consta in realtà di 150 volumi, 35.000 pagine, custoditi attualmente allo Special Collections Department della University of California, Los Angeles.
I diari sono ricchi di dialoghi, osservazioni, interventi critici e commenti, sulle persone, la politica, la letteratura, i viaggi, oltre che sulle sue vicende personali. Il mondo attraverso gli scritti di Anaïs è un mondo ricco di fascino e di meraviglia: anche le piccole cose, le persone più insignificanti vengono descritte con amore e profondità, ma soprattutto con curiosità.
Una vita intensa e profondamente vissuta, quella della Nin, che a questo proposito diceva: "La vita ordinaria non mi interessa. Cerco solo i grandi momenti... Voglio essere una scrittrice che ricorda agli altri che questi momenti esistono."
Nel 1973 la Nin ricevette una laurea ad honorem dal Philadelphia College of Art; nel 1974 fu eletta al National Institute of Arts and Letters.
Morì di cancro a Los Angeles nel 1977.

D. H. Lawrence (1931)
La casa dell'incesto (1936)
Sotto una campana di vetro (1944)
Una spia nella casa dell'amore (1954)
Diario (1931-1955)
Il delta di Venere (1969)
Uccellini
La voce
Henry e June

dalla Prefazione a Il delta di Venere

Aprile, 1940

Un collezionista di libri ha offerto a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere racconti erotici. Sembra una punizione dantesca condannare Henry a fare pornografia per un dollaro la pagina. Si è ribellato perché in quel momento non' era proprio in una vena rabelaisiana. Perché scrivere su ordinazione era un'occupazione castrante, perché scrivere con un voyeur che spiava dal buco della serratura toglieva ogni spontaneità e ogni piacere alle sue avventure amorose.

