|
Gianni
Cipriani
La CIA e il golpe in Cile |
Le "operazioni coperte" finanziate e
realizzate dai servizi segreti degli Stati Uniti per tutti
gli anni '60 non erano riuscite ad impedire l'elezione
di Salvador Allende alla guida del Cile. Fu così che
nel 1970 il presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon,
convocò il capo dell'intelligence americana per
informarlo che il governo Allende non era più accettabile:
furono, quindi, immediatamente stanziati dieci
milioni di dollari per operazioni clandestine che prevedevano,
oltre alla delegittimazione politica della sinistra, un
accordo con quei militari ed esponenti delle forze di polizia
cileni disponibili a realizzare un golpe. Tre anni dopo
quella direttiva, i militari comandati da Augusto Pinochet rovesciarono nel sangue il governo Allende ed instaurarono
un regime dittatoriale, dispotico e sanguinario.
Fino a poco tempo fa, la narrazione
dei retroscena del golpe cileno (per quanto ampiamente
noti) era in qualche modo patrimonio esclusivo della pubblicistica
di sinistra, ovvero di una informazione tanto rigorosa,
quanto relegata ai margini del sistema informativo. Adesso
gli Stati Uniti ammettono. Il documento che è riportato
integralmente proviene direttamente dalla CIA e rappresenta
una prima ammissione - seppur tra qualche reticenza - del
ruolo svolto dagli USA negli episodi eversivi di quegli
anni e nell'appoggio al golpe di Pinochet. Vicende, fino
a pochi anni fa bollate come ricostruzioni della "propaganda
rossa", che ora compaiono in un atto ufficiale datato 18
settembre 2000 (quindi recentissimo) dell'Agenzia statunitense.
Il rapporto della CIA, c'è da
dire, al di là della sua indubbia importanza per
l'ufficialità di quanto riportato, non fornisce
elementi totalmente inediti rispetto a quelli già noti.
Dalle manovre per influenzare la politica cilena, ai contatti
con i militari golpisti, all'assassinio del generale Schneider
giudicato d'ostacolo per un possibile colpo di Stato, al
ruolo (indiretto secondo questo documento) in occasione
dell'assalto al palazzo della Moneda. Tutto conosciuto.
Eppure il "timbro" della CIA contribuisce a far apparire
più grave e più cupa ogni parola che si legge.
Ma al di là del rapporto, che
nella sua essenziale e fredda brutalità è fin
troppo chiaro perché debba essere spiegato anticipatamente,
quello che è importante, nell'introdurre il documento, è la
sua contestualizzazione storica. Perché il golpe
cileno ha rappresentato una delle più concrete e
determinate applicazioni delle teorie della "controinsorgenza" e
della guerra rivoluzionaria, che per oltre un quindicennio
hanno ispirato le dottrine USA in materia di operazioni
militari e di intelligence. Elaborazioni che, nella loro
traduzione operativa, sono state sintetizzate nelle cosiddette "direttive
Westmoreland". E quindi il documento sul Cile può rappresentare
l'occasione per una più ampia riflessione, che partendo
da ciò che accadde a Santiago, possa spiegare anche
gran parte delle "vicissitudini" dell'America Latina, del
sud-est asiatico e - in parte - dell'Italia.
La teoria della controinsorgenza venne
elaborata nell'immediato dopoguerra, principalmente come
risposta alla vittoria della rivoluzione comunista cinese,
la quale aveva indicato come, da un punto di vista militare,
la guerriglia rivestisse un ruolo strategico per la conquista
del potere, soprattutto nel periodo nucleare, quando le
guerre convenzionali cominciavano a mostrare tutti i loro
limiti, nel reciproco timore di una escalation incontrollata.
Per questo i militari USA cominciarono a teorizzare che
l'unico modo per sconfiggere la guerriglia era quello di
trasformarsi in guerriglieri. E poiché l'Urss aveva
cominciato ad impegnarsi nel sostegno dei movimenti di
liberazione nazionale (appunto le formazioni guerrigliere)
fin dagli anni Sessanta i militari USA cominciarono ad
elaborare i piani che prevedevano il loro impiego in "operazioni
non convezionali" in tutte le circostanze in cui fosse
necessario, anche senza il consenso dei paesi ospiti. In
questo modo il ruolo della CIA e della Us Army in molti
paesi del terzo mondo finì con il diventare decisivo,
per regolare le politiche dei governi e l'impiego delle
forze armate. In pratica, una sorta di legittimazione politico-strategica
per interferire pesantemente all'interno dei paesi alleati.
Di pari passo, la teoria della guerra rivoluzionaria doveva
rappresentare la risposta (uguale e contraria) alla guerra
su scala planetaria lanciata dai comunisti, la quale si
manifestava - secondo i teorici USA - con ogni mezzo possibile:
dalle lotte politiche legittime a quelle violente, da quelle
ufficiali a quelle clandestine, da quelle legali a quelle
illegali. In ogni modo si manifestassero, le attività comuniste
andavano contrastate con ogni mezzo. E bisognava far pressioni
sui governi alleati, quando il loro tasso di anticomunismo
sembrava divenire inadeguato rispetto al livello di scontro
in atto.
Ogni mezzo, contro il comunismo.
Insomma, se la
teoria della controinsorgenza era stata elaborata pensando
soprattutto ai paesi del Terzo mondo e ai movimenti di
liberazione (dietro il nazionalismo c'erano sempre i comunisti,
si sosteneva) la teoria della guerra rivoluzionaria serviva
meglio a comprendere le dinamiche che si manifestavano
in paesi molto più avanzati, dove la rivoluzione
comunista avrebbe potuto vincere anche senza l'appoggio
delle masse contadine e dei guerriglieri. La sintesi delle
due teorie, come detto, era stata in qualche modo riassunta
nelle direttive del generale Westmoreland (capo delle forze
armate americane in Vietnam) il quale a sua volta aveva
aggiornato le elaborazioni dei suoi predecessori in materia
di operazioni di intelligence, di "stabilizzazione" e di
guerra psicologica. In estrema sintesi con le direttive
Westmoreland veniva spiegato ai militari come contrastare "sul
campo" e anche in maniera spregiudicata l'avanzata comunista,
come utilizzare il terrorismo e l'infiltrazione a favore
della stabilizzazione, come controllare, infine, forze
armate e governi dei paesi ospiti.
Questa era la filosofia. La rivoluzione
cinese prima, poi l'Indocina e poi l'espandersi dei movimenti
di liberazione avevano convinto i militari USA (e un nutrito
gruppo di esperti militari non americani ma di provata
fede atlantica) che il comunismo aveva scatenato una guerra
non convenzionale contro l'occidente. Una "guerra non ortodossa" e
in quanto tale anche occulta e subdola. Si doveva rispondere
con gli stessi mezzi: attrezzandosi ad una "guerra non
ortodossa" di lungo periodo.
Non è un
caso che proprio in questi quindici anni - tra il 1960
e il 1975 - nelle zone sotto il controllo diretto o indiretto
degli USA si verificarono decine di golpe o di tentati
golpe. La CIA e i servizi
di intelligence della Us Army svolsero un ruolo decisivo.
E quindi il Cile, nel 1973, non fu altro che la tragica
conclusione di un "ciclo" che aveva visto le sue massime
espressioni nel 1963 in Vietnam, l'anno successivo in Brasile e ancora la Grecia del 1967.
In quelle teorie c'era la
spiegazione generale di ciò che, localmente, i
vari emissari USA concordavano di volta in volta e con
modalità diverse con i singoli generali (o colonnelli)
o con le varie organizzazioni. Il rapporto della CIA sul
colpo di Stato in Cile, quindi, non va visto come la narrazione
di una serie di avvenimenti accaduti "eccezionalmente" al
termine di una drammatica crisi, ma come il paradigma
di una concezione della politica nella quale la lotta al
comunismo ha rappresentato la giustificazione (e talvolta
l'alibi) per ogni tipo di intervento e per l'appoggio a
quei regimi dittatoriali (come spiegato nelle "direttive Westmoreland")
i quali pur non garantendo "libertà e democrazia" per
i popoli, andavano tuttavia sostenuti per i loro meriti
di intransigenza anticomunista, così come è accaduto
per decenni in America Latina.
L'ultima considerazione riguarda l'Italia:
l'ex ordinovista e agente dell'intelligence militare USA
Carlo Digilio (uno dei principali e più attendibili
testimoni nelle inchieste sulle stragi in Italia, ndr)
ha spiegato come la "strategia della
tensione" non fosse
altro che il risultato dell'applicazione concreta - seppure
oltre il necessario - delle direttive del generale Westmoreland,
che da teoria generale venivano tradotte operativamente
dai vari colonnelli e capitani assegnati ai comandi asiatici
o africani o europei, o tedeschi o italiani. Ciò nonostante,
quando poco tempo fa la relazione presentata in commissione
Stragi dall'onorevole Valter Bielli ha chiaramente indicato
(sulla base di un'imponente documentazione perfettamente
coerente al quadro teorico qui spiegato) le responsabilità atlantiche
nella "strategia della tensione", si è preferito
gridare allo scandalo, alla bestemmia, piuttosto che confrontarsi
seriamente e cominciare a ricostruire, in un quadro unitario,
ciò che ha rappresentato per molti paesi l'applicazione
delle teorie della controinsorgenza e della guerra rivoluzionaria;
ciò che hanno concretamente rappresentato le direttive
Westmoreland.
