LA DONNA SI DIFENDE

Guida pratica alla difesa personale



Appendici




1. ALCUNI DATI
(non aggiornati)


Una recente statistica rileva che negli USA il 51% degli stupri denunciati alla polizia riguarda ragazze con meno di 18 anni (il 16% 12 anni o meno) e che più giovane è la vittima più grande è il rischio che lo stupratore sia un amico o un componente della famiglia. Addirittura in un caso su cinque è proprio il padre a commettere lo stupro. Sempre negli Stati Uniti è stato calcolato anche che circa un marito su tre ha picchiato almeno una volta la moglie, e che uno su cinque lo fa periodicamente.

Per quanto riguarda l’Italia, dai dati ISTAT si ricava che nel primo semestre 1994 su circa 1.000.000 di delitti (dal furto all’omicidio, dalla rapina allo spaccio di droga, ecc.) denunciati all’ Autorità giudiziaria, 400 sono stupri; è inutile ricordare che molto spesso, per le particolari situazioni in cui si svolgono, lo stupro o la tentata violenza carnale non vengono denunciati. [117]

Secondo il Ministero dell’Interno, nei primi sei mesi del ‘94 i reati gravi sono così ripartiti:

LOMBARDIA

163.990

VENETO

52.709

MARCHE

12.055

LAZIO

106.948

TOSCANA

48.392

TRENTINO A.A.

10.202

CAMPANIA

97.474

LIGURIA

36.490

UMBRIA

7.173

SICILIA

82.866

SARDEGNA

29.658

BASILICATA

5.332

PUGLIA

62.007

CALABRIA

20.803

MOLISE

2.712

EMILIA R.

60.267

FRIULI V.G.

19.274

V. AOSTA

1.309

PIEMONTE

60.143

ABRUZZO

13.683






Naturalmente queste cifre forniscono solo la dimensione quantitativa del fenomeno, e in ogni caso non danno conto che della criminalità “ufficiale”, cioè dei fatti delittuosi portati a conoscenza dell’Autorità giudiziaria: per avere un quadro dettagliato, i dati andrebbero disaggregati, cioè esaminati a seconda delle tipologie di reato, delle località, ecc., e ponderati, cioè modificati in base ad un’elaborazione, evidentemente complessa, che tenga conto anche dei crimini non denunciati. Analogamente, anche dalla tabella seguente (ricavata mettendo in rapporto il numero di reati gravi con la popolazione della regione) è possibile solo farsi un’idea approssimativa del tasso di criminalità delle varie zone del paese


LIGURIA

21,8

EMILIA R.

15,3

CALABRIA

10,1

LAZIO

20,5

PIEMONTE

13,9

FRIULI V.G.

9,8

LOMBARDIA

18,5

TOSCANA

13,7

UMBRIA

8,8

SARDEGNA

17,9

VENETO

11,8

BASILICATA

8,7

CAMPANIA

17,1

TRENTINO A. A.

11,4

MARCHE

8,4

SICILIA

16,5

V. AOSTA

11,1

MOLISE

8,2

PUGLIA

15,4

ABRUZZO

10,9






2. LA LEGGE E LA DIFESA PERSONALE



Si è detto che ogni difesa dev’essere proporzionata all’offesa che si è ricevuta o che si sta per ricevere, badando che in questo secondo caso, quando cioè vi trovaste a dover prevenire o anticipare un’aggressione, sareste voi a dover dimostrare all’Autorità giudiziaria la necessità di questa azione.
È evidente che in caso di reale pericolo per la vostra vita non potrete certo avere remore garantiste, ma negli altri casi (per ragioni morali, è ovvio, prim’ancora che giuridiche) dovrete sempre agire con senso della misura.
In ogni modo tutto ciò che attiene ai danni (dalla lesione alla morte) provocati a un essere umano è regolamentato dalla Legge italiana nella parte del Codice Penale titolata “Dei delitti contro la persona”, e in quella titolata “Del reato” (artt. 52-55) per ciò che riguarda in specifico lo stato di necessità in cui un atto violento è stato commesso.