Dicembre, 1940

Henry mi ha parlato del collezionista. A volte pranzavano insieme. Una volta gli aveva comprato un suo manoscritto e poi gli aveva proposto di scrivere qualcosa per uno dei suoi vecchi e ricchi clienti. Non poteva dire molto del suo cliente eccetto che era interessato a racconti erotici. Henry incominciò allegramente, scherzosamente. Inventò storie piccanti sulle quali ridevamo insieme. Si accinse a questo compito come a un esperimento, e sulle prime gli sembrò facile. Ma dopo un po' ne ebbe abbastanza. Non voleva usare in nessun modo il materiale destinato al suo lavoro vero, per cui era condannato a forzare le sue invenzioni e i suoi umori. Non ricevette neanche una parola di incoraggiamento dal suo strano patrono. Era naturale che non volesse rivelare la sua identità, ma Henry incominciò a tormentare il collezionista. Esisteva davvero quel patrono? Oppure quelle pagine erano destinate al collezionista stesso, per rallegrare la sua vita melanconica? Che i due fossero la stessa persona? Henry e io discutemmo a lungo sull'argomento, perplessi e divertiti. A questo punto il collezionista annunciò che il suo cliente sarebbe venuto a New York e che Henry l'avrebbe conosciuto. Ma, in un modo o nell'altro, l'incontro non ebbe mai luogo. Il collezionista si prodigava in descrizioni particolareggiate sulla spedizione via aerea del manoscritto, sul costo dell'operazione, tutta una serie di dettagli intesi a rendere realístiche le informazioni fornite sul famoso cliente. Un giorno volle una copia di Primavera nera con una dedica. " Ma mi pareva mi avesse detto che il suo cliente aveva già tutti i miei libri, in edizioni firmate!» disse Henry. "Sì, ma ha perso la sua copia di Primavera nera." "A chi devo dedicarla?" chiese Henry ingenuamente. "Be', semplicemente a `un caro amico', con la sua firma." Qualche settimana dopo, Henry aveva bisogno di una copia di Primavera nera e non riusciva a trovarne neanche una. Decise allora di chiedere in prestito quella del collezionista. Andò nel suo ufficio. La segretaria lo invitò ad aspettare, e Henry incominciò a esaminare i libri negli scaffali. Vide una copia di Primavera nera. La estrasse. Era quella che aveva dedicato al 'Caro amico'. Quando entrò il collezionista, Henry glielo disse, ridendo. Con lo stesso buon umore il collezionista gli spiegò: "Ah, sì. Il vecchio era così impaziente che ho dovuto spedirgli la mia copia personale mentre aspettavo questa firmata da lei, con l'intenzione poi di scambiarle quando il mio cliente verrà a New York." Quando ci incontrammo, Henry mi disse: "Sono più confuso che mai. "Quando Henry gli chiese qual era la reazione del cliente al suo lavoro, il collezionista rispose: "Oh, gli piace tutto. È tutto meraviglioso. Ma preferisce le parti narrative, il racconto, senza analisi o filosofia." Quando Henry si trovò ad avere bisogno di soldi per le sue spese di viaggio, mi propose di scrivere qualcosa durante la sua assenza. Io non volevo dare niente di genuino, per cui decisi di creare un misto di storie che avevo sentito e di invenzioni, fingendo che fossero tratte dal diario di una donna. Non incontrai mai il collezionista. Avrebbe letto le mie pagine e mi avrebbe fatto sapere cosa ne pensava. Oggi ho ricevuto una telefonata. Una voce ha detto: "Va bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non è sesso. Si concentri sul sesso." Così incominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata, che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità. Ma non ci fu nessuna protesta. Passavo i giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici. "Meno poesia," diceva la voce al telefono. "Sia specifica. "Ma c'era davvero qualcuno capace di trarre piacere dalla lettura di una descrizione clinica?" Il vecchio non sapeva dunque che le parole fanno entrare nella carne colori e suoni?
Tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia. Una mattina battei a macchina: "
C'era un avventuriero ungherese..." Gli diedi molti vantaggi: bellezza, eleganza, grazia, fascino, il talento di un attore, la conoscenza di molte lingue, un genio per l'intrigo, un genio per trarsi dagli impicci, e un genio per sottrarsi alla costanza e alle responsabilità. Un'altra telefonata: "Il vecchio è contento. Si concentri sul sesso. Lasci perdere la poesia."
E questo diede origine a un'epidemia di "diari" erotici. Tutti si annotavano le loro esperienze sessuali. Inventate, udite, ripescate da Krafft-Ebing e da testi medici. Avevamo conversazioni comiche. Uno raccontava una storia e gli altri dovevano decidere se era vera o falsa. O plausibile. Questo era plausibile? Robert Duncan si propose come sperimentatore, per provare le nostre invenzioni, per confermare o negare le nostre fantasie. Avevamo tutti bisogno di soldi, così mettemmo insieme le nostre storie. Ero sicura che il vecchio non sapeva niente delle beatitudini, delle estasi, dei riverberi abbaglianti degli incontri sessuali. Estirpare la poesia, era il suo messaggio. Un sesso clinico, privato di tutto il calore dell'amore, dell'orchestrazione di tutti i sensi: tatto, udito, vista, gusto; di tutte le componenti euforiche: musica di sottofondo, umori, atmosfere, variazioni, lo costringeva a ricorrere ad afrodisiaci letterari. Avremmo potuto infiascare segreti migliori da raccontargli, ma eran segreti a cui sarebbe stato sordo. Però un giorno, quando avesse raggiunto la saturazione, gli avrei detto come ci aveva fatto perdere quasi ogni interesse nella passione con la sua mania dei gesti vuoti di emozioni, gli avrei raccontato come lo stramaledicevamo perché ci aveva quasi indotto a prendere i voti di castità, perché quello che lui voleva farci escludere era proprio il nostro afrodisiaco: la poesia. Ricevetti cento dollari per i miei racconti erotici. Gonzalo aveva bisogno di soldi per il dentista, Helba aveva bisogno di uno specchio per i suoi balli, e Henry di denaro per il suo viaggio. Gonzalo mi raccontò la storia del Basco e Bijou, e io la scrissi per il collezionista.

