Nel 1964 la National Security Agency, il maggiore ente di spionaggio degli Stati Uniti, ha manipolato le informazioni su un famoso incidente, l'attacco della marina nord-vietnamita contro due incrociatori della marina americana nel Golfo del Tonkino: lo si deduce da centinaia di pagine di documenti della NSA a cui è stato tolto il segreto di stato, e in particolare dallo studio compiuto da uno storico della medesima agenzia statunitense, Robert J. Hanyok, che ha rimesso insieme le informazioni di allora. L'incidente del Tonkino è famoso perché segnò l'escalation della guerra del Vietnam: denunciando l'aggressione l'allora presidente degli Stati uniti, Lyndon B. Johnson, ordinò di bombardare il territorio del Vietnam del Nord e il Congresso autorizzò il dispiegamento di un imponente forza militare nel Sud (la guerra, che ha causato la morte di 58mila soldati Usa e di oltre 2 milioni di civili vietnamiti, è finita dieci anni dopo con la sconfitta americana e la riunificazione del Vietnam). L'aggressione del Tonkino però non è mai avvenuta. Molti storici lo sospettavano da tempo. Ora però la cosa è suffragata dai documenti messi ieri sul sito della Nsa (www.nsa.gov/vietnam/index.cfm) insieme allo studio compiuto dallo storico della Nsa: Hanyok dice che l'agenzia di spionaggio ha «deliberatamente» manipolato le informazioni in modo da far credere che l'aggressione fosse avvenuta. La Nsa intercetta le comunicazioni - radio, telefono, elettroniche, fax e e-mail, compresa la decriptazione di messaggi in codice: si chiama signal intelligence, o «sigint». Hanyok scrive che in quel caso la Nsa trattenne circa il 90% degli elementi di sigint di cui disponeva, passando alla Casa Bianca solo quelli che facevano pensare a un attacco nord vietnamita. Scrive lo storico: «La stragrande maggioranza delle informazioni, se usate, avrebbero detto che nessun attacco aveva avuto luogo». Fare giustizia dei fatti del 1964 ha la sua importanza. Ma qui c'è di più: Hanyok ha consegnato il suo studio nel 2001 alla NSA, che lo ha subito classificato «top secret» anche se parlava di fatti avvenuto 37 anni prima. Solo più tardi altri storici, esterni alla National Security Agency, hanno avuto notizia che lo studio esisteva e nel 2003 hanno chiesto che fosse reso pubblico ai sensi della Freedom of Information Act, la legge sulla libertà d'informazione: ne dava notizia ieri il New York Times, che avanza un'ipotesi: «Alcuni funzionari dell'intelligence credono che la pubblicazione di quell'articolo sia stata ritardata perché l'agenzia temeva un confronto tra il ruolo che ebbero le informazioni manipolate nella guerra del Vietnam e nella guerra in Iraq». Un portavoce della NSA ieri ha negato: l'agenzia ha aspettato solo per poter rendere pubbliche anche tutte le fonti originarie usate dallo storico. L'ipotesi del NY Times però resta convincente. il manifesto, 03.12.2005 |