La battaglia contro l'Aids non può essere vinta senza combattere anche la tubercolosi. La tubercolosi è troppo spesso una sentenza di morte per coloro che hanno l'Aids. Oggi in Africa la metà di coloro che hanno il virus hiv muore a causa della tubercolosi, ma si stima che soltanto una persona sieropositiva su tre abbia accesso ad una cura efficace. Una situazione che non avrebbe mai dovuto verificarsi. Sappiamo come curare la tubercolosi ormai da cinquant'anni, ma sono mancate sia la volontà che le risorse per diagnosticare rapidamente la malattia e per offrire ai malati le cure di cui avevano bisogno. Finora abbiamo perso terreno nella lotta contro la tubercolosi nel fronteggiare la diffusione dell'Aids. La speranza è di poter avere adesso i mezzi per combattere la tubercolosi nei luoghi che sono stati duramente colpiti dall'Aids. Oggi nel mondo la tubercolosi uccide oltre 5.000 persone ogni giorno ed è il killer numero uno delle persone colpite dal virus hiv, provocando dall'11% al 50% delle morti. Si calcola inoltre che, dei 14 milioni di persone che nel mondo hanno contemporaneamente la tubercolosi e l'Aids, 7 su 10 vivono in Africa. Anche in Asia l'infezione colpisce duramente provocando 4,5 dei 9 milioni di casi registrati ogni anno in sei paesi asiatici (Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Pakistan e Filippine). Secondo gli esperti curare la tubercolosi significa prolungare la vita delle persone sieropositive. Se la malattia continuerà a non essere diagnosticata, si ritiene che nei prossimi venti anni potrebbero verificarsi un miliardo di nuove infezioni, 200 milioni di persone potrebbero sviluppare la malattia e altri 35 milioni potrebbero morire. |