Eppure la vicenda del rapporto della CIA del 18 settembre
2000 sul golpe in Cile può insegnare qualcosa: la
più famosa Agenzia di intelligence USA ha dovuto
presentare la sua relazione, perché così le
aveva chiesto il Congresso USA, dove era stato approvato
un emendamento presentato il 13 maggio 1999 dal parlamentare
democratico Maurice Hinkey, sensibilizzato dalle inchieste
del giudice spagnolo Garzòn sui crimini di Pinochet
e le connivenze statunitensi.
Ci
sarà mai un emendamento approvato
dal Congresso che obbligherà la CIA (o meglio la
cosiddetta "comunità di intelligence" composta da
numerosi organismi) a presentare una relazione su piazza
Fontana e la "strategia della tensione"? In Italia, fortunatamente
(nonostante vari tentativi) non c'è stato un colpo
di Stato, né l'instaurazione di un regime sanguinario
lontanamente paragonabile a quelli dell'America Latina.
Ma ci sono stati molti morti. Innocenti che viaggiavano
in treno. O si trovavano in fila in una banca o a manifestare
in piazza contro la violenza fascista. Anche loro e i loro
parenti, forse, meritano la verità.
(G. Cip.)
IL RAPPORTO
ATTIVITÀ DELLA CIA IN CILE
Sommario delle fonti/Metodologia
Rispondendo alla sezione 311 della legge
d'autorizzazione informazioni per l'anno fiscale Duemila
(d'ora in avanti "l'emendamento Hinchey"), i servizi segreti
(Ic), con a capo il Consiglio nazionale per le informazioni,
hanno provveduto a rivedere gli archivi della CIA riguardanti
il periodo in oggetto, fondamentalmente sulla base di ricerche
documentali recenti; a studiare i lunghi rapporti del Congresso
riguardanti le attività USA in Cile durante gli
anni '60 e '70; alla lettura delle memorie di personaggi
chiave, ivi compresi Richard Nixon e Henry Kissinger;
allo studio della raccolta storica orale presso il Centro
per lo studio dell'Intelligence, nonché ad intervistare
funzionari dei Servizi coinvolti personalmente, e oggi
in pensione. Tutte queste informazioni ci hanno permesso
di ritenere altamente affidabili le risposte alle tre domande,
di seguito elencate. Tuttavia, il nucleo centrale del rapporto
potrà fornire una maggior ricchezza di dettagli,
nel tentativo di raccontare del coinvolgimento della CIA
e collocare le risposte nel loro giusto contesto storico.
Nel 1975, il Comitato scelto per lo studio delle operazioni
governative riguardanti le attività d'informazione
- il Comitato Church - ha condotto un approfondito studio
documentale e le necessarie interviste, emettendo successivamente
un rapporto che rappresenta tuttora l'analisi completa
ed esauriente delle attività svolte dalla CIA in
Cile durante il periodo intercorso tra il 1963 ed il 1973.
La reazione della CIA all'emendamento Hinchey deve essere
vista come un tentativo in buona fede di dare risposte,
non classificate, alle tre domande, ma non come una storia
definitiva delle attività USA in Cile durante gli
ultimi trent'anni.
Sommario delle risposte alle interrogazioni
1. Domanda - Tutte le
attività dei
funzionari, agenti sotto copertura e dipendenti di tutti
i settori dei Servizi in relazione all'assassinio del presidente
Salvador Allende nel settembre del 1973 .
Risposta - Non abbiamo trovato alcuna
informazione - né l'ha trovata il Comitato Church
- che ponesse in qualsiasi modo la CIA o i Servizi in relazione
con la morte del presidente cileno Salvador Allende. Si
ritiene che egli si sia tolto la vita nel momento in cui
stava per essere circondato dai leader del golpe. Lo sforzo
più notevole svolto dalla CIA contro Allende si
era verificato prima, nel 1970, con il tentativo fallito
di bloccarne l'elezione e l'ascesa alla presidenza. Tuttavia,
l'ostilità di lunga data dell'Amministrazione USA
nei confronti di Allende, ed il precedente incoraggiamento
di un eventuale colpo di stato militare contro di lui erano
ben noti ai cospiratori cileni, che, a suo tempo, hanno
provveduto ad agire per conto proprio allo scopo di deporlo.
2. Domanda - Tutte le attività dei
funzionari, agenti sotto copertura e dipendenti di tutti
i settori dei Servizi riguardo all'accesso del generale
Augusto Pinochet alla presidenza della Repubblica del Cile.
Risposta - Successivamente alla deposizione
di Allende, la CIA ha sostenuto attivamente la giunta militare,
ma non ha certo aiutato Pinochet ad accedere alla presidenza:
di fatto, molti funzionari della CIA condividevano le diffuse
riserve degli Stati Uniti riguardo all'accanita ricerca
di potere da parte di Pinochet.
3. Domanda - Tutte le attività dei
funzionari, agenti sotto copertura e dipendenti di tutti
i settori dei Servizi in relazione alle violazioni dei
diritti umani commesse da ufficiali o agenti dell'ex presidente
Pinochet.
Risposta - In seguito al rovesciamento
di Allende, molti degli ufficiali di Pinochet sono stati
coinvolti in diffuse e sistematiche violazioni dei diritti
umani. Alcuni di loro erano contatti o agenti della CIA
o delle forze militari USA. I Servizi hanno seguito le
linee di condotta allora vigenti, per quanto attiene ai
rapporti su tali abusi, ed hanno ammonito i propri agenti
cileni affinché si astenessero da tali condotte.
Le attuali norme, più severe, relative ai rapporti,
allora non esistevano: se fossero state in vigore, sospettiamo
che molti agenti sarebbero stati abbandonati.
Discussione
Negli anni '60 e nei primi anni '70,
nel quadro della politica del governo USA volta a tentare
di influenzare gli eventi in Cile, la CIA intraprese alcuni
specifici progetti di attività segrete in Cile.
Quelli di cui siamo così giunti a conoscenza sono
descritti qui di seguito. Lo scopo principale - ben radicato
nelle politiche del periodo - era quello di screditare
i leader politici di tendenza marxista, in particolare
il dottor Salvador Allende, e di rafforzare ed incoraggiare
i loro oppositori civili e militari, per evitare che potessero
giungere ad assumere il potere.
Relazione generale attività sotto
copertura. Sotto la direzione della Casa Bianca e dei comitati
di coordinamento politico inter-agenzie, la CIA ha intrapreso
le attività segrete descritte qui di seguito. Sono
state portate avanti attività sostenute di propaganda,
ivi compresi aiuti finanziari ad alcuni importanti media,
contro Allende ed altri esponenti marxisti. Alcuni progetti
d'azione politica hanno appoggiato un certo numero di partiti
prima e dopo le elezioni del 1964, e anche dopo l'elezione
di Allende nel 1970.
· Nell'aprile del 1962, il "Gruppo
speciale del comitato 5412" - un organismo del sottosegretariato,
incaricato di controllare le azioni segrete proposte -
approvava la proposta di svolgere un programma di assistenza
finanziaria segreta al Partito democratico cristiano (Pdc)
in appoggio alla candidatura alla presidenza di Eduardo
Frei, nel 1964.
· Sempre nel 1962, la CIA cominciò ad
appoggiare un gruppo d'azione civile che aveva intrapreso
diverse attività propagandistiche, ivi compresa
la distribuzione di poster e volantini.
· Nel dicembre del 1963, il Gruppo
5412 accettò di fornire un contributo una tantum
al Fronte democratico, una coalizione di tre partiti, dal
moderato al conservatore, in appoggio alla campagna presidenziale
del Fronte stesso.
· Nell'aprile del 1964, il Gruppo
5412 approvò un programma d'azione politica e di
propaganda in vista delle imminenti elezioni presidenziali
del settembre dello stesso anno.
· Nel maggio 1964, in seguito
allo scioglimento del Fronte democratico, il "Comitato
303", che aveva preso il posto del Gruppo 5412, accettò di
dare al Partito radicale ulteriore assistenza segreta.
· Nel febbraio del 1965, il Comitato
303 approvava la proposta di concedere assistenza segreta
ad alcuni candidati scelti, in vista delle vicine elezioni
parlamentari.
· Nel 1967, la CIA organizzò un
meccanismo di propaganda per l'acquisto di spazi in emittenti
radio e altri media.
· Nel luglio del 1968, il Comitato
303 approvava un programma di azione politica volto ad
appoggiare alcuni candidati moderati alle elezioni parlamentari
del 1969.