Per ciò che riguarda le armi valgono le norme contenute nel Testo Unico di Pubblica Sicurezza e nelle due principali leggi complementari (n. 694 del 23.12.1974 e n. 110 del 18.4.1975).
Si ricorderà soltanto che la legge distingue tra il possesso (in casa, in auto) e il trasporto delle armi: per quest’ultimo le restrizioni sono ovviamente molto maggiori, e in ogni caso non si può avere con sé un’arma in riunioni pubbliche e usarla in prossimità di strade, centri abitati e luoghi aperti al pubblico; va inoltre tenuto presente che è, molto giustamente, considerato reato anche il solo mostrare un’arma senza un giustificato motivo (minaccia a mano armata).
Sono considerate “armi” quelle definite tali dagli articoli 585 e 704 del Codice Penale, cioè quelle da sparo, le cosiddette armi bianche, tutte quelle la cui destinazione naturale è l’offesa della persona (ad esempio: sfollagente, noccoliera), le materie esplodenti, i gas asfissianti o accecanti, e “tutti gli strumenti atti ad offendere, dei quali è dalla legge [il T.U. di P.S.] vietato il porto in modo assoluto, ovvero senza giustificato motivo”. Dato che in questa breve appendice non è il caso di illustrare le norme in materia, basterà dire, ad esempio, che girare con un coltello in borsa o un’accetta in macchina è palesemente illegale: anche il consiglio di tenere un martello sotto il sedile dell’auto è discutibile, ma si potrà sostenere la sua utilità per una riparazione; in altre parole, non si possono avere con sé, senza un plausibile motivo, tutti quegli strumenti che, pur servendo a scopi del tutto leciti, possono risultare adatti all’offesa (bastoni acuminati, attrezzi da taglio, catene, tubi metallici, ecc.).


3. IL MAKIWARA


Si tratta di una tavola, di legno robusto ma elastico, spessa 3/8 cm e larga 15/20 cm, fissata nel terreno per 25/30 cm, da colpire ripetutamente; verso l’alto dev’essere un po’ più sottile, in modo da avere la maggiore elasticità.
Intorno alla parte che s’intende colpire (localizzabile a un’altezza leggermente inferiore alle proprie spalle stando in posizione da combattimento o in quella del Cavaliere) si deve avvolgere della gomma o della pelle, per evitare abrasioni alle nocche.

altezza della persona

altezza esterna del makiwara

155-170

110-125

170-180

130-135

180-195

140-150


Per fissare la tavola ci possono essere vari sistemi: uno relativamente semplice consiste nel fare un buco quadrato nel terreno e cementare la base, lasciando una cavità al centro per incuneare la tavola quando il cemento è asciutto (in questo modo è facile sostituire la tavola se si rompe). Eventualmente rafforzare incuneando un picchetto fra uno dei bordi della cavità - che quindi dovrà essere un po’ più largo - e la parte di tavola interrata. Fare attenzione alle nervature del legno: la parte più resistente dev’essere sul davanti.


BIBLIOGRAFIA



1. AUTODIFESA E DISCIPLINE DEL CORPO


Come ho già avuto modo di accennare, esistono numerosi testi sugli argomenti di cui si è occupato questo libro. Qui di seguito ne saranno indicati solo un numero limitato, cioè quelli che possono servire a chi vuole cominciare a conoscere meglio alcuni aspetti specifici.
Ulteriori approfondimenti saranno possibili utilizzando le indicazioni bibliografiche presenti nei libri segnalati con l’asterisco.


  • Bob ANDERSON, Stretching, Mediterranee, 220 p.
  • Cesare BARIOLI, Il grande libro del Karate, De Vecchi, 1988, 263 p. *
  • Augusto BASILE, Karate contro un avversario, Mediterranee, 1976, 147 p.
  • CHANG Dsu Yao - Roberto FASSI, Enciclopedia del Kung Fu Shaolin, Mediterranee, 1986, 124 p.
  • Stefano DI MARINO, Guida alle arti marziali, Mondadori, 1992, 319 p. *
  • Ennio FALSONI, Il karate moderno, Feltrinelli, 1976, 177 p. (esaurito)
  • Gichin FUNAKOSHI, Karate Do: il mio stile di vita, Mediterranee, 1975, 134 p.
  • Pierre HUARD - Ming WONG, Tecniche del corpo, Mondadori, 1993, 340 p.
  • Judo Kodokan, Mondadori, 1993, 295 p.
  • LAO-TZE, Il libro del Principio e della Sua azione, Mediterranee, 1982, 145 p,
  • Jean-Luc MAGNERON, Manuale di autodifesa delle donne, Savelli, 1980, 182 p. (esaurito)
  • Grant MURADOFF, Tai Chi Chuan, Mediterranee, 1987, 2 vol., 220 p.
  • Miyamoto MUSASHI, Il libro dei cinque anelli, Mediterranee, 1984; Mondadori
  • Masatoshi NAKAYAMA, Karate, Mondadori, 1991, 307 p.
  • Masatoshi NAKAYAMA, Super Karate, 12 voll., Mediterranee
  • Rinaldo ORLANDI, Ju jitsu moderno, Mediterranee
  • Luca PENNISI, Ginnastica all’aria aperta, Mediterranee, 200 p.
  • Oscar RATTI - Adele WESTBROOK, Aikido e la sfera dinamica, Mediterranee, 1978, 370 p.
  • Oscar RATTI - Adele WESTBROOK, I segreti dei Samurai: pratica e storia delle arti marziali, Mondadori, 1993, 496 p. *
  • Howard REID- Michael CROUCHER, La via delle arti marziali, Red, 1988, 267 p. *
  • Gianni ROSSATO, Karate dojo (Goju Italia), Nuova Editrice Spada, 121 p.
  • Gianni ROSSATO, Introduzione al Ju Jitsu Goju Italia, Nuova Editrice Spada, 159 p.
  • Kenji TOKITSU, Lo zen e la via del karate, Sugarco, 1980, 189 p.
  • Manu VAMBANU, Difesa personale, Mediterranee, 1990, 94 p.
  • Alessandra ZOIA, Difesa personale per la donna, De Vecchi, 1994, 191 p.

