Ovviamente no, e in ogni caso - al di là dell'indecenza linguistica del titolo - il quesito è posto un po' grossolanamente. Ma qui non si vuole disquisire, bensì fare un ragionamento semplice. Già, ma la semplicità è difficile a farsi, diceva Brecht, e i professionisti della politica spesso (quasi sempre?) guardano con sufficienza chi non li segue nei loro tortuosi esercizi all'insegna del politically correct. Cazzi loro. Fatto sta che il '98 è piuttosto lontano, Prodi ha i suoi bei ministri rossi, e i dirigenti dei due partitini - chi più chi meno - comunisti non passa giorno che si sbeffeggino fra loro. In mancanza, le baruffe se le organizzano in casa: Ferrando - andandosene e fondando un nuova fondamentale formazione politica - ha cercato invano di far smettere i gochini in Rifondazione, che per fortuna ha ancora un trentina di minoranze l'una contro l'altra armata; nel PdCI, d'altra parte, la telenovela al vertice non accenna a finire, e ci aspettiamo da un giorno all'altro i commenti sferzanti di Rizzo sulle ultime dichiarazioni di Rizzo, o, analogamente, di Cossutta su Cossutta, Diliberto su Diliberto, et ceteri. E giustamente nelle Federazioni non ne possono più: come fanno a seguire queste puttanate quando devono occuparsi con grande impegno a sbranarsi localmente? Dice: ma questa è una caricatura volgare, irrispettosa delle differenze... Sarà, ma davvero non se ne può più. Sì, il documento Uniti a sinistra promosso da vari soggetti è interessante, ma provate un po' a rammentare quanti poderosi e accorati e aleatori appelli all'unità sono sortiti in tutti questi anni da tavoli, tavolini, camere, sottoscala. Ingenuo e contraddittorio, allora, sostenere un'idea quasi banale: venute meno le ragioni della frattura tra Rifondazione e Comunisti Italiani, perché non si avvia risolutamente la riunificazione? Molte le ragioni ostative (peraltro più nella testa di un tot di dirigenti che nella realtà) ma nessuna più importante della irrinunciabile voglia di una sinistra utile e forte. Non si tratta semplicemente di giustapporre alla costruzione del Partito Democratico un processo che anche a sinistra (non sinistra radicale, ma sinistra tout court, ché di sinistra nel PD ci sarà ben poco) semplifichi, e quindi rinvigorisca, il quadro politico; il problema è di ridare a migliaia di militanti la voglia di fare politica. Quando il liquidatore del PCI mise fine a questo partito, gli iscritti erano 1.200.000 (la punta più bassa della sua storia): al PDS passarono in 900.000, che però rimasero poco più di 750.000 l'anno dopo; a Rifondazione aderirono circa in 100.000, e quindi si può facilmente calcolare che oltre 350.000 militanti "scomparvero." Oggi gli iscritti ai DS risultano essere 550.000 (comprese le tessere di dubbia regolarità), quelli al PRC 90.000 e i Comunisti Italiani 35.000, quindi il crollo della militanza attiva è ancora più clamoroso: a poco più della metà dei comunisti del '91 si sono ridotti oggi gli iscritti ai tre partiti di sinistra (ferme restando tutte le fortissime riserve rispetto ai DS). Insomma, si crede davvero che tutto ciò sia dovuto a una generica "crisi della politica", o vi sono specifiche ragioni inerenti la scarsa credibilità della sinistra così come si è involuta anche sotto il profilo organizzativo? Indecoroso (ma Andreotti diceva che a pensar male quasi sempre ci s'azzecca) il dubbio che le velenose polemiche tra PRC e PdCI abbiano a che fare più con ambizioni personali e con il potente istinto di autoconservazione di piccole ma tenaci oligarchie, piuttosto che con profonde e nobili diversità nel declinare le virtù della politica. O no? 16.11.06 P.S. Dicembre 2007: PdCI, PRC, Sinistra Democratica e Verdi sono i principali promotori dell'Assemblea in cui prende vita il raggruppamento unitario la Sinistra l'Arcobaleno: finalmente!, ma tutto nasce già zoppicante: infatti le beghe fra i leader continuano come se niente fosse. Boh! P.P.S. nell'aprile 2008 si è finalmente consumata la tragedia: e il giorno dopo le elezioni la Sinistra Arcobaleno viene rinnegata da tutti i suoi cofondatori: a questo punto capire diventa pressochè impossibile... |