· In seguito ai risultati delle
attività di propaganda del 1968, nel 1969 il "Comitato
40" (erede del Comitato 303) approvò la creazione
di un workshop di propaganda.
· Nella corsa alle presidenziali
del 1970, il Comitato 40 ordinò alla CIA di svolgere "operazioni
di disturbo" allo scopo di prevenire l'eventuale vittoria
di Allende.
· Nel quadro dell' "Opzione I" per
impedire ad Allende di assumere il potere dopo le elezioni
del 4 settembre, la CIA tentò di influenzare il
voto di ballottaggio in parlamento, che la Costituzione
imponeva, non avendo Allende ottenuto la maggioranza assoluta.
· Nel quadro dell'"Opzione II" della
strategia, alla CIA fu ordinato di fomentare un colpo di
stato per impedire ad Allende di assumere la presidenza
(vedi la discussione più avanti).
· Durante la presidenza di Allende,
il Comitato 40 approvò la revisione delle operazioni "Opzione
I" che - in combinazione con nuovi sforzi per appoggiare
il Pdc nel 1971 ed un progetto di appoggio al Partito nazionale
ed al Partito radicale democratico nel 1972 - avrebbe versato
milioni di dollari allo scopo di rafforzare i partiti politici
d'opposizione. La CIA ha altresì fornito assistenza
a gruppi militanti di destra, allo scopo di indebolire
il presidente e creare tensione nel Paese.
Appoggio al colpo di
stato nel 1970
Nel quadro della "Opzione II" della strategia,
la CIA tentò di istigare un colpo di stato allo
scopo di evitare che Allende assumesse il potere dopo aver
ottenuto la maggioranza relativa alle elezioni del 4 settembre,
e prima che il parlamento cileno riconfermasse la sua vittoria,
come richiesto dalla Costituzione dal momento che non aveva
ottenuto la maggioranza assoluta. La CIA lavorava con tre
diversi gruppi di cospiratori. Tutti e tre i gruppi fecero
sapere chiaramente che qualsiasi golpe avrebbe dovuto essere
preceduto dal rapimento del comandante dell'Esercito René
Schneider, che riteneva sinceramente che la Costituzione
imponeva all'Esercito di permettere che Allende assumesse
il potere. La CIA era della stessa opinione. Pur se la
CIA aveva fornito armi ad uno dei gruppi, non abbiamo trovato
alcuna informazione che stia ad indicare che i cospiratori,
o la CIA stessa, avessero l'intenzione di uccidere il generale.
Con un gruppo di cospiratori, i contatti furono interrotti
ben presto, per via delle sue tendenze estremistiche. La
CIA fornì al
secondo gruppo gas lacrimogeni, fucili mitragliatori e
munizioni. Il terzo gruppo tentò di rapire Schneider,
ferendolo mortalmente durante l'attacco. Precedentemente,
la CIA aveva incoraggiato questo gruppo a fare il colpo
di stato, ma aveva poi ritirato il proprio appoggio, quattro
giorni prima dell'attacco, dato che, secondo il giudizio
della CIA stessa, il gruppo non era in grado di farlo con
successo.
Conoscenza del progetto
di golpe nel 1973
Pur se non fu la CIA ad ispirare il golpe che pose
fine al governo di Allende l'11 settembre 1973, era tuttavia
consapevole del fatto che i militari lo stavano tramando,
aveva rapporti volti alla raccolta di informazioni con
alcuni dei cospiratori e - dal momento che la CIA stessa
non aveva scoraggiato il colpo di stato ed anzi aveva cercato
di fomentarne uno nel 1970 - probabilmente sembrava che
lo avallasse. Non ci fu modo di sapere, nemmeno per la
CIA, che Allende avrebbe rifiutato l'offerta dei golpisti
di accompagnarlo incolume fuori dal Paese e che invece
- con il palazzo della Moneda sottoposto a bombardamenti
da carri armati ed aerei, ed ormai in fiamme - si sarebbe
tolto la vita.
Conoscenza
delle violazioni dei diritti umani.
I funzionari della CIA sapevano, e fecero sapere
agli analisti ed al governo, nel 1973, che il generale
Pinochet e le forze che avevano rovesciato il governo Allende
stavano conducendo, nei primi mesi dopo il golpe, una dura
campagna contro gli elementi di sinistra e tutti coloro
che percepivano come loro nemici politici. Alcuni servizi
di sicurezza hanno portato avanti un'attività prolungata
nel tempo, allo scopo di sopprimere gli oppositori. Nel
gennaio del 1974, i funzionari e gli agenti della CIA ricevettero
l'ordine di fornire informazioni circa le violazioni dei
diritti umani da parte del governo cileno.
Collegamenti con i Servizi
di Sicurezza cileni
La CIA manteneva dei collegamenti in
Cile, fondamentalmente allo scopo di assicurare la propria
collaborazione per la raccolta di informazioni su obiettivi
esterni. La CIA aveva offerto tali servizi d'assistenza
per l'organizzazione interna e l'addestramento, con l'obiettivo
di lottare contro la sovversione ed il terrorismo provenienti
dall'estero, non per combattere l'opposizione interna al
governo. Inoltre, la CIA si è servita di tali rapporti
allo scopo di ammonire quei servizi circa gli abusi perpetrati
in Cile contro i diritti umani. Il governo e la CIA erano
consapevoli del fatto che tali rapporti avrebbero potuto
far identificare la CIA con le operazioni interne dei servizi
di collegamento, che comportavano violazioni dei diritti
umani: tuttavia si giunse alla conclusione che quei contatti
erano necessari alla missione della CIA.
Propaganda in appoggio
al regime di Pinochet
Dopo il golpe del settembre '73,
la CIA interruppe ogni ulteriore finanziamento alle attività segrete,
ma continuò a portare avanti alcuni progetti di
propaganda già in corso, ivi compreso l'appoggio
a quegli organi di stampa impegnati a creare un'immagine
positiva della giunta militare. Alcuni cileni che avevano
precedentemente collaborato con la CIA, ma che non agivano
sotto la direzione della stessa CIA, collaborarono alla
stesura del "Libro bianco", un documento diretto a giustificare
il rovesciamento di Allende. Nel "Libro bianco", si sosteneva
che i rappresentanti della sinistra avevano un "Piano Z" segreto
per uccidere gli alti comandi nei mesi precedenti il golpe,
il che fu ritenuto dalla CIA come probabile azione di disinformazione
da parte della Giunta.
Conoscenza
dell' "Operazione
Condor"
Entro un anno dal colpo di Stato, la CIA ed altre agenzie
governative USA vennero a sapere della cooperazione bilaterale
tra i servizi di intelligence regionali, volta a seguire
le attività degli oppositori politici e, almeno
in alcuni casi, ucciderli. Costituiva il precedente di
ciò che sarebbe poi diventato l'"Operazione Condor",
un accordo per lo scambio di informazioni tra Cile, Argentina,
Brasile, Paraguay ed Uruguay, stipulato nel 1975.
Inquietudini interne
Alcuni funzionari della CIA avevano
espresso le loro riserve su alcune delle attività svolte
in quel periodo. La valutazione analitica dei servizi circa
le prospettive di un golpe nel 1970, ad esempio, indicava
che "l'azione militare sarebbe stata impossibile", dal
momento che l'Esercito era troppo profondamente fedele
alla Costituzione e non avrebbe accettato di rovesciare
il governo civile. Il Dci (Department of central intelligence)
dichiarò che si stava chiedendo all'Agenzia di fare
l'impossibile. Un alto funzionario della CIA dichiarò che
l'idea di minare un'eventuale vittoria di Allende era "non
realistica". Le valutazioni che i Servizi nazionali fecero
tra il 1969 e il 1973, riflettevano la sempre più debole
convinzione circa la possibilità che Allende potesse
sovvertire l'ordine costituzionale in Cile. Inoltre, nel
periodo precedente al golpe che rovesciò Allende,
i funzionari della CIA erano sempre più preoccupati
per la crescente evanescenza della linea che avrebbe dovuto
separare il compito di seguire la trama del golpe - raccolta
di informazioni su dette attività, ma senza in alcun
modo dirigerle o influenzarle - dall'appoggio, se non altro
implicito, al golpe stesso.
Contesto Storico
Lo sfondo storico è importante
per far luce sulle politiche, pratiche e senso d'urgenza
che prevalevano allora. La rivoluzione cubana e l'insorgere
di partiti comunisti in America Latina avevano portato
la Guerra Fredda nell'emisfero occidentale. Migliaia di
ufficiali cileni venivano negli Stati Uniti per seguire
corsi d'addestramento, che prevedevano anche alcune presentazioni
sull'impatto che il comunismo globale poteva avere sul
loro Paese. Dopo la vittoria di Allende alle elezioni presidenziali
del 4 settembre 1970, fu convinzione comune, presso i livelli
più alti del governo USA, che una presidenza Allende
avrebbe gravemente colpito gli interessi nazionali USA.