    Segnaliamo anche il mensile Samurai (via N. Battaglia 27, 20127 Milano), che si occupa di tutte le arti marziali e di pugilato.



    2. LA VIOLENZA SULLE DONNE

    In questo ambito, invece, la produzione editoriale (ovvero i libri in lingua italiana e normalmente in commercio) è abbastanza limitata, e oltre a tutto vari testi sono di carattere decisamente specialistico (giuridico-criminologico).


  • CANEPA-M. LAGAZZI (cur.), I delitti sessuali, Cedam, 1988, 290 p.
  • Carlo CASTELLI, Sesso e aggressività: alle radici della violenza sessuale, Angeli, 1990, 141 p. *
  • CORBIN (cur.), La violenza sessuale nella storia, Laterza, 1992, 190 p.
  • Enrico CONTIERI, La congiunzione carnale violenta, Giuffrè, 1980, 140 p.
  • Annalisa DE SANNA CRIPPA, Le mani sulle donne: storie di ordinaria violenza, Sperling & Kupfer, 1994, 220 p.
  • Davide DETTORE - Carla FULIGNI - Fausta VITAGLIANO, Donna e abuso sessuale: storia, cultura e terapia, Angeli, 1993, 174 p. * (il volume contiene anche gli Atti della Prima conferenza dei Ministri europei sulla violenza fisica e sessuale contro le donne - Bruxelles, marzo 1991, promossa dal Woman Rights International Bureau)
  • Disco rosso alla violenza, (a cura di G. Carnieri Moscatelli, G. Dal Pozzo, E. Pandimiglio), Associazione Volontarie Telefono Rosa (Via Tor di Nona 43, Roma, tel. 06/6832690-6832820), [119] 1994
  • Gennaro FRANCIONE - Francesco SCALA - Giovanni SCALA, Violenza alle donne: cose da sapere, GEE, 1992, 112 p.
  • Adele GRISENDI, Giù le mani, Mondadori, 1993
  • Rita PARSI, I quaderni delle bambine: testimonianze infantili sugli abusi sessuali degli adulti, Mondadori, 1992, 320 p.
  • Gilda SCARDACCIONE, Autori e vittime di violenza sessuale: il punto di vista della criminologia, Bulzoni, 1992, 145 p.
  • Lara SCARSELLA, Dovere di stupro: la cultura della violenza sessuale nella storia, Datanews, 1992, 165 p. *
  • Sessualità, piacere, violenza: Atti del Congresso della Società italiana di sessuologia clinica, Masson, 1987.
  • C. SGRÒ, Dossier sulla violenza, ArciDonna Palermo, 1988, 229 p.
  • SOS Sesso, a cura dell’Assessorato Progetto Donna del Comune di Firenze, 1993
  • Giovanni B. TRAVERSO - Paola MANNA - M. Ida MARUGO, La violenza carnale in Italia, Cedam, 1989, 150 p.
  • Carmine VENTIMIGLIA, La differenza negata: ricerca sulla violenza sessuale in Italia, Angeli, 1989, 156 p. *
  • Carmine VENTIMIGLIA, Donna delle mie brame: viaggio intorno al problema della molestia sessuale sul posto di lavoro, Angeli, 1992, 224 p. *