I discorsi e le interviste di Malcolm X qui pubblicati sono
rimasti sconosciuti o introvabili per quasi trent'anni. Essi
integrano quanto già del suo pensiero si sapeva attraverso l'Autobiografia e i discorsi usciti postumi. I temi principali
dell'ultimo Malcolm X sono quelli della liberazione degli afro-americani
in una prospettiva antimperialistica, dell'identificazione degli
oppressori nella «struttura del potere» a
livello internazionale, delle nuove forme di azione politica
sullo sfondo delle lotte per i diritti civili. Ma dal complesso
di questi discorsi del 1965 altri motivi tornano sorprendentemente
attuali a quasi trent'anni di distanza: le nuove migrazioni internazionali
dall'Africa e dall'Asia verso i paesi industrializzati, la discriminazione
razzistica su scala mondiale, la nascente alleanza del neocolonialismo
bianco con le élites dirigenti dei paesi di nuova indipendenza,
l'opposizione di Malcolm X alle apparenze religiose - islamiche
e cristiane - di problemi da affrontare sul terreno politico.
La lezione radicale di Malcolm X in questi discorsi è la
sua capacità di rinnovarsi, la sincerità nell'ammettere
gli errori di suoi atteggiamenti integralistici di un tempo,
la rottura con la Nazione dell'Islam, il coraggio indomito del
rivoluzionario che ricomincia un percorso politico a mani nude,
che mette in gioco se stesso pur sapendo che la partita contro
la discriminazione e lo sfruttamento è ancora impari e
che il proprio sacrificio potrà essere solo un tassello
di un vasto mosaico collettivo. Nulla di più falso,
in questo ultimo Malcolm X, del ritratto di un uomo amaro e violento.
Poco prima dell'assassinio confessa a un amico: «Se
devo essere uno dei martiri, lo sarò nel nome della fratellanza».
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