Gli sforzi fatti dagli Stati Uniti allo
scopo di appoggiare le forze anticomuniste in Cile, risalivano
alla fine degli anni '50, e riflettevano la rivalità esistente
tra Stati Uniti ed Unione Sovietica per imporre la propria
influenza in tutto il Terzo Mondo. La forza crescente della
sinistra cilena, assieme alla costante frammentazione delle
forze politiche conservatrici e moderate divennero, lungo
gli anni '60 e '70, oggetto di crescente preoccupazione
per gli Stati Uniti, che volevano evitare che sorgesse
di "un'altra Cuba" nell'emisfero occidentale.
Secondo il rapporto del
Comitato Church, durante la loro riunione del 15 settembre
1970 con il direttore della CIA Richard Helms e il segretario
della Giustizia John Mitchell, il presidente Nixon ed il
suo consigliere per la Sicurezza nazionale, Henry Kissinger,
ordinarono alla CIA di impedire l'ascesa al potere di Allende.
Essi "non erano preoccupati
[circa i] rischi connessi>>,
secondo gli appunti di Helms. Oltre all'azione politica,
sempre secondo gli appunti di Helms, Nixon e Kissinger
ordinarono di adottare misure per <<far gridare di
dolore l'economia."
Questi atteggiamenti da Guerra Fredda
continuarono anche durante l'era Pinochet. Dopo l'assunzione
del potere da parte di Pinochet, i più importanti
membri del governo sembravano restii a criticare le violazioni
dei diritti umani, richiamando i diplomatici USA che chiedevano
maggiore attenzione nei confronti del problema. L'assistenza
e le vendite militari da parte degli USA aumentarono notevolmente
durante gli anni in cui si verificarono le più gravi
violazioni di diritti umani. Secondo un "Memorandum di
conversazione" già pubblicato, nel mese di giugno
del 1976 Kissinger fece sapere a Pinochet che il governo
USA era ben disposto nei riguardi del suo regime, pur consigliandogli
di fare qualcosa in tema di diritti umani allo scopo di
migliorare l'immagine del Cile presso il Congresso degli
Stati Uniti.
MATERIALE DI SUPPORTO
L'"assassinio" del presidente Salvador
Allende
Nel 1962, la CIA fu autorizzata a svolgere
progetti di attività sotto copertura in appoggio
al Partito radicale ed al Partito cristiano democratico
(Pdc) cileni. Tali programmi avevano lo scopo, in primo
luogo, di aiutare quei partiti ad attirarsi un seguito
maggiore, a migliorare la loro organizzazione ed efficacia,
e ad influenzare il loro orientamento politico, nel senso
di appoggiare gli obiettivi USA nella regione. Uno scopo
secondario era quello di appoggiare ogni sforzo diretto
a provocare una scissione all'interno del Partito socialista.
Nel 1963, a richiesta dell'ambasciatore USA in Cile, e
con l'appoggio del Dipartimento di Stato, il Gruppo 5412
approvò un versamento una tantum al Fronte democratico.
Gli sforzi propagandistici volti ad appoggiare i mezzi
di comunicazione, consistevano fondamentalmente nel finanziare
e consigliare alcuni elementi reclutati all'interno di
alcune ben precise emittenti radio e giornali cileni.
In previsione delle elezioni presidenziali
del 1964, il 2 aprile 1964 il Comitato 303 approvò una
campagna d'azione politica. Lo scopo della campagna era
di evitare che vincesse il dottor Salvador Allende, il
candidato della sinistra. Il principale beneficiario di
tali sforzi era Eduardo Frei, del Partito cristiano democratico.
La campagna era basata sull'attività segreta già approvata
nel '62, a cui aggiungeva un elemento di appoggio ad un
gruppo militante femminile. Nello stesso periodo, alla
CIA fu ordinato di appoggiare inserzioni unilaterali di
propaganda continua sui media, allo scopo di influenzare
l'opinione pubblica contro i partiti e i candidati della
sinistra. Al momento delle elezioni, il Comitato 303 aveva
autorizzato un totale di spesa di 3 milioni di dollari
allo scopo di impedire che vincesse Allende. La vittoria
di Frei, il 4 settembre 1964, rappresentò una pietra
miliare nel quadro degli sforzi della CIA rivolti alle
elezioni cilene.
Il 5 febbraio 1965, il Comitato 303
approvò un'altra campagna di attività segrete,
diretta ad appoggiare, alle elezioni del 7 marzo per il
Parlamento, alcuni candidati scelti. Tale campagna, progettata
e svolta in collaborazione con l'ambasciatore USA in Cile,
autorizzava la CIA ad appoggiare alcuni candidati al parlamento,
avvalendosi della propria infrastruttura consolidata. L'operazione
fu ritenuta un successo, e si concluse il 30 giugno. Nel
1965-66, i precedenti sforzi propagandistici furono messi
insieme, e la CIA mise in atto un progetto di azione sotto
copertura, volto ad appoggiare le inserzioni propagandistiche
nei media cileni. Lo scopo del progetto era di influenzare
l'opinione pubblica contro i partiti ed i candidati della
sinistra. La portata delle attività di propaganda
della CIA in Cile fu ulteriormente ampliata nel 1967, per
promuovere temi "anticomunisti", e in particolare contro
la presenza del blocco sovietico nel Paese.
La sinistra cilena, tuttavia, riuscì ad
ottenere certi vantaggi politici, durante la presidenza
Frei. Per questa ragione, nel 1968-69 la CIA ricevette
l'autorizzazione a svolgere ulteriori operazioni di propaganda
dirette ad influenzare i media cileni. Queste operazioni
includevano la creazione di un workshop di propaganda ed
altri meccanismi per introdursi nei mezzi di stampa. I
temi di questa propaganda erano: la minaccia che il blocco
sovietico rappresentava per le tradizioni democratiche
cilene, il pericolo che rappresentavano per il Paese i
fronti locali di sinistra, nonché la promozione
di una leadership a favore della democrazia in Cile. Nel
mese di luglio 1968, il Comitato 303 approvò un
modesto programma di attività segrete, proposto
dall'ambasciatore statunitense, allo scopo di influenzare
la composizione del Parlamento cileno alle elezioni del
marzo 1969, appoggiando i candidati moderati. Pur se i
risultati furono da considerarsi un successo per l'operazione,
tanto l'estrema destra quanto l'estrema sinistra guadagnarono
dei seggi, polarizzando ulteriormente la scena politica
cilena. I perdenti furono Frei e i suoi candidati moderati
del Pdc. Questo programma della CIA si concluse con la
fine delle elezioni per il Parlamento.
A mano a mano che si avvicinavano le
elezioni presidenziali del 1970, Allende sorgeva come il
candidato più popolare; alcuni partiti di sinistra
contribuivano a rafforzare la coalizione di Unità popolare
(Up). La Base della CIA si servì di alcune delle
già menzionate attività segrete per svolgere
una serie di attività politiche e operazioni di
propaganda dirette a screditare la sinistra. Il Comitato
40 ordinò alla CIA di limitarsi ad attaccare la
coalizione dell'Up e a non appoggiare nessun candidato
specifico alla presidenza. Lo scopo era di dividere la
sinistra e creare le condizioni atte a dare la vittoria
ad un candidato non marxista. Il 27 giugno 1970, la base
ricevette istruzioni al fine di concentrare l'"operazione
di disturbo" più specificatamente contro la candidatura
di Allende. Lo scopo era di mettere in guardia il popolo
cileno contro i pericoli di un regime marxista sotto la
leadership di Allende.
Nonostante l'aumento dei finanziamenti
ordinato dal Comitato 40, durante l'agosto del 1970 era
ormai chiaro che l'operazione di disturbo non sortiva gli
effetti voluti e che Allende e l'Up si erano guadagnati
un appoggio tale da fare di Allende il candidato con le
maggiori probabilità di vittoria. La preoccupazione
nelle alte sfere dell'amministrazione Nixon portò a
sviluppare un'iniziativa segreta più aggressiva.
Tale iniziativa prevedeva sia un'azione politica (Opzione
I), che un colpo di stato militare (Opzione II), allo scopo
di evitare una presidenza Allende. Entrambe le iniziative
(Opzione I e Opzione II) si svolsero simultaneamente, finché il
parlamento non elesse Allende, il 24 ottobre.
Il programma di azione politica considerato
prevedeva che l'ambasciata e la base CIA esercitassero
la loro influenza sul parlamento cileno nel momento in
cui si fosse accinto a discutere la questione. Si trattava
di incoraggiare il Parlamento a votare per Alessandri,
nonostante il fatto che Allende avesse ottenuto un voto
popolare leggermente superiore. (Allende aveva ottenuto
il 36,3 per cento dei voti, il 4 settembre - una maggioranza
relativa, non quella prevista dalla Costituzione per evitare
il ricorso ad una riconferma della vittoria da parte del
Parlamento). La "base" e l'ambasciata, che agivano tramite
intermediari, esortarono Frei a sfruttare la sua influenza
in parlamento per convincere le forze non di sinistra a
votare per Alessandri. L'idea era di far sì che
il parlamento eleggesse Alessandri presidente: questi si
sarebbe successivamente dimesso, permettendo così a
Frei di presentarsi candidato contro Allende in una nuova
tornata di elezioni.
