Nell'ottobre
del 1966, a Oakland, California, Huey Newton e
Bobby Seale fondarono il Black Panther
Party (di cui, in seguito, diverrà uno dei principali
dirigenti George Jackson, autore de I fratelli
di Soledad, scritto durante la lunga detenzione in carcere),
con lo scopo di dotare la comunità nera di un'organizzazione
in grado di proteggerla: l'autodifesa militante delle minoranze
era dunque l'obiettivo prioritario delle pantere, che si rivolgevano
in primo luogo al proletariato e al sottoproletariato dei ghetti
delle grandi città, e sul piano politico - ideologico il
socialismo rivoluzionario era il loro riferimento.
I
teorici del Black Panther si sono differenziati molto dalle elaborazioni
di Malcolm X
(ucciso nel 1965), che aveva certamente rappresentato un'importante
ipotesi rivoluzionaria, chiamando i neri ad organizzarsi e a ribellarsi,
ma che, secondo il Black Panther, non aveva elaborato un adeguato
programma di riforme sociali ed economiche. All'inizio del 1968 il Black Panther vende il libretto rosso del Mao agli studenti dell'università per finanziare l'acquisto di fucili da caccia, ma intanto l'FBI, sotto la direzione del famigerato J. Edgar Hoover, avvia un programma di counter intelligence denominato COINTELPRO per bloccare il processo di unità fra i vari gruppi radicali e destrutturare le principali organizzazioni sovversive. La posizione di Hoover è chiara, drastica: "Le pantere nere sono la minaccia più grande contro la sicurezza interna del paese." E ancora: "I negri giovani e moderati devono capire che se cedono all'ideologia rivoluzionaria, diventeranno dei rivoluzionari morti." Per distruggere questo pericolo l'FBI avvia un programma mirato di assassinations e progressivamente i principali dirigenti del partito vengono eliminati. A queste uccisioni e ad una lunga serie di arresti, viene affiancato un formidabile programma di disinformazione e di guerra psicologica, destinato a spaccare sia politicamente che moralmente il partito: corruzione, spionaggio, provocazioni, diffusione dell'eroina nei ghetti. Insomma, l'FBI e gli apparati di polizia si dimostrano assai più abili dei rivoluzionari nella gestione di uno scontro a livello tattico-militare, affiancando - come si è detto - agli strumenti violenti di repressione tutta una serie di misure propagandistiche: paradossalmente, è proprio sul terreno della controinformazione - così cara ai movimenti di protesta - che il governo statunitense vincerà la dura partita col "potere nero." Il 6 aprile 1968, a Oakland, Bobby Hutton, il più giovane dirigente del Black panther, 17 anni, è ucciso dalla polizia in una sparatoria, e appena due giorni più tardi Martin Luther King è assassinato, proprio quando aveva cominciato a radicalizzare le proprie posizioni ed a costruire rapporti con l'ala "dura" del movimento. Due mesi più tardi anche Robert Kennedy cadrà vittima di un attentato. A Chicago il Black Panther, guidato da Fred Hampton, avvia vari programmi di solidarietà sociale: dagli aiuti alimentari ai più poveri a un centro medico libero e gratuito, e soprattutto s'impegna in un capillare lavoro di convincimento nei confronti dei giovani per tenerli lontani dal crimine e dar loro una coscienza di classe. Un particolare significato assume il programma per garantire la prima colazione ai bambini: una rete di cucine da campo in tutto il paese fornisce ogni giorno il pasto a oltre 10.000 bambini. Queste iniziative ottengono un considerevole successo, allargando ulteriormente il consenso della popolazione nei confronti del movimento, e la risposta governativa non si fa attendere: il 4 dicembre, grazie alle informazioni di un infiltrato, FBI e polizia di Chicago effettuano un raid nella sede delle pantere, uccidendo Fred Hampton ed alcuni altri militanti; la moglie di Hampton, incinta di 8 mesi, viene ferita gravemente, ma sopravvive; tutti i dirigenti del Black Panther di Chicago vengono arrestati per "tentato omicidio nei confronti di agenti di polizia e resistenza armata." Durante l'estate del 1969 l'alleanza fra le pantere e gli altri gruppi, in particolare l'SNCC, comincia a sfaldarsi: il punto principale di contrasto è l'inclusione dei bianchi nella lotta per la liberazione, una disputa che - come purtoppo avverrà altre volte, anche fra esponenti dello stesso Black Panther - spesso sfocia in scontri armati, dove restano uccisi vari militanti. In autunno Huey Newton è condannato a 15 anni in prigione, e poco tempo dopo Cleaver, Eldridge ed altri dirigenti fuggono dagli Stati Uniti, trovando poi asilo in Algeria. Nel 1969 Seale è incriminato a Chicago per la protesta durante la Convenzione nazionale democratica dell'anno prima e viene condannato a quattro anni in prigione. Nel marzo del 1970, mentre è ancora in prigione, Bobby Seale pubblica Ferma il tempo!, la storia delle pantere nere e di H. Newton. L'anno dopo, a New York, numerose pantere vengono arrestate con l'accusa di voler assassinare vari ufficiali di polizia e di progettare attentati, e in tutto il paese vengono effettuati innumerevoli arresti di dirigenti e militanti. Come tuttti i movimenti rivoluzionari anche il Black Panther era pieno di contraddizioni, che negli ultimi anni di vita si accentuarono, fra corruzione, delirio militarista e megalomania: il culto della personalità avviato da Newton aveva connotati decisamente staliniani; l'uso della violenza era sovente gratuito; si era largamente diffuso un concentrato di razzismo, sciovinismo e sessismo: il loro concetto della donna era assai poco avanzato e gli omosessuali erano considerati prodotti della degenerazione "bianca": tutto ciò smentendo le elaborazioni più avanzate di molti teorici, anche neri, della liberazione di tutte le minoranze. Negli anni successivi il Black Panther Party, decapitato dei suoi dirigenti e sottoposto ad un incessante lavoro di infiltrazione da parte dell'FBI, s'indebolisce sempre più, perdendo progressivamente quei legami di massa con le comunità nere che gli avevano permesso di radicarsi socialmente e di avere un ruolo politico di un qualche rilievo. |