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William Blum
Il
libro nero degli Stati Uniti
Fazi,
2003, € 2 |
Il titolo italiano
fa pensare ad una risposta al Libro
nero del comunismo,
ma questo lavoro è tutt'altra cosa: frutto di ricerche rigorosissime, riporta
con una straordinaria completezza una quantità impressionante
di documenti che lasciano senza fiato: non solo la realtà dell'impero
non è frutto del delirio antiamericano dei soliti estremisti,
ma è qualcosa di molto più concreto e solido di
quanto chiunque di noi possa immaginare.
Sì, perchè la risposta alla domanda "Come
mai non c'è mai stato un golpe negli Stati Uniti?" è
tremendamente realistica: "Perchè
a Washington non c'è un'ambasciata americana."
Dal Congo alla Germania, dall'Italia (naturalmente) alla Siria,
dal Brasile all'Iran, dal Ghana al Nicaragua, dalla Grecia
al Cile, non c'è praticamente paese al mondo in cui gli Stati
Uniti non abbiano agito illegalmente, con la violenza e la corruzione:
per sventare la "minaccia comunista", s'intende.
E pazienza per i comunisti veri, donne e uomini che hanno avuto
solo il torto di trovarsi "dall'altra parte" rispetto agli interessi
della Casa Bianca. Qualcuno, ad esempio, si ricorda dei cinquecentomila iscritti
al PC Indonesiano uccisi nel 1965? Al punto che il trasporto fluviale,
come riportava il pericoloso quotidiano bolscevico di Londra, il
Time, in moltissimi punti era reso impossibile dall'enorme
quantità di cadaveri gettati in acqua.
E gli squadroni della morte che hanno imperversato per decenni
in America Latina, secondo voi chi li ha suggeriti, finanziati,
addestrati? E l'ideuzza di prendere un tot di prigionieri politici,
portarli a fare un giro turistico in aereo e poi farli scendere
a metà viaggio? E...
La cosa più sconvolgente di questo libro (Chomsky l'ha definito
"senza dubbio il miglior libro al mondo
sugli interventi americani")
è che - come quasi sempre accade - la realtà supera di gran lunga
la fantasia: se, poniamo, il solito Oliver Stone ne avesse tratto
un film, all'uscita dal cinema anche il più radicale avrebbe scosso
la testa: "...sì, vabbè, però..."
E invece i resoconti delle ambasciate, le direttive del ministro
della Giustizia (magari quel bel giovane preso ad esempio da tanti
nostri progressisti, il fratello di un altro campione della libertà,
JFK), i rapporti degli organismi tecnici per il commercio internazionale,
e così via, sono assai poco spettacolari, ma semplicemente
agghiaccianti.
Insomma, 900 pagine che difficilmente uno riuscirà a leggere tutte:
troppo sangue, troppo cinismo, e soprattutto troppe menzogne: non
quelle di qualche direttore della CIA, che fa semplicemente il
proprio mestiere, ma quelle che per decenni ci hanno somministrato
papi, intellettuali, ministri, pieni "comprensione" per i nostri
alleati.
William Blum ha lavorato a lungo per il Dipartimento di Stato
USA, da cui si è dimesso nel 1967 per protestare contro la politica
americana in Vietnam.
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