L'iniziativa Opzione II prevedeva che
la CIA studiasse la possibilità di organizzare un
intervento dei militari cileni. Il 9 settembre, la "base" ricevette
istruzioni dal quartiere generale, che ordinava di stabilire
un contatto diretto con ufficiali cileni allo scopo di
valutare le possibilità di fomentare un colpo di
stato militare, nel caso che si decidesse per questa soluzione.
Il 15 settembre, il presidente Nixon
informò il Dci che un regime Allende in Cile non
sarebbe stato accettabile per gli Stati Uniti. Ordinò alla
CIA di evitare che Allende assumesse il potere, o di deporlo,
e stanziò allo scopo 10 milioni di dollari. Il
presidente tenne a specificare che l'azione doveva essere
portata avanti dalla CIA, senza comunicare nulla né ai
Dipartimenti di Stato e della Difesa, né all'ambasciatore
USA in Cile. Rispondendo agli ordini di Nixon, la CIA intraprese
una serie di azioni, ivi comprese alcune prime prese di
contatto con i militari di un governo straniero per richiederne
l'opinione, l'invio di informazioni propagandistiche da
tutto il mondo, da inserire nei media locali, l'inizio
di manovre volte a promuovere una pubblica opposizione
contro Allende presso i giornali più importanti,
come El Mercurio, e la presa di contatti con un civile
cattolico che aveva rapporti con le autorità ecclesiastiche
cilene, per influenzare l'atteggiamento della Chiesa nei
confronti di Allende. I funzionari della Base moltiplicarono
i loro contatti con gli ufficiali cileni. Si incoraggiò anche
Frei a sfruttare la sua influenza presso i militari e ad
incitare gli ufficiali a prendere in considerazione la
possibilità di formare un nuovo governo prima che
il parlamento eleggesse presidente Allende. Verso la fine
di settembre fu chiaro che era molto improbabile che Frei
agisse in questo senso.
Quando divenne chiaro che Frei non si
sarebbe adoperato allo scopo, si intensificò la
pianificazione dell'Opzione II. Tra il 5 e il 20 ottobre,
la "base" organizzò numerosi contatti con alti ufficiali
militari e dei carabineros (la polizia nazionale), per
convincerli a fare un colpo di stato. L'addetto militare
dell'ambasciata USA fu posto sotto il controllo operativo
della "base" della CIA, e inviò messaggi dello stesso
tenore ai suoi contatti militari. Quattro funzionari della
CIA furono inviati ad incontrarsi segretamente e in modo
non ufficiale con i più "sensibili" tra questi militari
cileni, attivamente coinvolti nella macchinazione di un
golpe. Tuttavia, l'Opzione II fallì, in seguito
all'assassinio del comandante in capo dell'Esercito, Schneider,
la cui morte provocò in Cile una forte reazione.
L'assassinio
di Schneider
Il governo USA e la CIA erano consci,
e d'accordo con la valutazione degli ufficiali cileni,
del fatto che il rapimento del generale Renè Schneider,
Comandante dell'esercito cileno nel settembre 1970, fosse
un passo fondamentale per qualunque progetto di golpe.
Tuttavia, non abbiamo rinvenuto nessuna informazione che
dimostrasse che l'intenzione dei cospiratori, o della CIA,
fosse di uccidere il generale durante il rapimento. Schneider
era uno strenuo sostenitore della costituzione cilena,
ed un fortissimo ostacolo per i capi militari che intendevano
effettuare un colpo di stato per evitare che Allende assumesse
il potere.
Il generale a riposo dell'Esercito Roberto
Viaux era uno dei principali cospiratori, e godeva dell'appoggio
dei giovani ufficiali e sottufficiali; era altresì a
capo di parecchi gruppi civili di destra. La CIA, dopo
aver ricevuto l'ordine di esaminare le possibilità di
un colpo di stato per evitare la presa di possesso di Allende,
inviò un funzionario a contattare Viaux il 9 ottobre
1970. Dopo un secondo incontro con Viaux, la "base" riferì a
Washington una sua richiesta di armi, gas lacrimogeni ed
altri rifornimenti, nonché una polizza di assicurazione
sulla sua vita. Dopo aver studiato la proposta di Viaux,
il quartiere generale della CIA giunse alla conclusione
che il suo gruppo non aveva nessuna probabilità di
portare a buon fine un colpo di stato, e ne avvertì la "base".
Così, nel corso delle riunioni del 17 e 18 ottobre,
un funzionario della CIA comunicò ad un membro del
gruppo di Viaux che la CIA non avrebbe preso in considerazione
la loro richiesta di appoggio. Il funzionario li avvertì pure
che qualsiasi azione di golpe da parte loro sarebbe stata
prematura. Il rappresentante di Viaux disse che il colpo
di stato era stato progettato per il 21 e 22 ottobre, e
che il primo passo sarebbe stato il rapimento del generale
Schneider. La "base" non credeva al piano, sia perché la
CIA non aveva informazioni che lo avvalorassero, sia perché il
gruppo di Viaux aveva dei precedenti di false partenze.
Il 22 ottobre, il gruppo di Viaux, che
ormai agiva indipendentemente dalla CIA, fece un tentativo
di rapire il generale Schneider, che portò alla
sua uccisione. La morte di Schneider indignò le
forze armate e i civili favorevoli al colpo di stato, ed
i piani per un'azione militare furono accantonati.
La CIA, oltre Viaux, aveva anche contattato
altri cospiratori, compreso il generale Camilo Valenzuela.
Il gruppo di Valenzuela era ben noto alla "base", che riteneva
che avesse la capacità di portare a buon fine un
colpo di stato. Il 22 ottobre, la CIA fornì a questo
gruppo - anch'esso convinto che il rapimento del generale
Schneider fosse essenziale per qualsiasi golpe - tre fucili
mitragliatori, munizioni, e da 8 a 10 candelotti lacrimogeni.
(Tutte queste armi furono in seguito restituite alla "base",
non utilizzate). Il rappresentante di Valenzuela insistette
sul fatto che il suo gruppo non aveva avuto nulla a che
fare con l'uccisione di Schneider, e che Viaux aveva agito
per conto proprio.
Nel novembre del 1970, un membro del
gruppo di Viaux sfuggito alla cattura tornò a mettersi
in contatto con l'Agenzia, chiedendo assistenza finanziaria
a nome del gruppo. Benché l'Agenzia non avesse alcun
obbligo nei confronti del gruppo, dal momento che questo
aveva agito per proprio conto, fornì tuttavia 35.000
dollari, allo scopo di mantenere segreti i precedenti contatti,
conservare la buona disposizione del gruppo, e anche per
ragioni umanitarie.
L'inizio della presidenza Allende
Il parlamento approvò la vittoria
elettorale di Allende con ampio margine - 153 a 35 -, il
24 ottobre. Sulla scia dell'insediamento di Allende, il
3 novembre 1970, l'obiettivo a lunga scadenza del governo
USA divenne quello di mantenere attiva l'opposizione con
la speranza che riuscisse a sconfiggere Allende nelle elezioni
del 1976. Fondamentalmente, il ruolo della CIA in Cile
era di fornire fondi ed influenzare i partiti politici
d'opposizione. Nel 1971, fu approvata una nuova azione
segreta volta a rinnovare l'appoggio al Pdc. Nel 1972,
venne autorizzato un altro progetto segreto per appoggiare
il Partito nazionale ed il Partito radicale democratico.
Questo continuo appoggio finanziario da parte della CIA
ai meccanismi di propaganda aveva lo scopo di continuare
le pubblicazioni sui media in appoggio ai partiti d'opposizione
e contro il regime di Allende. La CIA aveva ricevuto istruzioni
nel senso di mettere il Governo USA in una posizione che
permettesse in seguito di trarre vantaggio di un'eventuale
soluzione politica o militare del dilemma cileno, a seconda
degli sviluppi futuri.
La CIA continuò a raccogliere
informazioni sugli ufficiali delle forze armate cilene
che si opponevano attivamente al governo Allende, ma non
venne intrapresa nessuna azione per aiutarli. Alcuni elementi
e contatti della CIA intrattenevano rapporti diretti con
i cospiratori; gli ordini che aveva la CIA erano che questi
contatti fossero diretti esclusivamente alla raccolta di
informazioni. Quando, verso la fine del 1972, ci fu un'escalation
delle indiscrezioni sui progetti di golpe, la CIA fu molto
cauta in tutti i suoi rapporti con gli ufficiali delle
Forze Armate cilene, pur continuando a seguire le loro
attività; ma senza tentare mai, per nessuna ragione,
di influenzarle. Già in ottobre del 1972, all'interno
del governo degli USA l'opinione generale era che i militari
intendevano fare un colpo di stato, in qualche momento,
che tale colpo di stato non avrebbe avuto bisogno dell'appoggio
degli Stati Uniti per riuscire, e che era importante evitare
qualunque intervento o assistenza USA a tale golpe.