Febbraio, 1941

La bolletta del telefono non era stata pagata. La rete di difficoltà economiche mi si stava chiudendo intorno. Tutti quelli intorno a me irresponsabili, incuranti del naufragio. Scrissi trenta pagine di racconti erotici. Mi risvegliai alla consapevolezza di essere senza un centesimo e telefonai al collezionista. Aveva saputo qualcosa dal suo ricco cliente sull'ultimo manoscritto che gli avevo spedito? No, non ancora, ma avrebbe ritirato quello che avevo appena finito e me lo avrebbe pagato. Henry doveva andare da un dottore. Gonzalo aveva bisogno di occhiali. Robert entrò con B. e mi chiese i soldi per andare al cinema. La fuliggine della vasistas cadde sui miei fogli di carta e sul mio lavoro. Arrivò Robert e si portò via il mio pacco di carta da macchina. Il vecchio non si stancava mai della pornografia? Non sarebbe dunque successo un miracolo? Incominciai a immaginare che dicesse: "Datemi tutto quello che scrive, lo voglio tutto, mi piace tutto. Le manderò un bel regalo, un bell'assegno per tutto quello che ha scritto." La mia macchina da scrivere era rotta. Con un centinaio di dollari in tasca ritrovai il mio ottimismo. Dissi a Henry: "Il collezionista dice che gli piacciono le donne semplici, senza pretese intellettuali, poi però mi invita a cena." Avevo l'impressione che il vaso di Pandora contenesse i misteri della sensualità femminile, così diversa da quella maschile e per la quale il linguaggio dell'uomo era inadeguato. Il linguaggio del sesso doveva ancora essere inventato. Il linguaggio dei sensi doveva ancora essere esplorato. D.H. Lawrence incominciò a dare un linguaggio all'istinto, cercò di sottrarsi al clinico, allo scientifico, che cattura solo quello che sente il corpo.

Ottobre, 1941

Quando arrivò, Henry fece molte osservazioni contraddittorie. Che poteva vivere con niente, che si sentiva così bene che poteva persino cercarsi un lavoro, che la sua integrità gli impediva di scrivere sceneggiature a Hollywood. Alla fine gli dissi: "E cosa mi dici sullo scrivere pornografia per denaro?" Henry rise, ammise il paradosso, le contraddizioni, rise e liquidò l'argomento.La Francia ha una tradizione di letteratura erotica, scritta in uno stile raffinato, elegante. Quando incominciai a scrivere per il collezionista, pensavo che anche qui ci fosse una tradizione analoga, ma non ne ho trovato traccia. Non ho visto che sciatteria, messa insieme da pennivendoli di seconda classe. Pare che nessuno scrittore vero abbia mai scritto racconti pornografici. Raccontai a George Barker cosa e come stavano scrivendo Caresse Crosby, Robert, Virginia Admiral e altri. Lo divertì molto l'idea di me come "madama" di questa casa di malaffare letteraria, snob, dalla quale era esclusa la volgarità. Ridendo, gli dissi: "Fornisco fogli e carta carbone, consegno i manoscritti anonimamente, proteggo l'anonimità di tutti." George Barker intuì che una cosa simile era molto più spiritosa che elemosinare, chiedere in prestito, o scroccare cene agli amici. Raccolsi i poeti intorno a me e tutti insieme scrivemmo della bellissima pornografia. Condannati come eravamo a insistere solo sulla sensualità, ci furono esplosioni violente di poesia. Scrivere pornografia divenne una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza. Harvey Breit, Robert Duncan, George Barker, Caresse Crosby, tutti quanti insieme a concentrare la nostra abilità in un tour de force, rifornendo il vecchio di una tale abbondanza di gioie perverse, che ora ne implorava altre. Gli omosessuali scrivevano come fossero state donne. I timidi si lanciavano in descrizioni di orge. I frigidi in appagamenti parossisticí. I più poetici indulgevano nella bestialità, e i più puri nelle perversioni. Eravamo ossessionati dalle favole meravigliose che non potevamo raccontare. Ci sedevamo in cerchio, cercavamo di immaginare questo vecchio, ci confessavamo il nostro odio per lui, che detestavamo perché non ci permetteva di operare una fusione tra sessualità e sentimento, sensualità ed emozione.

