Isabel
Allende è nata a Lima, in Perù, e nel 1942 si trasferisce
a Santiago del Cile, quando sua madre divorzia e torna nel proprio
paese. È la storia della famiglia Trueba e Del Valle, dall'inizio del '900 fino al golpe del 1973. Il racconto si snoda attraverso diverse generazioni, impersonate da quattro donne intelligenti, coraggiose e appassionate: Nivea, Clara, Blanca e Alba. Nomi che evocano purezza, chiarore, luce e calore. Una saga onirica e semplice, plumbea e appassionata, fiabesca e realistica, che si affianca idealmente a Cent'anni di solitudine di Garcìa Màrquez. "Miguel parlava della rivoluzione. Diceva che alla violenza del sistema bisognava opporre la violenza della rivoluzione. Alba tuttavia non nutriva alcun interesse per la politica e voleva solo parlare d'amore. Era stufa di sentire i discorsi di suo nonno, di assistere ai suoi litigi con lo zio Jaime, di vivere le campagne elettorali. L'unica partecipazione politica della sua vita era consistita nel recarsi con altri compagni di scuola a tirare sassi contro l'ambasciata degli Stati Uniti senza sapere bene perché, motivo per cui l'avevano sospesa da scuola per una settimana e a suo nonno era quasi venuto un altro infarto. Ma all'università la politica era inevitabile. Come tutti i giovani che erano entrati in quell'anno scoprì l'attrazione di una notte insonne in un caffè, a parlare dei cambiamenti di cui il mondo aveva bisogno e a contagiarsi l'un l'altro con la passione delle idee." "Silenzio prima di nascere, silenzio dopo la morte, la vita è puro rumore tra due insondabili silenzi". clicca qui per saperne di più |