Il 21 agosto 1973, il Comitato 40 approvò un
ulteriore stanziamento di 1 milione di dollari destinato
ad accrescere l'appoggio ai partiti politici d'opposizione,
il che portò ad un totale di spesa, per i finanziamenti
segreti durante il periodo di Allende, a 6,5 milioni di
dollari circa. Verso la fine d'agosto, la "base" richiese
l'autorizzazione a fornire il massimo appoggio agli sforzi
dell'opposizione volti a incoraggiare l'ingresso dei militari
cileni nel gabinetto di Allende. Le dimissioni del comandante
generale dell'Esercito, Carlos Prats (la cui condotta era
fortemente costituzionalista), e la sua sostituzione con
il generale Augusto Pinochet (non un cospiratore, ma apparentemente
disposto ad accettare un golpe), sembrò aver ulteriormente
rafforzato l'unione tra le forze armate, e queste come
gruppo di pressione politica. Il governo di Up sembrava
temere la possibilità di un colpo di stato militare,
e non era sicuro di come dovesse reagire a tale eventualità.
La "base", rendendosi conto che gli
obiettivi dell'opposizione si erano sviluppati fino ad
un punto che contrastava con la politica USA di allora,
chiese a Washington l'autorizzazione ad appoggiare quell'atteggiamento
aggressivo. Pur se l'ambasciatore USA in Cile condivideva
l'idea che Washington dovesse rivedere la propria politica,
non si associò alla proposta della "base", temendo
che avrebbe potuto portare ad un coinvolgimento de facto
degli Stati Uniti nel golpe. Il quartiere generale della
CIA rispose ribadendo alla "base" che non ci doveva essere
alcun genere di coinvolgimento con i militari in nessuna
iniziativa segreta; non c'era la volontà di istigare
un golpe militare.
Il 10 settembre 1973 - il giorno prima
del golpe che pose fine al governo Allende - un ufficiale
delle forze armate cilene informò un funzionario
della CIA che si stava progettando un colpo di stato, e
chiese l'assistenza del governo USA. Gli fu risposto che
il governo USA non avrebbe fornito alcuna assistenza poiché si
trattava esclusivamente di una questione interna cilena.
Il funzionario della "base" gli disse anche che la sua
richiesta sarebbe comunque stata comunicata a Washington.
La CIA venne a conoscenza della data esatta del golpe poco
prima che questo si verificasse. Durante l'attacco al palazzo
presidenziale e gli avvenimenti immediatamente successivi,
le attività della "base" si limitarono a fornire
informazioni e rapporti sulla situazione.
La morte di Allende avvenne dopo che
il presidente aveva rifiutato un'offerta da parte dei militari
di accompagnare lui e la sua famiglia fuori dal Paese.
Le prove a disposizione stanno ad indicare che il presidente
Allende si uccise nel momento in cui i golpisti entravano
nei suoi uffici. Una fonte attendibile, riguardo alla morte
di Allende, è il dottor Patricio Guijòn,
un medico membro dello staff sanitario del presidente.
Durante l'assalto, Guijòn si trovava con Allende
nel palazzo presidenziale, La Moneda, e ha sostenuto di
aver visto Allende suicidarsi con un fucile. Nel 1991,
anche la Commissione nazionale cilena per la verità e
la riconciliazione giunse alla conclusione che Allende
si era tolto la vita. Non esiste nessuna informazione che
possa indicare che la CIA sia stata coinvolta nella morte
di Allende.
Il coinvolgimento del mondo imprenditoriale
USA
Già durante le elezioni presidenziali
cilene del 1964, gli imprenditori statunitensi che avevano
interessi in Cile avevano offerto alla CIA fondi per evitare
l'elezione di Allende. Tutte queste prime offerte erano
state respinte.
Agli inizi del 1970, un funzionario
della Base fu contattato da un uomo d'affari statunitense,
dipendente della "International telephone and telegraph" (Itt),
per sollecitare il governo USA a fornire appoggio finanziario
ad uno degli oppositori di Allende, Jorge Alessandri. La "base" fece
all'uomo d'affari il nome di una persona che avrebbe potuto
deviare segretamente ad Alessandri i fondi dell'Itt.
Parecchi mesi dopo, un altro rappresentante
dell'Itt si mise in contatto con la CIA, a Washington,
per sondare la possibilità che la CIA accettasse
fondi dalla sua società e li destinasse alla campagna
elettorale di Alessandri. La risposta fu che la CIA non
poteva accettare e trasferire fondi ad Alessandri per conto
di una ditta privata. La CIA rispose anche che, pur se
il governo USA era molto preoccupato per una possibile
vittoria di Allende, non appoggiava nessun singolo candidato
alle elezioni. Comunque, e come era avvenuto parecchi mesi
prima, la "base" consigliò l'uomo d'affari su come
incanalare verso Alessandri, in piena sicurezza, i fondi
dell'Itt.
Dopo l'elezione di Allende, e prima del suo insediamento,
la CIA, per ordine del Comitato 40 e in coordinamento con
l'ambasciata a Santiago, fece un tentativo per incoraggiare
l'imprenditoria cilena a condurre un programma volto a
rovinare l'economia del Paese.
Accesso alla presidenza del generale
Augusto Pinochet
La nuova giunta militare
cilena - il generale dell'Esercito Augusto Pinochet, il
generale dell'Aeronautica Gustavo Leigh, l'ammiraglio della
Marina José Merino,
ed il capo dei Carabineros, Generale César Mendoza
- giurò la sera dell'11
settembre 1973. Il giorno
successivo, i quattro stilarono un documento che istituiva
la giunta come il potere supremo in Cile. Pinochet fu designato
primo presidente, ed i quattro si accordarono verbalmente
sulla rotazione della carica. Poco dopo, la giunta istituì un
comitato di consulenza, che Pinochet riuscì a formare
con ufficiali dell'Esercito a lui fedeli. Una delle loro
prime raccomandazioni fu quella di accantonare l'idea di
una rotazione alla presidenza, sostenendo che avrebbe creato
troppi problemi amministrativi e notevole confusione.
Nel marzo del 1974, celebrando i sei
mesi dall'insediamento della giunta, Pinochet sferrò un
attacco verbale contro il Partito cristiano democratico,
e dichiarò che non era stato stabilito nessun calendario
per il ritorno di un governo civile. Il 18 dicembre 1974,
Pinochet fu nominato leader supremo della nazione.
Durante questo periodo, la CIA, in coordinamento
con il dipartimento di stato, decise di non svolgere ulteriori
o maggiori attività segrete finché il Comitato
40 non avesse dato altre autorizzazioni. C'era, sì,
l'autorizzazione alla spesa per attività sotto copertura,
ma si trattava di esborsi già dovuti ed impegni
in programmi già descritti prima: non fu autorizzata
nessuna nuova iniziativa. I piani segreti della CIA in
Cile si conclusero ufficialmente nel mese di giugno del
1974, ed i pagamenti cessarono.
Sebbene alcune di queste residue operazioni
propagandistiche possono aver indirettamente giovato a
Pinochet ed ai golpisti, nessun funzionario della CIA,
né dei Servizi, fu coinvolto nel facilitare l'ascesa
alla presidenza di Pinochet, né nel consolidamento
del suo potere come Leader Supremo. Durante la maggior
parte di quel periodo, la CIA non ebbe nessuna autorità per
svolgere azioni segrete in Cile. La CIA ha avuto, lungo
gli anni, rapporti di collegamento con diversi servizi
di sicurezza, ma non esiste nulla che stia ad indicare
che qualche servizio abbia richiesto, o che la CIA abbia
offerto, qualsivoglia genere d'assistenza per promuovere
la presidenza di Pinochet.
Violazioni dei diritti umani commesse
da funzionari, agenti sotto copertura o dipendenti della
CIA
Nel gennaio del '74, la CIA diramò una
direttiva per tutti i dipendenti affinché raccogliessero
informazioni clandestine sulla tortura in Cile; questo
messaggio ordinava al personale della CIA di lavorare con
tutti gli agenti e canali di influenza disponibili al fine
di indurre il governo cileno a modificare le misure repressive,
ed in particolare a eliminare l'uso della tortura. La CIA
si servì attivamente dei propri contatti, in particolare
con quei membri dei servizi noti per le loro violazioni
dei diritti umani, sottolineando che tali abusi erano nocivi
per la credibilità del governo all'interno del proprio
Paese, nonché dannosi per la sua reputazione internazionale
ed inaccettabili per il governo USA. In alcuni casi, questi
contatti hanno consentito alla CIA di ottenere informazioni
su violazioni dei diritti umani di cui altrimenti non si
sarebbe venuti a conoscenza.