Dicembre, 1941

George Barker era terribilmente povero. Voleva scrivere vere altra pornografia. Ne scrisse cinquantacinque pagine. Il collezionista le giudicò troppo surreali. Io le amavo moltissimo. Le sue scene d'amore erano arruffate e fantastiche. Amore fra trapezi. Si bevve i primi guadagni e io non potei prestargli altro che fogli e carta carbone. George Barker, che scriveva pornografia per bere, proprio come Utrillo dipingeva quadri in cambio di una bottiglia di vino. Incominciai a pensare al vecchio che tutti odiavamo. Decisi di scrivergli, di rivolgermi a lui direttamente, per de scrivergli i nostri sentimenti. "Caro collezionista, noi la odiamo. II sesso perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di chiunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità."Lei non sa cosa si perde con il suo esame al microscopio dell'attività sessuale, con l'esclusione degli aspetti che sono il carburante che la infiamma. Componenti intellettuali, fantasiose, romantiche, emotive. Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni. Lo sta facendo appassire, morir di fame, ne sta prosciugando il sangue."Se lei nutrisse la sua vita sessuale con tutte le emozioni e le avventure che l'amore inietta nella sessualità, sarebbe l'uomo più potente del mondo. La fonte del potere sessuale è la curiosità, la passione. Lei sta lì a guardare questa fiammella morire d'asfissia. Il sesso non prospera nella monotonia. Senza sentimento, invenzioni, stati d'animo, non ci sono sorprese a letto. Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino."Quanto perde con questo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute! Non due peli uguali. Ma lei non ci permetterà di sprecar parole sui peli; neanche due odori, ma se ci dilunghiamo su questo argomento, lei si mette a gridare: Lasciate perdere la poesia. Neanche due pelli con lo stesso incarnato, e mai la stessa luce, la stessa temperatura, le stesse ombre, mai gli stessi gesti; perché un amante, quando è infiammato d'amore vero, può esprimere i toni più sottili di secoli di arte amatoria. Quante sfumature, quanti cambiamenti d'età, variazioni di maturità e innocenza, perversità e arte..."Siamo rimasti seduti per ore a chiederci che aspetto lei abbia. Se ha reso i sensi indifferenti alla seta, alla luce, al colore, all'odore, al carattere, al temperamento, a questo punto dev'essere completamente avvizzito. Ci sono tanti sensi minori, che si buttano come tanti affluenti nel fiume del sesso, arricchendolo. Solo il battito unito del sesso e del cuore può creare l'estasi."

POSTSCRIPTUM

Nel periodo in cui stavamo tutti scrivendo pornografia a un dollaro la pagina, mi accorsi che per secoli avevamo avuto solo un modello per questo genere letterario: quello maschile. Ero già consapevole della differenza nel modo di trattare l'esperienza sessuale da parte dell'uomo e da parte della donna. Sapevo che c'era una grande disparità tra la chiarezza di Henry Miller e le mie ambiguità, tra la sua visione umoristica, rabelaisiana del sesso e la mia descrizione poetica delle relazioni sessuali nelle porzioni inedite del Diario. Come scrissi nel terzo volume del Diario, avevo l'impressione che il vaso di Pandora contenesse i misteri della sensualità femminile, così diversa da quella maschile, e per la quale il linguaggio dell'uomo era inadeguato. Le donne, mi pareva, erano più portate a fondere il sesso con l'emozione, con l'amore, e a scegliere un uomo piuttosto che stare con molti. Questo per me divenne evidente mentre scrivevo i romanzi e il Diario, e lo vidi ancor più chiaramente quando incominciai a insegnare. Ma, nonostante l'atteggiamento delle donne nei confronti del sesso fosse piuttosto diverso da quello degli uomini, noi donne non avevamo ancora imparato a scrivere sull'argomento. In questa collezione di racconti erotici, scrivevo per divertire, sotto pressione da parte di un clientè che mi chiedeva di "lasciar perdere la poesia". E così mi pareva che il mio stile fosse un prodotto della lettura dei lavori maschili. Per questa ragione, per un lungo periodo ebbi la sensazione di esser venuta meno al mio io femminile. E misi da parte i racconti erotici. Rileggendoli ora, che son passati molti anni, vedo che la mia voce non era stata messa completamente a tacere. In molti passaggi avevo usato intuitivamente un linguaggio femminile, considerando l'esperienza sessuale dal punto di vista di una donna. Alla fine decisi di permettere la pubblicazione dei racconti perché mostrano i primi sforzi di una donna in un mondo che è stato di esclusivo dominio maschile. Se la versione non purgata del Diario verrà mai pubblicata, questo punto di vista femminile verrà stabilito con maggiore chiarezza. Farà vedere come le donne (e io, nel Diario) non abbiano mai separato il sesso dal sentimento, dall'amore per l'uomo come essere totale.

Los Angeles, settembre 1976

Anais Nin