Confrontando i due mondi di ieri e di oggi, la cosa più evidente è la notevole riduzione della sfera d’influenza di Mosca, sia in Europa che nel Caucaso.
I paesi europei dell’ex Patto di Varsavia sono passati tutti al campo occidentale, così come quelli est-europei e baltici che facevano parte dell’Urss (con le eccezioni di Bielorussia, Kaliningrad e Transnistria).
Lo stesso è avvenuto per i paesi balcanici, oggi tutti filo-occidentali (tranne la Serbia) e per i paesi sud-caucasici che facevano parte dell’Urss (salvo Armenia, Nagorno-Karabakh, Ossezia del Sud e Abkazia).
Sono invece rimasti legati a Mosca quasi tutti i paesi centro-asiatici che facevano parte dell’Urss (salvo il Turkmenistan).
In Medio Oriente, la Russia ha perso l’Iraq, ma ha guadagnato l’Iran.
Completa, invece, la débacle di Mosca nel continente africano: tutti i paesi un tempo filo-sovietici o non allineati sono tornati nel campo occidentale, in un trionfo di spinte neo-colonialiste. Oggi, l’unico paese africano apertamente anti-occidentale (a parte i non filo-occidentali come Libia, Zimbabwe ed Eritrea) è il Sudan, alleato della Cina.
L’Occidente ha guadagnato molto terreno anche in Asia: dall’Afghanistan, all’India, all’Indocina (esclusa la Birmania, passata al campo cinese).
L’unico continente dove l’influenza statunitense è nettamente retrocessa è proprio quello americano: diversi paesi dell’America Latina (Nicaragua, Ecuador, Brasile, Bolivia, Paraguay. Uruguay) si sono svincolati dalle tradizionali alleanze con Washington, e il Venezuela è diventato addirittura un paese anti-statunitense.
Infine un’annotazione sull’Europa occidentale: i paesi un tempo non allineati o neutrali, sono oggi tutti - di fatto o di diritto - partner della Nato.

 

grazie a: Enrico Piovesana http://it.peacereporter.net/