Considerando la grande varietà e
natura dei contatti della CIA in Cile, la questione dei
diritti umani fu affrontata in diversi modi, lungo quegli
anni. Alcuni esempi:
o Prima del golpe del 1973, la questione
dei diritti umani non fu mai discussa né nei contatti
di collegamento né nei rapporti dell'intelligence.
o Si venne a sapere che un contatto
della CIA era stato implicato in un tentativo abortito
di golpe, il 29 giugno 1973, ed un altro era coinvolto
nel golpe, riuscito, dell'11 settembre 1973.
o Nell'ottobre del 1973, la CIA ricevette
informazioni attendibili che indicavano che un suo contatto
di grado elevato era coinvolto in alcune specifiche violazioni
dei diritti umani; il contatto venne interrotto.
o Benché la CIA avesse ricevuto
informazioni che suggerivano che un suo contatto d'alto
grado era un sostenitore della linea dura e che quindi
avrebbe potuto commettere violazioni di questo tipo, i
contatti furono mantenuti, in assenza di informazioni più precise
circa eventuali abusi contro i diritti umani.
o La CIA mantenne contatti indiretti
con una fonte che si trovava in stretto contatto con autori
di violazioni dei diritti umani. Non c'erano prove che
detta fonte fosse coinvolta in tali abusi, ma certamente
era a conoscenza di dette pratiche. Il valore informativo
del contatto era sufficientemente importante da non consigliarne
l'interruzione.
o Nel caso di una persona su cui la
CIA aveva informazioni riguardanti un caso di corruzione,
che poteva avere un rapporto con questioni di diritti umani,
si decise di cercare il contatto in considerazione della
sua posizione e del suo potenziale valore informativo.
o In più di un'occasione, alla
luce dell'appartenenza ai servizi e posizione negli stessi
dei contatti, sembrò probabile che questi fossero
coinvolti, sapessero o comunque coprissero gli abusi contro
i diritti umani. Tuttavia, dal momento che tali contatti
permettevano alla CIA di svolgere la propria missione di
raccolta di informazioni e di mantenere aperto un canale
attraverso il quale esprimere le preoccupazioni per le
violazioni dei diritti umani, i contatti furono mantenuti.
o In alcuni casi, pur se la CIA era
a conoscenza del fatto che il contatto rappresentava un
servizio noto per gli abusi contro i diritti umani, il
contatto fu mantenuto perché rifiutarlo avrebbe
avuto un effetto negativo per la missione di raccolta informazioni
della CIA stessa.
o In alcuni casi, non furono fatti controlli
accurati circa il rispetto dei diritti umani da parte dei
contatti, né si adottò una decisione deliberata
che soppesasse rischi e vantaggi. In tali casi, se un contatto
era considerato importante a livello delle informazioni
che poteva fornire, si autorizzava a conservarlo.
o Le informazioni riguardanti le violazioni
dei diritti umani da parte dei contatti della CIA, di quel
periodo e precedenti, furono comunicate e diffuse presso
i servizi politici e d'intelligence.
Rapporti con Contreras
Durante un periodo, tra il 1974 e il
1977, la CIA ebbe contatti con Manuel Contreras Sepúlveda,
noto successivamente per il suo coinvolgimento in abusi
contro i diritti umani. I rappresentanti politici del governo
USA avevano approvato i contatti della CIA con Contreras,
data la sua posizione di capo della principale organizzazione
di intelligence del Cile, e ritenuto necessario per l'adempimento
della missione della CIA. Questo, nonostante le preoccupazioni
che tale rapporto potesse lasciare la CIA scoperta di fronte
ad accuse di aver aiutato la repressione politica interna.
Fin dall'inizio, la CIA fece sapere chiaramente a Contreras
che non avrebbe appoggiato nessuna delle sue attività,
o delle attività dei suoi servizi, che potessero
essere considerate come "repressione politica interna".
Nei propri contatti con Contreras, la CIA lo sollecitò ad
aderire ad una circolare del 17 gennaio 1974, emessa dal
ministero cileno della Difesa, che descriveva le linee
di condotta da adottare nel trattamento dei prigionieri
in modo da rispettare la Convenzione di Ginevra del 1949.
I rapporti, seppure corretti, non furono
mai cordiali né agevoli, in particolare in seguito
alla scoperta del ruolo di Contreras per quanto riguardava
le violazioni dei diritti umani. Nel dicembre 1974, la
CIA giunse alla conclusione che Contreras non avrebbe migliorato
la sua condotta in quel comparto. Tuttavia, l'aiuto fornito
da Contreras, durante il primo trimestre del '75, nell'azione
volta ad ottenere la liberazione di alcuni membri del Pdc
che erano stati arrestati e maltrattati da un altro servizio
di sicurezza cileno, fece nascere una vaga speranza che
egli avrebbe usato la propria influenza per porre fine
agli abusi. Guardando indietro, tuttavia, il ruolo di Contreras
in quell'operazione probabilmente rifletteva la rivalità tra
i diversi servizi e gli sforzi personali di Contreras stesso
volti ad ottenere il controllo di tutto l'apparato dei
servizi di informazioni cileni.
Nell'aprile del '75, i rapporti dell'intelligence
dimostrarono che Contreras rappresentava l'ostacolo principale
ad una politica di diritti umani ragionevole da parte della
giunta, ma un comitato inter-agenzie ordinò alla
CIA di mantenere i suoi contatti con Contreras. L'ambasciatore
USA in Cile sollecitò il vicedirettore della Central
intelligence, Walters, perché accogliesse Contreras
a Washington nell'interesse del mantenimento di buoni rapporti
con Pinochet. L'incontro avvenne nell'agosto del '75, con
l'approvazione del comitato inter-agenzie.
A maggio e giugno del '75, alcuni elementi
della CIA raccomandarono di instaurare un rapporto a pagamento
con Contreras, allo scopo di ottenere informazioni, grazie
alla sua preziosa posizione e vicinanza a Pinochet. La
proposta fu respinta, sulla base della politica del governo
USA sui rapporti clandestini con il capo di un servizio
informazioni noto per gli abusi contro i diritti umani.
Tuttavia, a causa di errori nelle comunicazioni e nei tempi
di questi avvenimenti, Contreras ricevette un primo pagamento,
una tantum.
Oltre alle informazioni riguardanti
le minacce esterne, la CIA voleva da Contreras anche informazioni
riguardanti le prove emerse nel 1975, circa una manovra
formale di cooperazione tra i Servizi del Cono Sud - l'"Operazione
Condor" - basata sulla collaborazione informale per rintracciare
e, per lo meno in qualche caso, uccidere i nemici politici.
Nell'ottobre del '76 c'erano ormai sufficienti informazioni
perché la CIA decidesse di contattare Contreras
riguardo alla questione. Contreras confermò l'esistenza
dell'Operazione Condor, come una rete di scambio di informazioni,
ma negò che questa avesse un ruolo nelle uccisioni
extra-giudiziarie.
L'ex membro del governo Allende ed ambasciatore
a Washington, Orlando Letelier, ed il suo assistente statunitense,
Ronni Moffit, vennero uccisi con un'autobomba a Washington,
il 21 settembre 1976. Quasi immediatamente dopo l'assassinio,
cominciarono a circolare voci che sostenevano la responsabilità del
Governo cileno nell'omicidio. Il primo rapporto della CIA
che conteneva questa accusa fu comunicato in data 6 ottobre
1976. Durante il mese di ottobre di quell'anno, il dipartimento
della Giustizia e la CIA studiarono il modo in cui la CIA
avrebbe potuto affrontare gli aspetti dell'indagine giudiziaria
riguardanti i Servizi stranieri (FI). All'epoca, si cominciò a
parlare del probabile ruolo di Contreras nell'omicidio
Letelier.
Verso la fine del '76, i contatti con
Contreras si erano molto diradati. Durante il '77, la CIA
ebbe con Contreras forse una mezza dozzina di incontri;
in tre di questi, lo scopo era di chiedere informazioni
circa l'assassinio di Letelier. Il 3 novembre 1977, Contreras
venne trasferito ad un incarico alieno ai servizi, per
cui la CIA interruppe ogni ulteriore contatto.
Tuttavia, i servizi di informazioni
della CIA continuarono a seguire da vicino le attività di
Contreras. Nel 1978, dopo una breve lotta per conservare
il suo potere, Contreras si dimise dall'Esercito. Nel frattempo,
la CIA aveva messo insieme dei rapporti dettagliati e specifici
riguardanti il coinvolgimento di Contreras nell'ordine
di assassinare Letelier. Una parte di questo materiale è stata
resa pubblica, mentre un'altra parte è ancora da
ritenersi classificata, ed una terza parte ancora è stata
trattenuta su richiesta del dipartimento della Giustizia,
che continua a portare avanti le sue indagini.
Rapporti dell'Intelligence
Durante tutto il periodo successivo
al golpe, la CIA ha raccolto, e comunicato ai servizi ed
al Governo, ampie informazioni riguardanti la questione
dei diritti umani in Cile. Alcune di queste informazioni
provenivano da contatti di varia estrazione. Questi rapporti
comprendevano una grande varietà di informazioni,
tra cui:
o Dibattiti svolti tra il '73 e l'88
presso i servizi cileni militari e della sicurezza, e riguardanti
il giusto livello di forza da impiegare con quello che
consideravano come la minaccia sovversiva rappresentata
dai gruppi politici di sinistra e dalle schegge di organizzazioni
terroristiche;
o Le identità ed attività di
sotto-unità delle forze di sicurezza cilene, incaricate
di svolgere attività politiche speciali o attività contro
la sinistra, e la cui associazione con gruppi estremisti
di tendenze violente li rendeva probabili autori di abusi
sistematici;
o Dibattiti all'interno di gruppi politici
di sinistra e schegge di organizzazioni terroristiche,
riguardanti l'impiego della violenza contro il governo;
o Addestramento, capacità, stato
di preparazione e schieramento dei diversi gruppi di "autodifesa" all'interno
dei Partiti socialista e comunista del Cile, e delle schegge
di organizzazioni terroristiche del Movimento della sinistra
rivoluzionaria, il Fronte patriottico Manuel Rodríguez,
e le fazioni Gioventù Lautaro e Lavoratori/Contadini
del Movimento unito d'azione popolare.
Nei giorni e nei mesi immediatamente
successivi al golpe del 1973, la CIA fornì ampie
informazioni su ciò che il governo definiva <<attività necessarie
per ripristinare l'ordine>>. Vi furono rapporti molto
divergenti circa il numero di persone uccise ed arrestate.
I rapporti della CIA confermavano che i militari stavano
deliberatamente nascondendo le cifre precise, e descrivevano
in dettaglio le diverse opinioni all'interno della giunta
militare riguardo alla necessità o meno di sottoporre
a giustizia sommaria gli estremisti e i sovversivi, oppure
di accordare loro processi e relative sentenze. Vi furono
anche ampie informazioni su:
o L'applicazione della "giustizia militare" a
detenuti civili, nonché i tipi di punizione ai quali
probabilmente sarebbero stati sottoposti;
o Localizzazione dei campi di prigionia
e i nomi di alcune specifiche persone in essi detenute,
compreso il fatto che alcune di tali località erano
segrete;
o I tentativi di alcuni elementi della
sinistra di lasciare il Paese o cercare asilo in ambasciate
straniere;
o Valutazioni degli effetti che stava
ottenendo la repressione governativa sulla capacità e
gli sforzi della sinistra per riunire le fila.
La CIA ricevette anche informazioni
sul "Piano Z" - che si diceva fosse stato preparato dalla
coalizione di Unità popolare di Allende negli ultimi
tempi del suo governo - volto ad assassinare alcune importanti
personalità politiche e militari che si opponevano
al suo programma di sinistra. Quando emersero per la prima
volta i sospetti dell'esistenza del "Piano Z", la CIA fece
notare che si trattava probabilmente di disinformazione
manipolata dalla giunta allo scopo di migliorare la propria
immagine e giustificare le proprie attività. Le
accuse secondo cui i rapporti sul "Piano Z" facevano parte
di un'operazione congiunta della CIA e dei cileni, sono
infondate, anche se alcuni ufficiali delle forze armate
con cui la CIA aveva avuto contatti prima del golpe del
1973 collaborarono alla stesura del "Libro bianco", uno
dei cui temi principali era proprio la denuncia dell'esistenza
del "Piano Z".
Il primo rapporto della CIA sulle violazioni
dei diritti umani da parte della giunta porta la data del
15 settembre 1973, pochi giorni dopo il golpe. La CIA informò che
alcune unità cilene della sicurezza stavano procedendo
alle interrogazioni di sospetti oppositori, in maniera
oltremodo severa. Un rapporto del 22 settembre segnalava
che i prigionieri allo stadio nazionale erano stati trattati
molto duramente, durante i primi giorni successivi al colpo
di stato. Il 28 settembre, la CIA informava che nel fiume
Mapocho erano stati ritrovati 27 cadaveri, alcuni di questi
con evidenti segni di torture e mutilazioni. Il 9 ottobre,
la CIA riferiva che alcuni tecnici sovietici in Cile, non
membri del corpo diplomatico, erano stati ripetutamente
minacciati e ingiuriati verbalmente; alcuni di quelli processati
in seguito erano stati malmenati o feriti. Il 25 ottobre,
la CIA informava che il generale Sergio Arellano Stark
aveva dato istruzioni che avevano portato all'esecuzione
sommaria di 21 prigionieri politici. Il 3 novembre, la
CIA segnalava che, nonostante un decreto governativo che
poneva fine alle esecuzioni sommarie, nel canale San Carlos
erano stati rinvenuti 20 corpi uccisi da armi da fuoco.
Il 12 novembre, la CIA informava delle preoccupazioni,
all'interno del Pdc, circa le violazioni dei diritti umani.
Il 18 gennaio 1974, la CIA segnalava che esponenti politici
cileni di tutte le formazioni stavano soppesando la possibilità di
presentare la questione degli abusi del governo contro
i diritti umani all'attenzione della commissione delle
Nazioni Unite per i diritti umani.
Era chiaro che la circolare del governo
cileno, emessa il 17 gennaio 1974, e che proibiva la tortura
e forniva istruzioni per il trattamento dei prigionieri,
era solo uno stratagemma di relazioni pubbliche. I rapporti
della CIA indicavano che le forze cilene di sicurezza non
rispettavano, e probabilmente non lo avrebbero mai fatto,
la politica dichiarata nella circolare. Anche se il ruolo
principale, per quanto attiene alle informazioni sui diritti
umani, spettava al dipartimento di Stato ed all'ambasciata,
la natura clandestina delle pratiche contro i diritti umani
messe in atto dai servizi cileni di sicurezza imponevano
il lavoro di raccolta informazioni della CIA. Verso la
fine di gennaio del 1974, la CIA ordinò che tutti
i suoi funzionari responsabili istruissero i propri elementi
clandestini affinché fornissero informazioni sulla
tortura in Cile.
Nei diciassette anni successivi, la
CIA inoltrò le informazioni che riceveva dai suoi
contatti, riguardanti le violazioni dei diritti umani in
Cile. Quando poi la sinistra riprese forza, i rapporti
e le informazioni cominciarono a riguardare anche i piani,
le intenzioni, le capacità e le azioni terroristiche
della sinistra. Durante il periodo di transizione dal governo
militare a quello civile, i rapporti dell'intelligence
seguirono il dibattito politico su come gestire le indagini
e i processi per i delitti contro i diritti umani.
La revisione degli archivi della CIA
non ha prodotto nessuna prova che funzionari o dipendenti
della CIA siano mai stati coinvolti in violazioni dei diritti
umani o nella copertura di questi abusi in Cile.
Morte/scomparsa di cittadini
USA
Le accuse di una complicità della
CIA nella morte del cittadino statunitense Charles Horman,
Jr. - che era espatriato, sosteneva Allende e venne ucciso
immediatamente dopo il golpe del 1973 - sono infondate.
Allo stesso modo, la CIA non sapeva, prima del fatto, delle
circostanze che portarono alla morte in Cile del cittadino
statunitense Frank Teruggi, nel 1973, ed alla scomparsa,
nel 1985, del cittadino statunitense Boris Weisfeiler.
Tuttavia, alcuni contatti clandestini
della CIA furono sì coinvolti in violazioni dei
diritti umani. La CIA, per ordine e con la piena approvazione
di importanti esponenti del governo USA, tenne contatti
ufficiali con diversi servizi di sicurezza. Allo stesso
tempo, la CIA aveva contatti clandestini con alcuni membri
scelti delle forze militari, di intelligence e di sicurezza
cilene, sia per raccogliere informazioni che per poter
mettere in atto le attività segrete di cui sopra.
Non c'e alcun dubbio sul fatto che alcuni contatti della
CIA siano stati coinvolti attivamente nella commissione
e copertura di gravi abusi contro i diritti umani.
In
seguito alle lezioni apprese in Cile, in America Centrale
ed altrove, attualmente la CIA indaga accuratamente su
tutti i suoi contatti, onde evitare il proprio potenziale
coinvolgimento in violazioni dei diritti umani, e, prima
di prendere una decisione, soppesa accuratamente la natura
e gravità degli abusi, contro il potenziale
valore informativo di portare avanti la relazione. Se queste
norme, stabilite verso la metà degli anni '90, fossero
state in vigore allora, avrebbero molto probabilmente alterato
la quantità di contatti che abbiamo avuto con
personaggi responsabili di violazioni dei diritti umani
in Cile.
Gianni
Cipriani
(Latinoamerica, n.73, settembre-dicembre 2000)
|